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La Ragione Imperfetta
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E-book203 pagine2 ore

La Ragione Imperfetta

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Info su questo ebook

Persone qualunque nel mezzo del caos. Un caos architettato dall’estremismo della ragione. Ma è di nuovo la ragione l’arma con la quale lo affronteranno, con le loro debolezze ma anche con la forza delle loro persuasioni profonde. Pensiero e azione in un giallo “filosofico”.
Segnalato con menzione per l’edizione del 2009 del premio InediTo della Città di Chieri e alla Fiera del Libro di Torino è ora pubblicato con il titolo La Ragione Imperfetta.
LinguaItaliano
EditoreAbel Books
Data di uscita21 feb 2014
ISBN9788867520923
La Ragione Imperfetta

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    Anteprima del libro

    La Ragione Imperfetta - Luigi Brandajs

    Luigi Brandajs

    LA RAGIONE IMPERFETTA

    Una storia eco-logica
    Illustrazioni di Eleni Dori
    Abel Books

    Proprietà letteraria riservata

    © 2014 Abel Books

    Illustrazioni © 2014 Eleni Dori

    Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    Abel Books

    via Terme di Traiano, 25

    00053 Civitavecchia (Roma)

    ISBN 9788867520923

    Indice

    PROLOGO

    IL VIAGGIO

    IO, LIVIA.

    L’INCIDENTE

    DALLA PARTE DI LIVIA

    IO, PRETE

    VIGILIA

    STRATEGIA

    LA BATTAGLIA

    ESITI

    EPILOGO

    La Ragione Imperfetta

    Alle tre donne rimastemi, Gabriella, Malvina e Fiammetta e alla cara memoria di Roberta.

    A Fiammetta grazie per l’ispirazione.

    Il patto di Dio con lo spirito umano, attivo e

    presente in Abramo il viandante, era un patto

     …………in cui il bisogno che Dio ha dell’uomo

    E l’uomo di Dio si intrecciavano in tal modo

    Che non si può dire da quale parte, se da Dio

    O dell’uomo, sia partito il primo impulso

    A questa cooperazione.

    Thomas Mann, Le Storie di Giacobbe

    PROLOGO

    DUALISMO

    Sono.

    Sono?

    Sì, Sono.

    Sì, ma sono come?

    Non fare lo stupido; in quale maniera, no?

    Maniera, maniera, è un altro modo di dire forma, e Io non ho forma, mi serve?

    Definire serve, prego.

    Serve, servire, in altre parole essere di utilità a qualcosa o a qualcuno.

    Qui non c’è nessuno oltre Me.

    Allora a qualcosa.

    Qui non c’è niente. Cioè, c’è il Tutto, che è Niente.

    Vorresti dire il Nulla.

    Già.

    Allora ci sono già due cose: Tu e il Nulla.

    No, tre, Io, che tu chiami Tu, Tu, che io chiamo Io e il Nulla.

    Smettiamola con i sofismi e non eludere la questione. Se non serve a Te, che sei l’Unico qualcuno, non è certo utile a qualcosa, perché non c’è niente.

    E allora?

    Allora la parola serve è inutile.

    Beh, ci sarebbe anche il senso di servire come fare qualcosa per qualcuno.

    Sì, però ci vorrebbe qualcun altro: uno che serve e uno che è servito, ma qui ci sei solo Tu.

    Vero. Siamo a un punto morto.

    Morto?

    Sì, finito, che non continua, che si ferma. Cosa c’è di strano?

    Niente, mi è sembrata un’altra parola inutile.

    Bella, però. Drammatica. Impensabile, qui nulla si ferma e nulla si muove.

    Ah, il movimento: cose che si spostano dentro altre cose. Interessante.

    Definire cose.

    Sai benissimo che è un modo di dire molto impreciso, anzi, volutamente impreciso. Uno dei significati però è inequivocabilmente materiale.

    Materiale, eh?

    Sì, materiale: che presuppone la Materia. E, già che ci siamo, anche il movimento presuppone la materia. Qualcosa che si muove è materia.

    E chi l’ha detto? Vorresti dire che l’energia, anzi, l’Energia, non è movimento?

    Io lo chiamerei piuttosto Flusso.

    In altre parole vorresti dire che se voglio il movimento devo fare la materia.

    E il Tempo, anche.

    E perché il Tempo?

    Non fare di nuovo lo gnorri, lo so che il Tempo ti da fastidio, ma per il movimento ci vuole il tempo: se una cosa (materiale) è in un punto e poi in un altro ci deve essere un prima. Come si spiega un prima e un poi senza il Tempo?

    Semplice, ne faccio a meno. Porto la cosa in un’altra dimensione.

    Ma è un gioco cretino; sai benissimo che se sposti la cosa in un’altra dimensione ti porti dietro tutta quella in cui la cosa esiste, quando Ti piacerà che esista. E, nella sua dimensione, la cosa non si sarà spostata.

    Io posso tutto: posso fare esistere una cosa in una dimensione e anche in un’altra. Posso far sparire la cosa da una dimensione e farla riapparire in un’altra. Lo chiamerei spostamento. E senza Tempo.

    Allora la vuoi mettere sul piano dei miracoli. Mi sembrava che tenessi alla logica.

    Cioè, vorresti dire che non posso volere il possibile e, insieme, l’impossibile.

    Bravo, mi sembra un modo chiaro di mettere la questione.

    Quindi, se voglio il movimento, devo portarmi dietro materia e tempo, anzi, Materia e Tempo.

    Non vedo alternative.

    Ma lo sai, sì, che tempo e materia formano una miscela esplosiva? Che la materia prenderà forma, e che la forma, qualsiasi forma, è destinata a estinguersi nel tempo?

    Sì. è inevitabile: materia, tempo ed estinzione.

    Estinzione, un segno negativo. In come E’ adesso non c’è niente di negativo, cosa c’è che non va?

    Niente, è vero, ma sembra anche privo di senso.

    Definire Senso.

    Beh, direzione, direi; orientamento, oppure, se vuoi, evoluzione logica.

    Vero, solo tu stesso, anzi, Tu Stesso.

    E io, anzi, Io, sarei privo di senso? O, per dirla con le Tue parole, privo di direzione e di evoluzione logica?

    Non l’ho detto io.

    In sostanza sono obbligato a volere il movimento, il tempo, la materia e l’estinzione; solo che nessuno mi può obbligare.

    Senti, non potremmo accontentarci della sola Luce?

    Ma dai, la Fisica è roba Tua, no? Se vuoi la luce senza materia, devi fare un miracolo, non giriamoci intorno. E poi, cosa vorresti illuminare? Il Nulla luminoso: fa ridere.

    Sono indeciso. Ti rendi conto della spaventosa virulenza della materia? Quella se gli dai un’unghia si prende tutto il braccio e anche il resto.

    Non mi dire che la materia è ingovernabile. Per Te nulla è ingovernabile e, se aguzzi l’ingegno, non è neanche imprevedibile.

    E la storia dell’estinzione? Io non mi posso estinguere.

    No, per te l’estinzione è solo la fine di un ciclo. Col Tempo, tutto ricomincia.

    Sì, sì, lo so. Il fatto è che siccome Io sono tutto quello che c’è, tocca a Me diventare materia.

    Anche, materia. Non c’è niente di male.

    Ecco, il male. Con la materia ci sarà il Male. E il Bene. Una catena ininterrotta di nascite ed estinzioni in un mare (Mare?) di eventi fortuiti, per lo più rumorosi e con una netta prevalenza di catastrofi. Perché non manteniamo tutto allo stato potenziale? Tutto potrà essere. I miliardi di forme in cui si esprimerà la materia sono nulla in confronto a quelle che potrebbe avere. E’ un po’ limitativo, no? Dà meno il senso dell’infinito, anzi, Infinito.

    Sì, sarà meno pulito e meno perfetto, ma vivo.

    Vivo?

    Sì, dal Verbo Vivere, una sottospecie di Esistere. E’ l’esistenza di ciò che è destinato a finire, estinguersi, morire.

    Ecco, siamo di nuovo al morire.

    Perché, ti da fastidio? Non sei mica Tu a morire.

    Come, no? Io sono tutto quello che c’è e che ci sarà, ogni morte sarà la mia.

    E anche ogni nascita. Comunque è inutile arrovellarsi, tanto è cosa fatta. Ti stai già scaldando.

    MATERIA

    Guarda che disastro. Pezzi di materia sparsi dappertutto. Ti pare bello?

    No, ma che bel botto! E finalmente hai la Luce che volevi.

    Volevo? Io non volevo niente; ipotizzavo soltanto.

    Ma va là, eri stufo di ipotizzare.

    Comunque, si comincia. Adagio, a quel che vedo.

    Ti sei accorto che è cominciato anche il Tempo eh.

    E anche la velocità. Il Movimento, insomma. Viene voglia di mettere un po’ d’ordine.

    Ma c’è già, l’ordine, anche se non se ne vede ancora la forma. Vedi un’alternativa alla gravità, anzi, Gravità?

    Non so, ci sto pensando. No, credo di no. Non me la vedo tutta questa materia che si disperde tutt’intorno. E poi, sarebbe incongruente con com’è fatta questa materia, con ciò che la rende compatta e distinta dal non materiale, che è ormai divenuto il Vuoto. Non ci sarebbe continuità logica. E Io sono tenuto alla logica, no?

    Sì. ma è un po’ imbarazzante. Sei Tu che governi le Tue leggi o sono loro che governano Te?

    Hai voglia di divertirti eh? Lo sai benissimo che Io sono il Tutto e che niente è al di fuori del Tutto, neanche le Regole.

    Vedo che la Materia ti rende nervoso. Su, non è poi tanto instabile, anzi, è disarmante per quanto è prevedibile!

    Prevedibile ma rumorosa e agitata: tutte queste esplosioni, tutti questi collassi. E’ tutto così lontano dalla perfezione.

    Non facciamo ragionamenti circolari: l’imperfezione è la condizione dell’Essere. L’unica perfezione possibile sta nel Non essere.

    Così, se Io voglio Essere devo essere imperfetto?

    Non l’ho detto Io, ma, se proprio ci tieni possiamo metterla così: il Tuo Essere accoglie anche l’Imperfezione, essa fa parte di Te, come la Perfezione.

    Beh, basta così, se non va a finire che mi surriscaldo e dovremo cominciare tutto da capo.

    VITA

    - Bello, no? Abbastanza ordinato, adesso. C’è un certo equilibrio tra stabile e instabile. Alcuni meccanismi sono semplici, altri piuttosto complicati con uno sfondo di caos controllato.

    - Non ho mica lasciato avvenire tutto ciò per fare del bello, cosa credi?

    - Come? Cos’hai contro la Bellezza, è forse priva di senso?

    - Beh, sì, secondo la Tua stessa definizione: orientamento, direzione, evoluzione logica. Qual è l0rientamento della bellezza?

    - Nessuno, è vero. Sospetto che sia un’evoluzione logica e, se anche non lo fosse, il bello della bellezza, non avrebbe forse senso di per sé ?

    - Mettiamola così: il bello è una cosa inutile di cui non si può fare a meno. E così ho anche creato la contraddizione.

    - Abile, ma non conclusivo; vedrai che si scoprirà che la bellezza è anche utile.

    Fermo! Sospendiamo. Laggiù c’è qualcosa che si agita.

    Tutto previsto, i carboidrati sono troppo sensibili per restare inerti e le proteine, che ne sono la conseguenza, sono troppo complesse per accontentarsi di assistere passivamente ai cambiamenti di ambiente.

    Ho visto; alcune hanno imparato a Nutrirsi, altre a Riprodursi. Insieme hanno trovato la chiave. Comincia il bello.

    Ci risiamo con il Bello?

    No, no. Dicevo così, per dire. Ma comunque, sì. lo trovo bello, un bel fenomeno, anzi, Fenomeno.

    E adesso che facciamo?

    Niente, Tu non devi mica fare niente, devi solo Essere, e adesso sei anche un frammento di DNA. Tra poco sarai una cellula, o meglio, un organismo di una sola cellula: sei vita organica.

    La famosa esistenza che si estingue, eh?

    Sì, ma che, allo stesso tempo, continua; in forme identiche o diverse. Vedi bene che il fatto che una cellula si estingua non Ti turba per niente, se non consideri il punto di vista della cellula.

    E che punto di vista può mai avere una cellula? Non ha mica la vista.

    No, ma è sensibile. E ciò che è sensibile soffre e gode.

    Sei di nuovo drammatico. Perché non vuoi lasciarmi la soddisfazione di questa specie di miracolo (naturale) senza mettermi sotto il naso le conseguenze sgradevoli?

    Va bene, per distrarti, anzi, per allietarti, ti segnalo che, come sottoprodotto di tutta questa creazione, sono nati i numeri.

    Ah, sì. i numeri. Numeri dappertutto, fantastici, sorprendenti. L’essenza astratta della materia. Ci avessi pensato prima si poteva evitare tutto il cataclisma; si poteva fare tutto virtuale, no?

    No. La rappresentazione poteva essere virtuale ma non l’evoluzione. Da numeri possono solo nascere altri numeri. Dalla Materia può nascere tutto: altra materia, energia, e, attraverso la Vita, tutto il resto, compresa l’astrazione, e, naturalmente, la multiformità, sterminata e imprevedibile.

    Come, imprevedibile?

    Ma sì, in fondo Ti sei impegnato in questo travaglio per vedere se la materia sarebbe riuscita a sorprenderti.

    Sarà, ma tu avevi detto che ciò che esiste è per forza o, meglio, per sua natura, imperfetto. I numeri invece esistono e sono perfetti.

    Un giorno, quando esisteranno i Giorni, questo si chiamerà un sofisma. Ma adesso è solo una stupidaggine, e lo sai. I numeri non possono finire o estinguersi; dunque, non esistono in quel senso.

    Cioè, ciò che esiste può essere rappresentato da qualcosa che non esiste.

    Se ti divertono i paradossi, sì. Comunque, mi sembra che con tutto questo Tuo improvviso amore per i numeri Tu tergiversi per evitare di affrontare il fatto irreversibile: ormai sei Materia.

    Anche materia, prego. E poi, perché irreversibile? Non posso forse azzerare tutto?

    Non puoi.

    Come, non posso?

    Non puoi; sarebbe privo di senso.

    Ci risiamo col Senso. Sono Io che mando avanti la baracca, anzi, la Baracca.

    E’ un bel tema di riflessione. Proviamo a metterla in questo modo: è forse possibile che Tu esista senza Senso? Mi sembra improponibile.

    Perbacco! Questa mi è piaciuta. E’ vero, non posso Essere senza Senso.

    Sì, la cosa prende forma: Tu sei la ragione, anzi, la Ragione, delle cose. Senza Te le cose non hanno ragione, ma anche Tu, non Sei senza Ragione.

    E questo non è un sofisma?

    No, io lo chiamerei Postulato. Il sofisma servirà per imbrogliare le carte, il postulato serve, se serve, fin da adesso, per stabilire punti di partenza.

    E come si fa a stabilire il punto di partenza di un ciclo? Perché, se ho capito bene, qui si è dato origine a un ciclo.

    Si stabilisce in modo arbitrario, e l’Arbitrio, ti appartiene, ma senza miracoli e senza rotture de senso.

    Ma che arbitrio è? Dov’è il divertimento?

    Ah! Perché pretendi anche di divertirti? Vuoi giocare? Va bene, se proprio ci tieni. Ma tutti, e sottolineo tutti, i giochi divertenti hanno Regole. L’arbitrio ti consente di scegliere le mosse, ma non di alterare le regole, che poi, sono le Tue Regole.

    Zitto! Si muove, si MUOVE; non molto, ma si muove. E cambia forma, tutto da solo.

    Certo, e si divide, cioè, si riproduce.

    E soffre, dici.

    Beh, non tanto. Però, come vedi, preferisce stare lì piuttosto che là e preferisce inglobare o nutrirsi di questo piuttosto che quello; vuol dire che e questo gli (le?) danno più piacere, o, meno sofferenza di la e quello.

    Non farmi dire cose pedanti: semplicemente si orienta verso ciò che offre migliori opportunità di sopravvivenza.

    Si, proprio pedante. Ti piacerebbe che

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