Hanakawa è felice
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Anteprima del libro
Hanakawa è felice - Valerio Forlingieri
fantasia.
I Capitolo
C'era una volta una tribù di nativi americani, Hanakawa era un membro importante di questa tribù. Per Hanakawa la cosa più importante era il bene della tribù, non era uno Sciamano né un Cacciatore, forse perché era un po’ un pigrone, era un saggio e un solitario viaggiatore, era resistente come la roccia ed era leggero come la piuma. Le sue parole dolci come il miele emozionavano, scandite e recitate arrivavano al cuore e tutti quelli che volevano parlare di paura o amore, cercavano l'uomo che gli estasiava di più, cercavano Hanakawa il più bizzarro della tribù.
Viveva in una capanna con una bellissima moglie con cui aveva dato alla luce due splendidi figli. Passava le giornate parlando con membri della tribù i suoi fratelli e le risa con i suoi figli erano per lui i momenti più belli.
Amava la moglie che era una magnifica amante. La voglia di lei era costante, era calda nel letto come il fuoco cantante. La guardava negli occhi con un’emozione soave, il suo sorriso gli concedeva un’energia immane.
Si nutriva sempre con il resto della tribù e si curava con le erbe dalla sciamana dagli occhi blu che era la madre curandera capace, gentile e premurosa. I suoi modi erano dolci come quando una carezza si posa. Con funghi ed erbe curava Hanakawa, per aiutarlo a compiere gli ultimi passi verso uno stato più alto, così Hanakawa era ormai pronto a fare il suo salto.
Il padre era il capo guerriero della tribù, aveva occhi colmi di fuoco con cui difendeva la sua terra da altre tribù, ma erano tempi di estrema pace quindi borbottava e si lodava tutto il giorno delle sue grandi virtù. La sua tribù era colma di cibo e di erbe magiche ancora di più, pertanto al capo guerriero non restava che fumare guardando i suoi nipoti crescere e giocare.
A una cerimonia Hanakawa parlava, il bizzarro saggio che tutti facevano gara a chi meglio ascoltava, giovani e anziani Hanakawa aiutava, sapendo che l'interpretazione delle sue parole con l'essenza comunicava. Quella notte dopo la cerimonia la festa cominciava, intorno al fuoco i membri ballavano e tutte le madri nude il seno mostravano. Sua moglie ballava davanti agli uomini della tribù e la sua bellezza mostrava, ogni uomo di questa tribù con lei ballava e così Hanakawa si eccitava, lei era bella come una dea ed ogni uomo la rispettava, nessun desiderio sul suo corpo si posava solo amore e cura per la donna di Hanakawa. Mentre il ballo continuava, Hanakawa con la moglie di Kele ballava, questa donna sussurrò all'orecchio di Hanakawa che il sognatore Kele era turbato e da giorni non mangiava.
Hanakawa si spostò dal fuoco e dal ballo vicino alla capanna del rituale dove ogni elemento aria, acqua, fuoco e terra si fanno entrare, il saggio pensava mentre la moglie con gli altri ballava. Il saggio Hanakawa un vuoto sentì e la sua giovane moglie lo percepì, così lei cercò il suo uomo e lo trovò distante dal fuoco, con occhi attenti come quelli di una preda, negli occhi di Hanakawa guardava, poi spostò lo sguardo sulla Sciamana dagli occhi blu che sul trono cantava, la moglie aveva paura che il suo uomo dovesse partire, ma la Sciamana gli fece un cenno chiaro di non preoccuparsi mentre guardava il figlio che si preparava a una nuova lezione. Il sognatore Kele si avvicinò con estrema devozione: ''saggio Hanakawa ho bisogno della sua attenzione'', Hanakawa con un leggero inchino della testa gli spiegò senza parole di stare tranquillo che avrebbe avuto tutta la sua attenzione, così Kele sì allontanò e Hanakawa nel ballo il suo sguardo posò. Vide la moglie che con occhi attenti lo guardava, lui le sorrise così lei verso il marito s’incamminava. L'effetto delle erbe era ormai passato con occhi ansiosi Hanakawa guardava gli chiese con voce colma di gentilezza ''parti vero?'', l'uomo la guardò divertito e gli rispose '' no non è vero passerò diversi giorni con Kele ma resteremo sulla collinetta'', dove la tribù dimorava in bellezza, la moglie di Hanakawa sorrise imbarazzata come una bambina beccata con le mani nella marmellata, Hanakawa non riusciva a smettere di ridere, finché la moglie si tolse la veste completamente nuda come mamma l'ha fatta. Hanakawa smise di ridere il suo cuore palpitava, la prese per mano e verso la loro capanna la accompagnò. L'uomo con un inchino le sue piume posò e una notte di fuoco iniziò.
VIAGGIO NELLA MENTE DEL SOGNATORE
Dopo la cerimonia Hanakawa ordinò a Kele ''lasciati guidare, tutto andrà bene'', ''vai dalla tua sciamana e fatti dare le tue erbe, mentre io penserò al cibo e tende'', Kele con ''Subito!'' rispose e andò svelto verso la sua capanna dove fece la valigia mettendo tutte le sue cose. Poi corse dalla Sciamana arrivando con il fiatone, ''Sciamana ho bisogno...'' e lei a tutte le sue richieste rispose, un astuccio di erbe, piante e funghi ella riempì, Kele piangendo preoccupato di paure la ricoprì, la sciamana di colpo sì alzò, guardandola negli occhi Kele si spaventò. La sciamana con voce gentile gli domandò ''Kele si dice grazie per le erbe o no?'', egli di scatto s’inginocchiò ''Scusami sciamana non lo ripeterò''. La sciamana divertita lo abbracciò, con voce profonda e delicata gli sussurrò, il tuo cuore è limpido nulla di grave in questa vita vivrai, Kele singhiozzando rispose ''Sciamana ho sognato il futuro e quello che ho visto non lo immagineresti mai'', così di colpo la sciamana verso il suo altare guardò, un poco di erba con il tabacco rollò e fumando sorrise ma preoccupata restò, va da Hanakawa con estrema delicatezza e pace gli ordinò.
Kele corse alla capanna di Hanakawa e gli disse ''sono pronto per partire'', quest'ultimo infuriato gli occhi verso la valigia fece finire e con dolcezza infinita domandò ''dove vai con la valigia oh mio sognatore?'', ''ho portato le cose che mi servono per il viaggio'' con voce tremante Kele rispose, il saggio Hanakawa con voce sicura esclamò '' se dovessimo portare solo ciò che serve allora spogliarsi sarebbe la cosa migliore!'', Kele con voce bassa farfugliò ''ehh....mah.....ah....ahhhh'', posò la valigia e impettito l'amico guardò. Il saggio sorrise ed esclamò ''sei buffo davvero, mi divertirò!''. Dopo una lunga risata Hanakawa ordinò ''vai alla tua capanna a dormire un po’, domani in cima alla collina ti condurrò, è assolutamente vietato fare l'amore e se disobbedirai lo capirò non fare il furbone''. Kele di colpo smise di sorridere e farfugliò ''vabbè'' e le spalle per un istante alzò, così il saggio sospirando ordinò ''saluta tua moglie, dormirai qui!''. Il sognatore con le lacrime agli occhi farfugliò ''Mah'' e il saggio con gli occhi di un lupo lo fulminò. Le pupille piccolissime di Hanakawa gelarono Kele che dopo un velocissimo ma profondo inchino uscì dalla capanna. Il sognatore dopo poco trovò la moglie e con la voce di un bambino al primo giorno di scuola le disse solo ''ciao''. La moglie lo strinse a se e sulle lacrime di Kele con il viso si strusciò, poi fece un passo indietro terminando l'abbraccio con una dolce carezza, gli sorrise e lo salutò con un inchino come fa una regina con un re.
Dopo poche ore di sonno Hanakawa e Kele con due zaini fatti di pelle si diressero verso la cima della collinetta dove una struttura fatta di sassi e legni per il rituale era perfetta.
Il sognatore con la lingua penzoloni Hanakawa seguiva e con voce alta esclamò '' il saggio fresco come una rosa i suoi passi troppo velocemente posa''. Hanakawa di colpo si fermò si girò verso Kele e con la dolcezza del miele gli domandò ''oltre a darmi un ordine ti prendi pure gioco di me? Chi imita il mio modo di parlare è perché si sente bene come me?'' così il sognatore diventò rosso come un peperone. Non poteva credere di aver detto quella frase, si sentiva in colpa ma nello stesso tempo sentì un’energia che lo attraversava dai piedi alla testa. Sgranò gli occhi come quando un bambino si vede la prima volta nello specchio. Hanakawa si rigirò e trattenne a fatica le risa, per aiutarsi a non esplodere in una fragorosa risata iniziò a cantare. Dopo una decina di minuti Kele iniziò a cantare con Hanakawa e in un istante si trovarono in cima alla collina.
Posarono gli zaini sulla destra della struttura costruita dagli sciamani della tribù solida come una montagna. Le pietre fortificano i legni al suolo. I lunghi legni erano fatti di rami resistenti e si radicavano nella terra e intrecciati con corde fini ma indistruttibili disegnavano una perfetta costruzione per una capanna di estremo valore. Con tende di lana coprirono la struttura il saggio e il sognatore disposero il contenuto degli zaini con cura e silenzio perché all'interno della capanna ogni parola doveva avere un senso. Nella capanna iniziava a esserci un calore immenso, erano i primi giorni di maggio quando il sole inizia a far sentire il suo prezioso caldo, che riempiva di energia il bizzarro saggio, mentre Kele iniziava a sbadigliare Hanakawa una boccetta di tabacchita iniziava a svitare. Si avvicinò a Kele e sul palmo sinistro una goccia gli versò, così Kele la narice sinistra nella goccia posò una sniffata il tabacco alla testa portò.
Il sognatore disgustato ora è più sveglio ma con l'amaro in gola è concentrato come un felino quando insegue una preda, intanto pensa a quello che deve dire a Hanakawa sperando che lui gli creda. Il saggio in quel momento lo guarda e gli accenna un sorriso poi con un brevissimo inchino del capo, verso destra, lo invita a parlare.
Kele: ''Hanakawa una settimana fa ho sognato il futuro''
Hanakawa: ''a volte finiamo per scambiare in nostri desideri con i nostri sogni''
Kele: ''dimentichi che sono il sognatore. Ho la dote di capire se è un sogno o un desiderio''
Hanakawa: ''come in questo caso a volte le domande vengono poste, per capire se l'interrogato ha memoria di una verità''
In quel momento Kele capì che Hanakawa non aveva nessun dubbio, si fidava totalmente delle sue doti. Regnò il silenzio per alcuni minuti, con voce bassa e profonda Hanakawa ordinò ''sognatore sdraiati'', Kele si sdraiò. Il saggio iniziò a parlare.
Hanakawa:
''oh mio sognatore che da giorni non mangi
meglio così prevedo visoni importanti
dimmi i tuoi sogni oh mio sognatore
che stamattina hai camminato per ore
tutti giorni continui a strafare
ora ti chiedo solo di non-fare
permettiti di lasciarti andare
ogni pensiero deve sfumare
sii te stesso e lasciati amare
fidati di me è tempo di evitare di fare
mentre mi ascolti in profondità vuoi andare
dove l'amore potrai trovare
ora che ti senti capace
senti