Amore significa… guarigione
Di Andrew Grey
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Un libro della serie Amore Significa…
Sono passati sette mesi da quando Len Parker ha perso Cliff, il suo compagno da più di vent’anni, e non sa come comportarsi di fronte alla crescente attrazione che prova nei confronti di Chris, uno dei suoi braccianti. Esitante e ancora ferito, Len rimane freddo e distaccato fino a quando non viene convinto a dare a Chris delle lezioni di equitazione.
Appena uscito da una carriera trentennale nei Marines, Chris può esplorare per la prima volta in modo aperto la propria sessualità, ma ciò di cui ha bisogno più di ogni altra cosa è un po’ di pace. È convinto di non piacere a Len, almeno fino a quando non scava un po’ più a fondo; allora, armato di speranza, decide di dimostrargli che dall’amore può scaturire quella guarigione di cui sia lui che Len hanno un disperato bisogno.
Andrew Grey
Andrew Grey is the author of more than one hundred works of Contemporary Gay Romantic fiction. After twenty-seven years in corporate America, he has now settled down in Central Pennsylvania with his husband of more than twenty-five years, Dominic, and his laptop. An interesting ménage. Andrew grew up in western Michigan with a father who loved to tell stories and a mother who loved to read them. Since then he has lived throughout the country and traveled throughout the world. He is a recipient of the RWA Centennial Award, has a master’s degree from the University of Wisconsin–Milwaukee, and now writes full-time. Andrew’s hobbies include collecting antiques, gardening, and leaving his dirty dishes anywhere but in the sink (particularly when writing). He considers himself blessed with an accepting family, fantastic friends, and the world’s most supportive and loving partner. Andrew currently lives in beautiful, historic Carlisle, Pennsylvania. Email: andrewgrey@comcast.net Website: www.andrewgreybooks.com
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Amore significa… guarigione - Andrew Grey
Amore significa… guarigione
Di Andrew Grey
Una storia della serie Amore significa…
Sono passati sette mesi da quando Len Parker ha perso Cliff, il suo compagno da più di vent’anni, e non sa come comportarsi di fronte alla crescente attrazione che prova nei confronti di Chris, uno dei suoi braccianti. Esitante e ancora ferito, Len rimane freddo e distaccato fino a quando non viene convinto a dare a Chris delle lezioni di equitazione.
Appena uscito da una carriera trentennale nei Marines, Chris può esplorare per la prima volta in modo aperto la propria sessualità, ma ciò di cui ha bisogno più di ogni altra cosa è un po’ di pace. È convinto di non piacere a Len, almeno fino a quando non scava un po’ più a fondo; allora, armato di speranza, decide di dimostrargli che dall’amore può scaturire quella guarigione di cui sia lui che Len hanno un disperato bisogno.
Capitolo 1
LA MATTINA presto fuori da Ludington, in Michigan, era la parte della giornata che Len Parker amava di più. Il calore doveva ancora arrivare e tutti dormivano, tranne forse i cavalli; ma quelli poteva anche sopportarli. Non gli rivolgevano sguardi compassionevoli né camminavano in punta di piedi quando c’era lui, come sembravano fare tutti da sei mesi, da quando Cliff era morto. Il sole si era a malapena levato quando Len aprì le porte della scuderia; i musi magnifici degli animali fecero capolino dai box per vedere quello che stava succedendo, sbattendo le palpebre come se anche loro si fossero appena svegliati. Len aprì il barile delle delizie e diede a ciascun cavallo una grattatina e qualcosa da mangiare; nel frattempo li controllò per essere certo che fossero tutti vivaci e in salute. In altre parole, l’esatto opposto di come si sentiva lui da quelli che parevano anni.
Arrivato all’ultimo box, Len aprì la porta per salutare l’ultimo arrivato, il puledro Tiger. Gli diede una carota e una carezza sul collo, ricevendo in risposta una leccata. Sei proprio contento oggi, eh?
Gli mise una cavezza e lo portò fuori dalla scuderia, fino al pascolo. L’aria fresca gli pizzicò la pelle mentre guardava il puledro correre di qua e di là prima di mettersi a mangiare. Len guardò il cielo, limpido e blu, senza una nuvola: una perfetta giornata autunnale.
Dopo aver portato fuori la maggior parte degli animali, Len attraversò la scuderia fino ad arrivare in selleria, dove manteneva una piccola postazione di lavoro, e iniziò a buttar giù il programma della giornata. Non era ancora ora di fare il raccolto, ma entro poche settimane tutti avrebbero avuto da fare dall’alba al tramonto, facendo a turno sul trattore per essere sicuri di raccogliere tutto. Dopo aver completato la lista, la affisse sulla bacheca nella stanza prima di andare da uno dei cavalli che aveva lasciato nella scuderia. Con gesti rapidi ed efficienti spazzolò il castrone sauro prima di sellarlo e mettergli il morso. Poi lo condusse nel cortile e chiuse la porta. Dopo essere montato in sella, fece schioccare la lingua e l’animale si incamminò lungo il sentiero che conduceva al torrente.
Il percorso familiare aveva lo stesso aspetto di sempre; gli alberi si fecero più folti man mano che procedeva; le foglie ora gialle, rosse e arancioni avevano appena iniziato a cadere. Giunto al ruscello, l’istinto lo spinse a far voltare il cavallo, facendogli percorrere il sentiero ben battuto fino a una certa radura molto speciale. Len non ci andava da mesi: non ne aveva avuto la forza. Smontò, legò le redini a un ceppo e camminò fino al centro della radura.
I ricordi lo travolsero, memorie bellissime che non aveva mai pensato di poter richiamare alla mente senza scoppiare a piangere. Era stato lì che lui e Cliff avevano fatto l’amore per la prima volta, all’aperto, sotto quegli stessi alberi. Per vent’anni quello era stato il loro posto. Len chiuse gli occhi e lasciò che le sensazioni dategli dal luogo lo avvolgessero. La terra stessa pareva intrisa dell’amore che avevano condiviso, inalterato dal tempo; allo stesso modo, l’amore di Len per Cliff non era diminuito solo perché il compagno era morto. Una brezza leggera agitò le foglie e, per una frazione di secondo, Len sentì la voce di Cliff trasportata dal vento; gli stava dicendo di andare avanti, che era venuto il momento di ricominciare a vivere. Una lacrima gli scorse lungo la guancia e lui non l’asciugò, come non asciugò quella che venne dopo; ma diversamente da quelle che aveva versato in precedenza, nel privato della sua stanza, quelle erano lacrime purificatrici. Ora riusciva a ripensare al tempo trascorso con Cliff. Vent’anni di amore, vent’anni trascorsi a crescere il figlio di Cliff – no, il figlio di entrambi – Geoff, ormai uomo. Vent’anni di gioia e di litigi che parevano sempre terminare con uno dei due che si scusava, per poi accompagnare l’altro lì, in quel luogo, lontano dalla casa, dalla fattoria e da tutto il resto, per fare pace.
Per mesi Len era riuscito ad arrivare a fine giornata ripetendosi che Cliff aveva sofferto verso la fine e che era stata una benedizione quando, dopo mesi di lotta contro il cancro, era morto tranquillo e in casa sua, dove era voluto rimanere. Quelle ultime settimane erano state un’agonia per Len, ma sapeva che Cliff stava meglio ora che era davvero in pace. Se l’era ripetuto di continuo, sperando di convincersi, mentre tutto ciò che avrebbe voluto fare era urlare il proprio dolore al mondo.
Cliff, ero così arrabbiato con te perché te n’eri andato,
disse ad alta voce. Eri troppo giovane per morire e io troppo giovane per trascorrere il resto della mia vita da solo, senza di te.
Quante volte aveva detto a se stesso e a Dio che non era giusto? Aveva perso il conto. Ma non l’avrebbe fatto di nuovo. La vita era ingiusta, lo sapeva. Che diamine, lo aveva provato sulla sua pelle.
La brezza si levò di nuovo. Ti sono sempre accanto,
disse con la voce profonda di Cliff, per poi spegnersi ancora. Il suo spirito era con lui, ora Len lo sentiva. Per molto tempo non era stato così, ma ora sì. Forse aveva davvero bisogno solo di tempo, come dicevano tutti, e magari anche di un po’ del senno di poi e di distacco.
Il cavallo sbuffò e si agitò, strappando Len dalle proprie fantasticherie e facendolo tornare fra le ombre screziate della