Nessuno nasce pulito
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Michele Nigro
Michele Nigro, nato nel 1971 in provincia di Napoli, vive a Battipaglia (Sa). Ama leggere, ama i libri e si diletta nella scrittura di racconti, poesie, brevi saggi, articoli. Ha diretto la rivista letteraria Nugae-scritti autografi fino al 2009 e attualmente cura il blog personale Nigricante, http://michelenigro.wordpress.com
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Anteprima del libro
Nessuno nasce pulito - Michele Nigro
Sommario
Prefazione
Premessa
(P)ossession(e)
A parte
A prophecy
A world of words
Acidità di cervello
Alta fedeltà
Alterare lo schema
Ammazzare lo spazio
Anergia
Anestesia
Animo autunnale
Appointment
Aria incondizionata
Aritmia
Armistizio
Arrivando di notte
Assertiveness
Atarassia
Au revoir
Autoeredità
Autoscatti
Beautiful reader
Belli dentro
Bevo per ricordare
Born on the Fourth of July
Brutta
Call me Michael!
Canoniz-action
Case
Chair à canon
Che il cielo ti sia lieve
Chi non l'ha visto?
City Lights
Come mi vuoi?
Comparsata
Con tutta la musica che posso
Corri ragazzo, corri!
Cosmic Democracy
Crossroads
Crudeltà
Cultura non richiesta
Cuore bambino
De vita solitaria
Del non viaggiare intelligente
Devozione
Di che morte sorridere
Digiuno
Disfatta
Distant Worlds
Divertissement
Dylan
Elders
Elementi
Embrionale
Eremo
Eros e Thanatos
Esistere
Esortazione antifuturista del sabato sera
Estate
Evolution
Existence
Fede primitiva
Filogenesi
Forma e Sostanza
Frame
Free Highway
Fuga in avanti
Fuoco amico
Generation
Genitalia
Ghost
Giorni a venire
Gli occhiali sono lo specchio dell'anima
Goleto
Grasso che cola
Hope
Hope (2)
Hüzün
I due lati della casa
Iconoclastia
Ikebana
Il gatto di Istanbul
Il Limite Ignoto
Il ricordo di sé
Il silenzio quando non credi
Il viaggio
Il vizio
Il vuoto e la città
Imbrunire
Imbrunire (2)
Impermeabile
Imprinting
In itinere
In morte del batterista
Inchiostro elettronico
Invisible Touch
Iperestesia
Je est un autre
Katana Club
La caduta
La casa degli orologi fermi
La crasi del settimo anno
La lingua batte dove la mente vuole
La locomitiva
La nobiltà del silenzio
La promessa della libertà
La saggezza della pelle
La scatola di Skinner
La strada
La strada del ritorno è più facile
L'abitudine di andare
L'alternativa
Lampara
L'angolo
L'attesa
Le idee sono finite
Le radici della serenità
Le sabotage
Lentamente
Liberté, Égalité, Physicalité
Limbico on the moon
Limbo
Linee programmatiche
Living & jazzing
Lo stupore per l'amore ritrovato
Madre & Moglie
Marciapiedi
Meno pausa, meno male
Misunderstood
Moto circolare uniformemente accelerato
Munnezza
Narcisismo del noi
Nero dove nero non ce n'è
New points of view
Non abito più qui
Non andammo mai su Plutone
Non avrai altro Dito all'infuori del medio
Non è più il tempo
non è più tempo di maiuscole
Notturno lucano
Oktoberfest
Omissis
Ora illegale
Orienteering
Ossa
Passi notturni: i prodromi
Pause
Pensione esotica
Pièce
Poiesis
Postcards
Postfuturismo
Preghiera quasi laica del camminatore
Presepe morente
Principio di indeterminazione della rondine
Promo
Psicogeologia
Quello che è
Receptionist
Regredito
Resina
Riconoscersi
Ricordi atomici
Rimani nella luce
Rispettare la lentezza
Ritmo circadiano
Ritornanti
Ritorni
Rock di sera… buon tempo si spera!
Sangue sparso
Satollite
Scala di grigi
Scie comiche
Scraping
Se non ritornerete come bambini
Se un giorno un corpo
Self-destruction
Sensualità domestica
Senza titolo
Senza titolo (2)
Settembre
Sogno o son testo?
Sogno rapace
Sol Invictus
Sotto la cenere
Space irony
Speranza ciclica
Subway Poetry
Sufismo occidentale
Tempesta solare
Tempo al tempo
Temporale estivo
The End
Tienimi con te
Time-lapse
Titanic senza iceberg
Tombe urlanti
Tout est pardonné
Train Station
Trainspotter
Tutto è flusso
Ultimo tag a Parigi
Vanity Fair
Vecchia guardia
Vedere non è guardare
Wake up and Repeat
Wall
Web Killed the Video Star
Web Poetry
Windows
Wounds
Živago
APPENDICE
Postfazione
RINGRAZIAMENTI
NOTE BIO-BIBLIOGRAFICHE e CONTATTI
Michele Nigro
Nessuno nasce pulito
poesie esperienziali
edizioni nugae 2.0
Copyright – 2016 Michele Nigro
Tutti i diritti riservati
1ª edizione: settembre 2016
a Francesca
Prefazione
Leggendo l'opera di Michele Nigro, fin da subito si evince la sua ecletticità: dai temi trattati al modo in cui li tratta, nonché le poliedriche critiche che lancia.
Come in ogni autore, si possono ritrovare degli elementi che lo fanno accostare ai grandi. Personalmente, forzando un po' la ricerca, in alcuni passaggi ho ritrovato gli errori di sempre dell'uomo e la solitudine del mondo di Quasimodo e il Montale del spesso il male di vivere ho incontrato
, nonché alcuni temi felliniani (la strada) ma anche il vagare dei gabbiani del Cardarelli.
Tuttavia lo stile di Michele Nigro è unico, personalissimo, con chiari riferimenti alla sua variegata formazione, cosa che ne fa un autore completo.
Padroneggia il linguaggio, alquanto ricercato, tanto che le sue poesie sono ricche di minuzie che creano nel lettore vere e proprie immagini. Ottime le costruzioni sintattiche (diverse dislocazioni), utilizza ossimori (prigionieri liberi, presente assente), scomoda l'antropologo Marc Augé e i suoi non luoghi
.
Mentre l'opera è pregnante di scienza e filosofia, la religione viene sfiorata, vorrebbe quasi accantonarla, ma il palese laicismo deve necessariamente confrontarsi con la filosofia e la religione.
La sua opera è un viaggio sulle ali dell'incertezza, con continui attacchi al presente, un ciclico tornare indietro per la preoccupazione di aver vissuto male, o quantomeno di non aver vissuto fino in fondo la propria vita. Non c'è paura, però, né del buio né dell'avventura.
Tutto nasce dalla perdita dei valori, traditi da un consumismo esistenziale, e per questo è critico sul mondo d'oggi, tanto da sentirsi quasi un estraneo in questa generazione liquida, dove gli uomini innalzano sepolcri mentre sono vivi, a differenza degli animali.
La vita è vista come un continuum, di cui l'uomo è solo un brevissimo segmento, nel quale occorre cercare sé stessi, continuandosi a voltare indietro mentre immagina il futuro, e quasi dimentica (volutamente?) il presente: si affida ai messaggi in bottiglia e alla rete, sempre per andare oltre il moderno disordine esistenziale, per superare l'ostacolo.
C'è un continuo orientarsi, quasi si fosse smarrito (la selva oscura
di Dante?), per ritrovarsi: un voltare pagina con un tocco personale. Magari oniricamente ritrova fiducia e speranza.
Passa, attraverso varchi spazio-temporali, dai rimedi della nonna ai probabili futuri, poiché questa è, giustamente, un'epoca di passaggio.
Si è immersi nella natura con tutti i sensi, a coglierne l'insegnamento.
Il passaggio è difficoltoso (un passo insicuro), andando alla ricerca di sé stesso (il vero spettacolo della vita interiore): a volte la solitudine ricercata serve! La suprema azione della poesia sul caos: è la poesia l'ancora di salvezza?
C'è il rischio di ritrovarsi in un circolo vizioso e continuare così ad avere rimpianti per quello che non è stato.
Dall'antica saggezza, grazie a un ponte, a dei gesti liberatori, si passa nel futuro, poiché tutto sembra essere rimandato ad altro tempo, in attesa che germoglino nuove speranze (disperata voglia di vivere). C'è quasi l'illusione di una nuova giovinezza. Se non si coglie l'attimo si perde l'ennesimo tramonto.
Il sentimento è parallelo alla razionalità, non c'è frontiera se non nel cuore e nella mente, e il viaggio deve continuare senza il fardello di memorie da portare dietro, alla ricerca di una nuova memoria (senza tempo), quindi occorre essere pronti a ricominciare e non bisogna fermarsi, perché ripartire è fondamentale.
Antonio Scarpone
Premessa
Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler essere niente. A parte ciò, ho in me tutti i sogni del mondo.
Álvaro de Campos (Fernando Pessoa), Tabaccheria
Come abbozzi di frasi scombinate, condensate intorno a nuclei imperfetti d'indecisione cronica, così le nostre personalità, tra correzioni, metadati dell'io, traslazioni, cancellature, cadute sintattiche, pentimenti lessicali, omissis, ripensamenti legittimi e pezzi di esistenza aggiunti nonostante la memoria remi contro, prendono vita tra le distrazioni volute o subite delle giornate-fiume pensate per noi dal marketing, nomi e cognomi ereditati e impegnati dietro condanne a piede libero travestite da scelte. La chiamano cultura sociale
, e ti tocca perché senza non funzioneresti nel meccanismo che ti è capitato in questo angolo d'universo.
Flussi di coscienza catturati per