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Comelondaeilmare
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E-book350 pagine4 ore

Comelondaeilmare

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Info su questo ebook

Maximus vive le sue giornate senza programmi, ogni giorno è un giorno nuovo e

coglie con semplicità ciò che il destino riserva lui, nel bene e nel male.

Dopo la separazione dalla moglie il suo unico scopo di vita è la figlia Aurora alla

quale insegna l’onestà e il rispetto per il mare, suo compagno e amico di sempre sia

nella vita reale che nei sogni, di esso ne apprende i misteri e l’incanto.

Difende con i denti ciò che gli appartiene, che sente suo, non certo per egoismo o

attaccamento alle cose materiali ma per un profondo senso di riguardo verso ciò che

si è conquistato con sudore, oltre al valore affettivo che rappresentano alcune cose

cui lo legano a ricordi importanti.

Non nutre grandi ambizioni se non quella di portare a nuovo la sua “Bella” un

vecchio due alberi acquistato a buon prezzo che gli permette di lavorare e

soprattutto non far mancare nulla alla sua ragazza.

Per chi non lo conosce la prima impressione che dà è quella di “orso” e qualche volta

anche di burbero; tuttavia stimato e ben voluto da chi, piuttosto, ha avuto modo di

apprezzare la generosità del suo animo buono e sincero, capace di amare

incondizionatamente fino all’inverosimile.

Le sue giornate si svolgono in mare trasportando i turisti qua e là per la costa; nel

tempo libero gli basta godere di quella piccola casa con attorno una lingua di sabbia

e il vecchio tronco regalatogli dalle acque sul quale si siede a osservare l’orizzonte.

Non ambisce ad altro, in quel poco ha tutto. Non crede alla casualità ma ad una

potenza superiore che regola la vita secondo leggi imperscrutabili e immutabili, per

lui nulla avviene a caso; In un arco ben preciso della sua esistenza le coincidenze che

si ripropongono non sono altro che segni del destino.

Un giorno accade qualcosa: qualcosa di travolgente che sconvolge il suo cuore e la

sua vita…così come il mare in tempesta sconvolge la sua stessa onda!

A. Mastroianni
LinguaItaliano
Data di uscita30 gen 2017
ISBN9788826010762
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    Anteprima del libro

    Comelondaeilmare - Marco Ballarini

    ¤

    MAXIMUS

    Il primo albeggiare rischiarava l'orizzonte nero gettando sul mare calmo riflessi grigiastri, i cormorani dal piumaggio marroncino tornavano sulla scogliera con il gozzo pieno di pesce per i piccoli, l'alta marea cominciava a ricoprire piano gli scogli lasciati scoperti durante la notte e qualche granchio aspettava di esser lambito dall'acqua per immergersi e andarsi a nascondere in qualche anfratto della roccia.

    Il grosso pesce immobile dietro un ciuffo di posidonia aspettava il momento propizio per far scattare il suo attacco contro un piccolo branco di pesci che grufolavano il fondo sabbioso del mare poco distanti ma non si era accorto che da predatore era a sua volta preda. Dietro uno scoglio poco distante, l'uomo, con l'acqua fino al ginocchio, era immobile come una statua di sale, non un lieve movimento tradiva la sua presenza, solo gli occhi attenti si muoveveno una volta sul grosso pesce e un'altra sul branco ignaro, sull'avambraccio destro teneva il rezzaglio dai pesanti piombi, con la sinistra stringeva la corda terminale della sua trappola, le gambe immerse nell'acqua cominciavano a intorpidirsi, il corpo teso in una spasmodica attesa. Nell'attimo in cui il pesce sferrò il suo attacco il rezzaglio scattò aprendosi fendendo l'aria e ricadde sul grosso pesce avvolgendolo, l'uomo tirò forte a sè il capo della corda che teneva in mano e la trappola si chiuse sul pesce che si dibatteva nell'acqua. Soddisfatto della sua pesca l'uomo fece per girarsi e guadagnare la riva, ma si fermò,un mezzo sorriso gli illuminò il volto abbronzato, il sole sorgeva in quel momento tingendo di rosso l'orizzonte,uno spettacolo che si ripeteva ogni giorno ma per lui era sempre motivo di ammirazione. Un'abbaiare insistente lo distolse:

    Ah, ah ! Willson !! arrivo, arrivo,, -

    Il suo rottweiler nero lo aspettava impaziente, fissando il cesto che teneva in mano

    Tieni sfamati, rimane sempre il fatto che sei l'unico cane che io conosca che fà colazione con l'aragosta! Mah! -

    Entrò in casa, aprì lo sportello a pedale del vecchio frigo e vi gettò dentro il pescato, prese dalla credenza la bottiglia del Matusalem e uscì a sedersi con la schiena appoggiata ad un vecchio tronco che il mare aveva rigettato . Aveva fatto una fatica enorme a tirarlo fin davanti alla veranda, ma ne era valsa la pena, da quella posizione poteva stare comodamente seduto a terra con la schiena appoggiata e godersi la vista del mare davanti casa in completa solitudine, come era solito fare.

    Bevve un piccolo sorso dalla bottiglia, sentì il rhum scendergli nello stomaco e un piacevole calore lo pervase, volgendo lo sguardo a est, scorse tutto il lungo molo in cemento fino a fermarsi sul dodici metri ormeggiato. Un Alden Ketch del "56, un bellissimo due alberi dalla linea elegante, amava quella barca, anzi, il suo legno, come la

    chiamava lui, aguzzò la vista per cercare di discernere meglio i particolari, il sartiame era

    in ordine, gli stralli ben tesi a sostegno degli alberi, il ponte in teak lucido, la battagliola formata da draglie e candelieri in acciaio a formare una ringhiera intorno alla barca, le fiancate dello scafo nero dove spiccava la scritta in lettere di ottone satinato,

    Comelondaeilmare sottolineate da una linea che terminava con due ricci come a formare un'onda. Ogni volta che la osservava da lontano la associava ad una bella donna distesa sulla riva del mare, era il suo mezzo per scappare dal caos e starsene in completo silenzio in mezzo al mare, rabbrividì al solo pensiero che presto sarebbe stata invasa da turisti di città che non avevano rispetto per niente di tutto quello che amava, ma daltronde era il suo lavoro, era il mezzo di sostentamento per passare il lungo inverno. Il bip del cellulare lo distolse da quei pensieri, inforcò gli occhiali e sorrise, era un messaggio di sua figlia Aurora

    Buon giorno,mister ! Scommetto che sei seduto sul tuo trono a guardare la tua bella e il Matusalem ti fà compagnia ! Almeno mangia qualcosa prima ! Presto sarò da te ! Baciux ! -

    Amava quell'essere, più di ogni altra cosa al mondo, fin dal giorno della sua nascita, provò un amore viscerale, incondizionato, anche se la vedeva poco, sapeva che da qualche parte, lei esisteva e ogni volta, gli scappava sempre un sorriso. Con fatica rispose al messaggio

    - Hola my amor ! Hai fatto centro, ti aspetto, baciux ! -

    Uomo di poche parole, non occorreva scrivere altro, tanto bastava alla figlia per capire che in quel " ti aspetto" erano racchiuse parole come, sono felice, non vedo l'ora di vederti, fai presto, mi manchi! Erano in simbiosi, bastava uno sguardo, un piccolo gesto, per capirsi al volo.

    Si alzò con l'animo allegro dopo quella notizia

    Andiamo Willson, vediamo se il vecchio Jacob ha aperto bottega -

    Si avviò verso il vecchio e scassato camioncino,parcheggiato dietro casa,seguito dal cane

    Che dici,prendiamo il grande vecchio ? nahh! Facciamocela a piedi -

    Si inerpicò sù per la salita costeggiata da lecci e pini marittimi, che dal mare sbucava direttamente nella piazza del borgo, la bottega del vecchio Jacob era situata in uno dei tanti vicoli formati dalle case dei pescatori, che tra l'altro, di pescatori ne erano rimasti ben pochi, visto che il turismo aveva preso il sopravvento e tutti si erano adeguati al cambiamento.

    -Buon giorno vecchio -

    Buon giorno a te,Max -

    A che punto sei con lo specchio di poppa ? -

    Quasi fatto, domani lo montiamo -

    Che sia domani però, tra un pò arriva mia figlia e sicuramente vorrà prendere il gozzo per andarsene alla Spiaggia dei Gabbiani -

    Si, si ,la piccola strega sarà servita ! -

    Jacob, l'ultimo di una stirpe di mastri d'ascia, era capace di tirare fuori da un pezzo di

    legno, un remo perfettamente bilanciato o un paio di scalmi identici e tutto completamente a mano. Di statura minuta, capelli completamente candidi, gli ampi pantaloni di tela stretti in vita con lo spago, come usavano i vecchi pescatori, portava sempre sulla punta del grosso naso, un paio di lenti tonde.

    Era uno dei pochi che aveva accettato Maximus quando era arrivato dalla città per stabilirsi nella piccola casa al mare. All'inizio è stata dura, la gente del paese lo considerava il solito borghese che stanco della città pensava che comprandosi semplicemente una vela poteva diventare un marinaio, il suo carattere taciturno e a volte irrascibile non lo aveva aiutato di certo ma con il tempo impararono che sotto quella corazza di uomo orgoglioso e di poche parole in fondo si celava una brava persona,leale e a volte anche gentile,ma solo con chi sentiva di esserlo.

    Sai se c'è qualcosa da fare in giro ?- disse Maximus tirando fuori dalla tasca cartine e tabacco da rullo

    Turisti ? Prova a vedere al bistrò da Mario o al villaggio vacanze, ieri sera ho visto del movimento da quelle parti -

    Bene, ci provo a dopo- e si incamminò verso il bistrò

    E cerca di essere gentile !- gli gridò dietro Jacob - non fare il solito burbero altrimenti questo inverno mangerai aria !! -

    Tu pensa allo specchio di poppa !- gli rispose Maximus senza voltarsi.

    Percorse più di un vicolo, prendendo ora a destra ora a sinistra fino a sbucare nella piazza del paese, si affacciò un attimo dal belvedere per osservare il mare sottostante, da lassù la vista poteva spaziare l'orizzonte per chilometri, proprio sotto di lui poteva vedere il molo dove era ormeggiata la sua bella. Un sorriso gli sfiorò le labbra, distolse lo sguardo e mani in tasca attraverò la piazza costeggiando la fontana che la nuova amministrazione aveva istallato al posto della vecchia

    Idioti ! - disse tra se pensando alla vecchia fontana circolare in mattoni grezzi

    con al centro tre pesci che zampillavano acqua dalla bocca,mentre quella attuale era di freddo marmo bianco e non c'entrava niente con il contesto della piazza.

    Il bistrò era già in piena attività a quell'ora, i soliti nullafacenti erano in prima fila, quando l'uomo passò loro davanti smisero di ridere e lo salutarono con un cenno del capo, lui rispose con un mezzo grugnito ed entrò. Il locale, manco a dirlo, era in perfetto stile marinaro, le pareti erano zeppe di foto di vecchi pescatori e catture memorabili di pesci, in un angolo del salone pendeva dal soffitto una rete da pesca con impigliate conchiglie e stelle marine di ogni genere,una grossa tela ad olio raffigurante una vela alle prese con una formidabile tempesta occupava tutta la parete di fondo, ogni volta l'uomo si soffermava a guardarla, l'autore era stato molto bravo a raffigurare la forza del mare in tempesta, per chi osservava il quadro sembrava che da un momento all'altro la stanza sarebbe stata invasa dall'acqua. Era sempre stato affascinato dal mare in tempesta. D'inverno, quando il mare si gonfiava, passava notti intere ad osservarlo dalla sua veranda.

    Si diresse verso il bancone salutando con un cenno del capo il padrone del locale,questi

    di rimando gli rispose allo stesso modo prendendo dallo scaffale alle sue spalle la bottiglia del rhum e un bicchierino.

    Mezzo o intero ?- gli domandò il barman

    Mezzo, non ho ancora mangiato niente - rispose Maximus sorridendo tra sè e sè

    ripensando al messaggio della figlia

    Hai qualcosa per me ?- disse sorseggiando il rhum

    Stavo per chiamarti - rispose Mario - quel tavolo all'ingresso, sono in sei, hanno chiesto di te vogliono fare un giro del promontorio e dormire alla Spiaggia dei Gabbiani -

    Mmhh, dormire in spiaggia? Non mi piace -

    Senti, anch'io la penso come te su questi turisti di città, ma questi ti danno da mangiare, quindi sbrigati a contrattare prima che arrivino quegl'avvoltoi del diving center e li convincono a fare immersioni-

    Va bene, va bene, vado ! Metti in conto e a buon rendere -

    E sii gentile !! - gli gridò dietro Mario

    Maximus si diresse verso il tavolo dei turisti, pensò che prima o poi doveva decidersi a contraccambiare il buon vecchio Mario di tutto il lavoro che gli procurava. Mentre si avvicinava al tavolo era ancora infastidito del fatto che quella gente volesse dormire in spiaggia, erano gente di città, abituata alle comodità e non avevano rispetto per il mare, puntualmente ogni volta che se ne andavano lo scempio che lasciavano in spiaggia lo faceva andare in bestia ma presto sarebbe arrivata la figlia e quei soldi gli servivano, magari l'avrebbe portata a cena in qualche bel localino, quindi butto giù il rospo e accettò il lavoro,l'appuntamento era al molo per le due del pomeriggio.

    Arrivarono al molo con camice sgargianti a fiorellini e zoccoli di legno ai piedi, Maximus aveva appena finito di rifornire la cambusa e li attendeva seduto con la schiena appoggiata all'albero maestro fumando tranquillamente, non si mosse e i turisti rimasero interdetti, fermi davanti alla passerella alzata, si guardarono tra di loro e all'indifferenza dell'uomo dissero:

    Siamo pronti -

    Gli zoccoli - rispose Maximus

    Come ? -

    Gli zoccoli, non salirete mai sul ponte con gli zoccoli -

    Dopo qualche rimostranza e visto che l'uomo era irremovibile si tolsero le calzature di legno e la passerella si abbassò. Aspettò che fossero tutti quanti a bordo e sistemati, accese il motore diesel che borbottò sommessamente, mollò gli ormeggi e la barca si staccò piano dal molo. Prese il largo al minimo aspettando un accenno di vento, doppiò la punta del molo e uscì in mare aperto, mise la prua a nord dirigendosi verso il promontorio, subito una leggera brezza da sud est si fece sentire. Lasciò il motore al minimo per avere ancora un pò di abbrivio e consentire al timone di continuare a governare,armò la drizza della randa e quando fù perfettamente controvento,issò la vela in cima all'albero,regolò la tensione del vang e delle scotte della randa,tornò al

    timone, accostò a sinistra e subito le vele si gonfiarono, spense il motore e nel silenzio la sua bella scivolò sul mare. Era il momento che amava di più quando andava a vela, si accese una sigaretta mentre i turisti, seduti a prua chiacchieravano tra di loro noncuranti di quel momento magico.

    Le vele che si gonfiano, l'imbarcazione che si muove sempre più veloce, fendendo le onde con la prua, il vento sulla faccia, l'odore di iodio che penetra nelle narici nel più totale silenzio, cosa volere di meglio dalla vita? " Ma che ne sanno, loro pensò l'uomo guardando i turisti che si scattavano foto nelle pose più strane Che ne sanno della bellezza del mare "

    Il pomeriggio passò abbastanza tranquillo, la sera Maximus preparò del pesce arrosto per i suoi ospiti e del buon vino bianco poi li sbarcò in spiaggia e lui ancorò la barca in una piccola baia naturale rimanendo a dormire a bordo.

    IL NOME DELLA BELLA

    La stagione estiva era cominciata, le giornate passavano veloci e il paesino sulla costa andava pian piano gonfiandosi di turisti, tutte la strutture ricettive lavoravano a pieno ritmo di conseguenza anche Maximus aveva il suo bel da fare tra gite in barca e uscite di pesca notturne. Ormai il suo tempo era tutto assorbito dalla sua attività, solo alle prime ore del mattino riusciva a ritagliarsi qualche minuto per starsene in veranda tranquillamente, poi i turisti, come un'orda barbarica invadevano la spiaggia antistante la casa con ombrelloni, schiamazzi e urla di bambini e la magia si spezzava, tanto che fù costretto a piantare un cartello a poca distanza dalla veranda per avvisare che il fazzoletto di spiaggia davanti alla casa era proprietà privata .

    Un giorno, mentre lavava il ponte della sua imbarcazione con acqua dolce, si fermò un momento per dare uno sguardo alla spiaggia affollata. Improvvisamente si accorse di un gruppo di persone con tanto di ombrellone e teli stesi sopra il suo tronco d'albero davanti alla sua veranda

    Maledetti idioti !- urlò - Non hanno rispetto per niente !! -

    L'ira lo assalì, gettò con violenza la ramazza e scese sul molo, mentre si avvicinava vide la sua veranda invasa da bambini che giocavano a tirarsi la sabbia, l'ira montava sempre di più, arrivato a poca distanza si fermò e volse lo sguardo altrove. Cercava di calmarsi prima di affrontarli, la vena sul collo si era gonfiata, si conosceva bene, sapeva che in quello stato d'animo non sarebbe riuscito a controllarsi. Calmatosi, tirò un fiato, si avvicinò alle due coppie di adulti sedute sul tronco e nel modo più gentile che riuscì a trovare, disse

    Non potete stare qui -

    Si guardarono tra loro, uno dei due uomini si alzò e fissandolo con sufficenza, domandò

    E chi lo dice ?-

    Io e quel cartello -

    ma la spiaggia è di tutti -

    Già, ma questa è mia - rispose Maximus,guardandolo dritto negli occhi, sentiva già

    la sua pazienza andarsene ma cercò di mantenere la calma, una delle due donne si alzò e si avvicinò ai due uomini, probabilmente la moglie, Maximus incrociò il suo sguardo,

    solo allora si accorse di essere osservato con interesse dalla donna, gli occhi nocciola di lei lo penetrarono mettendolo a disagio, di statura media, capelli corti, biondi del colore del grano maturo, il costume bianco alla brasiliana metteva in risalto la pelle abbronzatissima e i seni sodi. Maximus ebbe un'attimo di esitazione, il disagio aumentava, non capiva il motivo di quel suo turbamento, non capiva cosa gli stesse succedendo e quando non capiva, diventava irrascibile, distolse lo sguardo dalla donna e lo posò di nuovo sull'uomo e disse con tono perentorio

    -Dovete sgombrare dalla mia proprietà.. e in fretta !!- parole che non lasciavano diritto di replica, l'uomo si girò verso l'altra coppia che era rimasta seduta

    Andiamocene - Maximus tornò a guardare la donna e fece un cenno verso i

    bambini che continuavano a riempire la sua veranda di sabbia. La donna non disse nulla, lo guardo negli occhi sorridendo e andò a richiamare i bambini seguita dall'altra. Mentre il gruppo stava raccattando le proprie cose, Maximus entro in casa uscendone subito dopo con due scope in mano e diede voce agli ospiti indesiderati che se ne stavano andando

    Hey !! - si voltarono - Vi siete dimenticati di pulire !- disse Maximus indicando la

    veranda piena di sabbia, le donne tornarono indietro, presero le scope e spazzarono la veranda senza dire una parola, finito il lavoro appoggiarono le scope e se ne andarono sotto lo sguardo impassibile di Maximus. Di colpo la donna di prima si voltò e lo guardò intensamente, sorrise di nuovo e raggiunse il gruppo. Ancora quella sensazione, ancora quello strano disagio, come se il suo equilibrio ferreo vacillasse, chi era ? Perchè quando lo guardava con quel sorriso curioso quasi a volergli leggere nell'anima non riusciva a mantenere la calma ? E si che di donne ne aveva avute, alla soglia dei suoi quarantaquattro anni era nel pieno del suo vigore psicofisico. Tranne che con la ex moglie aveva avuto avventure di poco conto, con turiste che volevano portarsi a casa al rientro dalle vacanze una storia da raccontare alle amiche e questo a lui stava bene, l'importante era non andarci con il cuore perchè sapeva che si sarebbe fatto molto male.

    Dopo la separazione dalla moglie realizzò che quella non era la vita che voleva, il caos e la frenesia della città lo soffocavano, mise in liqidazione la sua attività e con il ricavato, dopo essersi assicurato che alla figlia e all'ex moglie non mancava nulla, si era trasferito sulla casa al mare. Un giorno fù ingaggiato come skipper da un ricco possidente proprietario di una due alberi il quale doveva trasportare la propria barca dal bacino di rimessaggio alla villa al mare. Fù amore a prima vista, Sirena, " Che nome idiota e scontato da dare a una vela", penso Maximus, veleggiò in solitaria per un giorno intero, l'imbarcazione rispondeva bene ai comandi, era solo tenuta male, trascurata.

    Per tutto l'inverno, Maximus,ogni tanto andava al rimessaggio a vedere le condizioni della barca, si annotava mentalmente i lavori che dovevano essere fatti sull'imbarcazione per portarla allo splendore originale, si rullava la sua sigaretta e scorreva con lo sguardo le drizze e le scotte per capire se erano da sostituire queste piuttosto che quelle.

    Al contrario degli accordi presi con Maximus per l'anno succesivo, il riccone non si fece sentire, insospettito andò al rimessaggio e vide che la barca era stata messa in vendita, all'istante prese il cellulare e lo chiamò, si incontrarono lo stesso giorno, la trattativa durò poco era evidente che il riccone voleva disfarsi dell'imbarcazione al più presto, alla richiesta del prezzo Maximus fece una controfferta che venne subito accettata, si strinsero la mano e l'affare fù concluso. Passò gran parte dell'estate a lavorare sull'imbarcazione con la supervisione del vecchio Jacob, la prima cosa che fece, tolse quel nome idiota dalla fiancata e si prefissò di trovarne uno che si addiceva al suo legno, doveva essere un nome unico, originale, che nessun'altra vela doveva avere perchè quella era la sua barca, la barca di un uomo di mare.

    Sostituirono gran parte delle scotte, lasciarono la vela di randa ma smontarono il boma

    per restaurarlo, sostituirono il fiocco di prua, il ponte di teak venne levigato e lucidato, le manovre fisse in acciaio per sotenere gli alberi,tipo, gli stralli, le sartie e i paterazzi, erano in buono stato quindi le lasciarono ma mancava ancora il nome e Jacob glielo ripeteva in continuazione mentre lavoravano

    Non puoi mettere in mare una vela senza dargli un nome porta male, dagli,che ne sò.. il nome di tua figlia, il nome di un antico veliero o che ne sò io, ma deciditi !-

    Si, Aurora è un bel nome per una vela ma è scontato e gli antichi velieri hanno fatto tutti una brutta fine, naahh! Porta male, pazienta vecchio mi verrà in mente qualcosa prima che finiamo il lavoro -

    Alla fine Jacob ci rinunciò, non disse più nulla, tanto era inutile insistere con quel testone, fino a che un giorno, a lavori ultimati, Maximus andò a ritirare al negozio di articoli nautici la bella campana che aveva ordinato, non serviva a molto sulla barca ma pensò che una bella campana in ottone faceva sempre una bella figura, magari, l'avrebbe usata per richiamare i turisti quando il pranzo era pronto. Mentre attravesava la piazza passò davanti all'internet point, tutti i paesi turistici devono averne uno, dove delle ragazzine ridevano e civettavano davanti a un pc, incuriosito si fermò a dare un'occhiata, le conosceva tutte, erano figlie di suoi amici, alla domanda di tanto eccitamento gli mostrarono un sito dedicato al mare, con foto di tramonti, poesie e storie sul mare. Il sito si chiamava Come l'onda e il mare. Eccolo ! Eccolo il nome ! Si fece dare carta e penna, scrisse il titolo e senza dire una parola se ne andò lasciando le ragazzine basite. Mentre camminava scriveva e riscriveva quella frase tanto da riempire il foglietto di carta, il nome gli piaceva ma c'era qualcosa ancora che non quadrava, quando arrivò alla fine del foglio ci rinunciò, gli sarebbe venuto in mente quello che non andava, stava per gettarlo quando si accorse che a causa del poco spazio, l'ultima volta aveva scritto la frase tutta attaccata, senza lasciare gli spazi tra le parole, girò il foglio, la riscrisse, la riscrisse di nuovo a mò di onda, tracciò sotto una linea con due ricci terminali,,sii !! Ecco il nome !! Prese la discesa che portava alla casa al mare e poi corse sul molo fino alla barca dove Jacob stava dando gli ultimi ritocchi, salì la passerella tutto trafelato e gridò al vecchio

    Eccolo ! Eccolo ! Te lo avevo detto che prima che finivamo l'avrei trovato ! -

    Che cosa ?- chiese Jacob con la sua flemma

    Il nome, il nome del mio legno, l'ho trovato, nessun'altra vela può avere questo nome !- rispose Maximus eccitato come un bambino porgendo il foglio.

    Jacob prese il foglio, lo lesse, guardò l'uomo difronte a lui che sorrideva aspettando un parere, lo rilesse, guardò Maximus e disse

    Me lo immaginavo, non potevo aspettarmi altro da te - e gli restituì il foglio.

    E questa fù la storia della nascita della bella con il suo nome unico.

    ZHOE

    Alla Terrazza sul mare i tavoli erano gremiti di persone, i camerieri facevano la spola dalla cucina alla sala con vassoi di primi piatti e ogni sorta di pesce cucinato nei modi piu svariati mentre il sommelier consiglia i vini più pregiati per esaltare i sapori.

    Locale raffinato, per clienti esigenti e il portafogli pieno, nome scontato, ma azzeccato visto che il ristorante era proprio a picco sul mare. Negli anni "60 uno dei pionieri del turismo locale in quella terrazza ci vide un bel ristorante d'elite, tutti lo derisero e gli diedero del visionario, nessuno credeva che in quel posto, immerso nel bosco, avrebbe funzionato un locale del genere eppure a distanza di anni la sua idea si rivelò una miniera d'oro. La comitiva arrivò alle nove in punto subito accompagnata dal maître al tavolo rigorosamente prenotato, le due coppie con figli a seguito si

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