Il ratto di Euridice
()
Info su questo ebook
Correlato a Il ratto di Euridice
Ebook correlati
A quell'ora la Tele non c'era Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Rose de la Mariée Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome si impara un mestiere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOtto Piùpiù: Life Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniA un passo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna vita in movimento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBancunar Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Famiglia del Prete Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome eravamo. Noi, adolescenti negli anni 70 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMistero siciliano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTra i vicoli della mia infanzia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDe vita rustica: Biografia di Giacomo Dradi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDal fondo. I miei primi dieci anni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPer non dirlo a nessuno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl primo della classe Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSe_pararsi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCosa Manca Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGrosso guaio al cimitero Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl prezzo della vita - Lucetta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSiamo come le farfalle Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI sandali al cocco Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAcqua Viva Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe parole del silenzio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCORRISPONDENZE MEDITERRANEE - viaggio nel sale e nel vento: viaggio nel sale e nel vento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl sole in sella Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPoker d'assi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria di un filibustiere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPrima o poi torno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome siamo stati Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNonostante tutto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Thriller per voi
I signori delle ombre - Anteprima Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa verità sul caso Orlandi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSherlock Holmes: "Elementare, Watson" Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniViaggio al centro della Terra Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome uccidere la tua famiglia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniC'è sempre un motivo, Maresciallo Maggio! Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa biblioteca perduta dell'alchimista Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Resistere al Biker Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Un caso di schola Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl primo angelo Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Una donna Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il segreto del tribuno Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Destini di sangue: Un'indagine dell'ispettore Sangermano Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Il giallo di Varese: Una nuova indagine del magistrato Elena Macchi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCodice Vaticanus. Il complotto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMariani e le parole taciute Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il tulipano nero Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTorino la chiusura del cerchio: Una nuova indagine di Vivaldi e Meucci Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Nessun ricordo muore: La prima indagine di Teresa Maritano e Marco Ardini Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCommissario Zen Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Giallo siciliano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa chiave di violino Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Un delitto al dente Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOscurita’ Perversa (Un Mistero di Riley Paige —Libro 3) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniQuesto giorno che incombe Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMariani e le ferite del passato Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Il passato non muore: Un nuovo caso per il magistrato Elena Macchi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCittà di sogni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa tua misura esteriore Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBlood Bonds – La serie completa (Volumi 4-6) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Categorie correlate
Recensioni su Il ratto di Euridice
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Il ratto di Euridice - Monica Callegari
Monica Callegari
Il ratto di Euridice
CAVINATO EDITORE INTERNATIONAL
Monica Callegari
Il ratto di Euridice
Prima edizione digitale: Cavinato Editore International – 2017
Impaginazione e grafica: Silvia Mezzanotte
©Tutti i diritti riservati
In copertina:
Medusa
Carlo Bacci, Tellaro
Acrilico su legno 35x50 cm
CAVINATO EDITORE INTERNATIONAL
Tutti i diritti letterari e artistici sono riservati
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compreso i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
© Cavinato Editore International
Via della Volta, 110 - 25124 Brescia Italy
Tel. (+39) 030 2053593 - Fax (+39) 030 2053493
cavinatoeditore@hotmail.com • info@cavinatoeditore.com • www.cavinatoeditore.com
Indice
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Biografia
Ringraziamenti
Avvio
Alle mie figlie, dalle quali apprendo qualcosa ogni giorno.
Nul ne guérit de son enfance
Jean Ferrat
1
Il mio natio borgo selvaggio si chiama Tellaro e, quando sono nata, contava ottocento abitanti.
Ci si conosceva tutti, al punto da chiamarsi con l'articolo la Pina, la Maria
perché non è che potessimo permettercene due o più per ogni nome ma, in caso si fosse andati ad abundantiam, una delle due veniva meglio identificata col nome del marito, del padre, del negozio, se era commerciante, o anche per caratteristica fisica, come l'indimenticata Maria da l'ocio frito colpita, forse, dallo strabismo di Venere.
Agli uomini veniva risparmiato l'articolo, più nelle corde dei milanesi. Per i maschi, pertanto, la distinzione era ispirata da caratteristiche personali, come nel caso di un omone di un buon centinaio di chili, lievemente claudicante, che, per antifrasi, era detto Paolo il ballerino, o come per l'immancabile Guglie’ peo rosso. Diversamente, li qualificava il mestiere, come per: "Dome’ der tabachin" o Pie’ da coperativa.
Non solo si conoscevano per nome tutte le persone, ma i cognomi non importavano neanche tanto, in quanto ce n'erano giusto tre, sempre ripetuti. Si conoscevano perfino gli animali domestici, nella fattispecie cani e gatti: allora non si ragionava ancora di conigli, topi variamente camuffati o bestie tropicali.
Quell’angolo di Paradiso io lo percepivo, purtroppo, come un angolo ottuso, almeno nella mentalità dominante, e mi sembrava che ogni particolarità o differenza fosse guardata con scherno e sospetto.
Sembra proprio che la prima grande ingiustizia subita sia quella del luogo di nascita.
Appare ben chiaro, infatti, che la vita e le opportunità di una persona sono diverse se nasce a Porcìa (l'accento tonico è sulla i) o a Parigi, nonostante l'iniziale.
Inoltre, le caratteristiche del territorio incidono sul carattere e chi è nato, come noi, in una striscia di terra stretta fra il mare e i monti incombenti, deve resistere. Resistere agli stenti, alla scarsità di terreno utilizzabile per sfamarsi. I primi ad abitare questi luoghi dovettero adattarsi a essere per metà pescatori e per metà contadini, oltre che imparare a scrutare sempre le coste per timore di attacchi improvvisi: di qui, la diffidenza.
Un Ligure porta dentro di sé questa forza atavica che ha fatto resistere nei secoli la nostra stirpe a popoli ben più potenti ed equipaggiati: romani, saraceni, francesi, per arrivare, nel secondo dopoguerra, ai milanesi che, a detta di Calvino, ci hanno colonizzato.
Forse io me ne sono andata perché quel lembo di costa era troppo stretto; affacciandomi potevo, sì, vedere il mare, ma io volevo nuotare.
Adesso, a più di metà della vita, ho un lavoretto, qualche amico, il necessario per vivere; ma non mi voglio fermare, né accettare ciò che non tollero. Non mi voglio arrendere, i miei padri non l’hanno fatto.
A Roma, dove vivo, ogni mattina, se il tempo lo consente, bevo il caffè in terrazza, guardo gli alberi e il prato nel lato opposto della strada sotto casa mia, fra l’Aurelio e Monteverde, dove le proprietà del Vaticano hanno preservato ampie zone verdi. Approfitto della calma del mattino per assaporarle prima di uscire. Spesso, in quei momenti, scorro la mia vita: non sarebbe male poter cancellare almeno gli errori eclatanti, gli incontri sfavorevoli o le sconfitte più intollerabili.
Quando sono andata via da casa dei miei genitori, mia madre aveva circa quarant’anni, più o meno l'età di una sposa di oggi, ed era una donna che già considerava la sua vita immutabilmente incanalata. Forse perché, per i nati fra le due guerre (quelli non ricchi, naturalmente), avere una casa, mangiare tutti i giorni e poter viziare almeno un po' i figli, era già un risultato del tutto apprezzabile, e non accontentarsi sembrava da sfacciati egoisti.
Noi, figli di quella generazione, fra i quaranta e i cinquant’anni, abbiamo avuto una vita ricca di continui cambiamenti, ci siamo abituati e non vogliamo smettere: bambini negli anni sessanta, con le prime televisioni, le conoscenze e le scoperte che si allargavano a dismisura; studenti negli anni settanta, quelli della buona musica ma anche dell'austerity e delle Brigate rosse; lavoratori nei favolosi anni ottanta, che promettevano un futuro pieno di opportunità; trentenni negli anni novanta e adulti negli attesi duemila, presi dalle nuove tecnologie.
Oggi, un po’ affannati e disorientati, ci troviamo spesso a cercare il capo del filo che ci siamo persi.
In un piccolo borgo si deve sopportare la sorveglianza stretta dei compaesani, che si tollera da bambini, si osteggia aspramente nell'adolescenza e, se non si scappa, si interiorizza e si pratica in età adulta.
Gérard Macé ci ha suggerito che a Roma si torna soltanto; a Tellaro, invece, si arriva e basta, visto che la strada finisce e poi c'è il mare.
La mia famiglia, per scelta del nonno paterno, che aveva comperato sulla collina un uliveto edificabile, abitava dopo la fine della strada.
Per tornare a casa o allontanarmene, dovevo sempre attraversare la piazza, che percepivo come un posto di blocco o una sorta di Inquisizione. Dover salutare chiunque, anche se non ne avevo voglia, e aggiornare sempre sulla mia destinazione o provenienza, mi metteva a disagio.
A onor del vero, bisogna riconoscere che in paese non c'erano solo vecchietti impiccioni o pettegole zelanti; c'era anche una cerchia di persone di un certo respiro culturale e con spirito aperto, ma da quelle persone ero un po' intimorita, e sempre tenuta lontana per via delle diverse appartenenze, diciamo così, politiche. O meglio, loro erano gli intellettuali di sinistra, quelli che facevano politica e leggevano i libri, noi (la mia famiglia, intendo, e molti altri: la maggioranza, insomma) eravamo gli indifferenti di cultura cattolica, per usare una centratissima definizione letta in una rivista anni fa.
Eravamo negli anni in cui i comunisti mangiavano i bambini e io ricordo sempre la frase che mio padre aveva sentito al bar e aveva ripetuto a casa col sorriso, ma anche con una certa dose di condivisione; si era da poco creato il partito dei Verdi, quando qualcuno disse a mio padre:
- Attenzione che i Verdi, maturando, diventano Rossi! -
C’erano, quindi, poche possibilità, per i bambini di quella cerchia, di aprirsi al mondo, di formarsi un sano spirito critico con buone letture e, magari, un po' di musica di rottura. Tutta roba da pericolosi sovversivi.
Non mi era neppure consentito uscire troppo di casa.
- Non sta bene che una ragazza stia sempre in giro -
E siccome le televisioni private facevano appena capolino, non mi rimaneva che la lettura. Nonostante ciò, la carriera scolastica è stata traballante, all’inizio. Per il latino ci voleva una capacità logica che io non avevo, e poi quell'esistenza mi stava così stretta che non vedevo l'ora di andarmene: avevo la follia della mosca che sbatte contro la finestra senza trovare l'uscita.
Del resto, non so se l'ho mai imboccata.
Forse no. Continuo a sbattere contro il vetro chiuso, invisibile, e non riesco a trovare la via di fuga, quello spiraglio che ormai è quasi del tutto scomparso.
Chissà poi se la via di fuga cercata è dal luogo o da se stessi. Un luogo si lascia con estrema facilità, più difficile è mollare la zavorra di quella parte di noi che non ci piace.
Andare, venire, tornare… i luoghi sono innocui come le parole, siamo noi a connotarli e appesantirli di fardelli che non hanno.
Forse è per questo che, dopo tre decenni di carriera come attrice televisiva di fiction e mini-serie, ho deciso di tornare sui miei passi. Tornare nel paese dove sono nata, trascorrere un po’ di tempo col mio passato, riconciliarmi con le