Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Storia di Madrid, storia di una vita
Storia di Madrid, storia di una vita
Storia di Madrid, storia di una vita
E-book329 pagine5 ore

Storia di Madrid, storia di una vita

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Tutti conoscono Madrid, ma la maggior parte di noi non conosce la sua storia. Il gatto Madriles, una creatura senza tempo, nata nell'anno 856, in piena costruzione del muro arabo, ci racconta la storia della città, dalla sua nascita ai nostri giorni, in prima persona felina, interponendo avventure e disavventure della sua vita, con la sua partecipazione ad alcuni degli eventi più importanti della capitale, che storici di tutti i tempi hanno cercato di ignorare, in un attraente mix di storia, cultura e avventure, estremamente divertente, che farà apprendere il lettore mentre si intrattiene con le follie del protagonista.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita20 mar 2018
ISBN9781507197257
Storia di Madrid, storia di una vita

Correlato a Storia di Madrid, storia di una vita

Ebook correlati

Storia europea per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Storia di Madrid, storia di una vita

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Storia di Madrid, storia di una vita - Manuel Garcia Sanahuja

    Voglio dedicare questo libro a tutta la mia famiglia e amici,

    che son sempre stati li, ma specialmente

    ai due fari che illuminano la mia vita, i miei nipoti, Joaquín e Alvaro

    alla mia cara amica Anya, che mi ha appoggiato

    e sollevato nei momenti più duri di questa avventura editoriale,

    e alla mia figlioccia Carolina, perché sappia quanto la amo

    Contenuto

    PROLOGO DI MARIBEL PIQUERAS

    PRESENTAZIONE

    INTRODUZIONE

    Capitolo 1: Mayrit

    Capitolo 2: Arrivano i cristiani

    Capitolo 3: Consolidamento cristiano

    Capitolo 4: Il secolo XIV madrileno

    Capitolo 5: Il secolo XV a Madrid e i Re Cattolici

    Capitolo 6: Secolo XVI. Inizia il regno degli Asburgo

    Capitolo 7: Madrid, Capitale del Regno

    Capitolo 8: Secolo XVII. Il Secolo d’Oro

    Capitolo 9: Costruzioni del secolo XVII

    Capitolo 10: Secolo XVIII, l’inizio dei Borboni

    Capitolo 11: Fernando VI e Carlos III Il migliore sindaco di Madrid

    Capitolo 12: Madrid di Carlos IV

    Capitolo 13. La Guerra di Indipendenza e José I

    Capitolo 14: Fernando VII

    Capitolo 15: Reggenza di Maria Cristina e Esparteros

    Capitolo 16: Isabel II

    Capitolo 17: Ultimi anni del convulso secolo XIX

    Capitolo 18: Gli inizi del Secolo XX

    Capitolo 19: Seconda decade del secolo XX

    Capitolo 20: Dittatura di Primo de Rivera e Seconda Repubblica

    Capitolo 21: La Guerra Civile Spagnola

    Capitolo 22: La postguerra e il franchismo

    Capitolo 23: La Transizione

    Capitolo 24: Dalla fine del XX secolo fino ai nostri giorni

    BIBLIOGRAFIA

    PROLOGO DI MARIBEL PIQUERAS

    Quando Manolo mi ha chiesto di scrivere il prologo di questo lavoro non ho esitato un attimo. Sosterrò sempre gli amici e le persone interessate a Madrid, per diffondere la sua cultura e il patrimonio, per diffondere la sua vita. Madrid, una città fondata dagli arabi, è una città che accumula una grande storia e patrimonio. Soprattutto dopo che la corte si stabilì definitivamente qui nel 1561, regnante Filippo II. Dal secolo XVI fino ad oggi si sono concentrati nelle sue strade, edifici e giardini i migliori scultori, architetti, bronzisti, ebanisti, muratori, scrittori, politici, giornalisti, artisti, musicisti, ricercatori, insegnanti... e così potremo continuare. Tutti hanno lasciato, e lasciano attualmente il suo segno su Madrid. Che non è affatto una città morta, ma molto viva e aperta alle nuove tendenze, ma sapendo anche mantenere le sue tradizioni e il patrimonio passato.

    Manolo è generoso e il tempo libero che ha lo dedica a condividere la cultura e la storia di Madrid. In questo lavoro si nota la sua formazione giornalistica, la facilità del linguaggio e di comunicare con i lettori. Storia di Madrid, storia di una vita è un libro che è comodo e veloce da leggere, che riassume la storia e l'evoluzione di Madrid fin dalla sua fondazione da parte degli arabi come città- perché, non dimenticare che in quel stessa collina dove si fondò Madrid c’erano anteriormente città romane e visigote cristiane, ma con carattere di aziende agricole o piccole città, che non erano città come tali- fino ad oggi. Pertanto, Manolo si è ben documentato, ha girato i siti descritti. Molte volte nel suo blog Madrid, tra il mio cielo e la mia terra troviamo ottimi articoli su questi monumenti, accompagnati anche da fotografie di ottima qualità. La sua grande curiosità, le sue doti di comunicatore, il suo fascino, il suo amore per Madrid trasuda in tutto il lavoro. L'autore sa come trattare i diversi eventi storici con molto rigore e rispetto e anche con molta amenità.

    Si nota il gusto di Manolo Gª Sanahuja per i gatti, come ha già fatto con la rivista Ruggiti, pubblicato dall’Associazione Madrilena di Basket Los Ojos del Tigre. In questo caso, i nostri eroi sono animali di tutti i giorni, gli animali domestici, un paio di gatti: Madriles e sua sorella Cibelina che, attraverso le loro sette vite, e con una grande fantasia da parte di Manolo, ci addentreranno più in profondità nella storia di Madrid. Una magnifica sintesi che copre fino al secolo XXI. Riconosco il merito dell'autore al momento di informarsi e sapere quindi riassumere questi dati accumulati, un duro lavoro che ha portato in giorni di lettura e concentrazione, per poter svilupparsi su una trama in cui non ci manca nulla.

    Per tutta la lettura della sua Storia di Madrid, una storia di vita entriamo in migliaia di eventi storici. Ma Manolo ce li rende molto facili. Naturalmente ci sono fatti, dati, date, ma anche una trama ricca di azione e fantasia, così come l'impostazione con numerosi aneddoti e ricorsi all'arte o monumenti. Risorse per rendere visibile l'invisibile, risorse dell’autore per farci vivere e metterci all'interno della trama, per accompagnare Madriles lungo le sue 7 vite nella nostra amata città. Unendo il nome di gatos che si da ai madrileni da sempre.

    Credo che sia una storia di Madrid di carattere informativo, che può raggiungere tutti i tipi di lettori in modo accessibile. E lui si unisce la moda di molti libri, riviste e blog su Madrid così come esistono dal 2010 in poi. Notevole, come ci mette nell'atmosfera della Madrid Medioevale quel crogiuolo di culture nella storia degli Asburgo o il cambiamento causato dalla dinastia borbonica nella nostra città. Proseguendo lungo il convulso XIX secolo e il tempo dei palazzi costruiti durante la Restaurazione. Ma il lavoro di Manolo rende noto anche il XX secolo e i cambiamenti della città con la Movida, il cinema, la letteratura, il progresso architettonico ed economico in questa grande città europea del XXI secolo. Vorrei aggiungere l'importanza dei giardini, storici e non, nella città di Madrid. Attualmente è la città europea con il maggior numero di alberi pro capite. Circondata dal polmone della Casa de Campo e le montagne, ha dentro enormi distese di giardini: El Buen Retiro, Parque del Oeste, el Capricho, la Fuente del Berro, la Quinta de los Molinos e Torres Arias, così come numerose passeggiate boscose, viali e parchi della capitale e della sua periferia.

    Animo il lettore ad addentrarsi nell’affascinante e completa storia di Madrid e ringrazio Manolo questo grande lavoro realizzato.

    ––––––––

    MARIBEL PIQUERAS

    Dottoressa in storia, Prof. Arte e Storia Moderna e Contemporanea

    Specializzata nella Diffusione del Patrimonio Storico Artistico di Madrid

    Redattrice Blog http://madridconencanto-siema.blogspot.com.es/

    Direttrice Programmi Culturali su www.siema.es

    PRESENTAZIONE

    Cari lettori, lo confesso, mi sono innamorato! Sì, mi sono innamorato di Madrid, dove sono nato e dove ho sempre vissuto. Mi sono reso conto di questa realtà, quando ho scoperto la città veramente alcuni anni fa, perché ho dovuto fare da guida per i miei amici russi che sono venuti in Spagna per la prima volta. Ho potuto vederla da un altro punto di vista, non il cittadino che vive ogni giorno gli ingorghi, le spinte in metropolitana, il rumore delle auto, la burocrazia... ma più oggettivamente, dal punto di vista culturale, storico, artistico e, soprattutto, estetico. Sì, cari amici, a dispetto di quello che dicono alcuni spiriti contraddittori che tutti abbiamo vicino, Madrid è una città bellissima, e direi di più, è una bella città e già parlando soggettivamente, MADRID È UNA CITTÀ MERAVIGLIOSA!

    Con questi primi passi che ho fatto nel mondo di guida culturale, ho imparato pezzi della storia della città, che non ho esitato a mostrare a qualsiasi amico che mi visitava, e anche, in qualche occasione, ho visto un gruppo di ragazze in strada, chiedendosi cosa fosse un edificio, il Palazzo di Santona nella via del Principe, avendo una bella facciata barocca. Quando ho sentito i loro dubbi, li ho chiariti immediatamente, e ho conversato con loro. Era un gruppo di amiche di Valencia che erano a Madrid in visita, e volevano conoscere il Barrio de las Letras. Siccome non avevo niente da fare, mi sono offerto di insegnare loro tutti gli angoli affascinanti della zona, e sono rimaste soddisfatte.

    Tutte queste esperienze hanno fatto crescere in me il desiderio di far conoscere la città a tutti, anche agli abitanti del luogo che non la conoscono bene e, perché no, arrivare a conoscerla meglio anche io, passo dopo passo. Ma c'era un problema, e io non sono uno studioso su questioni di Madrid, né uno storico. A quel tempo, un amico scoprì il blog Secretos de Madrid (www.secretosdemadrid.es), di proprietà di mio omonimo pazzo al quadrato, Manuel García del Moral. Il blog mi ha affascinato, e lì ho visto una porta per il mio sogno di presentare Madrid, non solo per i miei amici e conoscenti, ma anche alle persone da qualsiasi punto del pianeta. Dopo mesi di dubbi e paure, perché temevo l'idea del ridicolo perché non ero sicuro di poterlo fare e che le cose riuscissero bene, ho lanciato il mio blog, chiamato in un primo momento tra il mio cielo e la mia terra con diversi temi, ma mesi dopo, mi sono concentrato sulla capitale, e ho cambiato il nome in Madrid, tra io mio cielo e la mia terra (www.madridentremicieloymisuelo.com). Ho conosciuto molti posti inediti per me, e un sacco di belle persone che hanno aperto le porte di luoghi privati, che non conoscevo, e che non tutti possono visitare.

    E, di punto in bianco, ho avuto l'idea di scrivere un libro con gli articoli che componevano il blog, ed apparve ancora una volta un problema, perché non sapevo come gestire le informazioni che, senza foto, dovevano essere più ampie e dettagliate. Ma miracolosamente è comparso il protagonista di questo libro, che io presento nell'Introduzione, che mi ha chiesto aiuto per definire la storia della sua vita, che per fortuna cammina analogamente alla storia di Madrid

    Sono stati 6 mesi di duro lavoro di composizione del puzzle di tutte le idee, opinioni, storie e fatti che mi forniva il personaggio in questione, che ottenne scavando nella sua memoria, e nei tanti libri e siti web che ha usato per ricordare alcuni eventi che non ricordava a mente, che dettaglio nella bibliografia. Come ho potuto vedere, per narrare gli eventi in ordine cronologico, si è basato principalmente su tre opere che, allo stesso tempo, sono servite a me per filare gli eventi da un punto di vista storico, e ordinare tutto questo marasma di dati che andava sparando e sono "La storia segreta di Madrid di Ricardo Aroca, dell'editore Espasa, Storia di Madrid, scritto da Rosalía Ramos e Fidel Revilla, dell'editore La Libreria, e Atlante illustrato della Storia di Madrid", di Pedro Lopez Carcelen, dalla stessa casa editrice.

    Così, mescolando i dati della sua vita, con quelli della vita di Madrid e, allo stesso tempo, con quello estratto dal mio blog, ho potuto acchiappare tre uccelli con un colpo, quindi sono riuscito a realizzare la mia illusione di plasmare in un libro i luoghi fondamentali che avevo fotografato e studiato nella mia pagina web, ho aiutato il mio amico a realizzare la sua eterna biografia, q tutto questo messo insieme attraverso la mia città, Madrid. Spero che vi divertiate con lui, come mi sono divertito io nel farlo.

    Manolo G. Sanahuja

    STORIA DI MADRID, STORIA DI UNA VITA

    INTRODUZIONE

    "Madrid, Madrid, Madrid...

    Pezzo della Spagna in cui sono nato...

    Per questo ti fece Dio...

    La culla del corteggiamento e del chotis..."

    Quando ascolto il popolare chotis di Agustin Lara, sento un non so che che mi drizza il pelo più che vedere un pitbull ringhioso che mostra i canini, anche se, alla mia età, ormai nulla dovrebbe influire notevolmente dopo tanti secoli di vita. Uppppsss ho dimenticato di presentarmi, io sono Madriles, il gatto Madriles, e sono una creatura senza tempo, quindi ho molti, molti anni, tanti, come questa bella città in cui sono nato alla fine del IX secolo, nella costruzione della fortezza che comandò di costruire l’emiro omayyade Ben Muhammad Abd-al-Rahman, Mohammed I, su una collina vicino al fiume Manzanares, per monitorare che non ci fossero incursioni castigliane in terra musulmana. Uff, ho già parlato più del dovuto. Non voglio anticipare gli eventi, perché prima voglio che mi conosciate bene e così vi fiderete di me per ascoltare con attenzione la storia della mia vita, che corre parallela alla storia della mia Madrid, il mio sogno, la mia passione, l’almudaina della mia fortuna e la torre di guardia del mio destino.

    Vi potreste chiedere che cosa è questa creatura senza tempo. Molto semplicemente, le nostre cellule, seguono il loro normale corso di vita fino a quando abbiamo 10 anni. Trascorso tale termine, si stabilizzano e smettono di invecchiare, quindi, se non abbiamo nessun incidente o malattia grave, non moriamo di vecchiaia, e sopravviviamo il tempo che Dio nostro Signore vuole che rimaniamo su questa terra benedetta.

    Sono figlio di una famiglia di gatti cristiani, molto umili, che arrivò in queste terre secoli fa, da un paese lontano di là di tempi e luoghi perduti. I miei genitori, il Gatto Carpetano e la Gatta Mantova erano due avventurieri, i cui nomi curiosi, come mio padre mi ha detto in numerose occasioni, provenivano da leggende note nel luogo da dove provenivano. Tale era il suo spirito inquieto che, sulla scia di quelle storie per accertare la loro realtà, arrivarono in questi luoghi dove siamo ora.

    Data la mia natura felina, e anche a scapito di rischiare una delle mie 7 vite (si sa, La curiosità uccise il gatto), ho voluto sapere di più su quelle storie che, da cucciolo, mi stupivano tanto e monopolizzavano tutta la mia attenzione. Ho ricercato e studiato per molto tempo, fino a quando ho potuto mettere insieme tutti i pezzi ed esporre la radice della leggenda delle mie origini, perché, dopo tutto, non è altro che questo, un mito senza le sfumature della realtà, che scorre come la polvere nelle menti della gente e, ovviamente, dei gatti.

    Come ho scoperto, l'origine di tutta questa storia è alla guerra di Troia, città da cui sono fuggiti il Principe Bianor II, figlio di Bianor I, appena ucciso da Agamennone. Dopo aver attraversato la Grecia e raggiunta l'Albania, fondò un regno che, alla sua morte, venne ereditato dal figlio Tiberis, che, a sua volta, aveva due figli, uno legittimo chiamato Tiberis, come suo padre, e l'altro illegittimo, chiamato Bianor, come suo nonno. Bianor era il figlio di una bella del villaggio chiamata Manto. Per evitare problemi nella successione, Tiberis (padre) espulse dal regno la sua amante e suo figlio Bianor, dopo aver fornito loro una straordinaria fortuna per la sopravvivenza in futuro. Andarono nel Nord Italia, dove fondarono la città di Mantova.

    Bianor era un giovane coraggioso e gioviale, amato dai suoi concittadini, e molto preparato per sostituire la madre a capo del nuovo Regno. Ma una notte fece un sogno in cui il dio Apollo gli consigliò di rifiutare l'eredità da sua madre, e viaggiare con i suoi uomini verso la terra dove il sole muore. Prima di partire, per evitare problemi con il suo fratellastro, la madre gli consigliò di cambiare il suo nome in Ocno, che significa dono di vedere il futuro nei sogni.

    Nel suo lungo viaggio, durato 10 anni, si fermarono a passare la notte nel luogo ora occupato da Madrid. Quella notte, Ocno sognò di nuovo Apollo, che gli disse che nello stesso luogo, una terra bellissima, ricca di vegetazione di querce e corbezzoli, e con molta acqua, doveva fondare una nuova città alla quale, in futuro, avrebbe dovuto offrire la sua vita. Nelle vicinanze, forse viveva un tranquillo villaggio di pastori nomadi, Carpetanos, il cui significato era senza città, che aspettavano un segno degli dei per stabilirsi in modo permanente in un regno.

    Ocno raccontò ai suoi ospiti il suo sogno, e ben presto iniziarono a costruire un muro, case, un palazzo e un tempio, per il quale subito vennero aiutati dai Carpetani, che videro qui il segnale che entrambi stavano aspettando. Ma sorse un problema. Quando stavano costruendo il tempio, iniziò una disputa, perché alcuni erano seguaci di Apollo e volevano consacrarlo ai loro dei, ma gli altri no. Allora Apollo tornò a presentarsi in uno dei sogni di Ocno, e gli disse che se voleva risolvere il conflitto, il tempio doveva essere consacrato alla dea della terra, Metragirta, chiamata anche Cibeles e lo informò anche che era arrivato già il momento di offrire la sua vita, in modo che si fermassero i conflitti e salvare la città.

    Quando si svegliò, fece scavare un pozzo profondo, ci si mise dentro e lo coprirono con una pesante lastra. Quando la sua gente stava li vicino pregando per lui, arrivò improvvisamente una grande tempesta, e dalle montagne di Guadarrama, scese in una nuvola tirata da leoni, la dea Cibele che prese Ocno dalla sua tomba e lo fece sparire.

    Ci sono altre leggende sulla fondazione di Madrid, ma da buon gatto e, dopo la mia vita movimentata, o non mi fido di niente e di nessuno, solo di quello che vedo. Tutto quello che voglio è raccontare le vicende della città, che ho vissuto in situ, ignorando tutte queste sciocchezze mezzo mitologiche e metà inventate che, in realtà, non mi offrono la minima fiducia. Con tutto quello che vi sto per dire, non voglio fare una tesi di dottorato o uno studio approfondito e dettagliato della vita e dei costumi della gente del posto per tutta la vita della città, no, io pretendo solo di far conoscere la storia, senza entrare in osservazioni degne di uno storico, uno erudito o di uno studioso di Madrid, perché io non sono, né mi fingo, perché io sono solo un gatto che ha vissuto tutti quei momenti e può raccontarli in prima persona felina. Quindi, non aspettatevi un lavoro scientifico e ben documentato, perché non è l’intenzione, voglio solo divertire, intrattenere e mostrarvi brevemente ciò che è stata nel corso del tempo La mia Madrid, la nostra Madrid.

    Capitolo 1: Mayrit

    Comincerò la mia storia con la mia nascita, avvenuta alla fine del IX secolo su un terreno che, come ho sentito dire, era quasi disabitato, occupato solo da un piccolo borgo fortificato visigoto di carattere rurale chiamato Matrice, nei pressi della importante strada romana Via XXV che univa Cesaraugusta (Saragozza) con Emerita Augusta (Merida) e Toletum (Toledo), che in precedenza era circondato da alcune ville romane agricole e zootecniche, ormai scomparse. Qui si stabilirono i musulmani dopo la loro invasione della penisola iberica nel 711. In questa terra sono nato vicino ad una sorta di Haima dove i soldati saraceni che stavano costruendo una fortezza, che come mi era sfuggito prima, ordinò di costruire, intorno all'anno 856, l’emiro omayyade Mohammad Ben Abd-al-Rahman, Mohammed i, per monitorare che non ci fossero incursioni castigliane nei regni musulmani.

    La mia nascita è stata complicata perché mia madre era sola al momento del parto, visto che mio padre era andato in cerca di cibo. Tra grandi dolori miei e dei miei fratelli e, soprattutto, di lei, arrivai al mondo tra sangue, terra e pena, perché quando fui in grado di reagire e di essere a conoscenza della mia esistenza, mi sono reso conto con stupore che che mi aveva dato la vita, quella gatta audace e avventurosa, aveva perso la sua per amore dei suoi piccoli cuccioli e, alcuni dei miei 4 fratelli, 3 esattamente, morirono anche loro. Sopravvivemmo solo io e mia sorella Cibelina.

    Mio padre ci ha curati per mesi e ci ha insegnato tutto quello che sappiamo. Ci raccontava molte storie in cui sognavamo sopraffatti mondi inimmaginabili e mitologici. Tutto è stato molto bello fino a quando, nelle opere di estrazione di un enorme scheletro che hanno trovato scavando una trincea per la muraglia, una pesante carcassa cadde su di lui, schiacciandogli la testa, e perse di colpo le sette vite lasciando me e mia sorella orfani di padre e madre. Secondo gli abitanti del forte, lo scheletro apparteneva ad un individuo gigantesco di forma umana, dai, un'altra leggenda assurda che appariva in numerose storie della mitologia araba, perché è chiaro che doveva appartenere a un qualche tipo di dinosauro che pullulano da queste parti migliaia di anni fa.

    Entrambi crescemmo tra il milizia araba e i gruppi di persone provenienti da varie professioni che si sistemavano all'interno del forte di nuova costruzione. A causa del grande gruppo di civili che arrivavano costantemente, decisero di costruire un almudayna all'interno del recinto per ospitare tutta questa nuova popolazione che stava crescendo e che, poco a poco, stava formando una città che era conosciuta con il nome di Mayrit che è un ibrido tra la parola araba Maǧra che significa canale o corso d'acqua, e romanico suffisso it che indica abbondanza, formando così il significato di luogo abbondante di acqua. Con il passare del tempo e le diverse culture che hanno attraversato queste terre cambiò il suo nome nel definitivo Madrid, che è quello che conosciamo oggi e, anzi, posso dire con orgoglio che ho la stessa età dell'amore dei miei amori, la mia Madrid!

    La nostra vita ha continuato tranquillamente tra la gente musulmana che, seguendo i consigli del suo profeta Maometto, si prendevano cura di noi e ci davano affetto, perché secondo Al Bukhari, uno studioso che ha raccolto la maggior parte del hadith, leggende o comandamenti di Maometto, lui aveva una gatta di nome Muezza, che un giorno si addormentò sulla manica della sua djellaba, ma Maometto doveva andare e non la voleva disturbare, quindi tagliò con le forbici la sua veste in modo che la gatta potesse ancora dormire senza intoppi. Poi, al ritorno a casa, la gatta lo accolse con grande gioia, inarcando la schiena, e Maometto allora diede a i gatti la grazia di cadere in piedi e di entrare in Paradiso.

    Cibelina e io camminavamo allegramente attraverso i 9 ettari di terreno che circondavano le possenti mura lunghe circa due chilometri. Il recinto era diviso in tre aree diverse: nel punto nord, l'Alcazar o castello, imponente, con tre torri che gli davano un aspetto inespugnabile; al centro, una grande zona vuota chiamata Almuzara, che era utilizzata come piazza d'armi, a cui avevo proibito di avvicinarsi a mia sorella per non subire alcun contrattempo, perché era un luogo molto pericoloso, e che successivamente venne chiamato Campo del Rey, e oggi, Plaza de la Armería; e sud, l'almudayna, che significa centro urbano fortificato, che, inizialmente, alloggiava la popolazione, sia militare che civile, composta principalmente da vasai, agricoltori, contadini, fabbri, artigiani e famiglie in generale che foraggiavano i soldati del distaccamento, per questo li vi fu costruita la Grande Moschea. Era li dove entravamo di notte per proteggerci dal freddo, anche se eravamo cristiani, ma, siccome non pregavamo, non c'era alcun problema di peccato, dai, questo l’ho sempre creduto.

    Ci piaceva molto soprattutto camminare lungo la parte superiore della muraglia e saltare da una parte all'altra, da torre a torre, percorrendo tutta la sua lunghezza dall’inizio, sulle mura della fortezza, proseguendo lungo il bordo del burrone dell’attuale Campo del Moro fino alla Cuesta de la Vega, dove si apriva un cancello, chiamato al-vega (Puerta de la Vega) è aperto, seguendo il bordo del viadotto moderno. Nelle numerose torri che fiancheggiavano l'intero percorso, e servivano per dare maggiore solidità alla costruzione, giocavamo a nascondino e, a volte facevamo degli scherzi ad altri gatti nascondendoci negli angoli e nelle fessure. Vicino alla Puerta de la Vega, ci addentravamo in un piccolo braccio di fortificazione verso la Torre Narigués, che era una posizione di sorveglianza avanzata sopra il torrente, che in seguito fu chiamata San Pedro. Poi tornavamo alla muraglia e ci inseguivamo fino a raggiungere l'attuale Calle Mayor, dove, di fronte alla Calle del Fattore, si apriva un'altra porta, chiamata Arco de l'Almudena, anche se dopo i cristiani l’hanno chiamata Puerta de Santa Maria. Da qui, il nostro cammino girava verso nord per raggiungere la Plaza de Oriente, dove il nostro gioco si concludeva nel castello, ma dopo aver attraversato la Puerta de la Sagra, che era vicino all'edificio principale.

    La nostra porta preferita era quella di Al-Vega, perché era usata dai contadini che lavoravano i campi fertili del fiume Manzanares, e ci regalavano sempre frutta e verdura, che io e Cibelina degustavamo voracemente. Tuttavia, raramente andavamo alla Puerta de la Sagra, perché da li passavano solo le autorità militari ed era molto noioso vederle. Più divertente era l'arco della Almudena, utilizzato dai soldati perché cantavano sempre, dicendo cose divertenti e quando ci vedevano, spesso ci accolglievano con carezze e belle parole.

    C'è piaceva perderci nei strade dell’almudaina, sempre strette, tortuose e irregolari, che a poco a poco si riempiano di commercianti, artigiani, agricoltori e alcuni gruppi marginali, come poveri o prostitute che venivano all'odore delle poche monete che si potevano ottenere. Tante persone stavano arrivando al villaggio, che il sito venne travolto e si iniziarono a creare le prime periferie fuori dalle mura. La più importante di tutte era quella organizzata davanti alla Puerta de la Vega, dall’altro lato del fiumiciattolo che attraversava quella che oggi è Calle de Segovia, su una collina chiamata successivamente Las Vistillas dove si installarono principalmente commercianti e artigiani. Per salvare il piccolo corso d'acqua, venne costruito un ponte che in seguito divenne noto come fogna di San Pedro. Un altro sobborgo, questo di minore importanza, si formò in modo sparso, di fronte alla Puerta de la Sagra, dall’altro lato del burrone che oggi costituisce la Cuesta de San Vicente, occupato per lo più da contadini.

    Senza dubbio, il posto in cui ci piaceva meno passare era all'interno del palazzo, che era la residenza del Kaid, un ragazzo corpulento, brutto

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1