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Star Wars. I film, i personaggi, gli effetti speciali
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E-book293 pagine4 ore

Star Wars. I film, i personaggi, gli effetti speciali

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Vero e proprio fenomeno di massa, Star Wars è qualcosa di più della serie cinematografica ideata da George Lucas e iniziata nel lontano 1977 con il primo episodio. Ha ispirato generazioni di registi e interpreti, coinvolto spettatori in ogni parte del mondo, innescato schiere di collezionisti, imitatori e appassionati. A trent'anni di distanza questa nuova Guida celebra le avventure della galassia e i suoi protagonisti, con particolare attenzione agli effetti speciali e al suo incredibile successo di pubblico. Curata dal critico Massimo Benvegnù e dall'esperto di effetti speciali Federico Magni, è un ottimo, agile vademecum per avvicinarsi con spirito critico ai nuovi episodi dell'Impero cinematografico più famoso della storia del cinema.
LinguaItaliano
Data di uscita9 dic 2017
ISBN9788893041034
Star Wars. I film, i personaggi, gli effetti speciali

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    Anteprima del libro

    Star Wars. I film, i personaggi, gli effetti speciali - Massimo Benvegnù

    2017

    PER UN'INTRODUZIONE

    Federico Magni

    La prima edizione di Guida a Star Wars, interamente curata da Massimo Benvegnù, ebbe un grande successo e uscì nel 1999, quando giungeva sugli schermi La minaccia fantasma, episodio iniziale della nuova trilogia dedicata al fenomeno Guerre stellari. Erano ventidue anni che George Lucas non tornava dietro la macchina da presa e l’ambientazione poneva la vicenda più di trenta anni prima rispetto alle avventure di Luke Skywalker e Han Solo.

    Questa nuova edizione precede l’uscita dell’ottavo capitolo, intitolato Gli ultimi Jedi. Nel frattempo Lucas ha ceduto il suo impero alla Disney, che si sta impegnando a distribuire un episodio all’anno, sia che si tratti di vicende direttamente collegate al filone principale (Il risveglio della Forza) sia di spin-off (Rogue One). In entrambi i casi la risposta del pubblico è stata egualmente entusiasta, a riprova di quanto sia ancora forte il fascino dell’avventura ai tempi dei Cavalieri Jedi. Rispetto alla trilogia di inizio Millennio, i nuovi film sono il più vicino possibile, in termini di cronologia e di stile, alla prima pellicola, con il recupero di atmosfere, tecnologie, sviluppi e tematiche, nonché di visi familiari (segnate dal tempo o rigenerate al computer). È una testimonianza del perdurare del Mito e della sua efficacia, nella maniera in cui è stato concepito dalla immaginazione di Lucas e portato sullo schermo con le tecniche più avanzate. I realizzatori dei film di oggi sono, per la maggior parte, gli stessi appassionati che riempivano le sale alla fine degli anni Settanta, così come i cineasti di allora ammiravano i film fantastici arricchiti dai trucchi di Ray Harryhausen o, nel caso dello stesso Lucas e del suo sodale Steven Spielberg, i serial proposti nelle matineé (come il Flash Gordon della Universal degli anni Trenta) poi passati sugli schermi televisivi. Questa rinnovata guida all'Universo di Star Wars non nasce con l'intento di chiarire ogni interrogativo ma per accompagnare l’appassionato (che sicuramente ritroverà errori o inesattezze delle quali chiediamo anticipatamente scusa) e lo spettatore casuale nella esplorazione di vari aspetti di un fenomeno cinematografico che continua (e continuerà) ad appassionare il pubblico di tutto il mondo.

    GLI ULTIMI JEDI: L’OTTAVO CAPITOLO

    Riccardo Bellini

    Dopo mesi di speculazioni, attese ingannate a suon di stravaganti teorie, pronostici e notizie inaspettate, finalmente si appresta il 13 dicembre, data dell’uscita nelle sale italiane di Star Wars: Gli ultimi Jedi, l’ottavo episodio della saga cinematografica creata da George Lucas nel 1977. Tra rumors, anticipazioni e aspettative, prepariamoci insieme alla visione di questo secondo capitolo della nuova trilogia inaugurata due anni fa con Star Wars: Il risveglio della forza, cogliendo l’occasione per gettare anche uno sguardo agli sviluppi dello spin off Solo: A Star Wars Story.

    Nel frattempo, Disney e la Lucasfilm, annunciano la realizzazione di una futura terza trilogia spiazzando i fan e il mondo dello spettacolo…

    Dove eravamo rimasti

    Sono passati circa trent’anni dagli eventi di Il ritorno dello Jedi (1983). Nella stessa Galassia lontana lontana di un tempo, il temibile Primo Ordine, nato dalle ceneri del vecchio Impero e guidato dal misterioso Snoke, è alla ricerca di Luke Skywalker, con l’obiettivo di eliminare l’ultimo Jedi rimasto, ora nascosto in un luogo remoto, mentre sulle tracce dell’eroe si mobilita anche la resistenza cappeggiata da Leia Organa, intenzionata a riportare l’ordine e la pace. Alla resistenza si uniscono Rey, una ragazza che sembra misteriosamente legata al destino di Skywalker e capace di ricorrere alla Forza, Finn, disertore dell’esercito del Primo Ordine, e il pilota Poe, insieme ai veterani Han Solo e il fido Chewbecca. In un confronto con Kylo Ren, ex allievo di Skywalker e figlio di Han e Leia passato al lato oscuro sotto la guida di Snoke, Solo viene ucciso a tradimento dal figlio, nel tentativo di riportare a casa quest’ultimo, prima che la resistenza riesca finalmente a distruggere la micidiale Base Starkill. Rey, a seguito di uno scontro con Kylo Ren a cui sopravvivono entrambi, riesce a raggiungere il pianeta su cui si trova Skywalker, consegnandoli la sua spada laser. Questo è il punto a cui ci ha lasciato Il risveglio della forza, film che inaugura la terza trilogia di Star Wars all’insegna del revival, cercando di mettere definitivamente una pietra sopra la contestatissima trilogia prequel diretta dallo stesso George Lucas (La minaccia fantasma, L’attacco dei cloni e La vendetta dei Sith), rea, secondo il parere di molti fan, di avere addirittura rovinato l’intera saga – e Jar Jar Binks non è nemmeno tra le cose peggiori, il che la dice lunga.

    Con Il risveglio della forza si è dunque sentita l’esigenza di tornare alle atmosfere originali che hanno decretato il successo dei primi tre film, aderendo il più possibile all’immaginario di quel mondo consegnato alla storia del cinema e tradito dai tre titoli che hanno provato a inventarne le origini. Oltre al ritorno di Han Solo (Harrison Ford), Leia (Carrie Fisher), Luke Skywalker (Mark Hamill), Chewbecca (Peter Mayhew) e dell’iconica astronave Millennium Falcon, il regista J. J. Abrams (Mission: Impossible III, Star Trek, la serie televisiva Lost), ora impegnato con Episodio IX, e la Lucasfilm, che nel 2012 è stata acquistata dalla Disney per 4 miliardi di dollari, hanno optato per una maggiore fisicità scenografica con il ritorno ai modellini, riducendo notevolmente, rispetto ai prequel, l’utilizzo della computer grafica. Insieme a questo, si segnala il tentativo di tornare a un maggiore coinvolgimento dello spettatore nelle spettacolari scene di azione, soprattutto aeree, una sceneggiatura più leggera e spigliata, contro l’esasperata ed esasperante verbosità dei tre film di mezzo, e l’inserimento di molti momenti comici a contrappuntare la drammaticità degli eventi principali, nello stile della trilogia classica. Ma l’intento di accontentare fan di vecchia e nuova generazione si è spinto ben al di là di certi recuperi, dando vita a quello che è, in fin dei conti, un remake del primo film della saga (Episodio IV – Una nuova speranza), calibratissimo nel ricalcare, passo dopo passo, i momenti cruciali della pellicola del 1977, con tanto di ritrovamento dell’eroe prescelto su pianeta desertico – prima era Luke, ora è Rey, – e attacco a stazione-spaziale-arma-da-guerra con un unico punto debole – prima la Morte Nera, ora la Base Starkill. E si potrebbe continuare... Ma proprio qui sta il punto. Se è vero che l’episodio VII si pone sotto l’egida della nostalgia e dell’imitazione, è anche vero che esso non fa che sottolineare lo scarto con il passato. Indicativo a tal proposito il vano tentativo da parte di Kylo Ren di emulare l’ineguagliabile Darth Vader, spingendosi al limite della parodia. Paradossalmente è proprio questo divario incolmabile a conferire in un certo senso dignità al personaggio, emancipandolo dalla figura di un modello ingombrante; e così potrebbe essere per l’intero episodio. La speranza, dunque, è che Il risveglio della forza non sia altro che un rassicurante preambolo a un seguito proiettato invece verso la piena conquista di una propria identità, un prodotto concepito ad hoc così da soddisfare il più possibile il gusto di chi si è sentito tradito dai tre film precedenti, ma solo per preparare il pubblico a qualcosa di inevitabilmente diverso rispetto al passato, pur nel rispetto di quest’ultimo. Questo è insomma quello che potremmo augurarci da Gli ultimi Jedi, alla cui regia e sceneggiatura troviamo questa volta il quarantatreenne Rian Johnson, regista dell’originale neo-noir Brick – Dose mortale (2005) e dell’acclamato thriller fantascientifico Looper (2012), distribuito anch’esso dalla Disney.

    «Il tempo della fine degli Jedi è giunto»?

    Molti sono i quesiti con i quali Il risveglio della forza ci ha lasciato in sospeso, a partire da ciò che è capitato a Luke Skywalker e da come verrà sviluppato il personaggio. In merito all’argomento, in un’intervista al The New York Times dello scorso settembre, Johnson ha assicurato che il leggendario Jedi ha avuto le sue ragioni per scegliere la strada dell’esilio e che non è stato certo facile, in fase di sceneggiatura, trovare delle motivazioni che non tradissero l’immagine e lo spirito del personaggio:

    Sono cresciuto avendo una certa percezione di chi sia Luke Skywalker. E questo mi ha guidato attraverso un percorso ben preciso. So che non si sta nascondendo su quell’isola. So che non è un codardo.

    Un discorso sicuramente fondamentale e delicato, in quanto cuore del nuovo episodio che, come confermato dallo stesso regista, già nel titolo originale, The Last Jedi, da intendersi al singolare, fa riferimento proprio a Luke e non ad altri, come invece esigerebbe il plurale della traduzione italiana, con allusione al destino della giovane Rey, che già nel teaser pubblicato ad aprile, vediamo sottoporsi a quello che sembrerebbe una sorta di allenamento sotto lo sguardo dello stesso Luke. Johnson ha così espresso un certo rispetto per una delle saghe più famose al mondo, ricordando l’infanzia passata a immaginare avventure con i beniamini del film, per poi veder coronato un sogno impensabile – «davo per scontato che ogni regista del pianeta volesse dirigere uno Star Wars» ha dichiarato – una volta arrivata la proposta da parte della presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy di dirigere Gli ultimi Jedi. Ma nonostante un’inevitabile deferenza verso la trilogia classica, sembra che il cineasta abbia voluto dare al personaggio di Luke qualcosa di nuovo se non addirittura di sconvolgente, o almeno questo è quello che ha suggerito lo stesso interprete Mark Hamill, le cui dichiarazioni, rilasciate ad ABC News e riportate parzialmente dal The Guardian, circa una divergenza tra lui e il regista in merito all’evoluzione del personaggio hanno indotto alcuni siti web a parlare di un presunto malcontento da parte dei fan. Intervistato in occasione dei Tony Awards, l’attore ha poi chiarito la questione, ribadendo quanto già espresso su Vanity Fair:

    "Ho avuto un po’ di problemi… perché tutti hanno citato solo la parte in cui dicevo di non trovarmi in accordo con Rian circa le sue scelte per il personaggio di Luke Skywalker. La questione è che sono rimasto sorpreso da come lui ha letto Luke. E mi ci è voluto un po’ per abituarmi al suo modo di pensare, ma una volta adattatomi alla cosa è stata un’esperienza trascinante".

    Certo, per quanto inaspettate potranno essere le scelte del regista, rimane inverosimile la teoria di un passaggio di Luke al lato oscuro su cui si sono sprecate chat su chat di speculazioni, tutto a partire dalla frase pronunciata dalla voce di Luke nel teaser di aprile: «Il tempo della fine degli Jedi è giunto». I pretesti avanzati sono tra i più sterili – c’è chi si è persino lasciato condizionare da alcune immagini di Skywalker in abiti scuri – e la Lucasfilm, insieme allo stesso Hamill non hanno perso occasione per giocarci un po’ su: «Sì è possibile. Tutto è possibile in questo film», ha risposto l’attore alla fatidica domanda sul passaggio tra le fila dei cattivoni da parte dell’ultimo Jedi. A confondere ulteriormente le acque ci ha pensato la IMAX (azienda che si occupa di apparecchiature cinematografiche con cui sono state girate alcune scene del film) con la pubblicazione in ottobre di due curiosi poster de Gli ultimi Jedi, uno per la parte buona e l’altro per la parte cattiva, entrambi i quali vedono la presenza di Luke, che sul lato dei malvagi occupa il posto che a rigor di logica dovrebbe spettare al sinistro Snoke. Inutile rammentare l’assurdità di chi pensa che una produzione di centinaia di milioni di dollari, sotto il cui vigile sguardo passa ogni materiale destinato alla pubblicità, decida di bruciarsi così deliberatamente, a due mesi dall’uscita nelle sale del film, quello che in tal caso sarebbe un twist forse ancora più sconvolgente della fatidica rivelazione di Darth Vader sul suo legame familiare con Luke ne L’impero colpisce ancora (1980). Quello a cui invece assisteremo è il dissidio interiore di un uomo profondamente amareggiato per i propri fallimenti e spinto dalle circostanze a dubitare dello stesso ordine Jedi così come è sempre stato concepito – d’altronde come dargli torto? – senza con questo aver perso la propria purezza; e questo potrebbe davvero favorire una delle svolte più interessanti dell’intera saga.

    L’altro grosso quesito riguarda invece le origini della giovane Rey (Daisy Ridley). Con quale Jedi è imparentata la ragazza, inaspettatamente capace di utilizzare la Forza e di maneggiare piuttosto abilmente una spada laser alla prima prova? Anche in questo caso i fan non hanno badato a spese in fatto di speculazioni, anche se le ipotesi più probabili al momento sono quelle che vogliono Rey figlia di Han e Leia oppure di Luke. Alcuni indizi disseminati nel Risveglio farebbero propendere per la seconda supposizione, a cominciare dalla visione avuta dalla giovane a contatto con la spada di Skywalker alla Taverna Maz Kanata, per arrivare all’eloquente incrocio di sguardi tra Rey e il maestro Jedi alla fine del film. Ancora una volta, in un articolo su Entertainment Weekly, Hamill ci ha messo lo zampino, divertendosi a fomentare i rumors sul rapporto tra i due con la domanda «Ma siamo proprio sicuri che Luke non conosca già Rey?», dopo aver già stuzzicato i fan in altre occasioni scherzando sul suo modo di rapportarsi a Ridley come ad una figlia. Quello che sappiamo con certezza è che durante la lavorazione dell’ep. VII Johnson ha chiesto a J. J. Abrams di modificare in parte il finale del film, facendo accompagnare Rey, nel suo viaggio verso l’isola di Luke, da R2-D2 anziché da BB-8 come originariamente previsto, richiesta alla quale Abrams ha ovviamente acconsentito.

    Un altro personaggio che ha destato molte curiosità, tra quelli comparsi per la prima volta nel Risveglio, è l’inquietante Snoke, il quale appare in un breve frammento del trailer de Gli ultimi Jedi diffuso a ottobre, apparentemente occupato a torturare la povera Rey grazie ai suoi poteri psichici. Il leader del Primo Ordine è rimasto per il momento avvolto nel mistero più assoluto e dalle parole di Johnson, in una dichiarazione rilasciata a Vanity Fair, sembra che non sapremo molto sul suo conto nemmeno in questo ottavo capitolo. Un mistero col quale il fandom di Star Wars è ovviamente convolato a nozze, partorendo le fantasie più assurde sull’identità dell’oscuro signore: da chi vi ha visto una reincarnazione di Darth Vader a chi crede che si tratti in realtà di Darth Sidious (l’Imperatore della prima trilogia). Tutte teorie da cestinare, come ha confermato Pablo Hidalgo, membro della Lucasfilm Story Group, citando un estratto del romanzo del 2015 Star Wars: Il risveglio della forza basato sulla sceneggiatura originale del film, in cui si afferma esplicitamente che Snoke non appartiene alla razza umana. Inoltre, sempre sul fronte lato oscuro, sarà interessante assistere agli sviluppi dell’apprendista di Snoke, Kylo Ren, il quale tornerà, come mostra il trailer, provvisto di una vistosa cicatrice metallica sul volto, conseguenza del precedente duello con Rey in cui l’aspirante Sith ha rischiato di perdere la vita, e determinato a chiudere i conti con il proprio passato. Ma forse le cose non stanno proprio così; forse, i dubbi riguardanti le proprie scelte di vita non si sono ancora dissipati del tutto dalla mente del personaggio, come parrebbe mostrarci un primo piano contenuto nel trailer, in cui Kylo sembra vacillare (anche solo per un attimo) sotto il peso delle proprie decisioni. Certo, un’ipotetica redenzione da parte del figlio di Han Solo, magari nell’ep. IX, non sarebbe tra le scelte più originali. È molto più auspicabile, invece, sperare che vengano approfondite le ambiguità di un personaggio che, almeno potenzialmente, potrebbe forse dare qualcosa di nuovo all’universo Star Wars.

    Nuovi arrivi stellari

    Accanto ai personaggi classici e a quelli che stiamo imparando a conoscere, il cast di Gli ultimi Jedi vanta due new entry d’eccezione: gli attori Laura Dern e Benicio del Toro. La prima interpreterà l’Ammiraglio Amilyn Holdo, membro della resistenza e vecchia conoscenza di Leia. Stando ad alcune voci, pare che la presenza di Holdo destabilizzerà gli equilibri interni alla resistenza, probabilmente a causa di alcune divergenze sul modo di condurre la lotta contro il Primo Ordine, mentre nel romanzo uscito lo scorso settembre Leia: Princess of Alderaan, incentrato sulla gioventù della principessa Leia, non viene menzionata alcuna rivalità tra quest’ultima e l’amica Amilyn. Non sappiamo come sia evoluto il rapporto tra le due nel tempo, quindi, non è da escludere l’ipotesi di un attrito. Le prime immagini del personaggio dai capelli rosa, vestito di un elegante abito lungo, sono state diffuse a maggio ma la Dern non si è scucita sul suo ruolo nella saga, limitandosi ad esternare il proprio entusiasmo per aver preso parte al progetto in una puntata del The Ellen Degeneres Show.

    Sul personaggio di del Toro abbiamo meno notizie. Il suo nome è DJ e sembra un tipo piuttosto losco che potrebbe giocare un ruolo decisivo nell’aiuto offerto alla resistenza. John Boyega, l’interprete di Finn, ha detto a proposito:

    Abbiamo bisogno di un codificatore e lui è il migliore nella galassia. Sfortunatamente non si tratta di un tipo affidabile, lavora solo per soldi. Non combatte per una fazione.

    Anche Joseph Gordon-Levitt, attore feticcio di Johnson, avrà una piccola parte nel film ma solo in veste di doppiatore di uno degli alieni che affollano il Casinò di Canto Bight, uno dei giganteschi set di Ep. VIII che ha molto impressionato Mark Hamill per grandezza e numero di comparse: «Si è trattato sicuramente di uno dei più colossali set su cui abbia mai messo piede».

    Ma Gli ultimi Jedi si segnala anche per la penultima interpretazione di Carrie Fisher – l’ultima è in Wonderwell (2017) dell’esordiente Vlad Marsavin – scomparsa il 27 dicembre 2016, giusto in tempo per terminare le riprese del film. Non è chiaro quello che succederà a Leia nel nuovo capitolo, a parte il fatto che questa avrà un ruolo decisamente maggiore che nel film precedente, ma sappiamo con certezza che, nel rispetto della memoria dell’attrice, la Lucasfilm non si avvarrà delle tecniche digitali per ricostruirne l’immagine nell’ep. IX, come invece era accaduto nello spin off Rogue One: A Star Wars Story (2016) all’attore Peter Cushing, deceduto nel 1994. Così recita un comunicato di gennaio da parte della produzione:

    "Solitamente non rispondiamo direttamente ai fan o alle speculazioni della stampa, ma ci sono voci in giro a cui vorremmo fare riferimento. Siamo decisi ad assicurare ai nostri fan che la Lucasfilm non ha alcuna intenzione di ricreare digitalmente la performance di Carrie Fisher in veste di Principessa o Generale Leia Organa. Carrie Fisher era, è, e sarà sempre parte della famiglia della Lucasfilm. Era la nostra principessa, il nostro generale e, cosa ancora più importante, nostra amica. La ferita della sua perdita è ancora aperta, conserveremo con affetto il suo ricordo come Principessa Leia e ci batteremo per onorare il suo lascito a Star Wars".

    Alcune testate, tra cui il Daily Mail, hanno inoltre riportato la notizia secondo cui la Disney riceverà un indennizzo fino 50 milioni dollari in seguito alla morte della Fisher, come stipulato nel caso l’attrice non fosse riuscita a completare la trilogia. Del resto, non è difficile immaginare le difficoltà in cui devono essersi trovati autori e produttori dopo una notizia che, con molte probabilità, ha costretto a significative modifiche nella lavorazione del IX capitolo.

    Solo (una questione di punti di vista)

    Il franchise di Star Wars è, letteralmente, un universo in continua espansione, tra libri, fumetti, serie animate, videogiochi, giocattoli, parchi a tema (grazie alla Disney) e quant’altro. Ad arricchire l’offerta, nel febbraio 2013 sono stati annunciati due spin off che sarebbero usciti tra un film e l’altro della nuova trilogia. Dopo Rogue One, uscito l’anno successivo al capitolo VII, il 25 maggio 2018 – almeno per quanto riguarda gli USA – sarà la volta di Solo: A Star Wars Story, dedicato alle peripezie di un giovane Han Solo, interpretato dal ventottenne Alden Ehrenreich. Il film ripercorrerà alcuni eventi che hanno segnato la vita del famigerato contrabbandiere e futuro eroe della Resistenza, come l’incontro con l’amico Lando Calrissian (Donald Glover), a cui Solo riesce a strappare, in un torneo di carte, il leggendario Millennium Falcon. Nel cast vedremo anche l’attore Woody Harrelson nei panni di un certo Beckett, truffatore e mentore di Han.

    Al di là della trama, la stessa lavorazione del film è stata qualcosa di rocambolesco e travagliato. In estate, a cinque mesi dall’inizio della produzione, viene diffusa la notizia del licenziamento dei due registi reclutati inizialmente, Philip Lord e Christopher Miller, autori dei fortunati Piovono polpette (2009) e The LEGO Movie (2014), in seguito a divergenze nate con lo storico sceneggiatore Lawrence Kasdan (L’impero colpisce ancora, I predatori dell’Arca perduta, Il ritorno dello Jedi) e la produzione, principalmente per via della libertà con cui i due di Piovono polpette, pare piuttosto inclini all’improvvisazione, si sono rapportati alla sceneggiatura originale e al piano di lavoro previsto, rischiando di portare la storia su binari lontani dalle idee della Lucasfilm. Dopo un periodo di pausa, al loro posto è subentrato il navigato Ron Howard, che in ottobre ha ultimato con successo le riprese, anche se non è ancora chiaro se il regista di Apollo 13 abbia continuato, con i dovuti aggiustamenti, un lavoro già ad una buona fase di sviluppo o sia addirittura ripartito da zero come invece sostengono alcuni rumors. Ciò che conta, è che la produzione sembra soddisfatta della scelta. Ma Lord e Miller non sono gli unici ad essere stati licenziati negli ultimi mesi dalla Lucasfilm. A questi si aggiunge, tra gli altri, Colin Trevorrow, che avrebbe dovuto occuparsi della regia dell’ep. IX. Sembra che il regista, galvanizzato dal successo di un blockbuster come Jurassic World (2015), non abbia posto freni al proprio ego, arrivando ad una rottura con la Lucasfilm che ha così deciso di sostituirlo con il più mansueto J. J. Abrams.

    Per quanto riguarda invece Johnson e Gli ultimi Jedi, il verdetto sul lavoro di questo ottavo capitolo è ormai alle porte e dai risultati ottenuti dal trailer (120 milioni di visualizzazioni in sole 24 ore) è chiaro che l’attesa, a maggior ragione nell’anno del quarantesimo anniversario dall’uscita del primo Star Wars, è altissima.

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