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Le basi della salute
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Le basi della salute
E-book74 pagine59 minuti

Le basi della salute

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Info su questo ebook

Le basi della salute è un libretto che si rivolge alle persone che desiderano attraverso una buona alimentazione , conservare una buona salute generale, facendo attenzione ai cibi ingeriti e sopratutto alla loro genuinità e provenienza.
 
LinguaItaliano
EditorePubMe
Data di uscita24 gen 2018
ISBN9788871638898
Le basi della salute

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    Le basi della salute - Filippo Campolo

    Le Basi della salute

    Filippo Campolo  2018

    Acidosi, non corretto ph del corpo umano possono portare verso gravi patologie, l’importanza di una corretta alimentazione con cibi probiotici e prebiotici; conoscendo le basi della salute possono mantenere in forma e vitalità, ed evitare malattie gravi, possiamo prevenire questo adottando una corretta alimentazione.

    Buona lettura.

    L'organismo umano attua giornalmente una serie di meccanismi per controllare e mantenere l'omeostasi di numerosi parametri: temperatura,ossigenazione, ph,glicemia.

    Tra tutti questi, quello che necessita di un più rigoroso controllo è il ph, in modo particolare quello sanguigno: in condizioni normali, esso varia entro limiti molto ristretti, in ordine dello 0,015 in più o in meno rispetto al valore standard (medio)di 7,41.

    In alcune fasi, come durante e dopo malattie, o sotto sforzo, tale valore può modificarsi, ma sempre entro limiti molto stretti: poco sopra un pH di 7,45 o poco sotto il 7,35, si manifestano sintomi clinici obiettivabili, sempre più presenti e gravi per arrivare, sopra i 7,80 e sotto i 7,10, al coma e quindi alla morte.

    Con queste premesse è ovvio come l'organismo, davanti a diverse scelte, abbia come obiettivo primario quello del mantenimento di un pH compatibile con la vita, anche a scapito di altri parametri, organi o apparati.

    Questa priorità è di fondamentale importanza per comprendere la genesi di diverse patologie, tra le quali di particolare valore per la loro diffusione l’artrosi,e l’osteoporosi.

    Se il ph sanguigno è pressoché costante, lo è di meno quello di altri distretti corporei: sia quello tissutale che quello urinario e salivare subiscono delle variazioni maggiori, secondo ritmi circadiani.

    Esamineremo in particolar modo quello tissutale e quello urinario.

    Per il primo facciamo riferimento ai liquidi extra cellulari, essendo difficile misurare in vivo il pH intracellulare,che dovrebbe comunque essere intorno alla neutralità ph 7.

    Fasi del ph tissutale.

    Nella prima parte della giornata, cioé la mattina e il primo pomeriggio, l'organismo è in fase catabolica e simpaticotonica, dovendo produrre energia, e gli scarti metabolici sono sempre acidi. Ci troviamo quindi in una fase di acidosi: il tessuto mesenchimale in questo caso, funziona da deposito di scorie, e il pH si abbassa. Quando nel pomeriggio, ma soprattutto la sera, l'organismo passa a una fase parasimpatica e anabolica, i tessuti rilasciano i cataboliti e gli acidi accumulati, passando in alcalosi e il loro ph si innalza.

    Fasi del ph urinario.

    Anche in questo caso il ph oscilla da valori alcalini ad altri acidi e viceversa, ma più sensibili al tipo di alimentazione seguita: al mattino le urine sono acide, in quanto eliminano gli acidi accumulati dall'organismo nella giornata precedente.

    Nel corso della mattinata il ph sale abbastanza nettamente, per calare nuovamente attorno all' ora di pranzo e risalire ancora a metà pomeriggio, rimanendo comunque sempre attorno a un pH neutro.

    Questa fase dura fino a tarda serata con il ritorno della fase acida, a dimostrazione della tendenza all'eliminazione degli acidi prodotti durante la giornata, tanto più l’alimentazione sarà squilibrata, i valori tenderanno verso l’acidosi.

    Il ph urinario risulta quindi uno degli indicatori più affidabili per verificare la presenza o meno di un'iperacidosi tissutale, elemento che non ha riscontro nella normale pratica clinica medica, ma che per i naturopati riveste un particolare valore.

    La causa più comune in assenza di malattie è l' acidosi derivante dall'assunzione di acque acide di pH 7,35 e dall' alimentazione.

    Bisogna innanzitutto distinguere tra cibi acidi e acidificanti: molti cibi (e bevande) che risultano acide alla lettura con il phmetro, nell'organismo portano invece alla formazione di sali alcalini.

    Questo si verifica quando nei cibi sono presenti degli acidi deboli, come quelli della frutta (citrico, malico, tartarico,...), che nella digestione vengono ossidati, formando acido carbonico, un altro acido debole che si dissocia facilmente, formando dei carbonati (per esempio carbonato di sodio, di potassio, di calcio).

    Per dare un esempio, un succo d'arancia commerciale può avere un pH 4,5, mentre una spremuta fresca può arrivare anche a ph 3,57. Nonostante tali valori, sono considerati alcalinizzanti, chiarito questo aspetto, va però detto che alcuni soggetti metabolizzano male questi acidi deboli, in particolar modo al mattino e nella stagione fredda.

    Per combattere l'acidosi si devono consumare quindi soprattutto acque ed alimenti alcalinizzanti.

    Alimenti acidificanti

    cereali, legumi

    carni (tutte)

    pesci,crostacei (tutti)

    albume d'uovo, latte, formaggi (esclusi alcuni)

    porri,cipolla,scalogno

    dolci, alcool, caffé

    Alimenti  alcalinizzanti

    tuorlo d'uovo

    ricotta, yogurt

    verdure(escluse alcune)

    frutta(escluse alcune)

    mandorle

    Questa suddivisione non lascia molti dubbi sul perché siamo quasi sempre in acidosi: la maggior parte dei cibi ha una reazione acidificante, tanto che anche vegetariani e macrobiotici che abbondino in carboidrati e legumi possono andare incontro a iperacidosi.

    Per essere sicuri di avere un'alimentazione non acidificante, bisogna introdurre notevoli quantità di verdura e di frutta più volte al giorno.

    Premesso che stiamo parlando di un'iperacidosi tissutale

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