Missione Lazzaro

Di Angelo Curcio

In una piccola località del sud Italia un vecchio ritardato all’improvviso comincia a parlare di alieni, viaggi interplanetari e civiltà evolute. Nessuno gli dà retta, ma dopo la sua morte un immenso UFO atterra nei paraggi del cimitero.

• Lingua: Italiano
• Editore: editrice GDS
• Data di uscita: 6 feb 2018
• ISBN: 9788867827480

Anteprima del libro

ANGELO CURCIO

MISSIONE LAZZARO

EDITRICE GDS

Angelo Curcio

Editrice GDS

Via Pozzo 34

20069 Vaprio d’Adda-MI

SERIE SCRITTURE ALIENE

TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI

MISSIONE LAZZARO

Angelo Curcio

Dietro ogni matto c’è un villaggio. E un mondo sconosciuto a tutti, qualcosa di alieno an­che a chi questo matto lo incrocia ogni giorno per la strada, gli allunga una sigaretta o qualche spicciolo, magari gli parla anche, gli chiede cosa se ne faccia di un'intera giornata, se provi mai stanchezza o noia o voglia di fare qualcosa di nuovo una volta tanto.

Per le settecento anime che popolavano quel zigzag di stradine e casupole, appiccicato a una altura dell’Appennino lontano dal mare e dall’autostrada, Martino era per corale ricono­scimento il matto ufficiale, quello che non può mai mancare in ogni paese. Ma parlare di follia nel suo caso era pura esagerazione; la sua mente pativa i segni di una forma acuta di meningite contratta quando era ancora bambino, oltre a essere stato praticamente segregato in casa da un padre che a tutto badava tranne che alla sua salute e da una madre che por­tava alle estreme conseguenze tale carcerazione, proibendogli anche di affacciarsi alla fine­stra.

Co­munque se di follia si vuole proprio parlare a proposito del suo caso va detto che non si trattava di una forma maniacale o violenta: Martino era così indifferente alle questioni inerenti il suo prossimo da risultare totalmente innocuo. Solo i bambini dimostrava di guar­darli con un'espressione che, operando una forzatura, si sarebbe potuta anche definire di pallido affetto o almeno di epidermica simpatia. Lo si vedeva puntuale come un cronografo da fer­roviere ogni mattina davanti alla scuola a osservarli varcare il cancello e la stessa