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A trent'anni dall'olocausto
A trent'anni dall'olocausto
A trent'anni dall'olocausto
E-book31 pagine23 minuti

A trent'anni dall'olocausto

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Info su questo ebook

Un plotone di soldati russi è catapultato in Siberia a combattere una colossale razza di predatori alieni. Tuttavia ben presto scopriranno che il vero nemico è molto meno alieno del previsto.
LinguaItaliano
Data di uscita22 feb 2018
ISBN9788867827510
A trent'anni dall'olocausto

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    A trent'anni dall'olocausto - Frank Detari

    FRANK DETARI

    A TRENT’ANNI DALL’OCAUSTO

    EDITRICE GDS

    Frank Detari

    A trent’anni dall’ocausto

    EDITRICE GDS

    Via Pozzo 34

    20069 Vaprio d’Adda-MI

    SERIE SCRITTURE ALIENE

    TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI

    A TRENT’ANNI DALL’OLOCAUSTO

    Frank Detari

    Sono trascorsi trent’anni dall’ultima battaglia e ancora non siamo riusciti a rialzare la testa. Abbiamo combattuto fino all’ultimo respiro, fronteggiando flotte ed eserciti nemici soverchianti, senza mai mollare. Sapevamo di non avere speranze ma teniamo troppo alla nostra libertà, alle nostre terre, alle nostre famiglie.

    Gli alieni si erano fatti vivi già una sessantina di anni prima, inizialmente ci avevano studiato per mezzo di sonde microscopiche che i nostri strumenti intercettavano a fatica.

    Una volta scoperti avevano disseminato le aree urbane di spore, avvelenando e uccidendo milioni di creature viventi. A stento eravamo riusciti a confinare la pandemia, fino alla scoperta del vaccino.

    Erano trascorsi quaranta anni da allora e l’invasione delle spore poteva considerarsi respinta, la vita aveva ripreso a scorrere e le nascite superavano ancora le morti.

    Fu un’illusione.

    Le nostre installazioni di sorveglianza su Eris ben presto captarono un’immensa flotta in assetto di guerra e sapevamo bene dove fosse diretta.

    Lo scontro fu durissimo e onestamente demmo loro fin troppo filo da torcere. Per una nave delle nostre ne cadevano almeno tre delle loro, quei dischi bilobati di metallo incandescente che liquefacevano senza esplodere, solo Dio sa quanti ne abbiamo abbattuti.

    Tuttavia le risorse umane e logistiche scemarono presto, malgrado il valore e l’entusiasmo ci rendemmo conto di essere spacciati. Se distruggevamo cento dischi ce ne portavano davanti mille, mentre i nostri terreni divenivano sterili, le città saltavano per aria, i mari evaporavano e gli ecosistemi mutavano.

    Non paghi d’averci costretti sulla difensiva, presero a scorrazzare indisturbati nelle aree spopolate, costruendo torri, magazzini, serbatoi. Inizialmente a sbarcare furono solo degli enormi, assurdi automi vagamente simili a millepiedi eretti su trampoli. Poi

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