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Il commercio degli orrori
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E-book76 pagine57 minuti

Il commercio degli orrori

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Il traffico internazionale di organi umani è un crimine ancora sottovalutato, nonostante si sia espanso ormai a livello globale. Emigrazioni, guerre e povertà hanno causato lo svilupparsi del mercato nero di organi e tessuti; un business che comporta pochi rischi, ma che rende moltissimo ai vari gruppi criminali che operano praticamente in tutti i continenti. Questo libro analizza il modus operandi dei trafficanti, e mostra una panoramica sintetica dei casi conosciuti e perseguiti penalmente. L'autore inoltre espone alcune idee sul come affrontare e sconfiggere il racket degli organi umani.
LinguaItaliano
Data di uscita18 apr 2018
ISBN9788827826621
Il commercio degli orrori

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    Anteprima del libro

    Il commercio degli orrori - Ivan Maffei

    orrori

    Introduzione

    Il traffico di organi umani è diventato ormai un problema a livello globale. In considerazione dell’ampiezza e della complessità di questo problema, alcune organizzazioni intergovernative hanno sviluppato negli ultimi due decenni, quadri giuridici specifici allo scopo di prevenire e combattere il traffico di organi. Il più recente è la Convenzione del Consiglio d’Europa contro il Traffico di Organi Umani (2015). A livello nazionale, almeno cinquantacinque Paesi hanno una legislazione specifica che vieta la commercializzazione di organi.

    I due principali motivi che giustificano il divieto sono: la mercificazione del corpo umano e lo sfruttamento di persone vulnerabili. Nonostante la crescente consapevolezza del problema, la realtà del commercio internazionale di organi umani non è ben compresa a causa della scarsità di dati, e anche della mancanza di sforzi per integrare le informazioni disponibili. Il trapianto di organi può essere considerato come una delle più grandi scoperte mediche del ventesimo secolo. Sfortunatamente oggi molti pazienti muoiono prima di ricevere un trapianto, a causa della mancanza di disponibilità di organi. La discrepanza tra domanda e offerta di organi è diffusa in tutto il mondo. La maggior parte delle donazioni proviene da persone decedute o viventi che hanno dato il consenso all’espianto, ma il numero di persone che ha fatto questa scelta è comunque insufficiente. Dal primo intervento chirurgico riuscito, circa sessant’anni fa, i trapianti di organi hanno salvato migliaia di vite ogni anno. Più di centomila trapianti sono effettuati annualmente, ma almeno il dieci per cento di queste operazioni è eseguito illegalmente attraverso il mercato nero.

    Negli ultimi anni la carenza di organi è aumentata rapidamente, a causa dell’insorgere di malattie renali e per la mancanza di donatori. Il tempo medio d’attesa per ricevere un rene è da due a cinque anni, tuttavia una notevole parte di questi pazienti non riceve mai il trapianto, e quindi è destinata a morire. Per questo motivo, molte persone disperate ricorrono al cosiddetto turismo dei trapianti nel tentativo di salvare la propria vita, ma al tempo stesso alimentando il traffico illegale di organi. Si stima che il mercato nero degli organi generi profitti tra seicento e milleduecento milioni di dollari l’anno. Il tasso di sopravvivenza dei pazienti trapiantati è aumentato significativamente negli ultimi decenni. Per molto tempo la donazione di reni da persone viventi è stata comunemente limitata ad adulti correlati geneticamente. Grazie ai progressi nella tecnologia dei trapianti, il ventaglio di possibili donatori si è espanso dai soli consanguinei, ad amici, conoscenti e anche donatori anonimi. In questo caso bisogna dire che il trapianto sta diventando vittima del proprio successo, alimentando il desiderio di alcune persone di commerciare e vendere. Di conseguenza, accanto a un altruistico sistema di approvvigionamento, coesiste un mercato nero per soddisfare una domanda sempre più crescente.

    L’accesso dei pazienti al trapianto di organi tuttavia varia in base alle legislazioni nazionali, ed è in parte determinato dal costo dell’assistenza sanitaria, dal livello di capacità tecnica, e soprattutto dalla disponibilità di organi. In alcuni Paesi, lo sviluppo di un programma di donazione di organi da persone decedute è ostacolato da fattori socio-culturali, legali e di altro tipo. Anche nei Paesi sviluppati, dove i tassi di donazione tendono a essere più alti che altrove, gli organi non riescono a soddisfare la crescente domanda. Il termine traffico di organi raggruppa una serie di attività illegali che hanno lo scopo di commercializzare organi e tessuti umani ai fini del trapianto. Comprende la tratta di persone con l’intento di rimuovere i loro organi, conosciuta con la sigla THBOR (trafficking in human beings for the purpose of organ removal), e il turismo dei trapianti, dove i pazienti viaggiano all’estero per cercare un donatore a pagamento; il traffico di organi, tessuti e cellule (OTC ovvero organs, tissues and cells), che si riferisce a transazioni commerciali che riguardano parti del corpo umano rimosse da persone viventi o decedute. Eticamente e giuridicamente gli organi umani non dovrebbero essere trattati come merci che possono essere comprate e vendute, tuttavia il potenziale ricevente dell’organo può effettivamente considerarlo come un oggetto che salverà la sua vita.

    In realtà la donazione e la vendita di organi non sono pratiche moralmente equivalenti. La donazione non comporta realmente la mercificazione, perché l’organo del donatore non è soggetto a una transazione commerciale, non è vendibile. E’ proprio nel momento in cui l’organo di una persona viene etichettato con un prezzo, e immesso sul mercato per la vendita, che emerge la mercificazione. L’offerta di una somma di denaro in cambio di un organo, trasforma radicalmente una relazione di donazione in una transazione commerciale. I donatori di organi non fanno più dono della vita, ma diventano venditori di un oggetto che non è niente di meno che una parte del proprio corpo. E’ interessante notare che la logica del mercato che circonda la pratica

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