Miti, leggende e folklore dell'Indonesia
Di Ivan Maffei
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Anteprima del libro
Miti, leggende e folklore dell'Indonesia - Ivan Maffei
dell’Indonesia
Introduzione
L’Indonesia è uno Stato del sudest asiatico composto da 13466 isole che si estendono per circa cinquemila kilometri dall’Asia sud-orientale all’Australia. Il più grande stato-arcipelago del mondo conta una popolazione di circa 270 milioni di abitanti, e 360 diversi gruppi etnici che parlano in tutto 719 lingue e dialetti. E’ la quarta nazione più popolosa al mondo dopo la Cina, l’India e gli Stati Uniti e prima del Brasile, e il più popoloso Paese a maggioranza musulmana.
Il nome Indonesia trae origine da due parole greche: Indos
, che significa India, e Nesos
, che vuol dire isole. Il motto del Paese, Bhinneka Tunggal Ika (in lingua giavanese significa uniti nella diversità
, o letteralmente molti ma uno
), rappresenta la sfida affrontata da una nazione che comprende decine d’importanti gruppi etnici e centinaia di minori. Il motto sottolinea la solidarietà del popolo indonesiano nonostante le molte differenze culturali ed etniche. Sebbene alcune regioni abbiano movimenti separatisti attivi, esiste generalmente un forte senso di unità nazionale. Lo stemma del Paese presenta un "garuda", la mitica aquila della religione indù, stringendo uno stendardo con il motto nazionale nei suoi artigli. Le diciassette piume su ogni ala, otto sulla coda, e quarantacinque sul collo rappresentano la data della proclamazione dell’indipendenza indonesiana: il 17 agosto 1945.
Pancasila
Pancasila è il pensiero filosofico su cui si fonda la moderna Indonesia. L’etimologia della parola deriva dal sanscrito; il termine panca
significa cinque, mentre sila
sono i principi. Fu adottata da alcuni politici, tra cui Sukarno, per la redazione della costituzione indonesiana nel 1945. Essa comprende cinque principi ritenuti inseparabili e interdipendenti, e considerati i pilastri della nazione:
Fede nell’unico e solo Dio
Giustizia e civiltà umana
Unità dell’Indonesia
Democrazia guidata dalla saggezza interiore dell’unanimità, derivata dalle delibere dei rappresentanti
Giustizia sociale per tutto il popolo indonesiano.
Un Paese unico
L’Indonesia è una terra di grande varietà. Nella giungla di un’isola, un uomo tatuato membro di una tribù, rema lentamente mentre con la sua canoa va in cerca di pesce per la cena. Su un’altra isola, una giovane ragazza prepara un’offerta di fiori per le divinità indù, prima di andare a scuola lungo un sentiero tra verdi risaie. In una grande città di una terza isola, un reporter attende nella sua auto imbottigliato nel traffico, mentre si reca in uno studio televisivo dove trasmette le notizie via satellite. In una piccola città su un’altra isola, le famiglie musulmane sono svegliate dalla voce trasmessa da un altoparlante che chiama alla preghiera.
Le isole dell’Indonesia comprendono piccoli villaggi di pescatori, città affollate, paesini tra le montagne, fumanti vulcani, spiagge fiancheggiate da palme ondeggianti e molto altro ancora. I diversi gruppi etnici vivono nelle isole, ognuno con la propria lingua, cultura e stile di vita. Alcuni sono moderni abitanti delle città, mentre altri vivono in un modo che non è cambiato molto in centinaia di anni. Numerose isole sono molto piccole, e non coprono più di 2,6 kilometri quadrati, alcune sono disabitate. Eppure il territorio indonesiano comprende anche parti di due delle più grandi isole del mondo. La nazione condivide l’isola del Borneo con Malesia e Brunei; in Indonesia i due terzi del Borneo sono noti come Kalimantan
. Una metà dell’isola della Nuova Guinea appartiene all’Indonesia ed è chiamata Irian Jaya
o Papua Occidentale. L’altra metà è una nazione conosciuta come Papua Nuova Guinea. Altra isola condivisa , ma di dimensioni minori, è Timor, il cui territorio è diviso tra lo Stato indipendente di Timor Est e la provincia indonesiana di Nusa Tenggara Orientale. Delle isole completamente indonesiane, le tre più grandi sono Sumatra, Java e Sulawesi. Sumatra, la più grande e più occidentale, si trova vicino alla Malesia. Java è separata da Sumatra dallo Stretto della Sonda, mentre Sulawesi si trova a nord-est di Java. L’isola più conosciuta, soprattutto dai turisti occidentali, è Bali, situata a soli otto kilometri a est di Java. La particolarità dell’isola di Bali è legata al fatto di essere l’unica con una società di religione indù al di fuori dell’India. Più a nord si trova un gruppo d’isole chiamate Molucche; durante il sedicesimo secolo, queste isole fornivano spezie preziose all’Europa, e furono al centro di un conflitto tra diversi Paesi che cercavano di avere il predominio sugli affari commerciali.
Circa sei indonesiani su dieci vivono a Java, rendendo quest’isola uno dei luoghi più affollati al mondo. I giavanesi solo il gruppo etnico più grande in Indonesia, e la sua cultura è molto ricca e antica, risalendo a circa mille anni fa. Un tempo l’isola di Java era divisa in diversi regni, ognuno col proprio re o sultano. Due corti reali esistono ancora oggi a Yogyakarta e Surakarta (chiamata anche Solo). In palazzi sfarzosi si mantengono vive la danza, il teatro e le arti dell’antica cultura giavanese.
Cenni di storia
La storia umana in Indonesia risale almeno a 1,5-1,8 milioni di anni fa, come dimostra il fossile di Homo Erectus denominato Uomo di Java
, scoperto nel 1891. Prove archeologiche suggeriscono che l’Homo Sapiens abbia attraversato ponti terrestri che collegavano le odierne Filippine all’Indonesia in epoca pleistocene. Potrebbero aver incontrato un’altra specie umana, gli "Hobbit", chiamati così per la bassa statura, dell’isola di Flores; l’esatto collocamento tassonomico dell’Homo Floresiensis è ancora in discussione, ma sembra comunque essersi estinto circa diecimila anni fa. Gli antenati dei moderni indonesiani hanno raggiunto l’arcipelago circa quattromila anni fa, provenienti da Taiwan secondo alcuni studi sul DNA. I popoli melanesiani hanno già abitato in Indonesia, ma furono rimpiazzati dagli austronesiani, che arrivarono in gran numero nell’arcipelago. I regni indù sorsero a Java e Sumatra già nel 300 a.C. sotto l’influenza dei commercianti provenienti dall’India. Nei primi secoli a.C., i governanti buddisti controllavano anche le aree di quelle stesse isole. Non si sa molto su questi primi regni, a causa della difficoltà di accesso per le squadre archeologiche internazionali. Nel settimo secolo, il potente regno buddista di Srivijaya sorse a Sumatra. Controllava gran parte dell’Indonesia fino al 1290, quando fu conquistata dagli indù dell’impero Majapahit di Java (1290-1527), che unì la maggior parte della moderna Indonesia e della Malesia. Anche se si trattava di una regione di grandi dimensioni, Majapahit era più interessato a controllare le rotte commerciali che i guadagni territoriali.
Nel frattempo, i commercianti islamici introdussero la loro fede agli indonesiani intorno all’undicesimo secolo. L’Islam si diffuse lentamente in tutta Java e Sumatra, sebbene Bali rimanesse a maggioranza indù. In Malacca, un sultanato musulmano governò dal 1414 fino a quando fu conquistata dai portoghesi nel 1511. I portoghesi presero il controllo di alcune parti dell’Indonesia nel sedicesimo secolo, ma non avendo sufficiente potere per gestirle, persero la loro leadership, e furono sostituiti dai ricchi olandesi, che si inserirono nel proficuo commercio delle spezie dal 1602. I portoghesi furono relegati nell’attuale territorio di Timor Est.
Durante il ventesimo secolo, il nazionalismo crebbe nelle Indie Orientali olandesi. Nel marzo 1942, i giapponesi occuparono l’Indonesia espellendo gli olandesi. Inizialmente accolti come liberatori, i giapponesi erano brutali e oppressivi, catalizzando il sentimento nazionalista in Indonesia. Dopo la sconfitta del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, gli olandesi cercarono di tornare nella loro colonia più preziosa. Il popolo indonesiano combatté una guerra d’indipendenza di quattro anni, ottenendo piena libertà nel 1949 con l’aiuto delle Nazioni Unite. I primi due presidenti in Indonesia, Sukarno (1945-1967), e Suharto (1967-1998), erano autocrati che facevano affidamento sull’esercito per rimanere al potere. Dal