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Endometriosi: Stile di vita ed alimentazione
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E-book139 pagine1 ora

Endometriosi: Stile di vita ed alimentazione

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Info su questo ebook

Il libro nasce per ottimizzare con l'alimentazione la cura dell'endometriosi, malattia cronica invalidante che porta all'infertilità, riportando gli aggiornamenti della ricerca sulla terapia medica e chirurgica nella gestione della malattia, è le strategie di alimentazione per ridurre i sintomi e l'evoluzione della stessa.

L'Autore
Alberto Cataldi nato nel 1965, medico-chirurgo, autore di ebook fantasy e scientifici. 
LinguaItaliano
Data di uscita21 apr 2019
ISBN9788832584448
Endometriosi: Stile di vita ed alimentazione

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    Anteprima del libro

    Endometriosi - Alberto Cataldi

    essenziale

    Premessa

    Questo libro nasce con il proposito di coadiuvare con l’alimentazione, la terapia medica e chirurgica nella cura dell’endometriosi, nel chiarire alcuni aspetti della malattia, che fino a pochi anni fa era misconosciuta nella stessa classe ginecologica, anche se causa di infertilità. Voglio ricordare che il mese di marzo è stato dedicato all’endometriosi: Time to end the silence (24 marzo 2018). Spesso il dolore mestruale e sottovalutato in quanto ritenuto fisiologico, ma negli ultimi vent’anni sono stati fatti passi da gigante nel riconoscere, nelle caratteristiche del dolore, aspetti peculiari per porre diagnosi di endometriosi. Personalmente come chirurgo, anche se non sono specializzato in ginecologica, mi sono imbattuto spesso in diagnosi di endometriosi ed all’inizio ahime! la mia scarsa preparazione culturale data dall'università non mi permetteva di comprendere affondo la malattia, fin quando un giorno, durante un ecografia addome eseguita su una donna di 20 anni, evidenziai un nodulo di endometriosi peri-ovarica, questo mi portò in disputa con i colleghi ginecologici, a tal punto da litigare, poiché avevo eseguito vari corsi sulla materia per imparare a riconoscerla in tempi tecnici utili durante le richieste di consulenza. Questa ragazza che non soffriva di alcuna malattia, ad eccezione del dolore mestruale, che stava diventando invalidante, si rivolse per l’ennesima volta al ginecologo di fiducia ed al pronto soccorso, ma dimessa con diagnosi presunta di verosimile appendicopatia. Quel giorno in pronto soccorso fui chiamato in consulenza chirurgica e non convinto ed avendo adesso la cultura sufficiente per comprendere, eseguì personalmente l’ecografia addome, osservando questo piccolo nodulo para-ovarico destro in rapporto con la regione appendico-ciecale. Ovviamente ricontattai il collega ginecologo che l’aveva già valutata in precedenza, che quel giorno era in turno in ospedale, il quale disse che aveva l’appendicite cronicizzata, ma i dati clinico anamnestici ed anche volendo associare emocromo e proteina c reattiva (indice di infiammazione), erano altamente discordanti. Allora decisi di far eseguire alla paziente i marcatori, progesterone e ca 125 ed una Risonanza pelvica, promettendogli che appena avendo gli esami di contattarmi, dandole un adeguata copertura antidolorifica. Gli esami eseguiti condussero a confermare non solo il nodulo, ma altre lesioni meno evidenziabili all’ecografia eseguita in pronto soccorso in una persona non preparata per eseguire l’esame, vi era anche un alterazione del ca 125 (marcatore aspecifico), ma pur proponendo il caso ai colleghi ginecologo, fui francamente snobbato, come incompetente sulla materia; la paziente nel frattempo peggiorava erano passati dei mesi e chiesi di rivolgersi ad un centro che seguiva le endometriosi e qui il miracolo! Sua figlia è affetta da endometriosi,… queste sono le cure oggigiorno,… Rimasi scioccato, ma anche contento dell’esito del centro specializzato, ma l’imbarazzo medico era enorme,… considero che la paziente, prima della mia visita era stata visitata da sei ginecologi diversi e nessuno si era posto il problema. Questo avveniva quindici anni fa circa e mi porto ad affinare non solo la diagnostica ma anche ulteriori possibilità di cure che non fossero la chirurgia o la terapia ormonica, fino a portarmi alla stesura di questo testo. Alla base vi era l’eziopatogenesi da inquadrare, tutt’ora nel mondo è stata condotta tanta ricerca, eppure tanti aspetti sono poco chiari. Ma in questo breve testo vorrei sintetizzare le problematiche e la possibilità di curare o meglio di ottimizzare la cura con lo stile di vita alimentare esponendo ciò che la terapia medica e chirurgica offre oggigiorno a tal riguardo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) porta a spiegare che sono 4 i fattori che intervengono nell’eziopatogenesi delle malattie: - Stile di vita (al primo posto oltre: attività fisica aerobia e alimentazione adeguata curando le combinazioni alimentari). - Genetica (riconoscimento di geni coinvolti nel processo, ma i geni devono essere attivati, la domanda fu: oltre a virus e batteri, che ruolo gioca la chimica alimentare?). - Ambiente (inquinamento chimico, radiante, etc). - Servizi sanitari (diagnosi precoce, prevenzione ed adeguate cure). L’agire su questi quattro fattori ottimizzandoli porterebbe a migliorare non solo la prognosi (andamento nel tempo della malattia, sia positivo o negativo), ma anche la cura delle malattie, inclusa l’endometriosi. L’endometriosi pur non essendo un tumore è una patologia subdola e si comporta come se fosse un tumore, chiarisco il concetto, no si accontenta di stare in un posto ma si diffonde a volte in organi a distanza, vi sono persone che nascono con focolai ectopici di endometriosi. A tal proposito come scopo introduttivo al libro ricordo il caso di una ragazzetta di 14 anni, per la quale fui contattato in consulenza come chirurgo vascolare, per una trombosi ascendente pelvico-cavale inferiore con embolia polmonare. Sapete il primo campanello, vista l’età, si rivolse ai fattori coagulativi, ma vi garantisco che all’inizio non supposi che potesse avere un endometriosi congenita, ricordo un particolare che la ragazza dimostrava, un aspetto più maturo della sua età, a tal proposito ebbe già rapporti sessuali l’anno prima con un ragazzo più grande di lei (causa traumatica). Dopo aver impostato la terapia in accordo con il collega della rianimazione, riguardai con calma le immagini dell’angiotc toraco-addominale, a cui era stata sottoposta e l’attenzione fu richiamata da due aspetti: il primo che la trombosi iliaca originava dalla vena ovarica ed il secondo che il trombo cavale non aveva embolizzato in quanto adeso alla parete, a livello polmonare si osservava una massa di dubbia interpretazione, di cui il radiologo non sapeva dare ulteriori delucidazioni, a tal punto che alla risoluzione del quadro trombotico in acuto e il proseguo con cumadin, all’epoca non esistevano i farmaci anticoagulanti orali di nuova generazione (NAO), decisi di parlare con il collega del centro dell’endometriosi dopo una ricerca accurata dei dati in letteratura. Il collega fu scettico sulla mia ipotesi diagnostica, ma confermò che già a 14 anni con menarca (prima mestruazione) a 12 anni poteva essere presente endometriosi ovarica e peri-uterina con impegno del ligamento retto-vaginale (zona tra vagina e retto), concluse dicendo che il quadro ben esteso per l’età della ragazza, ma sapendo della sua pregressa attività sessuale ancora presente, getto anche il concetto di verosimilmente mista: congenita e post-traumatica. Dopo la dimissione fu inviata in un centro ad alta specializzazione per un sospetto tumore polmonare, ma la meraviglia fu quando a livello polmonare l’istologico fu di endometriosi. Persi i dati sulla paziente in quanto, fu inviata in un centro al nord Italia per la gestione del raro caso. Ho riportato questo caso per ricordare che la malattia è subdola ed insidiosa, puo' dare dolori lancinanti ed astenia marcata, a tal punto da dover ricorrere ad un parere psichiatrico, per psicosi primitiva. Vedremo nel testo che essa si correla non solo a fenomeni autoimmunitari, ma anche con una componente psicogena con riflessi su colon irritabile, gastrite, fibromialgia, etc. Ma ricordo a tutti che prima di condannare una donna con l’etichetta di malattia mentale, ricordiamo che i foci di endometriosi producono terminazioni libere di fibre dolorifiche molto, molto dolorose. Dunque per tutte le donne, ricordate che questa malattia è da eradicare, come una vera epidemia, vista anche l’alta incidenza nelle pazienti civilizzate ed inoltre le razze predisposte sono la bianca e la giapponese. Entreremo in dettaglio nel testo, sperando che sia gradita la lettura e mi scuso anticipatamente se troverete errori di scrittura, ma spesso nella conversione avvengono, comunque darò attenzione a tale aspetto, ringrazio tutti quanti per la comprensione e vi auguro buona lettura.

    Introduzione

    Nel 2017 l’Italia riconosce l’endometriosi come malattia invalidante, creando una legge che tutela lo stato di salute della donna portatrice e nei casi gravi fornendo un invalidità riconosciuta dallo stato. L’endometriosi rappresenta una delle patologie femminili più strettamente correlate all’infertilità. Essa viene caratterizzata dalla presenza in sede diversa della cavità uterina, dell’endometrio ovvero la mucosa che ricopre all’interno la cavità uterina. La localizzazione esterna a tale organo è caratterizzata da infiammazione e sintomi dolori a volte cosi importanti da portare al collasso la paziente ed a renderla, se non adeguatamente gestita, incapace di svolgere le comuni azioni quotidiane sia personali che lavorative. Nel 2015 il Ministero della Salute Pubblica riporta nel Piano di fertilità dei dati sconcertanti: Il 5-10% delle donne in età fertile era affetta da endometriosi; Il 25-40% delle donne infertili era portatrice di endometriosi; Il 60-70% delle donne con dolore pelvico cronico era affetta da endometriosi. La malattia spesso compare in età post-menarcale, ma il picco di incidenza si manifesta tra i 25 e 35 anni (ritardo diagnostico). La diagnosi di endometriosi spesso è tardiva in quanto associata a varie patologie che minimizzano i sintomi. La diagnosi tardiva espone la donna ad un rischio di

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