Il simposio di Venere
Di AA. VV.
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Info su questo ebook
L’attività che ha coinvolto circa cento studenti del triennio liceale è stata concepita come un nuovo modo di svolgere l’Alternanza, perché questa si trasformi per gli studenti in un’occasione di accrescimento culturale in linea con il loro percorso di studi. Questo progetto pilota si è sviluppato a partire da un ciclo di lezioni dedicate alla letteratura, all’arte, al cinema e al diritto, tenute da insegnanti ed esperti in varie discipline e animate dall’espressiva lettura dei testi da parte dei giovani attori della compagnia Teatro Rumore. Gli studenti che hanno partecipato hanno poi approfondito le tematiche trattate attraverso un lavoro di ricerca in biblioteca, base per l’elaborazione di testi narrativi originali, confluiti nella presente pubblicazione Il simposio di Venere.
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Anteprima del libro
Il simposio di Venere - AA. VV.
Webgrafia
Presentazione del progetto
La Bellezza ispiratrice è un progetto di Alternanza Scuola Lavoro che nasce dalla collaborazione tra due istituzioni pubbliche, la Biblioteca di Torre del Lago (Lu) e il Liceo Classico e Linguistico Giosuè Carducci di Viareggio (Lu), con la Giovane Holden Edizioni.
L’attività che ha coinvolto circa cento studenti del triennio liceale è stata concepita come un nuovo modo di svolgere l’Alternanza, perché questa si trasformi per gli studenti in un’occasione di accrescimento culturale in linea con il loro percorso di studi. Questo progetto pilota si è sviluppato a partire da un ciclo di lezioni dedicate alla letteratura, all’arte, al cinema e al diritto, tenute da insegnanti ed esperti in varie discipline e animate dall’espressiva lettura dei testi da parte dei giovani attori della compagnia Teatro Rumore. Gli studenti che hanno partecipato hanno poi approfondito le tematiche trattate attraverso un lavoro di ricerca in biblioteca, base per l’elaborazione di testi narrativi originali, confluiti nella presente pubblicazione Il simposio di Venere. Fondamentale, a tale proposito, è stato il contributo dato dalla responsabile per l’Alternanza Scuola Lavoro del Liceo Carducci che ha realizzato le immagini a corredo delle varie sezioni del libro; importante anche il contributo di alcuni alunni della scuola, e di uno studente del Politecnico di Milano che ha realizzato la brochure di presentazione del progetto.
La biblioteca di Torre del Lago ha assunto un ruolo centrale in quanto ha permesso agli studenti coinvolti di conoscere la sua organizzazione interna, la gestione dei libri, il funzionamento dei servizi all’utenza, ed è stata vissuta come luogo di ricerca, di recupero del materiale necessario e di studio, ma anche come spazio di aggregazione e coinvolgimento al progetto stesso. Altro aspetto fondamentale è stato l’approfondimento dei metodi di scrittura creativa tramite la sperimentazione e la produzione di testi originali, affidando agli studenti l’impegnativo ruolo di scrittori in erba. In questa fase del percorso il rapporto con l’editore ha permesso ai ragazzi di accostarsi al mondo dei libri e di conoscere le regole editoriali. Non di secondaria importanza sono state la valorizzazione delle competenze comunicative e relazionali necessarie per lavorare in team e lo sviluppo di competenze di tipo operativo, quali il rispetto delle tempistiche, l’autonomia nel lavoro e l’uso di strumenti informatici. Sicuramente un progetto valido che ha dimostrato come la collaborazione tra le varie istituzioni possa riuscire a trasformare momenti culturali in importanti occasioni di accrescimento individuale per i nostri studenti, futuri cittadini del domani.
La bellezza: storia di una parola
Mario Cristiano Regali
Scopo del mio contributo al progetto La Bellezza ispiratrice è stato quello di fornire agli studenti, impegnati in un’attività di produzione letteraria, un sintetico quadro sul concetto di Bellezza che, partendo dal mondo greco e romano e arrivando al Romanticismo, potesse toccare argomenti e autori a loro accessibili attraverso lo studio scolastico. Senza avere la pretesa – assurda e comunque non alla mia portata – di delineare una Storia della Bellezza come in anni non lontani ha fatto Umberto Eco, ho proposto alcuni temi, partendo proprio dalla storia stessa della parola.
Il vocabolario Treccani porta questa definizione:
Bellézza s.f. [der. di bello ] - L’essere bello qualità di ciò che è bello o che tale appare ai sensi e allo spirito: la b. è una specie di armonia visibile che penetra soavemente nei cuori umani (Foscolo).
I Greci indicarono la bellezza con un neutro tό κάλλος tendendo sempre ad associarla a qualche altra qualità: la poetessa Saffo (49 Diehl) [1] associa, ad esempio, la bellezza momentanea delle forme alla bellezza duratura dell’anima. Da Platone derivano due definizioni della Bellezza che rimarranno fondamentali: Bellezza come armonia e proporzione (ἀναλογία, Timeo 31c) [2] e Bellezza come splendore ( κάλλος λαμπρόν , Fedro 250b). [3]
La Bellezza come Proporzione si realizza passando dal concetto di numero alla dimensione geometrico-spaziale. Il concetto di armonia, numerica e musicale, passa attraverso la trattatistica tardo antica di lingua latina al Medio Evo e quindi al Rinascimento. Policleto (V secolo a.C.) è autore di un trattato, purtroppo noto solo per frammenti e citazioni da altri testi, il Canone, che, partendo dallo studio delle giuste proporzioni nell’anatomia umana, fissa l’ideale classico di Bellezza nelle arti figurative (e anche nell’architettura) basandolo sulla proporzione delle membra. La Bellezza come Proporzione, ovvero la Bellezza come risultato di una rappresentazione che soddisfa alle esigenze di proporzione e decorum può anche considerarsi, nel campo delle arti figurative, il fondamento della teoria delle proporzioni fondata da Leon Battista Alberti ( De Pictura 2,36 sqq.) [4] e ulteriormente sviluppata da Leonardo da Vinci e Albrecht Dürer.
Nel trattato Sulla Bellezza
( Enneadi I, 6) [5] il filosofo neoplatonico Plotino mette invece in rilievo l’aspetto della Bellezza illustrato nel Fedro : partendo dalla constatazione che la bellezza della luce del sole – o lo splendore notturno delle stelle – non deriva da una simmetria delle parti, afferma che
[…] la semplice bellezza di un colore è data da una forma che domina l’oscurità della materia, dalla presenza di una luce incorporea che altro non è che ragione e idea.
Sempre lungo questa direttrice Dante ( Convivio , cap. III) [6] intende la Bellezza come splendore dell’intima perfezione dell’anima e, nel XV secolo, Marsilio Ficino, riallacciandosi alla dottrina platonica, intende la Bellezza come manifestazione di Dio nel mondo e il rapporto uno-molteplice viene scandito secondo i temi della Bellezza, dell’Amore, della Dilettazione (di qui una gamma vastissima di motivi svolti poi dalla trattatistica cinquecentesca).
Nella storia della Bellezza, un ruolo importante gioca l’antitesi con il Sublime. Nel XVII secolo, soprattutto in Inghilterra e Francia, gode di buona fama un piccolo trattato di un autore greco del I secolo, che definisce Sublime ciò che esprime nobili e grandi passioni che avvicinano e coinvolgono, in un unico afflato sentimentale, sia chi concepisce sia chi fruisce un’opera d’arte. Il Sublime inizialmente non è visto come un fenomeno naturale ma come un effetto dell’arte finalizzato a procurare piacere e richiede quindi il rispetto di precise regole: lo stile sublime è consono ad argomenti alti e a nobili passioni ed esige, di conseguenza, un linguaggio elevato.
Nel XVIII secolo, per contro, il Sublime viene associato alla Natura e non è più un’esperienza legata all’arte e soggetta quindi a rigide regole. L’associazione del Sublime alla potenza illimitata della Natura, porta a privilegiare anche aspetti dolorosi o terrificanti, da cui la domanda: l’aspetto informe della natura può generare Bellezza? Un politico e scrittore inglese Edmund Burke, affronterà il problema