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Attualità del “Cuore” di De Amicis e Una stretta di mano a Pinocchio
Attualità del “Cuore” di De Amicis e Una stretta di mano a Pinocchio
Attualità del “Cuore” di De Amicis e Una stretta di mano a Pinocchio
E-book104 pagine1 ora

Attualità del “Cuore” di De Amicis e Una stretta di mano a Pinocchio

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L'autore ha saputo stabilire un legame tra due romanzi: soluzione

adottata per recuperare le critiche ingiuste. Grazie a tale

sintesi, l'uno e l'altro romanzo avanzano in una prospettiva di lettura

senza limiti di tempo.
LinguaItaliano
Data di uscita9 giu 2021
ISBN9791220339261
Attualità del “Cuore” di De Amicis e Una stretta di mano a Pinocchio

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    Anteprima del libro

    Attualità del “Cuore” di De Amicis e Una stretta di mano a Pinocchio - Adolfo Martuscelli

    fanciulli

    PREFAZIONE

    di Adolfo Braga

    Innanzitutto mi preme chiarire che questa prefazione me l’ha chiesta una delle curatrici del saggio Attualità del Cuore di De Amicis e Una stretta di mano a Pinocchio, ovvero Maria Martuscelli una collega di lavoro con cui condividiamo un’esperienza importante di formazione.

    La lettura del libro, appunto, mi ha evocato questa esperienza legata alla determinazione dell’Università di Teramo di formare tanti aspiranti docenti delle scuole di primo e secondo grado.

    Come De Amicis ci suggerisce, l’educatore (colui che dà forma e porta in emersione i saperi impliciti) attribuisce un significato al rapporto con gli altri, dando un’importanza determinante alla parola.

    Così come De Amicis utilizza le parole scegliendole con precisione, nel caso della formazione dei docenti i costrutti teorici sono alimentati di parole che esaltano le esperienze delle persone, portando in emersione emozioni, desideri, resistenza e storie. In definitiva, un approccio autobiografico, alla stessa stregua di alcune prose dell’Ottocento, che mettono in evidenza l’importanza della scrittura, l’entrare nell’anima dei personaggi, con la passione per la realtà e la ricerca costante dell’attualità. Lo stesso incipit in Cuore - Oggi primo giorno di scuola - oppure - Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna - ci dimostra che possono arrivare informazioni chiare, semplici, precise e corrette in un tempo breve; esattamente come avviene con le storie di vita degli adulti che entrano in formazione.

    Una scrittura, quella di De Amicis, che permette al lettore di trovarsi bene nella comprensione di quei messaggi che oggi potremmo chiamare di educazione alla cittadinanza (una volta chiamata educazione civica). L’educazione di un popolo si giudica innanzi tutto dal contegno ch’egli tiene per la strada. Dove troverai villanie per le strade troverai villanie nelle case.

    De Amicis è stato un precursore dello spirito della Costituzione che, dopo oltre 60 anni, divenne un giacimento etico, politico e culturale, con la singolare caratteristica di fondere, in una visione unitaria i diritti umani e l’identità nazionale, l’articolazione autonomistica e l’apertura sovranazionale.

    L’attualità di De Amicis la ritroviamo oggi con l’approvazione della Legge 20 agosto 2019, n.92 Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica, per promuovere il senso civico dei giovani cittadini, anche in considerazione degli emergenti fenomeni di bullismo, cyber bullismo, dipendenze, comportamenti aggressivi e antisociali. Secondo questa Legge la conoscenza della Costituzione italiana deve essere curata in ogni ordine e grado di scuola, a partire dalla scuola dell’infanzia, per sviluppare competenze ispirate ai valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione e della solidarietà.

    Edmondo De Amicis oggi riscriverebbe il suo capitolo La strada e il padre direbbe al figlio: La scuola è chiamata a educare in modo critico sul principio di sussidiarietà (secondo cui gli interventi necessari sono fatti dalle istituzioni più vicine ai cittadini), su una cittadinanza pluralista, ovvero senza che una visione esasperata del singolo livello si ponga a danno degli altri. Questo sarebbe il nuovo catechismo civile della società italiana, e il nuovo contributo alla formazione del carattere nazionale farebbe riferimento all’avanzata della globalizzazione (o mondializzazione), che produce un moto di ripiegamento sul locale, esasperando la dialettica tra il globale e il locale, sintetizzata nel neologismo ‘glocal’ (‘global’ + ‘local’).

    L’autore di Cuore sarebbe preoccupato del noi che si fa sempre più piccolo, mentre la natura dei problemi esistenziali, sociali, ecologici e politici richiede che si dilati sempre più, fino ad includere tutta l’umanità. Ciò vale non solo sul piano concettuale, ma anche sociologico, etico e sociale, nella prospettiva di solidarietà sempre più lunghe.

    Maria Martuscelli, Angela Martuscelli e Vito Claps, nel curare il saggio di Adolfo Martuscelli, mettono in verità sotto i riflettori due libri che si caratterizzarono nell’Italia risorgimentale e che entrarono in quasi tutte le case degli italiani; fanno riferimento al racconto di Collodi Pinocchio e, appunto, al racconto di De Amicis Cuore.

    Mi preme, in questa mia prefazione, sottolineare il valore pedagogico dei due romanzi.

    Nel caso di Collodi l'autore non descrive l'infanzia come una fase felice della vita, ma come un momento in cui sono presenti sofferenza e miseria: Pinocchio, infatti, non apprende dalle situazioni vissute e finisce per ripetere i propri errori, cacciandosi, ogni volta, in avventure ancora più rischiose. Nel romanzo di Pinocchio c’è durezza, un'allegoriadellasocietàmoderna, uno sguardo impietoso sui contrasti tra rispettabilità e libero istinto, un realismo espresso attraverso elementi magici e fantastici.

    Collodi, nel suo romanzo, inserisce ammonizioni e riflessioni di carattere moralistico: invita Pinocchio a rinunciare alle perdite di tempo per dedicarsi allo studio, al duro lavoro e al risparmio, ad evitare le cattive compagnie. Proprio considerando questi insegnamenti, il libro può essere considerato un piccoloromanzo di formazione. Tuttavia, le esperienze negative e i buoni consigli della fata turchina lo conducono sulla retta via: avendo capito l'importanza dello studio e del lavoro, il burattino viene così trasformato in un bambino.

    Questo approccio è antesignano della pedagogia innovativa che rimanda al concetto di pedagogia bianca e pedagogia nera; Pinocchio può ricredersi solo se viene stimolato in positivo, ovvero attraverso una pedagogia bianca.

    Nel caso del romanzo di De Amicis, come già sopra accennato, la valenza pedagogica è data dall’importanza che l’autore attribuisce all’istruzione, come apripista di un’evoluzione civile. Ciò che è molto interessante nel libro Cuore è la volontà dell’autore di applicare alcune ipotesi di «scuola sociale» nel senso definito. Egli ritiene che una tendenza di «scuola sociale» possa affermarsi e svilupparsi anche attraverso la pratica didattica quotidiana. Ma a determinate condizioni che condivido: riferirsi al «pubblico degli studenti», ai loro interessi, alle loro condizioni di studio, alle loro aspirazioni; bisogna lavorare nella prospettiva temporale e spaziale di una educazione permanente; bisogna proporsi di legare lo studio al lavoro, perché colui che studia sarà colui che produce. Questo è il solo modo di ricondurre la scienza alle esigenze vive e progressive della società, di impostare i temi di studio negli ambiti sociali dove si pongono i problemi; non più, dunque, e solamente, all'interno dell'istituzione scolastica.

    Ciò che mi rallegra in questo lavoro è il constatare che l'autorehasaputo stabilire un legame tra i due romanzi: soluzione adottata per recuperare le critiche ingiuste. Grazie a tale sintesi,l'uno e l'altro romanzo avanzano in una prospettiva di lettura senza limiti di tempo.

    Bergamo, 9 agosto 2020

    Presentazione

    di Maria Martuscelli e Angela Martuscelli

    Dal diario di Enrico, alla pagina del 25 febbraio (1882), si legge una lettera che il papà aveva scritto al ragazzo, per ammonirlo a proposito del suo comportamento tenuto in strada, la sera prima. Rispetta la strada. L’educazione d’un popolo si giudica innanzi tutto dal contegno ch’egli tiene per la strada..

    E’ curioso come questo passo del libro Cuore potrebbe riportarsi ai giorni nostri, alla primavera del 2020, in cui abbiamo scoperto sentimenti nuovi verso la strada (che può essere intesa, in senso lato, come il fuori casa). Le strade, da sempre considerate luogo di socialità, oggi sono vuote, libere da autoveicoli parcheggiati

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