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(Non) ho bisogno di te
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E-book127 pagine1 ora

(Non) ho bisogno di te

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Info su questo ebook

Ginevra Eleonor Douglas vive nel Tennessee, è una ragazza semplice, dalla battuta sempre pronta ma dietro la sua spavalderia si nasconde un animo gentile e sarà proprio questo a cacciarla nei guai. La sua famiglia ha una fattoria e per questo è denigrata, ma la stessa ragazza derisa potrebbe avere un ruolo importante nel futuro di Jacob Lord Serpe Verde e sua sorella Trisha: il tormento di Ginevra da quando loro padre è diventato vice sindaco, in quanto non riescono proprio a rivolgersi a lei con gentilezza. A loro piace ostentare, a lei no, ma il destino ha in serbo delle sorprese: è infatti in grado di capovolgere sentimenti e situazioni.

Collana: Un cuore per capello
Copertina: Angel Graphics – Cover your book
LinguaItaliano
EditorePubMe
Data di uscita9 ago 2019
ISBN9788833663227
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    Anteprima del libro

    (Non) ho bisogno di te - Marianna Calandra

    Didascalia...

    (Non) ho bisogno di te

    di

    Marianna Calandra

    Pubblicato da Pubme© – Collana rosa Un cuore per capello

    Prima edizione 2019

    Copertina: Angel Graphics – Cover your book

    Sito web: http://uncuorepercapello.pubme.me/

    Pagina facebook: https://www.facebook.com/Un-cuore-per-capello-218110230877…/

    Email: uncuorepercapello@gmail.com

    Questa è un'opera di fantasia. Ogni riferimento a fatti, luoghi o persone è puramente casuale.

    È vietata la riproduzione completa o parziale dell’opera ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile (Legge 633/1941)

    Sinossi:

    Ginevra Eleonor Douglas vive nel Tennessee, è una ragazza semplice, dalla battuta sempre pronta ma dietro la sua spavalderia si nasconde un animo gentile e sarà proprio questo a cacciarla nei guai. La sua famiglia ha una fattoria e per questo è denigrata, ma la stessa ragazza derisa potrebbe avere un ruolo importante nel futuro di Jacob Lord Serpe Verde e sua sorella Trisha: il tormento di Ginevra da quando loro padre è diventato vice sindaco, in quanto non riescono proprio a rivolgersi a lei con gentilezza. A loro piace ostentare, a lei no, ma il destino ha in serbo delle sorprese: è infatti in grado di capovolgere sentimenti e situazioni.

    Ognuno di noi è una luna:

    ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro.

    Mark Twain

    Capitolo uno

    Autodistruzione

    Sta per scoppiare.

    3 - 2 -1 «Boom!» Ne ero sicura. Il professor Donovan ha fatto esplodere un altro dei suoi esperimenti. Ancora non capisco come possa insegnare, quando non sa fare altro che preparare intrugli esplosivi. Mah! Sorpasso il laboratorio di chimica e raggiungo Tibby e Nel che mi aspettano in mensa. Sono in ritardo ma non è colpa mia, Derek voleva fare il buffone, sostenendo di essere in grado di tenermi sollevata su una sola mano. Per poco non finiva che se la spezzava, ed io mi fratturavo il femore o qualche altro osso non meno importante. Lui non è un cheerleader, non sa fare prese simili. Non è neppure uno sportivo, ormai. Ha lasciato la squadra di football due anni fa, l'allenatore lo lasciava spesso in panchina ed era stanco di starsene lì dopo tutti quegli allenamenti. Va bene, ora devo solo passare al banco con il cibo e rifornirmi di tutto quello che servono, beh: quasi tutto. Il tofu non mi piace anche se mi torna in mente la frase di Moose in Step up 2: la strada per il successo . Mangia il tofu e crescerai. Moose diceva questa frase con la bocca tutta impiastricciata. Un mito, per non parlare di quando balla. Ok, sono una patita di hip hop e break dance ma non so muovere un solo passo, ho provato a studiare moderno quando avevo cinque o sei anni ma finiva sempre che la più incapace ero io già allora, in realtà io non mi reputavo così male. Alla fine, comunque, mi sono stancata e ho detto bye bye alle lezioni e a quelle bambine aspiranti Barbie in miniatura.

    Una volta riempito il mio vassoio raggiungo finalmente le altre e le saluto con una delle mie facce buffe, sono il mio segno distintivo. Solo io faccio smorfie simili, sono la regina delle facce strane dopotutto.

    «Hai sentito la novità?» mi chiede Tibby non appena mi siedo, lasciando cadere lo zaino ai miei piedi, spingendolo con un calcio sotto il tavolo.

    «No, quale novità?» chiedo non curante. Sarà la solita sciocchezza, qualche altro malcapitato nelle grinfie di Miss Serpe Verde. «I genitori di Nel vogliono farle passare l'intera estate in un paese straniero.»

    «Dove?» chiedo subito preoccupata. «Washington.»

    «E quello sarebbe un paese straniero?» chiedo cercando di trattenere una risata. «Lo è se non potremo rivederla per l'intera estate, o credi che non sentirai anche tu la sua mancanza?» domanda con sguardo truce, sfidandomi a dire il contrario. Mi ritrovo ad annuire lentamente. «Ragazze, non preoccupatevi, esistono le chat e le videochiamate, non vi libererete tanto facilmente di me» interviene Nel fissando le nostre facce preoccupate.

    «Non ti farai delle nuove amiche, vero?» chiede ancora Tibby.

    «Certo che no, ho già le migliori» afferma con un sorriso.

    Non è che non le credo ma non vorrei parlasse troppo in fretta. Cioè, potrebbe capitare qualsiasi cosa.

    Continuiamo a parlare su come faremo quest'estate a non perderci di vista, dato che anche Tibby starà via per almeno due settimane. I suoi nonni stanno poco bene ed è costretta a lasciarmi sola per DUE SETTIMANE, fortunatamente per il resto dell'estate non ci separeremo più. Dovrò trovare un nuovo modo di occupare le mie giornate, quindici giorni senza il parco acquatico; da sola non me la sentirei, anche perché il fratello della Miss è tra i sorveglianti ed è anche peggio della sorella, non ostenta i soldi, però ostenta gli anni in più. Crede di poter vantare anni di esperienza come pseudobagnino della struttura. Pff... Quel troglodita idiota. Lo scorso anno mi ha rimproverata per non essermene stata a casa, perché secondo lui non potevo partecipare alla festa di chiusura delle vacanze estive. Non ero abbastanza grande e non avevo un accompagnatore, ne avevo due in realtà: Tibby e Nel. Se avesse sommato le loro età si sarebbe sentito di sicuro molto più piccolo, ma lui ha detto che non contava. Fortunatamente, uno dei proprietari della struttura conosce mia madre da diverso tempo e ha permesso a tutte e tre di restare e divertirci, per quanto possibile. Ed io mi sono divertita ad indispettire Mr. ComandoIoPerchéSonoPiùVecchio . Beh... vorrà dire che quando lui avrà bisogno del bastone per corrermi dietro io saltellerò oscillando il mio sederino davanti alla sua faccia e lui non potrà evitarlo. Beccati questa!

    Capitolo due

    La scuola è finita ed io sono nei guai

    Solo tre settimane fa mi disperavo al pensiero di questo momento che è arrivato veloce senza darmi neppure il tempo di escogitare un piano; perché l'alternativa al parco acquatico sarebbe restare a casa e schiattare di caldo, sollevando una balla di fieno per dar da mangiare ai cavalli e armeggiare poi con una pala per spalare il loro letame. La cosa bella di avere una fattoria non è certamente questa, ma andarsi a fare una bella passeggiata in groppa a Silente. Sì, sono fissata con la saga di Harry Potter . Il mio cavallo si chiama Silente per via del suo pelo bianco e della sua criniera lunga ed

    ispida, per quanto la spazzoli. Se voglio evitare il più possibile le stalle, devo sparire, non farmi trovare in casa quando arriva il momento. Sono soddisfatta del mio lavoro con i polli ed i conigli ma le stalle sono qualcosa di schifoso, soprattutto in estate quando il sole picchia e la puzza di sterco si mischia a quella di sudore.

    Ora sono ferma davanti al cancello del parco, le urla dei bambini unite a quelle di qualche adulto, molto poco responsabile, che si dà alla pazza gioia, si sentono molto distintamente. Entro o non entro? mentre mi perdo a cercare una risposta, una voce saccente mi disturba ed i miei occhi ne fulminano il proprietario

    borioso dalla testa ai piedi. «Ancora qui, non hai un altro modo di passare le vacanze, Gin?»

    «Se l'avessi non mi toccherebbe rivedere la tua faccia ma purtroppo è la mia condanna» rispondo a tono ma non lo ferisco nemmeno un po', la sua espressione resta immutata.

    «Mi vedi davvero così brutto?» chiede fissandomi con attenzione, aspettando la mia risposta. «Inguardabile» sentenzio con tono sfinito, sono già stanca a causa sua. In tutta risposta ride ed io gli tirerei volentieri un calcio. «Entri o no?» chiede riprendendosi, deciso a mettersi al lavoro. Aspetto due secondi per indispettirlo ancora un po' prima di rispondergli e seguirlo oltre i cancelli. «Se posso rovinarti la pacchia, pardon, volevo dire la piazza, non ci penso due volte.» Il suo sorriso svanisce e sono io a

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