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Ipazia: La prima martire della libertà di pensiero
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Ipazia: La prima martire della libertà di pensiero
E-book33 pagine26 minuti

Ipazia: La prima martire della libertà di pensiero

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Info su questo ebook

Consonante ai sentimenti tardo-romantici, Agabiti immaginava una umanità in armonia con gli altri esseri viventi e con la natura tutta e, dichiarandosi libero pensatore, rendeva omaggio all'antica scienziata Ipazia, vittima del fanatismo religioso, dedicandole una scheda biografica e un romanzo.
LinguaItaliano
Editoreepf
Data di uscita16 set 2019
ISBN9780244218898
Ipazia: La prima martire della libertà di pensiero

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    Ipazia - Augusto Agabiti

    Hic liber, qui de opera in publico dominio venit, compositus est a Litterae.eu officio, quod informaticae linguis humanitatibusque et ad servandum patrimonium culturale studet.

    Ipazia

    La prima martire della libertà di pensiero

    Augusto Agabiti

    [...] Bellezza, ingegno, dottrina la rendevano celebre in tutta la città e grande era il prestigio di cui godeva [...]

    [...] Partecipava alle assemblee di uomini dotti, insegnava, come Socrate, anche nelle strade a chi volesse udirla, cercando in questo modo di opporsi alla prepotenza della propaganda cristiana [...]

    [...] Il pericolo non la trattenne dal continuare il suo insegnamento anche in pubblico.

    «Quando io ti vedo e odo la tua voce ti adoro, guardando la casa stellata della vergine: poiché i tuoi atti si estendono al cielo, o divina Ipazia, ornamento di ogni discorso, stella purissima dell'arte della sapienza» (Pallada)

    Le Parche, dicevano gli antichi Greci, divinità misteriose, tessono, tessono in telai d'alabastro, con fili bianchi e rossi, una tela mortale: per dare vesti, veli, alle scintille del Cielo, alle anime.

    Il telaio d'alabastro è lo scheletro umano, i fili policromi sono i nervi, sono le vene e i fasci di fibre della carne.

    Talvolta non scintille cadono stelle, prive del natural fuoco distruttivo, ma costituite di sola luce.

    Che in questo basso mondo terreno perfezionino nelle esperienze del dolore anime rozze, è di regola; d'eccezione invece la discesa quaggiù di enti pel completo evoluti, sostanze costruite di soave melodia.

    Quando tal fatto avviene c'è una ragione: sono pure Essenze, dicevano i Greci, sono Eroi, uomini cioè molto vicini agli Dei, e che scendono o per purificare la Terra dai mostri, come Teseo ed Ercole, o per servire altri d'esempio: Lino, Museo, Orfeo...

    Questi spiriti eccelsi, per vie diverse, con la musica o con l'architettura, la matematica o la poesia o la forza, compirono la missione celeste, espresso la copia delle idee sempiterne che portarono nella mente dall'alto.

    Molte, nel mondo, appaiono spiccate e preclare, le inclinazioni dell'animo umano; e per quante ve ne sono di singolari, tante classi enumeriamo di uomini.

    Chi alle opere rudi; chi alle arti gentili. Viene alla vita, pieno di forza, esuberante,

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