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Veleggiata in acque torbide
Veleggiata in acque torbide
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E-book217 pagine2 ore

Veleggiata in acque torbide

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Info su questo ebook

Un'allegra e sgangherata comitiva di turisti si ritrova in Croazia per una vacanza in barca a vela. Subito c'è qualche inghippo per partire: uno dei due skipper non si trova ed è in clamoroso ritardo. Ma una volta fatta la spesa in comune e salpata l'ancora, la spensieratezza la fa da padrona, e ci si gode la navigazione tra panorami splendidi e cene squisite, in barca e nei locali della costa.
Tutto sembra procedere per il meglio, quando una serie di eventi ambigui comincia a far serpeggiare nella ciurma dei sospetti sull'andamento della veleggiata, quando al termine di un falò sulla spiaggia verrà trovata una di loro al buio, svenuta e con poi una fortissima emicrania.
Come finirà questa veleggiata in acque sì limpide, ma allo stesso tempo inquietanti? Chi sarà il colpevole di loschi traffici da coprire? E la natura così incontaminata cosa risveglierà nelle coscienze dei viaggiatori, gioia o desiderio di annientamento?
Una conferma dell'abilità narrativa di Maria Cristina Ruggieri, al suo secondo romanzo, che ha meritato la Menzione d'Onore nella sezione PandaNoir del Premio Prunola 2019.
LinguaItaliano
Data di uscita7 ott 2019
ISBN9788893781718
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    Anteprima del libro

    Veleggiata in acque torbide - Maria Cristina Ruggieri

    veleggiate.

    Capitolo I

    Sabato, 19 luglio

    Giangi sbatté con vigore la portiera della macchina, soffocando uno sbuffo d’insofferenza. Era stufa.

    Lo sbalzo climatico tra l'aria condizionata imposta nell'intero tragitto Bologna-Opatija e la ventata afosa e soffocante che li aveva accolti al loro arrivo aveva creato, di fatto, un disagio immediato nei tre componenti dell'equipaggio.

    Consapevole della responsabilità di una scelta climatica quasi criminale all'interno della BMW di sua proprietà, l'avvocato Ludovico Venturi optò per l’attacco frontale, come migliore difesa per uscire dalla impasse.

    È proprio demenziale dare appuntamento in un posto del genere a dei clienti che non conoscono la Croazia, sbottò secco, suggerendo una mancanza di oculatezza nella scelta dell'agenzia specializzata in vacanze nautiche.

    L'effetto immediato fu quello d’insinuare un pungente senso di colpa nel terzo elemento della compagnia, il dottor Guido Farolfi, beato consorte di Giangi, nonché noto umorista e ancor più noto elemento dalla facile adombrabilità.

    L'alternativa era partire in giugno, ma visto che i tuoi innumerevoli impegni non ti permettono di adeguarti alle esigenze delle varie agenzie, siamo noi che abbiamo dovuto adeguarci a te, scegliendo l'unica proposta sensata per la seconda metà di luglio, rispose con enfasi Guido, rosso in viso.

    Ho bisogno di sedermi davanti a una birra ghiacciata, intervenne Giangi, per interrompere il fastidioso battibecco.

    Il terzetto si avviò verso un bar protetto dall'ombra di una fila di grandi ombrelloni, con Guido in testa, in fase di sbollimento, e Ludovico in coda, sogghignante.

    A dispetto della profonda amicizia che legava Ludovico e Giangi fin dall’infanzia, l'avvocato non aveva mai completamente digerito il suo matrimonio con Guido, continuando a nutrire un puerile sentimento di gelosia e acrimonia nei suoi confronti, che lo spingeva ad approfittare sadicamente, a tratti, della sua ingestibile permalosità. D'altro canto Guido accettava la sua talvolta opprimente presenza per amore della moglie, che nutriva per Ludovico un affetto incondizionato e quasi materno. Grazie a questo strano legame nato in un’età in cui i rapporti sono in generale meno complicati, Giangi riusciva a sopportare anche i lati più cupi del carattere del suo amico d’infanzia, che erano stati la causa principale della recente separazione dalla moglie.

    "Three beers please," esordì Giangi, rivolgendosi con un sorriso alla giovane e statuaria cameriera croata.

    L'appuntamento con il resto dell'equipaggio è per le sei al molo numero quattro, dove dovrebbe già trovarsi la barca, affermò Guido scartabellando tra le varie carte fornite dall'agenzia bolognese Sailsdream, dall'inspiegabile intitolazione esotica.

    Come minimo capiteremo con una famiglia di barbagianni, o peggio, con dei seguaci della dea Ibiza, i famosi Ibizenchi, che ci rincoglioniranno con l'ultimo successo delle Bomba Latina e con dissertazioni edificanti sui più moderni macchinari anti-cellulite, borbottò acido Ludovico, passando mentalmente in rassegna una serie di eventualità raccapriccianti.

    L'unico modo per evitare sorprese è quello di comprarti una barca a vela privata, così da poter invitare chi più ti aggrada, sempre ammesso che qualcuno sia disposto a seguirti, sapendo che fai parte dell'equipaggio, suggerì con una punta di astio Guido.

    Talvolta si possono fare degli incontri molto interessanti in occasioni del genere. Io in realtà trovo davvero stimolante l'idea di passare una vacanza in barca a vela con persone completamente sconosciute, affermò Giangi con fare sognante.

    Entrambi gli uomini la guardarono per un attimo con aria interrogativa.

    "Here you are," intervenne la cameriera carina posando bottiglie e bicchieri sul tavolo, incassando nel contempo le sessanta kune.

    Le birre di origine slovena erano ghiacciate e gradevolissime. Per un po’ ebbero l'effetto di dissipare ogni tensione dal gruppetto. Ma dopo una tregua di circa mezz’ora, alimentata dalla distensiva pausa alcolica, Ludovico riattaccò con la tiritera disfattista: Sono le sei passate e il molo quattro sembra un molo fantasma. Se la situazione non evolve, ci ritroviamo senza né tetto né letto, nel bel mezzo di una Rimini croata, con una temperaturina media che si aggira attorno ai quaranta gradi, asserì catastrofico.

    Se nessuno si manifesta entro breve, posso chiamare uno dei due skipper al cellulare, visto che l'agenzia ci ha gentilmente fornito i numeri, disse con aria professorale Guido, sempre pronto a ricorrere a risorse nascoste, azzittendo in questo modo l'altro.

    In ogni caso, prima di agire, mi pare più sensato recarci nel posto esatto dell'appuntamento, visto che da qui la visuale non è affatto completa, aggiunse saggiamente Giangi, guidata dal suo impagabile spirito di praticità.

    Così alzatisi, si avviarono per il breve sentiero che portava fino all'imbocco delle scale che scendevano giù fino al molo.

    ***

    In corrispondenza della banchina identificabile come numero quattro vi erano una serie di barche allineate fianco a fianco con la poppa a ridosso del molo. Giangi cominciò a percorrere il pontile cercando tra i diversi nomi delle imbarcazioni quello che avrebbe potuto corrispondere alla loro. Passate in rassegna una Georgina, una Lolita, una Cristina e una Queen of the sea, si irrigidì per un attimo davanti alla scoperta inattesa della Noche caliente e subito, operato un veloce dietro-front, tornò sui suoi passi, augurandosi di poter contare sulle garanzie di serietà avanzate dall'agenzia.

    Il bagno di folla annunciato sembrerebbe rinviato a giorni migliori, affermò Ludovico con una nota di soddisfazione nella voce, guardando Guido che non aveva comunque nessuna intenzione di darsi per vinto.

    Ehi ragazziiiii. Il richiamo prolungato suonò all’improvviso alle loro spalle e così il terzetto si voltò simultaneamente in direzione della voce dall'inconfondibile accento emiliano. Da lontano due figure gesticolanti trotterellavano puntando verso di loro.

    Oh, cominciavamo a pensare che l'agenzia ci avesse tirato un gran pacco, disse ansimando il nuovo venuto.

    Ludovico gli rivolse uno sguardo gelido, etichettandolo da subito come l'incarnazione esemplare della fondatezza dei suoi timori a proposito dell'irresponsabilità di organizzare una vacanza con degli sconosciuti.

    "Fate parte del charter organizzato dall'agenzia Sailsdream?" chiese Guido covando sotto sotto la speranza di un'improbabile risposta negativa.

    È chiaro. Grande! Allora siamo tutti insieme! A proposito, io sono Mirko e questa è l'Isilde, dichiarò l’altro con un certo orgoglio indicando la sua compagna, ancora ansimante per la corsa.

    Giangi si presentò a sua volta, esaminando nel contempo velocemente i due nuovi venuti con un sorriso di circostanza stampato, suo malgrado, sulle labbra. Mirko era di media statura e colpiva per la marcata sproporzione tra la testa e il resto del fisico: sopra a un esile corpicino dotato di spalle al limite del rachitismo, si innestava, infatti, una gigantesca capoccia riccioluta e tondeggiante, che sembrava stare su quasi per miracolo. Ma ciò che stonava di più nel suo aspetto è che anche le altre estremità risultavano disarmoniche rispetto al busto, poiché sia le mani che i piedi apparivano come gonfiate, quasi alterate dalla visione attraverso una lente d’ingrandimento. Isilde, invece, era piuttosto alta e robusta e dotata di un viso squadrato dalla mascella pronunciata, circondato da una fluente chioma permanentata color mogano.

    Avete incontrato qualcuno in grado di dirci almeno quale sia la nostra barca? chiese Guido tentando di attribuire un senso alla presenza ingombrante della coppia.

    Abbiamo appena chiamato l'agenzia a Bologna per dire che nessuno si è presentato all'appuntamento, compresi gli skipper, e loro ci hanno detto di avere pazienza e aspettare. Sostengono che sicuramente è questione di pochi minuti. In ogni modo ho l'impressione che non abbiano idee precise in proposito, comunicò Isilde con aria seria.

    A questo punto non ci resta che tentare di conferire senza indugi con i diretti interessati, ammise allora Guido, estraendo il cellulare dal suo immancabile borsello vintage e mettendosi a digitare il primo numero indicato dall'agenzia.

    Rispose una segreteria telefonica in croato non facilmente decifrabile.

    Cominciamo bene, borbottò tra sé e sé passando al secondo numero.

    Il telefono squillò a vuoto per un momento, finché non rispose una voce femminile.

    Buongiorno, esordì Guido con voce flautata, vorrei parlare con Mislav Radich, sono Guido Farolfi.

    Mislav uscito, rispose la donna, rientrare da un'ora.

    "Potrebbe gentilmente farmi richiamare con una certa urgenza al suo ritorno, per favore? Noi siamo qui con l'agenzia Sailsdream e avevamo appuntamento mezz'ora fa con Mislav. Come mai non è qui?"

    Da un'ora, ripetè la voce, riagganciando.

    Guido guardò per qualche istante il telefono ormai privo di interlocutrice, come inebetito dal brusco congedo.

    Bene, qui nessuno sembra essere a conoscenza dell'appuntamento, sospirò. A questo punto proporrei di tentare di approfondire la questione chiedendo notizie al responsabile del centro nautico in cui ci troviamo, propose infine, e si mosse in direzione dell'edificio principale della marina, seguito dagli altri.

    ***

    L'ufficio turistico era dotato di aria condizionata e ostentava un decoro minimal-avanguardistico che stonava con l'aspetto obsoleto e fatiscente del resto della marina. Guido si diresse immediatamente alla volta di un uomo impegnato a scrivere davanti al computer.

    Parla italiano? chiese.

    Un poco, rispose l'uomo alzandosi dalla sedia e avvicinandosi al gruppetto. Cosa desidera?

    "In effetti vorremmo poter contattare i due skipper con i quali avevamo appuntamento alle sei al molo quattro. Facciamo parte del charter organizzato dall'agenzia Sailsdream. Ha qualche notizia in proposito?"

    Mi sa dire il nome degli skipper? chiese il croato con un impeccabile accento italiano.

    Sì, dunque, si tratta di Mislav Radich e Goran Dabrovich, affermò Guido, leggendo nel fascicolo fornito dall'agenzia bolognese.

    Mi hanno appena fatto la stessa domanda. La sola cosa che posso fare è darvi i loro numeri di telefono per chiamarli, come ho fatto con le due signorine di prima, replicò l'uomo.

    La ringrazio, i numeri li abbiamo già, ma non riusciamo comunque a entrare in contatto con nessuno dei due, disse Guido, leggermente spazientito.

    Quali signorine? intervenne Ludovico, uscendo all'improvviso dallo stato di torpore che lo aveva avvolto.

    "Non conosco i loro nomi. Fanno anche loro parte del charter della Sailsdream," rispose.

    E dove sono andate? continuò l'avvocato con una certa insistenza.

    Le ho consigliate di pazientare davanti a un aperitivo, sulla terrazza del cocktail bar dell'albergo della marina, rispose l’impiegato assumendo una posa impettita e un po’ snob.

    Be’, non ci resta che raggiungerle per approfondire eventuali sviluppi, disse Ludovico increspando le labbra con fare malizioso e subito si avviò a grandi falcate verso le scale che portavano all'ingresso dell'albergo.

    Giangi e Guido si guardarono con aria perplessa.

    Oh, alòra cosa facciamo? domandò Mirko ad alta voce, abituato a ricoprire un ruolo

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