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Tutto ciò che siamo
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E-book272 pagine2 ore

Tutto ciò che siamo

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Info su questo ebook

Chiara Baker ha diciannove anni, studia all'università e lavora come cameriera per pagarsi gli studi. Nella sua vita è stata ripetutamente tradita dagli uomini, perciò si tiene volontariamente alla larga da loro, buttandosi a capofitto negli studi ed evitando il più possibile feste e locali. Ma la sua migliore amica Sandy, non è d'accordo con lei e le organizza appuntamenti al buio o la trascina con sè ai party universitari. E' proprio a una di queste feste che Chiara si imbatte in Michael, ragazzo tenebroso e misterioso che rappresenta tutto ciò da cui deve tenersi alla larga. Ma l'attrazione che prova per lui diventerà insostenibile, e stargli lontana sarà impossibile. Una storia d'amore passionale, eccitante, emozionante, ma anche una storia d'amicizia ambientata nella bellissima New York.
LinguaItaliano
EditoreGlory C.
Data di uscita15 ott 2016
ISBN9788822856159
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    Anteprima del libro

    Tutto ciò che siamo - Glory C.

    Farm

    Prologo

    Michael

    Mi trovo di nuovo ad una cazzo di festa alla confraternita della New York University. Intorno a me è pieno di coglioni viziati che si agitano a ritmo di musica o bevono drink disgustosi. Mi faccio largo tra la folla facendo un cenno con la testa al mio caro fratellino che sta amoreggiando con la sua ragazza. E’ grazie a lui che posso andare e venire dalla NYU come voglio. Lui frequenta l’università e ha un futuro sicuro nell’impresa di nostro padre, io agli occhi di tutti sono solo il cattivo, la pecora nera della famiglia che non fa che combinare guai.

    Mentre cammino mi accorgo che tutti mi guardano impauriti. La mia fama da bastardo è ben nota e ne vado fiero. La verità è che odio venire a queste feste dove l’età media dei presenti è di 5 anni buoni al di sotto della mia. Ma continuo a venirci per un determinato obiettivo.

    Mi imbatto in una bionda che mi sorride eccitata. Le sue occhiaie coperte a malapena dal trucco, e i suoi occhi lucidi, mi fanno capire che è proprio quella che cercavo. La circondo subito con un braccio, attirandola sul mio petto.

    -Hei, stallone… Hai voglia di farti un giro su di me?- mi dice all’orecchio passandomi la lingua sul lobo.

    Che troia! Non devo neanche faticare troppo.

    -Prima avrei bisogno di qualcosa per rilassarmi…- le confido, sperando che stia al gioco.

    Si illumina e mi prende per mano, trascinandomi in un angolino appartato. Tira fuori un sacchetto con la polvere bianca e me lo porge.

    -Vuoi provare? E’ roba buona…- è ovvio che ne ha tirata parecchia, prima di venire alla festa..

    -Veramente volevo qualcosa di più pesante, potresti procurarmela?- le domando speranzoso. Se sono fortunato chiamerà il suo spacciatore.

    La biondina ci pensa su e decido di agire prima che cambi idea. Le acchiappo le natiche e la avvicino al mio corpo eccitato. Geme sulla mia bocca e ne approfitto per infilare la mia mano dentro le sue mutande. Ansima e chiede di più e capisco che ho vinto.

    -Prima la roba…- le ordino col mio tono duro, fermando la mano.

    Non ci pensa due volte. Ha voglia di essere scopata per bene e, se tutto va come deve, può darsi che più tardi le dia una bella ripassata.

    Mezzora dopo mi trovo davanti un ragazzo tutto tatuato che ci porge un sacchetto pieno di pasticche bianche. Gli allungo una mazzetta piena di banconote da 50$ e gli chiedo se può procurarmi roba più pesante per clienti molto esigenti. Sgrana gli occhi tutto eccitato. Bingo! Forse finalmente riesco a coinvolgerlo.

    Pochi minuti dopo sono soddisfatto, finalmente ho un contatto con uno degli spacciatori più attivi di questa università. Prendo il cellulare e mando un messaggio a Travis, il mio complice, informandolo del colpo che ho appena messo a segno.

    Guido la biondina verso un divanetto, ammirando il suo sedere sodo ma improvvisamente qualcosa di fragile si imbatte sul mio petto. Mi giro di scatto, ritrovandomi abbagliato dagli occhi più azzurri che abbia mai visto. Appartengono a una ragazza esile, molto più bassa di me, con due tette da paura e dalla pelle bianchissima. Sgrana i suoi enormi occhi squadrandomi confusa e resto per un attimo paralizzato da quelle iridi. Mi riprendo solo quando la bionda mi trascina via.

    Mi butto sul divano mentre la troietta si sistema sulle mie gambe dimenando il suo sedere sulla mia erezione. Per sua sfortuna però, non riesco a togliermi dalla testa quei stupendi occhi azzurri. Cazzo, quella ragazza mi ha stregato! Scruto tra la gente ubriaca e finalmente la individuo. E’ semi nascosta dietro un pilastro e mi fissa come se volesse leggermi dentro. Ricambio il suo sguardo perdendomi in quell’azzurro meraviglioso. E’ stupenda, mi attira come una calamita, ma torno con i piedi per terra. Il suo modo di scrutarmi mi insospettisce. Non l’ho mai vista prima, eppure sono già stato ad altre feste come questa e conosco tutti gli amici di mio fratello. Mi guarda come se volesse imprimersi il mio viso nella mente e devo assolutamente scoprire chi è e cosa vuole da me.

    Sto per alzarmi ma uno stronzo bevuto e fatto, inizia a inveirmi contro. E’ l’ex della tipa che ho sulle gambe. Vorrei dirgli che gliela cedo molto volentieri, ormai non sono più interessato a scoparmela, ho cose più importanti da fare. Ma allo stesso tempo non gliela farò passare liscia per avermi sfidato davanti a tutti. Devo continuare a tenere alta la mia reputazione e prendere a pugni questo stronzo per ricordare a tutti che nessuno deve osare sfidarmi.

    Quando sento una bottiglia andare in frantumi sul muro di fianco a me, scosto la puttanella dalle mie gambe, mi alzo con calma e sferro un pugno fortissimo sulla mascella del tipo. Nel giro di un secondo i suoi amici si scagliano contro di me, e gli amici di mio fratello si scagliano contro di loro. Si crea confusione e l’unica cosa che voglio è trovare quella ragazza dagli occhi azzurri…

    Mi faccio largo a spintoni tra la folla agitata e, appena intravedo i suoi lunghi capelli neri, le stringo un polso e la trascino in un corridoio deserto. La spingo sul muro e premo il mio corpo sul suo.

    Cazzo quanto è bella! Ha la pelle talmente bianca che sembra porcellana, gli occhi azzurri mi scrutano impauriti. Mi eccito solo a guardarla, ma forse è proprio quello che vuole, abbindolarmi per cercare informazioni su di me.

    -Sei una puttana, chi ti ha mandata?-

    Alla mia domanda sussulta, apre ancora di più i suoi enormi occhi azzurri e non capisco più niente! Mi sta stregando con quelle iride cristalline… Cosa mi sta succedendo? Devo concentrarmi! La presso sulla parete ma sentire il suo corpo premuto sul mio, peggiora la situazione. Non resisto e abbasso la testa sul suo viso. Ho voglia di baciare le sue labbra. Le sfioro appena e il bacio diventa rovente. Ha le labbra più morbide che abbia mai baciato. La costringo ad aprire la bocca e insinuo con foga la mia lingua. Il tocco delle nostre lingue me lo fa diventare duro all’istante. La sento gemere e capisco che anche lei è eccitata. Il suo corpo si rilassa e ne approfitto per afferrare il suo culo delizioso e fare in modo che le sue gambe mi cingano i fianchi. Adesso il mio cazzo duro è proprio dove voglio che sia e inizio a strusciarmi su di lei nel tentativo di appagare il mio desiderio e il suo. Continuando così, dovrò trascinarla in una camera e scoparmela per sfogarmi. La inchiodo sempre di più al muro godendomi il tocco del suo seno prosperoso sul mio petto, ma improvvisamente si irrigidisce. Mi coglie di sorpresa e non ho il tempo per analizzare cosa sta succedendo, l’attimo dopo un forte bruciore al labbro mi riporta al presente.

    -CAZZO!-

    Mi ha morso!

    La guardo furioso, mentre scappa velocemente approfittandosi del mio stato confuso. Mi affretto a seguirla ma mi paralizzo quando la vedo avvicinarsi alla nuova fiamma di mio fratello. Chi cazzo è e perché mi stava spiando? Devo assolutamente scoprirlo!

    Capitolo uno

    Chiara

    -Ciao mi chiamo Chiara, piacere di conoscerti…- no, così non va bene, sembro troppo impostata… E’ mezzora che provo davanti allo specchio il modo migliore per presentarmi al mio appuntamento al buio di questa sera.

    Accidenti alla mia amica Sandy che mi ha praticamente obbligata a uscire con questo tipo di cui non so assolutamente niente. L’unico indizio che mi ha concesso è che è carino da morire

    Sandy è una sorta di buona samaritana che vorrebbe salvare tutte le anime sfortunate sulla terra. E purtroppo la sua migliore amica, che sarei io, è l’essenza della sfortuna. Le ho ripetuto milioni di volte che non voglio uscire con nessun ragazzo, ma lei ha minacciato che non mi avrebbe più rivolto la parola se non davo una svolta alla mia vita sentimentale… (ha aggiunto anche sessuale ma ho fatto finta di non sentirla…). Dentro di me so che ha ragione, ho solo 19 anni ma conduco una vita che molte mie coetanee definirebbero monacale…

    Mi faccio coraggio e dò un’ultima occhiata al mio riflesso nello specchio della mia camera. Spero di aver azzeccato il tipo di abbigliamento. Per non sbagliare ho chiesto a Sandy che, alzando gli occhi al cielo in segno di disperazione, mi ha consigliato di mettere i jeans, a detta sua non si può sbagliare con quelli. Perciò ho indossato i jeans più nuovi che ho, una maglia blu elettrico con lo scollo a V leggermente aderente, e ai piedi le ballerine blu che ho acquistato ai grandi magazzini a prezzo stracciato. Per il resto non posso fare gran che, il mio viso è pallido come sempre, la mia carnagione bianchissima, risalta ancora di più con i miei lunghi capelli neri. Sandy mi dice sempre che ho un viso bellissimo, che i miei occhi azzurri fanno impazzire tutti i ragazzi… Ma io mi vedo sciatta e insignificante e soprattutto non voglio far impazzire nessun maschio sulla faccia della terra!

    Esco di casa con la consapevolezza di sembrare un marines che va in guerra. Cammino per qualche isolato, fino al luogo dell’appuntamento e mi sforzo di sorridere al ragazzo che mi aspetta davanti a una macchina lussuosa. Già quello mi fa andare in bestia, non sopporto chi ostenta troppo la propria ricchezza. Ma devo dargli una possibilità, l’ho promesso a Sandy. Mi avvicino ancora col sorriso forzato e allungo la mano. Le prove che avevo fatto per tutta la sera davanti allo specchio, risultano inutili perché il ragazzo mi abbraccia con troppo slancio e mi sbava le guance con due baci, prima che io possa aprire bocca per presentarmi. Tutto sommato è piuttosto carino. Biondino, occhi chiari, fisico palestrato, abbigliamento d’alta moda. Lo inquadro nel giro di un secondo e lo catalogo nella sezione ricco figlio di papà. Conoscendo Sandy e il giro di amici che frequenta , avrei dovuto immaginare di incappare nel classico riccastro. Accidenti a lei, sa benissimo che non sopporto i suoi amici, sono tutti superficiali con la puzza sotto il naso e il portafoglio pieno.

    -Chiara, hai superato di parecchio le mie aspettative…- dice il mio appuntamento al buio. Sandy deve avergli detto il mio nome e sicuramente avrà detto a me il suo, ma per quanto mi sforzi, non riesco proprio a ricordarlo. Per non fare brutte figure decido di sorvolare sul nome.

    -Grazie, dove andiamo?- la verità è che vorrei girarmi e tornare a casa perché questo ragazzo non mi interessa per niente, ma ricordo la promessa fatta alla mia amica, e mi mordo il labbro per infondermi coraggio. Tra l’altro non capisco come uno come lui abbia accettato di uscire con una ragazza insignificante come me…

    -Piccola, ti porto nel locale più esclusivo di Manhattan, pronta?-

    Mio Dio, davvero mi ha chiamata piccola? Odio sentirmi chiamare così… Trattengo una smorfia disgustata e mi costringo a salire sui sedili in pelle di questa macchina incredibile, ho paura solo a sfiorarla. Mi sento fuori posto e prego dentro di me che questa serata passi il più velocemente possibile. Sorrido forzatamente quando il ragazzo entra dal lato guidatore, accende la macchina e spinge sull’acceleratore, rombando come un cretino. Ricambia il sorriso, soddisfatto nel farmi sentire la potenza della sua batmobile. Peccato che non mi faccia nessun effetto, per me una macchina è uguale a un’altra, l’importante è che cammini..

    Per non sembrare acida cerco di fare un po’ di conversazione e gli domando che modello è la sua adorata auto, mi sembra un argomento interessante… per lui...

    -E’ una Bugatti Veyron- mi risponde accarezzando la marcia con sguardo innamorato. Sto per vomitare. Cosa ci faccio con lui? Tra l’altro non ho nessun’idea di che razza di auto sia una Bugatti!

    Continuiamo a conversare, o meglio, lui mi elenca tutte le caratteristiche della sua bambina, mentre io annuisco annoiata.

    Mi porta in un pub a Soho e mi guida, con la mano troppo vicina al mio fondoschiena, su un divanetto ad angolo nascosto. Ordina un Bombay e mi chiede se ho voglia di un drink alcolico. Mi spiega che è un cliente abituale e non avrebbe problemi a ordinare alcool per una minorenne. La proposta mi alletta solo per il fatto che l’alcool mi aiuterebbe a dimenticare questa serata orrenda… Ma declino l’invito e ordino un drink analcolico perché non sono abituata a bere alcolici.

    -Allora, raccontami un po’ di te… So che frequenti la mia stessa università…- inizia l’interrogatorio di rito…

    -Già, studio scienze infermieristiche, tu?- finora sto andando bene, sono stata educata… o no?

    Faccio una smorfia e distolgo lo sguardo disgustata dalla sua ossessione per il suo ciuffo di capelli. Da quando è venuto a prendermi, al massimo mezzora fa, non ha smesso di tirarsi su il ciuffo biondo che gli ricade in continuazione sugli occhi. Forse la utilizza come collaudata tecnica di seduzione, che, purtroppo per lui, con me ha l’effetto inverso…

    -Ecco perché non ti ho mai vista, io studio economia. Le nostre sedi sono separate…-

    Questo è uno dei motivi, l’altro è che evito come la peste le feste e gli svaghi dell’università. Mi limito ad andare a lezione, quando non sono impegnata a lavorare, e a dare gli esami …

    Mi sorride, si risistema il ciuffo e mi stringe la mano che tengo sul tavolo. Lo fisso e ci metto tutta la mia buona volontà per farmelo piacere, ma è fatica sprecata. Seduta vicina a lui non provo altro, se non la voglia di tornare a casa. Sottraggo la mano dalla sua stretta e bevo dal bicchiere.

    La serata prosegue con lui che mi sorride e cerca di fare conversazione, mentre io sbuffo e mi annoio. Tutto sommato mi fa pena quindi decido di evitargli altro tempo perso.

    -Domani devo alzarmi presto, puoi portarmi a casa?-

    -Certo dolcezza- mi fa l’occhiolino e si alza con aria spavalda.

    Mi riporta a casa in silenzio e gliene sono grata. Non ho più voglia neanche di forzarmi a essere gentile. Quando ferma la macchina, non aspetto neanche che scenda ad aprirmi la portiera, faccio per andarmene alla svelta ma vengo bloccata dalla sua mano che stringe la mia coscia. Mi volto a guardarlo infuriata e resto basita nel vederlo che si avvicina al mio viso col chiaro tentativo di provare a baciarmi. Mi scanso in malo modo e mi infurio.

    -Cosa diavolo stai facendo?- gli sbraito.

    -Avanti piccola, so che muori dalla voglia si saltarmi addosso…-

    Che arrogante! Ma chi si crede di essere? Sorvolo per la seconda volta sul suo modo orrendo di chiamarmi piccola e gli scaravento una mano sulla guancia con tutta la forza che ho. Sgrana gli occhi incredulo per lo schiaffo, portandosi una mano sul punto dove l’ho colpito. Non sono per niente dispiaciuta, è un viscido schifoso e spero di non avere mai più a che fare con uno come lui. Apro la portiera ed esco velocemente sbattendo lo sportello della sua adorata auto, sperando di romperla. Corro verso il portone del palazzo ed entro accasciandomi per un minuto sul muro dietro di me.

    Ma che razza di appuntamento mi ha rifilato Sandy? La mia amica ha una visione del mondo e delle persone che lo abitano, completamente diversa dalla mia. Io non mi fido di nessuno, tengo tutti lontani, anzi meglio dire che tengo tutti gli uomini lontani. Lei è troppo buona e pensa che il resto del mondo sia come lei. Peccato che i suoi amici siano tutti stronzi, snob, egoisti e superficiali.

    Capitolo due

    Sono amica di Sandy da quando la vidi per la prima volta, che mi guardava dal vialetto di casa sua, con le sue lunghe trecce e un sorriso contagioso. Avevo  6 anni, mi ero da poco  trasferita nella casa accanto e mi sentivo spaesata e confusa. Mio padre aveva appena ottenuto un impiego in una grossa impresa finanziaria e aveva deciso che ci potevamo permettere una casa più grande, in un bel quartiere abitato da ricchi benestanti, come saremmo diventati noi. Mia madre ne fu entusiasta… Non sapeva ancora che il futuro sarebbe stato completamente diverso…

    Dal primo giorno che misi piede nel nuovo quartiere, Sandy si dimostrò ostinata a diventare mia amica. Non badò alla mia timidezza, anzi, si insinuò nella mia vita, diventando una presenza fissa e asfissiante. Mi seguiva dappertutto con la sua solarità, i suoi sorrisi e la sua determinazione. Diventammo amiche inseparabili, eravamo diverse in tutto e per tutto, ma forse proprio per questo, insieme ci sentivamo complete.

    I genitori di Sandy erano ricchi, suo padre era il senatore Richards e spesso lui e la moglie erano in viaggio, lasciando Sandy a crescere con sua nonna. Col tempo anche la mia casa divenne deserta. Mio padre era sempre a lavoro o alle feste organizzate dai suoi colleghi e mia madre era in giro per negozi a spendere lo stipendio di mio padre.

    Iniziai a frequentare la casa di Sandy sempre più assiduamente e a passare buona parte del mio tempo con lei. La mattina frequentavamo la stessa scuola privata e la sera sgattaiolavo in casa sua, dove la nonna ci preparava prelibatezze e ci raccontava aneddoti della sua incredibile vita, lasciandoci spesso a bocca aperta per lo stupore. Ancora non immaginavo che la mia vita sarebbe presto cambiata, non immaginavo che mio padre stava rovinando la sua vita, trascinando con sé anche me e mia madre. Me ne stavo tranquilla e spensierata a godermi le giornate con Sandy e sua nonna, tenendomi involontariamente al sicuro dalla tragedia in cui sarei piombata anni dopo…

    Scuoto la testa per non ricordare il passato, e salgo le scale del palazzo. Mi fermo fuori dalla porta quando sento gli squilli del mio cellulare. E’ Sandy, ovviamente vorrà il resoconto della mia serata…

    -Ciao Sandy…-

    -Chiara Baker! Che diamine è successo con Brandon?- mi domanda furiosa.

    -Chi?- le chiedo nel panico. Ah, ecco come si chiamava!

    -Non fare la finta tonta con me, ti ho combinato un appuntamento con Brandon O’Connor, lo scapolo più ambito di tutta la NYU! E tu l’hai lasciato andare via!- mi accusa sbuffando.

    Non ci credo, Brandon ha già chiamato Sandy per riferirle quello che è successo? Lo odio ancora di più.

    -Sandy, quel ragazzo... primo non mi piace, secondo è il classico figlio di papà, e terzo voleva solo portarmi a letto!- le rispondo a tono.

    La mia amica sospira ma non si arrende.

    -Brandon non sarà l’umiltà in persona, ma potevi almeno farci sesso per togliere le ragnatele che si sono annidiate nelle tue parti intime! Hai quasi vent’anni, devi divertirti! Lasciati andare!-

    E qui interviene il suo lato altruista, salvare la povera Chiara da una vita insignificante è la sua missione. Peccato che io non sono per niente interessata a togliere quelle dannate ragnatele con il primo maschio che capita!

    -Sandy non farò sesso con un ragazzo che non mi piace!- mi difendo.

    -Allora, ecco cosa faremo… sabato sera ci sarà una festa alla confraternita di Kevin e tu verrai con me!- sbianco ancora di più, se possibile…

    Kevin è il suo nuovo ragazzo che mi ha fatto conoscere una sera che è venuta a trovarmi alla tavola calda dove lavoro come cameriera. E’ simpatico ma è anche il figlio di un grosso imprenditore, cioè ricco sfondato e frequenta la nostra stessa università. Ovviamente la mia amica non perde occasione per invitarmi alle feste che organizzano tra studenti, ma non ho mai partecipato primo perché non sono tipa da feste e poi tra il lavoro e lo studio non ho tempo. So anche che se voglio continuare ad essere sua amica, ogni tanto devo cedere alle sue richieste, e sopportare di tanto in tanto di trovarmi circondata dai suoi odiosi amici ricchi.

    -Non ci penso nemmeno! Non sono tipa da confraternite e poi non conosco nessuno!- tento di supplicarla, ma so già come andrà a finire.

    -Niente storie, mi avevi promesso che saresti venuta… devi divertirti e uscire, altrimenti non

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