Il Complotto
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Anteprima del libro
Il Complotto - Gabriele Loddo
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La telefonata
Raffo sostava ritto con le braccia sollevate. Sul palmo della mano teneva un moderno cellulare argentato, attivato in funzione vivavoce.
La scomoda posizione mantenuta dall’attore permetteva a Paula di completare le proprie mansioni. Con gesti rapidi e precisi, la donna lo vestiva e lo truccava curando al meglio ogni minimo particolare affinché risultasse perfetto per l’esibizione. Allo stesso tempo l’uomo poteva sbrigare l’urgente chiamata approfittando del personale momento d’inattività che precedeva la messa in scena dello spettacolo. Non importava quanto fosse intima la telefonata, tanto tra l’attore e la costumista non esistevano segreti.
Erano undici gli anni che Paula lo seguiva in giro per i teatri della nazione e più che una collega era ormai diventata la sua segretaria privata. O ancor meglio, lui la reputava al pari di un’amica, una persona da consultare ad ogni esigenza e in qualsiasi momento della giornata. Gli serviva un’idea regalo? Raffo chiedeva a Paula. Doveva comprare la macchina nuova, scegliere un ristorante o più semplicemente acquistare un paio di mutande? Era sempre la costumista quella a cui Raffo domandava consiglio. La interpellava in ogni occasione, e lei, con santa pazienza, elargiva il proprio parere con dettagliate istruzioni. Anche quando, consultata nel momento sbagliato, la tonalità della voce della donna, condita da un lessico colorito e scurrile, evidenziava l’insorgere di una fastidiosa seccatura. In quei casi, non proprio rari, poteva capitare che l’attore dovesse sopportare inesorabili e violente umiliazioni, spietati giudizi comunque dettati dalla sagace schiettezza della donna. Raffo lo sapeva, l’aveva imparato a proprie spese, e l’accettava. Come quando sul palco del teatro la piena riuscita della sua recita poteva dipendere dallo schiaffo o dall’insulto ricevuto da una valida spalla. Lui incassava e andava avanti. Allo stesso modo sorvolava e stringeva i denti sulle punzecchiature o sulle provocazioni dell’amica.
Paula era italo-brasiliana ma conservava i caratteri somatici di una lontana progenie africana. La carnagione era scura come scuri erano i suoi folti capelli crespi. Gli occhi, di un profondo nero, erano tutt’intorno orlati da minuscole rughe. Piccoli segni che il tempo cercava di lasciare nel suo fisico nel tentativo di ricordarle l’incedere degli anni visto che non riusciva ad intaccarla nello spirito o nell’inesauribile energia che la muoveva. Non era la classica formosa bellezza sudamericana, anzi, al contrario, era piuttosto secca. Ma erano l’acutezza, l’intelligenza e la sincerità i costituenti alchemici che componevano il suo fascino. Il motivo per cui Raffo l’aveva costantemente al suo fianco, anche in quel freddo giorno di novembre durante l’ennesima tappa del nuovo tour.
«Cazzo, Vanessa rispondi!»
Il cellulare continuava a squillare e più l’eco del libero segnale si propagava nel camerino, più cresceva l’ansia nell’animo dell’attore.
«Porca miseria Paula, ho paura possa esserle successo qualcosa di terribile. Spero non sia coinvolta in qualche brutto incidente!»
La costumista lo guardò dubbiosa. Piegò lievemente l’angolo della bocca e parlò senza fare sconti.
«Un incidente? Uhm, potrebbe essere, se con incidente intendi che qualcuno la stia tamponando. Anzi, più mi ci fai pensare, più ritengo possa essere probabile! Come già successo in passato!»
Paula non approvava la relazione tra Raffo e Vanessa, e nemmeno tentava di mascherarlo. Non lo faceva per gelosia, assolutamente. Solo reputava che un uomo di 56 anni non potesse legarsi sentimentalmente con una ragazza di oltre trent’anni più giovane.
Le esigenze, le abitudini, la forma mentis le riteneva necessariamente diverse. Soprattutto quando l’uomo cominciava a presentare problemi di prostata o quando iniziava a manifestare le prime defaillance nell’intimità. La costumista, con un pizzico di ironia, solo a lei concessa, glielo volle a suo modo ricordare. Come gli volle ricordare che Vanessa, da giovane e libera passerottina, già in altre occasioni era volata tra le corpulente ali di ben più prestanti uccelli.
«Non scherzare Paula, mi ha giurato che sarebbe venuta. Sono seriamente preoccupato. Oggi dobbiamo assolutamente parlare del nostro futuro.»
Dall’altro capo del telefono la linea continuava a squillare senza dare cenno di risposta.
«E chi scherza! Sto solo dicendo che fai proprio bene a preoccuparti ...»
«Basta Paula. Se credi d’essere divertente sappi che questa volta stai esagerando. Vedrai che con Vanessa chiariremo ogni cosa, una volta per tutte. E vedrai che a breve riceverai anche una bella lettera d’invito!»
Erano mesi ormai che Raffo covava il desiderio di sposare Vanessa e, magari, mettere su una stabile e numerosa famiglia, composta da tanti piccoli pargoletti che avrebbero corso attorno alle loro gambe e che avrebbero contribuito a stravolgere la loro giornaliera routine. Anche ora, i suoi occhi sognanti, lasciavano trasparire l’illusoria ambizione delle sue intime aspirazioni.
«Mah ...» - rispose con voce dubbiosa la donna «probabilmente sono io ad essere cinica o troppo all’antica!» la costumista terminò di sistemare il largo maglione sulle braccia dell’attore, poi tolse il cellulare dalla mano di Raffo e lo spense. Lo posò sul ripiano di un’alta cassettiera e dallo stesso ripiano prese uno strano copricapo in alluminio. Lo calcò sulla testa dell’attore e con un dolce sorriso disse «Okay, sei pronto! Ora basta pensare a Vanessa, il momento di entrare in scena è arrivato. Vai e spacca tutto!» La costumista diede un delicato bacio sulla guancia del proprio capo e gli mostrò, alzato, il pollice della mano destra.
Raffo si girò e, parlando tra sé e sé, esclamò sottovoce «Sono pronto! Ora vado e spacco tutto!»
Gli Alieni
L’intreccio caotico delle voci componeva un’aspettativa differente dalle solite manifestazioni che venivano rappresentate in quell’imponente ed elegante luogo di cultura. L’eccitazione aleggiando nell’aria rendeva tangibile la trepidante attesa degli spettatori accorsi numerosi per assistere alla nuova performance del comico Raffo. E se nei precedenti anni il comune aveva messo a disposizione della compagnia un semplice terreno all’aperto, solitamente destinato ad accogliere l’annuale fiera dell’agricoltura, arredato in fretta e furia con logori e rimovibili impianti scenici in affitto, in questa occasione aveva concesso loro lo storico Teatro Comunale.
Raffo era ormai riconosciuto al pari di una star internazionale. Ed anche la data odierna, come ogni altra tappa del nuovo tour nazionale che l’aveva preceduta, aveva fatto registrare il tutto esaurito. Tali motivazioni, unite al fatto che a breve si sarebbero svolte nuove elezioni, avevano convinto il sindaco a cambiare atteggiamento nei confronti delle richieste dell’attore. Inoltre,