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Ricordi sotto il sole greco (eLit): eLit
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E-book164 pagine3 ore

Ricordi sotto il sole greco (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Tentazioni sull'Egeo 1

L'ex amante di Chrysander Anetakis, ricchissimo proprietario di hotel, è stata rapita? E, una volta rilasciata, non ricorda più niente, tranne il proprio nome? Questo significa che Marley Jameson non sa di aver tradito Chrysander, appropriandosi di segreti che riguardano l'impero Anetaki. A dire il vero il furto non è stato pro-vato, ma a lui è bastato il sospetto per allonta-narla dalla sua vita. Ora però il magnate greco può approfittare della situazione grazie a una piccola bugia: si finge il fidanzato di Marley e si trasferisce con lei sulla sua incantevole isola privata. Che cosa avrà in mente?

LinguaItaliano
Data di uscita30 lug 2014
ISBN9788858929636
Ricordi sotto il sole greco (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Ricordi sotto il sole greco (eLit) - Maya Banks

    Copertina. «Ricordi sotto il sole greco» di Banks Maya

    Credits: bernardbodo / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Tycoon’s Pregnant Mistress

    Silhouette Desire

    © 2009 Maya Banks

    Traduzione di Giuseppe Biemmi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 9788858929636

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Frontespizio. «Ricordi sotto il sole greco» di Banks Maya

    1

    INCINTA.

    A dispetto del calore della giornata estiva, una sgradevole sensazione di freddo assalì Marley Jameson mentre si sedeva su una delle panchine del parco, a pochi isolati dall’appartamento che condivideva con Chrysander Anetakis.

    Stavros non sarebbe stato felice della sua breve scomparsa, pensò rabbrividendo. Né lo sarebbe stato Chrysander una volta informato da Stavros che lei non aveva adottato le abituali misure di sicurezza. Ma trascinarsi dietro l’imponente guardia del corpo all’appuntamento con il suo dottore non rientrava fra le alternative percorribili, perché Chrysander sarebbe venuto a sapere della gravidanza prima ancora che lei fosse tornata a casa per poterglielo comunicare di persona.

    Come avrebbe preso la notizia? Nonostante tutte le precauzioni, era incinta di otto settimane. Secondo le sue ipotesi, doveva essere accaduto quando lui era rientrato da un prolungato viaggio d’affari oltremare. Chrysander aveva voluto recuperare il tempo perduto con gli interessi. Ma anche lei non si era affatto tirata indietro.

    Un leggero rossore scacciò la sensazione di freddo dalle sue gote mentre ricordava quella notte. Lui aveva voluto fare l’amore più e più volte, sussurrandole in greco dolci parole che le avevano fatto sussultare il cuore.

    Consultando l’orologio, Marley fece una smorfia. Chrysander sarebbe tornato a casa di lì a poche ore, eppure lei se ne stava seduta come una codarda, quasi volesse evitare il confronto. Adesso, però, doveva andare. Non poteva farsi trovare in jeans scoloriti e T-shirt, abbigliamento che indossava solo quando lui era via.

    Con una riluttanza figlia dell’incertezza, si costrinse ad alzarsi e si incamminò lungo il breve percorso diretto al lussuoso edificio che ospitava l’appartamento di Chrysander.

    «Ti stai comportando da sciocca» si disse sottovoce mentre si avvicinava all’ingresso.

    Se fu sorpreso di vederla arrivare a piedi, il portiere non lo diede a vedere, ma si affrettò ad aprirle la porta.

    Marley entrò nell’ascensore e si passò una mano sul ventre ancora piatto. Mentre saliva, la pervase un certo nervosismo. Quando, giunta al piano, le porte si spalancarono sullo spazioso foyer dell’attico, Marley si mordicchiò il labbro e abbandonò a malincuore l’ascensore.

    Raggiunto il soggiorno, si liberò delle scarpe e si diresse verso il divano, sul quale gettò la borsa. Si sentiva provata, e avrebbe tanto voluto lasciarsi ricadere su quei soffici cuscini. Ma doveva decidere come affrontare l’argomento della sua relazione con Chrysander.

    Alcuni giorni prima avrebbe detto di essere assolutamente soddisfatta, ma i risultati degli esami del sangue l’avevano scossa. L’avevano spinta a riflettere sugli ultimi sei mesi con Chrysander.

    Lo amava con tutto il cuore, ma non era del tutto sicura della posizione che occupava nella sua vita. Quando erano insieme, lui si dimostrava tenero e affettuoso. Il sesso fra loro era fantastico. Ma adesso aveva un bimbo in arrivo a cui pensare. Dall’uomo che amava aveva bisogno di molto più di sesso memorabile ogni due o tre settimane, ovvero quando l’agenda piena di impegni di Chrysander lo permetteva.

    Trascinandosi a fatica, entrò nella suite e sobbalzò quando Chrysander uscì dal bagno, coperto unicamente da una salvietta allacciata attorno alla vita.

    Un lento sorriso gli si disegnò sul bel volto. Ogni volta che posava lo sguardo su di lui, era come se fosse la prima volta.

    «S... sei in anticipo» riuscì a farfugliare, sentendosi rimescolare dentro.

    «Ti stavo aspettando, pedhaki mou» disse con tono carezzevole lui.

    Chrysander lasciò cadere la salvietta, e lei deglutì mentre lo sguardo le cadeva sul suo sesso turgido. Lui avanzò con atteggiamento predatorio, annullando rapidamente la distanza che li separava. Le sue mani le si richiusero attorno alle spalle, e lui chinò il capo per catturarle la bocca con la propria.

    Un gemito quasi impercettibile le sfuggì dalle labbra mentre le ginocchia minacciavano di cederle. Lui era una specie di droga. Non ne aveva mai abbastanza. Era sufficiente che la sfiorasse perché si sentisse accendere.

    La bocca di Chrysander le scivolò lungo il collo, mentre le sue mani armeggiavano impazienti attorno alla sua T-shirt. Mosse quasi da una volontà propria, le dita di lei gli affondarono nei capelli, attirandolo più vicino.

    Tonico, scattante, muscoloso. Un vero fusto, che si muoveva con grazia e che sapeva maneggiare con maestria il corpo di Marley, facendolo vibrare.

    Lei gli strinse le braccia attorno alla nuca mentre Chrysander la adagiava sul letto.

    «Hai decisamente troppi vestiti addosso» mormorò lui, sollevandole la maglietta e sfilandogliela dalla testa.

    Lei sapeva che avrebbero dovuto fermarsi. Dovevano parlare, ma le era mancato. Lo desiderava intensamente. E forse una parte di lei voleva quel momento prima che le cose cambiassero irrimediabilmente.

    Lui le sganciò il reggiseno, e lei trattenne il fiato quando quelle dita trovarono i suoi capezzoli ultrasensibili. Erano più scuri adesso, e si chiese se lui l’avrebbe notato.

    «Ti sono mancato?»

    «Sai bene che è così» gli rispose lei con un filo di voce.

    «Mi piace sentirtelo dire.»

    «Mi sei mancato» lo accontentò lei, e un sorriso le si dipinse sulle labbra.

    Non la sorprese la rapidità con cui Chrysander si sbarazzò dei vestiti con cui gli si era presentata. Lui gettò i jeans ai piedi del letto. Il reggiseno volò da una parte, gli slip da un’altra. Poi si profilò su di lei, le scivolò sopra e, finalmente, la colmò.

    Marley si inarcò, avvinghiandosi a lui mentre Chrysander faceva l’amore con lei con una passione travolgente e febbrile. Era sempre così fra loro. Erano in balia di un desiderio reciproco che pareva consumarli.

    Mentre la stringeva fra le braccia, lui le sussurrò tenere frasi in greco. Le sue parole le scivolarono sulla pelle come altrettante carezze, mentre raggiungevano l’apice del piacere a breve distanza l’uno dall’altro. Poi lei gli si rannicchiò contro, contenta e appagata.

    In seguito, doveva essersi addormentata perché, quando aprì gli occhi, Chrysander le stava disteso accanto, un braccio appoggiato possessivamente sul suo fianco. La stava osservando pigramente, con gli occhi color ambra che brillavano soddisfatti.

    Era giunto il momento. Marley doveva affrontare l’argomento. Non ci sarebbe più stata un’occasione migliore. E allora perché il pensiero di domandargli della loro relazione la gettava nel terrore?

    «Chrysander» esordì timidamente.

    «Cosa c’è?» le chiese lui, socchiudendo gli occhi. Che avesse colto la preoccupazione nella sua voce?

    «Volevo parlarti.»

    Lui si stiracchiò in tutta la sua lunghezza e si allontanò di qualche centimetro, in modo da poterla vedere meglio. Il lenzuolo gli scivolò sul fianco, ma non se ne curò. Marley si sentiva esposta e indifesa, tanto che tremò quando lui le fece passare la mano sulla punta di un seno.

    «Di cos’è che vuoi parlarmi?»

    «Di noi» disse semplicemente lei.

    Lo sguardo gli si fece dapprima guardingo, quindi impenetrabile e sul volto gli calò una maschera di fredda indifferenza che la spaventò. Marley lo sentì allontanarsi, quasi stesse prendendo mentalmente le distanze.

    In quel mentre suonarono il campanello. Chrysander imprecò tra sé e allungò la mano per premere il tasto del citofono.

    «Sì?»

    «Sono Roslyn. Posso salire?»

    Marley si irrigidì, riconoscendo la voce dell’assistente personale di Chrysander. Era ormai sera inoltrata, eppure eccola fare un’improvvisata nell’appartamento che sapeva che lui condivideva con Marley.

    «Sono molto occupato al momento, Roslyn. Di qualunque cosa si tratti, potrà certamente aspettare fino a quando verrò in ufficio domattina.»

    «Spiacente, signore, ma ho bisogno della sua firma su un contratto che devo inoltrare entro le sette di domani.»

    Chrysander si lasciò sfuggire un’altra espressione colorita. «Allora salga.»

    Buttando giù le gambe dal bordo del letto, si alzò. Quindi andò verso l’armadio in mogano lucido e ne tolse un paio di pantaloni sportivi e una camicia.

    «Come mai si presenta qui così spesso?» chiese tranquillamente Marley.

    Chrysander le lanciò un’occhiata carica di sorpresa. «È la mia assistente. Fa parte del suo mestiere mantenersi in contatto con me.»

    «Nella tua abitazione privata?»

    Scrollando il capo contrariato, lui si abbottonò la camicia. «Torno subito, così potremo fare la nostra chiacchierata.»

    Marley lo osservò andarsene, accusando una stretta al cuore. Era tentata di rinviare la discussione a un’altra sera, ma doveva dirgli della gravidanza, e non poteva parlargli del bambino senza prima sapere esattamente cosa provava per lei. Cosa pensava del loro futuro. Dunque, andava fatto quella sera.

    Con il protrarsi dell’attesa, la sua ansia crebbe. Non volendo essere in posizione di svantaggio facendosi trovare nuda al faccia a faccia, lasciò il letto e recuperò pantaloni e maglietta. Quanto meno sarebbe stata presentabile, pensò, ravviandosi i capelli.

    Finalmente, sentì un rumore di passi provenire dall’esterno della camera. Lui entrò sfoderando un’espressione vagamente assente. Degnandola di un rapido sguardo, serrò le labbra.

    «Ti preferisco di gran lunga nuda, pedhaki mou

    Lei abbozzò un sorrisetto incerto e arretrò per accomodarsi sul letto. «Tutto a posto?»

    Lui agitò la mano nell’aria con nonchalance. «Sì, niente di che. Una firma mancante.» Chrysander procedette verso il letto con una luce eccitata negli occhi. Non appena si fermò a un passo da dove era seduta lei, le sue mani corsero ai bottoni della camicia che indossava.

    «Chrysander... dobbiamo parlare.»

    Una certa contrarietà gli attraversò il volto, ma poi fece un sospiro rassegnato, smise di sbottonarsi e si lasciò ricadere sul letto al suo fianco. «Parla pure, Marley. Cos’è che ti turba?»

    La sua vicinanza per poco non la distolse dall’intento. Così si spostò quanto bastava per mettere un minimo di distanza fra loro. «Voglio sapere cosa provi per me, come vedi il nostro rapporto» buttò lì nervosamente. «E se abbiamo un futuro.»

    Lei alzò lo sguardo per controllare la sua reazione. Le labbra gli si strinsero, assottigliandosi. «Dunque, siamo arrivati a questo» commentò con tono arcigno.

    Chrysander si alzò e le voltò le spalle, prima di ruotare su se stesso per porsi di fronte a lei.

    «Arrivati a... cosa? Ho semplicemente bisogno di sapere cosa senti per me. Se abbiamo un futuro. Non parli mai di noi, se non al presente» terminò mestamente Marley.

    Lui allungò la mano e gliela richiuse attorno al mento. «Noi non abbiamo una relazione vera e propria. Non mi vanno le relazioni, lo sai bene. Tu sei... sei la mia amante.»

    Perché aveva come l’impressione di essere appena stata schiaffeggiata?, pensò lei, fissandolo con gli occhi sgranati.

    «Amante?» gracchiò. Convivente.

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