Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Passione sotto la neve: Harmony Destiny
Passione sotto la neve: Harmony Destiny
Passione sotto la neve: Harmony Destiny
E-book160 pagine2 ore

Passione sotto la neve: Harmony Destiny

Valutazione: 5 su 5 stelle

5/5

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Soldi e potere aprono ogni porta.
Tranne quella del cuore.


Tessa Randall ha fatto causa alla società di Dragan Markovic per essere stata licenziata mentre era incinta di due gemelle. All'avvicinarsi del processo, Dragan spera di riuscire a far cambiare idea alla donna e allo stesso tempo vuole sapere di più sull'accaduto. Così, le offre un passaggio sul suo aereo privato, ma un'avaria li costringe ad atterrare presso la sua residenza in Alaska dove restano bloccati da una tormenta per giorni. Il cuore di Dragan, indurito dal suo difficile passato, comincia a sciogliersi per merito di Tessa, e l'imminente ritorno alla quotidianità sarà il miglior test per il loro rapporto, sbocciato tra le nevi grazie a una bollente passione.
LinguaItaliano
Data di uscita19 lug 2018
ISBN9788858984710
Passione sotto la neve: Harmony Destiny
Autore

Elizabeth Lane

Nata e cresciuta nello Utah, ama riversare nei suoi romanzi le esperienze e le conoscenze acquisite nel corso di numerosi viaggi in tutto il mondo.

Leggi altro di Elizabeth Lane

Autori correlati

Correlato a Passione sotto la neve

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Passione sotto la neve

Valutazione: 5 su 5 stelle
5/5

1 valutazione0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Passione sotto la neve - Elizabeth Lane

    successivo.

    1

    Seattle, Washington, fine settembre

    «Mi sta dicendo che finiremo in tribunale?» esclamò Dragan Markovic. «Le abbiamo offerto di tutto. Perché non vuole accettare l'accordo?»

    Il giovane avvocato della Trans Pacific era molto nervoso. Giocherellava con la penna e gocce di sudore gli colavano lungo la fronte. «A detta del suo avvocato, non le interessano i soldi. La signorina Randall desidera che la gente sappia che è stata trattata ingiustamente. Vuole assicurarsi che nessuna dipendente venga più licenziata a causa di una gravidanza.»

    Dragan si rabbuiò. «Non è stata licenziata perché era incinta. Mi era parso di capire che non fosse più in grado di svolgere il suo lavoro.»

    «Infatti è ciò che riferiremo al giudice. Le trasferte in Estremo Oriente erano frequenti. La gravidanza era ad alto rischio e lei non si poteva spostare.»

    «Allora come mai non le è stato assegnato un lavoro diverso... d'ufficio?»

    «Il suo avvocato ci attaccherà proprio su questo. Il supervisore ha deciso di licenziarla. Non avevano un buon rapporto.»

    Dragan imprecò sottovoce e si alzò dalla poltrona. Si avvicinò alla parete vetrata e contemplò il lungomare di Seattle, fiancheggiato da magazzini, pontili e gru. Due grandi navi porta container, con il logo della Trans Pacific erano attraccate al molo in attesa delle merci. Le acque grigie dello stretto di Puget erano offuscate dalla nebbia.

    Maledizione. Aveva una società da mandare avanti. Non aveva tempo di occuparsi di Tessa Randall, una donna che non conosceva e che non aveva intenzione di conoscere, e della causa civile che minacciava di rovinare la reputazione della Trans Pacific. Perché Tessa non poteva accettare i soldi, firmare l'accordo di riservatezza e lasciarlo in pace?

    «Se ricordo bene, ha partorito due gemelli.»

    «Esatto, sedici mesi fa» confermò l'avvocato, togliendosi gli occhiali per pulirli. «Due bambine identiche, nate premature. La signorina Randall non aveva più l'assicurazione sanitaria e le spese mediche...»

    «Ci siamo offerti di pagarle!» sbottò Dragan.

    «Lo so. L'avvocato mira al risarcimento per danni punitivi. Sostiene che lo stress dovuto alla perdita del lavoro l'abbia indotta a partorire prima del termine previsto.»

    «Possono dimostrarlo?»

    «Ci proveranno. E noi saremo costretti ad affrontare una battaglia sgradevole... e anche piuttosto dispendiosa. Posso darle un consiglio, signor Markovic?»

    «Certo.»

    «So che preferisce non farsi coinvolgere personalmente in queste faccende, tuttavia potrebbe incontrare la signorina Randall e porgerle le sue scuse a nome della società. Forse lei acce...»

    «Non se ne parla, sono troppo impegnato. E comunque io non le devo delle scuse. Quando si terrà questa udienza?»

    «Tra una settimana. Poiché la signorina Randall lavorava in Alaska, il processo civile si terrà ad Anchorage. C'è ancora tempo se intende...»

    «No. Non mi scuserò. Sta a lei e ai suoi soci risolvere problemi del genere. È per questo che vi pago. Se non sapete svolgere il vostro lavoro...» Lasciò che la minaccia aleggiasse nell'aria. «Può andare.»

    «Sì, signor Markovic. Faremo del nostro meglio.» L'avvocato afferrò i documenti e uscì dall'ufficio.

    Dragan si voltò di nuovo verso la parete vetrata. Imprecò in croato, la sua lingua madre, e fissò la nebbia fitta. Avrebbe voluto licenziare quei legali tanto rinomati all'istante e affidare la causa a un solo avvocato con una vasta esperienza, che avrebbe saputo come gestire la situazione. Al momento, però, non poteva.

    Il suono malinconico di una sirena da nebbia gli ricordò che stava sprecando tempo. Ritornò alla scrivania e accese il computer. Era giunta l'ora di dare un'occhiata al fascicolo personale di Tessa, dato che gli avvocati si trovavano a un punto morto.

    La foto mostrava una donna con i capelli rossi, lunghi e ondulati, e penetranti occhi nocciola. Doveva ammettere che era molto sexy.

    Stando ai documenti, era single e durante i sei anni in cui aveva lavorato per la società non si era né sposata né divorziata. Eppure era rimasta incinta. Purtroppo non c'erano altre informazioni al riguardo. Le valutazioni delle sue prestazioni erano eccellenti. Tessa parlava molto bene il giapponese ed era anche un'ottima negoziatrice. La maggior parte della merce della Trans Pacific veniva spedita in Giappone.

    Non era una dipendente che si poteva sostituire tanto facilmente.

    Incuriosito, lesse il resto del fascicolo tutto d'un fiato. Non c'erano dettagli relativi al licenziamento, solo la data. Strano. Forse parte del fascicolo era stato cancellato?

    Vide che adesso Tessa abitava a Bellingham, una città universitaria dello Stato di Washington. Era certo che si sarebbe presentata ad Anchorage per l'udienza. Lui era disposto a liberarsi dagli impegni per fare altrettanto?

    Spense il computer. Sperava che gli avvocati trovassero il modo di aggiustare le cose. All'inizio di quella vicenda si era detto che avrebbero raggiunto un accordo in breve tempo. E invece...

    Sospirò. Iniziava a rendersi conto che affrontare di persona Tessa, fuori o dentro il tribunale, era l'unico modo per rafforzare la sua posizione e salvaguardare la reputazione della Trans Pacific. Aveva bisogno di un piano. Doveva ottenere più informazioni su di lei. Se avesse scoperto che era stata trattata ingiustamente, avrebbe fatto la cosa giusta. Alle sue condizioni, però. Nessuno poteva permettersi di screditare la sua società. Nessuno.

    Bellingham, Stato di Washington, sei giorni dopo

    Non poteva essere vero.

    Tessa estrasse una compressa di ibuprofene dalla borsa e scrutò il terminal in cerca di una fontanella. Non ce n'erano. Inghiottì la compressa senz'acqua e tossicchiò.

    Alcune settimane prima aveva prenotato un volo della Alaska Airlines per recarsi ad Anchorage. I suoi genitori avrebbero badato alle gemelle per un paio di giorni mentre lei presenziava all'udienza. Poi la madre era inciampata e si era rotta il piede. Inoltre il suo avvocato, Helen Carmichael, l'aveva avvertita che se avesse deciso di chiedere un risarcimento per danni punitivi, il processo sarebbe potuto durare settimane. La compagnia aerea le aveva detto che non aveva posti disponibili per le bambine, allora l'efficientissima Helen le aveva prenotato un volo charter e aveva assunto una babysitter che si sarebbe occupata di loro una volta giunte in Alaska. Credeva che fosse tutto risolto. E invece no.

    Trattenendo lacrime di rabbia, si diresse a grandi passi verso la sala d'attesa dove la sua amica Penny, che l'aveva accompagnata all'aeroporto, stava tenendo d'occhio le gemelle.

    Maddie e Missy erano sedute su un passeggino doppio e attiravano l'attenzione di tutti i passanti. Avevano gli occhi azzurri e i capelli rossi e indossavano due salopette rosa identiche. Erano adorabili. Quando erano stanche, però, si trasformavano in due pesti. E adesso erano molto stanche.

    Non appena la videro, iniziarono a piangere e a dimenarsi. Gli strilli aumentavano a ogni passo. Entrambe allungarono le mani verso di lei. Missy voleva essere coccolata, Maddie voleva soltanto scendere e gironzolare per la sala.

    L'ibuprofene non aveva ancora fatto effetto e il mal di testa era peggiorato.

    «Cos'è successo?» le chiese Penny. Aveva un marito e tre figli in età scolare.

    Scosse la testa. «Il mio volo è stato cancellato per via di un guasto all'aereo. Pazzesco.»

    «Be', se il problema è loro, non dovrebbero procurarti un altro volo?»

    «Gli impiegati non hanno fatto altro che scrollare le spalle e alzare gli occhi al cielo. Ho intenzione di tornare di là e protestare finché non otterrò dei risultati. Ti avviso, potrebbe volerci un po'.»

    «Non ti preoccupare per me. Fai con calma.» Penny fissò le gemelle. «Forse i capricci le stancheranno e si addormenteranno.»

    «Ci sono delle merendine e dei succhi di frutta nella borsa dei pannolini. Le aiuteranno a calmarsi. Mi dispiace. So che hai da fare.»

    «Ti ho detto di non preoccuparti. Non tornare finché non avrai ottenuto un volo.»

    Si avviò lungo il corridoio e quando udì le bambine strillare forte, ebbe un tuffo al cuore. Non si voltò per non peggiorare le cose.

    Che disastro. Forse avrebbe dovuto accettare la somma generosa che la Trans Pacific le aveva offerto. No. Come le aveva ricordato più volte Helen, una grande sostenitrice dei diritti delle donne, c'era in ballo qualcosa di più importante dei soldi. La sua denuncia sarebbe stata un esempio per tutti e avrebbe creato un precedente per le cause future.

    Serrò la mascella e si avvicinò al banco accettazione della Northwest Charter Air dove aveva lasciato le valigie. «È scandaloso» esclamò. «Io ho un biglietto. E non mi muoverò di qui finché non mi avrete procurato un altro volo per Anchorage.»

    La donna di mezza età dietro al banco scosse la testa. «Mi dispiace. Tutti gli aerei sono al completo, non ci sono...»

    «Forse potrei esserle d'aiuto.» Una voce profonda e sensuale le scatenò brividi ovunque. Si voltò trattenendo il respiro e vide un uomo alto, con i capelli scuri e gli occhi color grigio ardesia. Aveva la mascella squadrata, il naso dritto e zigomi sporgenti. I lineamenti del volto erano molto marcati. Non era stupendo, eppure trasudava mascolinità da tutti i pori. Il suo abbigliamento era semplice. Indossava una camicia di flanella a quadri e una giacca di pelle. Fu l'orologio, un Rolex, a farle capire che era ricco.

    Lo sguardo freddo e il leggero accento dell'Europa dell'Est gli avrebbero permesso di ottenere la parte dell'antagonista tenebroso e affascinante in un qualunque film di spionaggio.

    Era certa di non averlo mai visto prima. Si sarebbe ricordata di un tipo del genere. Tuttavia aveva l'aria familiare. Era un attore? Un presentatore? Non le aveva detto il suo nome. Forse si aspettava che lei lo riconoscesse.

    «Mi scusi... si è appena offerto di aiutarmi?»

    «Non ho potuto fare a meno di ascoltare. Io parto per Anchorage tra pochi minuti e c'è spazio nel mio aereo. Può unirsi a me, se lo desidera. Gratis, ovviamente.»

    «Ne è sicuro?» Era in preda all'indecisione. Quello era un vero colpo di fortuna. Ci doveva essere un tranello, però. Lei non sarebbe mai salita in auto, e in aereo, con uno sconosciuto. Doveva anche tenere a mente che era insieme alle bambine.

    L'uomo sembrò intuire il suo stato d'animo. «Il mio aereo è qui fuori. E sono comproprietario di questa compagnia aerea. Immagino che lei tema per la sua incolumità, dopotutto non mi conosce. La signorina Burris garantisce per me.» Si girò verso la donna dietro al banco. «Vero, Marlene?»

    «Certo, signore» sorrise lei.

    «Decida in fretta, signorina. Dobbiamo partire prima che cali la nebbia.» Parlava come un uomo abituato a ottenere sempre ciò che voleva.

    Non poteva rifiutare. Quello era l'unico modo per raggiungere Anchorage. Doveva fare un salto nel vuoto. «D'accordo. Accetto la sua offerta.»

    «Bene.» Lui lanciò un'occhiata alle valigie, che in realtà contenevano più roba per le bambine che per se stessa. «Questi sono i suoi bagagli? Li farò caricare.»

    «Sì, grazie. Devo... fare una cosa. Torno tra poco.»

    Si precipitò in sala d'attesa. Non gli aveva detto delle gemelle per non rischiare che cambiasse idea. C'era spazio sull'aereo, no? In ogni caso, il volo sarebbe durato un paio d'ore. Le bambine non avrebbero dato alcun problema.

    Era un uomo davvero affascinante. Perché le sembrava così familiare? Forse lo aveva visto su una rivista o in qualche programma televisivo. Se non si fosse ricordata il suo nome, avrebbe dovuto mettere da parte l'imbarazzo e chiederglielo.

    Dragan la osservò mentre si allontanava. I pantaloni attillati mettevano in risalto il fondoschiena perfetto. Peccato che ci fosse una causa in corso, altrimenti ci sarebbe andato volentieri a letto. Era proprio il suo tipo. Minuta, formosa e vivace. Doveva essere scatenata sotto le lenzuola. Forse dopo il processo, se entrambi fossero rimasti soddisfatti dell'esito...

    Scosse la

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1