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Un destino perfetto: Harmony Destiny
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Un destino perfetto: Harmony Destiny
E-book148 pagine2 ore

Un destino perfetto: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

A Scarlet e Mason Spencer non manca niente: la loro unione è perfetta, la chimica sotto le lenzuola insuperabile. Il sogno di allargare la famiglia svanisce però un pezzo alla volta, infrangendosi contro la cruda realtà, e questo piano piano manda in frantumi anche il loro matrimonio.



Il destino offre loro una seconda opportunità quando il fratello di Mason, in punto di morte, gli affida Luna, sua figlia, non sapendo della loro crisi matrimoniale. Se all'inizio fingere davanti al mondo di essere ancora una coppia felice per occuparsi della bambina è doloroso, ben presto la passione che conoscevano bene si riaccende più intensa di prima, e questa ritrovata sintonia li porta a rimettere in discussione ogni decisione presa prima dell'arrivo di Luna.
LinguaItaliano
Data di uscita20 apr 2018
ISBN9788858980323
Un destino perfetto: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Un destino perfetto - Andrea Laurence

    successivo.

    1

    Scarlet sapeva che una telefonata ricevuta dopo mezzanotte portava soltanto cattive notizie.

    Un'ora prima aveva visto il nome del marito sul cellulare e una scarica di adrenalina le aveva attraversato il corpo. Lei e Mason non erano in buoni rapporti. O l'aveva chiamata per dirle che era accaduto qualcosa di grave o aveva bevuto troppo e voleva confessarle ciò che pensava della loro situazione. Si era detta che forse aveva cambiato idea e non voleva più divorziare. Purtroppo era rimasta delusa. Stava entrando al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles. Erano le due e non sapeva perché si trovava lì.

    Mason le aveva chiesto di raggiungerlo e, nonostante tutto quello che era successo tra loro, non era riuscita a dirgli di no. Qualcosa nella sua voce l'aveva spaventata. Mason era stato la sua roccia per nove anni. Durante gli alti e i bassi del matrimonio, le era sempre stato accanto. Sospettava che presto avrebbe dovuto ricambiare il favore.

    Cercò di prepararsi al momento in cui lo avrebbe visto. Se n'era andato di casa due mesi prima e da allora non si erano più incontrati. Non aveva idea di cos'avrebbe provato. Dopo nove anni insieme, Mason non apparteneva più a lei. Non era compito suo prendersi cura di lui. Avrebbe fatto meglio a ricordarselo.

    Si avviò verso l'ascensore, poi lo intravide nel corridoio. La prima volta che si erano conosciuti era rimasta incantata dai suoi occhi azzurri, dai capelli castani scompigliati e dalla pelle dorata. Quando sorrideva, gli si formavano delle fossette adorabili sulle guance. Malgrado i tanti anni passati insieme, le bastava guardarlo per sentire il battito accelerare.

    Purtroppo non ci sarebbero stati sorrisi quella notte. Mason era accasciato su una sedia e si teneva la testa tra le mani. Sembrava distrutto. Di rado lo aveva visto in quello stato. Era amministratore delegato della Spencer Surf Shops e non sbagliava mai un colpo, sapeva sempre cosa fare. Era sexy e sicuro di sé. Si era tolto quella maschera in poche occasioni: quando aveva scoperto di non poterle dare un figlio, quando non era riuscito a impedire che il giudice restituisse il bambino che avevano adottato alla madre biologica e infine quando se n'era andato di casa, lasciandosi lei e il loro matrimonio alle spalle.

    Capì che doveva essere accaduto qualcosa di terribile. «Mason?» lo chiamò, avvicinandosi.

    Il marito sussultò e posò gli occhi stanchi e arrossati su di lei. Si alzò in piedi e lo vide contrarre la mascella. Stava cercando di tenersi tutto dentro. Forse temeva che se avesse iniziato a parlare, le emozioni lo avrebbero sopraffatto.

    «È successo qualcosa a Jay?»

    Jay era il fratello minore di Mason e da diversi mesi stava combattendo contro un melanoma in stadio avanzato. Nell'ultimo periodo il cancro si era esteso agli organi principali e le terapie erano state interrotte. Non sarebbe rimasta sorpresa se Mason le avesse rivelato che Jay aveva perso la battaglia contro il cancro. Dall'espressione del marito, però, intuì che si trattava di qualcosa di più grave.

    «No» rispose Mason. «A Rachel.»

    «Sua moglie?» esclamò, avvertendo un tuffo al cuore. La cognata era come una sorella per lei. Scarlet era figlia unica e le piaceva avere qualcuno con cui fare quattro chiacchiere e scambiare consigli sul rapporto di coppia. Rachel avrebbe dovuto crescere la figlia da sola quando Jay se ne sarebbe andato e questo la preoccupava. Luna aveva appena un anno e non avrebbe conservato alcun ricordo del padre. «Che vuoi dire?»

    «È morta.»

    Scarlet si portò una mano sulla bocca. Non poteva essere vero! L'universo non era così crudele! Luna stava per perdere il padre. Non poteva perdere anche la madre. «Come è...» Non riuscì a finire la frase. Com'era potuta accadere una cosa del genere?

    «È stato un incidente. È caduta dalle scale mentre trasportava il cesto del bucato. Aveva tanto a cui pensare in questo periodo, per via di Jay. Si è rotta l'osso del collo. L'ha trovata la governante.»

    Non sapeva cosa dire. Da quando aveva ricevuto la telefonata di Mason, mille pensieri l'avevano angosciata. Tuttavia non le era mai passato per la mente che Rachel potesse essere morta. Era una vera tragedia. Aggravata dalla malattia del marito. «Jay lo sa?» sussurrò.

    Mason annuì. «È stato proprio lui a dirmelo.»

    Scarlet scosse la testa. Non sarebbe dovuta andare così. La sua vita era un disastro e stava affrontando la cosa giorno per giorno, Rachel e Jay, però...

    Il dolore era troppo forte. Gli occhi le si riempirono di lacrime. In quell'istante Mason l'abbracciò e lei non lo respinse. Crollò sul suo petto, bagnandogli la camicia di lacrime. Provò a non pensare a quanto era confortante trovarsi di nuovo tra le sue braccia. Le era mancato il suo profumo e il calore del suo corpo. Mason, però, stava soltanto cercando di consolarla, nulla di più.

    Quel pensiero la distrasse per un attimo e ricordò a se stessa che doveva mantenere le distanze. Tirò su con il naso e indietreggiò di un passo. Quando incrociò lo sguardo di Mason, vi lesse un dolore che non c'entrava nulla con la morte di Rachel. Gli era dispiaciuto che si fosse staccata da lui? Per quanto desiderasse rimanergli vicina per tutta la notte, era certa che il contatto fisico non l'avrebbe aiutata a dimenticarlo. Era già difficile trovarsi nello stesso luogo. Ormai Mason non la voleva più.

    Perché l'aveva chiamata? Stavano per divorziare e da quando lui se n'era andato dalla loro casa sulla spiaggia a Malibu, si erano sentiti a malapena. Mason aveva parenti e amici che vivevano a Los Angeles. Di sicuro preferiva avere qualcun altro accanto in un momento del genere. In fin dei conti, era stato lui ad abbandonarla.

    Mason si schiarì la gola.

    «Mi dispiace di averti fatta correre qui in piena notte, ma Jay vuole parlare con noi.»

    Aggrottò la fronte. «Noi due?»

    Mason annuì. «Ci sta aspettando. È di sopra, nel reparto di oncologia.»

    Si diresse verso l'ascensore senza darle la possibilità di replicare. Come al solito. Lo seguì ed entrambi rimasero in silenzio. Raggiunsero il terzo piano e alla fine del corridoio si fermarono davanti a una stanza con il nome J. Spencer scritto su una lavagnetta bianca.

    Scarlet trattenne il fiato mentre entrava. Era preoccupata. Non sapeva come avrebbe reagito vedendolo in quello stato. Una tendina circondava il letto per garantire sufficiente privacy. Mason la scostò.

    L'uomo che giaceva sotto le lenzuola non era lo stesso di una volta. Aveva perso più di venti chili ed era molto magro. I capelli castani, un tempo folti e arruffati come quelli di Mason, erano fini e radi. La pelle era giallastra. Eppure il Jay che conosceva, l'anima della festa, l'uomo dalla battuta pronta, sempre tranquillo e rilassato, esisteva ancora.

    Era l'opposto del fratello maggiore, che invece era un perfezionista.

    «Ciao» mormorò con voce sottile quando la vide avvicinarsi. Allungò una mano e lei gliela strinse. «Sei sempre bellissima, sorellina.»

    Scarlet si morse il labbro per trattenere le lacrime. «Se continuerai a interrompere il mio sonno di bellezza, non avrò più questo aspetto» ribatté. Jay preferiva mantenere un'atmosfera leggera anche nei momenti peggiori e lei intendeva adattarsi ai suoi desideri.

    Per un attimo lo sguardo del cognato si perse nel vuoto. «Lo so. Purtroppo non ho potuto fare altrimenti. Mason ti ha detto cos'è successo?»

    Scarlet annuì e si accomodò su una sedia accanto al letto. «Mi dispiace tanto.»

    Lui scosse la testa. «Non preoccuparti per me. Non soffrirò a lungo. Io e Rachel ci ritroveremo presto. Vi ho chiesto di venire qui per via di Luna.»

    Scarlet si sentì in imbarazzo. Era stata travolta dal dolore e non aveva pensato a cosa sarebbe successo a Luna. Non la stupiva che Jay fosse sveglio nel cuore della notte e si stesse tormentando riguardo al futuro della figlia.

    «Vogliamo che la cresciate voi. Posso nominare soltanto Mason come tutore legale di Luna. Gli avvocati me ne hanno spiegato il motivo, non ci ho capito granché. Ovviamente io e Rachel intendevamo lasciarla a entrambi, nel caso in cui ci fosse successo qualcosa. So che desiderate un figlio. Non è così che m'immaginavo accadesse, però spero che siate disposti ad adottare Luna e a crescerla come se fosse vostra.»

    «Sarà sempre tua figlia, Jay» affermò Mason.

    «Non si ricorderà di noi. Tu e Scarlet sarete i suoi genitori, a me sta bene così. Quando sarà più grande, potrete raccontarle di me e di Rachel e di quanto le volevamo bene. Spero che coglierete quest'opportunità e che le darete tanto amore e sostegno, proprio come avremmo fatto io e Rachel.»

    Scarlet aveva un nodo alla gola e non riuscì ad aprire bocca. Poté soltanto ascoltare i due fratelli che parlavano come se non fosse cambiato nulla tra lei e Mason. Lui non aveva ancora detto a Jay che stavano per divorziare e il cognato si aspettava che avrebbero cresciuto Luna insieme. Cosa sarebbe successo?

    Mason le strinse la mano per tranquillizzarla. I loro sguardi s'incrociarono. Aveva capito che era nel panico.

    «Certo che lo faremo» assicurò il marito a Jay.

    «Promettimelo» replicò lui.

    Mason deglutì a fatica e annuì. «Te lo prometto. A Luna non mancherà nulla. Avrà tutto l'amore del mondo.»

    Jay sembrò soddisfatto. Si appoggiò contro i cuscini e rilasciò un sospiro affaticato. «Grazie. Di solito quando si scrive un testamento non ci si immagina che servirà in breve tempo. O almeno lo si spera. Mason, domani mattina dirò agli avvocati di nominarti tutore legale di Luna. Io non posso occuparmi della piccola e presto tu sarai tutto per lei. Mi auguro che la adotterete dopo che me ne sarò andato.»

    «Certo» mormorò Mason, stringendole ancora di più la mano. «Non devi preoccuparti di nulla.»

    «Non hai detto a tuo fratello che stiamo per divorziare?»

    Mason si fermò di scatto. Erano usciti dall'ospedale e si stavano dirigendo verso le auto. Scarlet aveva finalmente trovato il coraggio di porgli quella domanda. Le era grato per aver scelto quel momento, lontano da occhi indiscreti. Non voleva che qualcuno origliasse ciò che aveva deciso di nascondere al fratello. Si voltò verso la futura ex moglie.

    Erano passati mesi da quando l'aveva vista per l'ultima volta e aveva cercato di rimanere indifferente alla sua presenza. Nemmeno il dolore per la perdita di Rachel, tuttavia, gli aveva permesso di reprimere i sentimenti che provava per lei.

    Persino in quelle circostanze, il suo cuore mancava un battito ogni volta che la guardava. C'era una forte connessione tra loro, che né il tempo né la distanza erano riusciti ad affievolire.

    Forse non esisteva nulla in grado di scalfire quell'intesa.

    Scarlet era la donna più bella che avesse mai visto. Los Angeles era piena di ragazze incantevoli, tuttavia nessuna reggeva il confronto con lei. Aveva lunghi ricci castani, dei magnifici occhi dello stesso colore e un sorriso disarmante che aveva catturato subito la sua attenzione quando si erano conosciuti. Con il tempo aveva

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