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La doppia vita di Amelia (eLit): eLit
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La doppia vita di Amelia (eLit): eLit
E-book64 pagine53 minuti

La doppia vita di Amelia (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Dopo averla vista dalla sua carrozza, l'immagine di quella donna misteriosa, coperta da un velo, aveva invaso i sogni ed era diventata l'ossessione del potente e fascinoso conte Adrian. E un giorno nella tranquillità del cimitero di Highgate, lontano dalle restrizioni del mondo reale, alla fine ricevette un assaggio del corpo dolce e voluttuoso di Amelia – quel tanto che bastava per stuzzicare il suo appetito e accendere un desiderio divorante, che non avrebbe permesso a nulla di ostacolare il proprio appagamento.
LinguaItaliano
Data di uscita4 mag 2020
ISBN9788830511514
La doppia vita di Amelia (eLit): eLit
Autore

Charlotte Featherstone

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La doppia vita di Amelia (eLit) - Charlotte Featherstone

    Immagine di copertina:

    Kharchenko_irina7 / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell'edizione in lingua inglese:

    Improper Pleasure

    Spice Briefs

    © 2008 Charlotte Featherstone

    Traduzione di Alessandra De Angelis

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-151-4

    Piccole voglie 2

    Prologo

    Londra, 1876

    Era un giorno qualunque, eppure c’era qualcosa di insolito nell’aria, un’atmosfera incantata che indusse Amelia a pensare che quel martedì sarebbe stato diverso dagli altri.

    Nonostante fosse in preda a un profondo turbamento, Amelia si guardò intorno ed ebbe la conferma che tutto era come doveva essere. Nulla, neanche un alito di vento che sussurrava un avvertimento tra i rami degli alberi, poteva far prevedere quello che sarebbe successo.

    Asciugò la rugiada che imperlava la panchina di pietra e si sedette. Si guardò intorno nel boschetto che si stava risvegliando alla vita dopo il lungo inverno. Con un sospiro, chiuse gli occhi e sollevò il viso per offrirlo alla brezza fresca, assaporando i suoni rilassanti: il cinguettio degli uccelli, il vento che accarezzava gli alberi ancora spogli, nonostante la promessa di primavera che profumava l’aria. Persino le statue dei monumenti funebri che la circondavano sembravano risplendere di bellezza e stupore.

    Molti avrebbero detto che un cimitero nel cuore di Londra era un luogo macabro e malinconico, non certo il posto ideale in cui passare qualche ora in solitudine, ma Amelia trovava conforto nella quiete di quel giardino, come se fosse il suo.

    Non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato quando udì il rumore delle ruote di una carrozza sull’acciottolato. Nonostante gli occhiali spessi e la veletta nera che le copriva il volto, riuscì a distinguere la carrozza elegante, con gli sportelli laccati di nero e adorni di un blasone dorato, e i parasole di pesante velluto color crema bordati da una frangia dorata che dondolava con il movimento dell’abitacolo.

    Riconobbe all’istante la carrozza e lo stemma nobiliare; i lineamenti del suo occupante le erano familiari quanto i propri. Conosceva l’uomo che era in carrozza, ma lui la conosceva? Poteva vederla? Sapeva di chi fosse la figura velata tra le statue?

    Un’ombra si mosse all’interno, stagliandosi contro il rivestimento chiaro. Amelia aguzzò lo sguardo; non si erano mai visti da soli, a tu per tu, e, anche se tra loro c’erano un vialetto e una recinzione, Amelia provò una sensazione di grande intimità con l’uomo, come se fosse venuto a un appuntamento galante con lei.

    L’ombra si spostò nuovamente e allora Amelia lo vide in faccia. La luce rivelò i suoi capelli neri, scomposti, e i suoi occhi penetranti che sembravano trafiggerla, incandescenti, come se potessero trapassare il pizzo che la celava alla vista degli altri.

    Amelia avrebbe dato qualsiasi cosa per potersi far vedere da lui, per far sì che lui si accorgesse della sua esistenza.

    L’uomo si appoggiò di nuovo allo schienale imbottito e la carrozza proseguì. Amelia non poté più vedere il suo bel viso. In fondo, era meglio così, perché la sua ossessione non era ricambiata. Non poteva essere altrimenti; era solo una fantasia segreta e proibita, per quanto lei potesse desiderare il contrario.

    Si alzò e si allontanò dal boschetto, avviandosi verso il sentiero che l’avrebbe condotta al cancello e riportata alla realtà della sua vita.

    1

    Non avrebbe saputo dire con precisione quando l’avesse vista per la prima volta dal finestrino della carrozza, malgrado quel giorno fosse impresso nella sua memoria e i ricordi fossero ancora freschi e suggestivi, come se fosse stato il giorno prima.

    Il tempo si era fermato mentre lei era illuminata da un raggio di sole che filtrava tra i rami degli alberi del boschetto.

    Mentre la carrozza percorreva ondeggiando Swain’s Lane, osservava la solitaria figura femminile che era a testa bassa, come se stesse pregando o forse piangendo. Seduta su una panchina sotto la statua di un angelo alato, sembrava un’apparizione fatata, con la veletta e la cuffietta nera. Non era riuscito a distogliere lo sguardo da quella presenza misteriosa.

    Aveva ordinato al cocchiere di fermare la carrozza e il vetturino era rimasto in mezzo al vialetto per un tempo interminabile, tenendo a stento a freno i cavalli neri,

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