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Una principessa per Alex: Harmony Collezione
Una principessa per Alex: Harmony Collezione
Una principessa per Alex: Harmony Collezione
E-book140 pagine2 ore

Una principessa per Alex: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Quando le apparenze ingannano...

Al professor Alex Brennan quel pomeriggio del primo maggio trascorso in biblioteca resterà scolpito nella mente a lungo! Non capita tutti i giorni, infatti, di conoscere un'affascinante ed esuberante donna mentre si sta leggendo un polveroso volume di storia. Ma la bella apparizione, che risponde al nome di Regan, non è il tipo di donna che piace a lui: non è elegante, non ha classe, è cinica e scettica nei confronti degli uomini. Sì, e ha una bocca da mordere, due occhi che promettono trasgressione.

Regan sa di non essere la donna ideale di Alex, ma nonostante ciò lui vuole la sua compagnia. A lei la cosa non dispiace, e poi non è detto che la situazione tra loro rimarrà sempre così: Alex è troppo affascinante per essere solo un amico.

LinguaItaliano
Data di uscita9 gen 2015
ISBN9788858930199
Una principessa per Alex: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Una principessa per Alex - Jennifer Greene

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Nobody’s Princess

    Silhouette Desire

    © 1997 Jennifer Greene

    Traduzione di Anna De Figueiredo

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 1998 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-019-9

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Alex Brennan non si era mai considerato un eroe, tuttavia credeva che un uomo degno di questo nome dovesse vivere la propria vita secondo alcune regole basilari. Il forte aveva la responsabilità di proteggere il debole. La persona onesta e leale non veniva mai meno ai suoi principi.

    Concetti così radicati in lui che non si era mai soffermato a pensarci sopra. Fino a qualche giorno prima.

    Per l’esattezza il giorno in cui la futura sposa lo aveva piantato in asso.

    A considerare bene la storia, aveva diversi compagni di sventura. I bravi ragazzi, a quanto pareva, non avevano fortuna con le loro donne. Bogart alla fine di Casablanca era rimasto solo. Gable non era riuscito a tenersi la sua Rossella. Per non parlare di Re Artù e della bella Ginevra.

    Il sole del tardo pomeriggio punteggiava di luce e ombra gli scaffali polverosi della biblioteca pubblica. Una leggera brezza profumata di magnolia sussurrava invitante dai grandi finestroni. La biblioteca, in compenso, sembrava un obitorio. Tetra, senza vita, gelida. Il che si adattava perfettamente allo stato d’animo di Alex.

    Non c’era posto più bello di Silvertree, North Carolina, il primo di maggio, e ogni persona normale e sana di mente aveva ceduto le armi davanti alla febbre di primavera ed era uscita all’aria aperta. Quindi la biblioteca deserta era il posto ideale dove pensare in santa pace e considerare per l’ennesima volta il problema.

    Quei vecchi racconti sembravano puntare essenzialmente su un fatto. Gli eroi potevano anche sconfiggere draghi spaventosi, conquistare imperi, salvare l’umanità dal male, ma le loro qualità morali non erano affatto una garanzia di successo con l’universo femminile. L’onore non era sesso. I gentiluomini non affascinavano le donne come i poco di buono. Anzi, le annoiavano.

    Un rumore improvviso gli fece alzare la testa di scatto. Qualcuno aveva fatto cadere un libro. Poi una voce femminile, bassa e roca, uscì con un’imprecazione colorita. Strano, pensava di essere l’unico frequentatore...

    Abbassò di nuovo lo sguardo sulla catasta di volumi che lo circondavano. Avrebbe dovuto preparare la lezione di storia per l’indomani. Gli studenti del liceo in genere odiavano la storia proprio come aveva fatto lui. Ragion per cui aveva infranto la tradizione dei Brennan ed era diventato insegnante.

    D’altro canto qualcuno doveva pur rendere la materia interessante alle giovani leve. Convincerle che la storia non è solo un’arida sequela di date, ma una registrazione di dramma, coraggio e potere dello spirito dell’uomo. Insegnare la storia significava far rivivere gli eroi e dare ai ragazzi modelli da seguire in modo che non commettessero gli stessi errori dei padri.

    Pura utopia, forse, ma Alex credeva ancora negli ideali. Anche se doveva riconoscere che era un’impresa difficile non trasformare la classe in un dormitorio quando si trattava della storia medievale.

    La leggenda della Tavola Rotonda avrebbe potuto risvegliare l’interesse dei suoi alunni. E riaprire la ferita nel suo cuore. Re Artù, infatti, era un altro bravo ragazzo che aveva creduto nell’onore e che era stato soppiantato dal più giovane e affascinante Lancillotto.

    Un altro tonfo risuonò a poca distanza. Poi un altro e un altro ancora, seguiti da una sequela estremamente colorita di imprecazioni. La voce era sempre la stessa. Calda, sexy e femminile.

    Alex lanciò un’occhiata esasperata in direzione della bibliotecaria. Nessuno, ma proprio nessuno, si spingeva mai fino alla sezione dei miti e delle leggende tranne lui. Soprattutto in una giornata di primavera come quella. Possibile che un poveretto non potesse autocompiangersi in santa pace?

    No, a quanto pareva. Alex aveva appena lasciato cadere la penna, quando vide comparire una pila di libri in bilico su un paio di braccia. Pila pericolante che puntava dritta verso di lui.

    E su di lui si rovesciò come un fiume in piena mentre alcuni volumi finivano rovinosamente in terra.

    Seguirono altre imprecazioni. Non le sue. La mancanza di fiato non era certo una limitazione al forbito vocabolario della donzella in questione, che, una volta liberatasi del proprio carico, scoppiò a ridere.

    «Oh, mi scusi! Mi dispiace! Non immagina che giornata infernale ho avuto... E questo è... No, lasci stare!»

    Alex era scattato subito in piedi. Aiutare una signora in difficoltà era parte integrante del codice d’onore di un gentiluomo. Ma in quel caso si trattava anche di istinto di sopravvivenza. Chissà quali altri disastri avrebbe provocato se lasciata a se stessa.

    La sconosciuta sbuffava e ansimava mentre si precipitava a raccogliere i libri caduti. Lo colpì senza volere con un gomito e lui trattenne a stento un gemito, investito da un’ondata di profumo esotico. Aveva appena finito di recuperare l’ultimo dei volumi da terra, quando lei riuscì a rovesciarne altri su quelli allineati con cura meticolosa per la sua ricerca.

    «Accidenti, che sbadata! Mi scusi...»

    «Può succedere a tutti, non si preoccupi.»

    «Bastava che facessi due viaggi. Invece no! Avevo troppo fretta ed erano così pesanti...»

    «Lo immagino.»

    «Mi sono comportata come un elefante in un negozio di porcellane, ma non credevo proprio di trovare qualcuno. Il condizionatore di casa mia ha esalato l’ultimo respiro e così ho pensato di venire a lavorare al fresco per un paio d’ore. Non le dispiace se mi metto al suo tavolo, vero?»

    Dispiacergli? Alex anelava a un po’ di pace. Ne aveva bisogno. E lei aveva una biblioteca intera a disposizione, per la miseria! Tuttavia l’educazione così radicata negli uomini della sua famiglia provocò una risposta automatica.

    «No, certo.» Prese un libro, se lo mise di fronte e vi si immerse.

    La giovane donna continuò ad agitarsi. Si sedette. Sistemò i propri volumi. Sbuffò. Sospirò. Rovistò nella borsa e, finalmente, trovò pace.

    Ma non Alex.

    L’aveva vagamente riconosciuta. Tipico per gli abitanti di una piccola città. Forse l’aveva vista dal benzinaio o forse dal droghiere. D’altro canto nessun uomo sotto i cento anni avrebbe potuto fare a meno di notarla!

    Era decisamente più bassa del suo metro e ottantacinque, ma il corpo era tale da spingere qualsiasi malcapitato a distruggere una macchina, se non due, pur di darle un’occhiata ravvicinata. Aveva i capelli castani un po’ spettinati. D’altro canto, tutto di lei era fuori controllo, pensò Alex sorridendo tra sé.

    Aveva un orecchino pendente con una mezza luna d’oro, mentre l’altro terminava con un bel sole paffuto. Indossava una maglietta rossa così attillata da far venire l’infarto a un uomo e una gonna lunga che era un tripudio di colori. Fucsia, arancione, rosso. Dai sandali a lucide striscioline nere spuntavano unghie dallo smalto rosso fuoco, in tinta con il rossetto. Braccialetti a cerchio tintinnavano ogni volta che si muoveva.

    Non che Alex avesse intenzione di guardarla, ma lei si muoveva di continuo. E ogni volta che alzava lo sguardo, veloce come un fulmine di guerra bisognava dargli atto, incontrava quei grandi occhi verde bosco fissi su di lui.

    Erano occhi profondi e strani come tutto il resto. Non si poteva dire bella secondo i canoni classici, però l’ovale del volto aveva una carnagione chiara e morbida come un gelato alla vaniglia, con zigomi pronunciati e una bocca piena e sensuale. E se il viso non passava inosservato, la figura sinuosa era dinamite allo stato puro. Snella, flessuosa, un seno fantastico e due fianchi da sogno.

    Era... Alex cercò la parola esatta. Sexy, fu la prima a venirgli in mente, ma la rifiutò in fretta. Conturbante era molto meglio.

    Sì, conturbante le rendeva giustizia. Non c’era nulla di sbagliato nei grandi occhi vellutati né nel suo stile zingaresco né in quella bocca rossa che al solo guardarla faceva perdere la bussola. Ma non rientrava nel suo tipo di donna. Una donna come Gwen.

    La sua ex fidanzata era piccola e minuta. Signora dentro e fuori. In lei non c’era nulla di eccessivo. Tutto era smorzato, delicato, elegante. Capelli biondi, occhi azzurri, colori pastello: quello che Alex aveva sempre sognato in una donna.

    Fino a quando lo aveva piantato per Lance, un maschio più giovane, uno scapestrato dal fascino assassino.

    «Deve avere dei pensieri proprio tristi per la mente.»

    Alex alzò il capo di scatto. «Come, scusi?»

    Quegli incredibili occhi lo stavano studiando di nuovo, acuti e penetranti. «Non voglio essere invadente, ma aveva una tale espressione! Come se avesse sulle spalle tutti i mali del mondo. Sta bene?»

    No, non stava bene per niente. Ma non riusciva a capacitarsi che una persona potesse fare a un perfetto sconosciuto una domanda simile. Né aveva la più pallida idea di cosa rispondere.

    La sua reticenza, però, ottenne un effetto imprevisto. L’intrepida sconosciuta sorrise. Un sorriso lento, caldo, che punteggiò di pagliuzze dorate le profondità di quei laghi montani. Poi si protese sul tavolo, allungando una mano e offrendogli una visione della scollatura che gli inaridì la

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