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L'Apolloneide: La raccolta delle opere teatrali
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E-book976 pagine5 ore

L'Apolloneide: La raccolta delle opere teatrali

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Info su questo ebook

Bisognava vederlo, Francesco Apolloni, ventenne, in Accademia, declamare veemente, con rabbia e passione questi versi di Edmund dal Re Lear di Shakespeare. Non soltanto con gran foga verbale ma anche fisica, zompando tra tavoli e ribaltando sedie, acquattandosi o saltando come un’anima che squassa un corpo e viceversa. Io l’ho visto. Fin da subito, istintivamente prima, alla prova dei fatti poi, ho intuito che quella forza esplodeva da un marasma creativo assolutamente necessario. Pur facendo la tara degli eccessi giovanili del giovane attore alla prova, Francesco esprimeva un esserci necessario e dirompente del personaggio, non lo stava interpretando, lo stava scrivendo su di sé, e di sé scriveva su Edmund, in un atto artistico che seppure ingenuo, era potente, vero, ammaliante.
Da lì, in Accademia, è nata un’amicizia e una stima che perdura nel tempo, nonostante le lontananze che la vita ci impone. 
L’urgenza espressiva che ci animava, ha portato entrambi alla scrittura e da regista ho diretto il suo primo atto unico, “Week end in città”, un breve apologo giovanile su un gruppo di ragazzi dei quali il più buono, il migliore forse, muore tragicamente: una breve ma intensissima tragedia contemporanea. Da lì, Francesco ha preso il via, scrivendo commedie e drammi, sempre impregnati di attualità, verniciati di leggerezza, ma attagliati alle più profonde risonanze, ricchi di spunti interpretativi, specchi critici delle realtà rappresentate. Passando dal teatro al cinema con esiti sempre positivi, spesso sorprendenti.

Francesco Apolloni è nato e vive a Roma. È regista, attore, scrittore, giornalista e produttore. Diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’amico, ha proseguito la sua formazione frequentando workshop diretti da Michael Margotta e Bernard Hiller e partecipando ai corsi del The Actors Studio Los Angeles. Ha scritto e diretto numerose commedie per il teatro, scritto e pubblicato romanzi, realizzato documentari, cortometraggi e film come La verità vi prego sull’amore e Fate come noi. Come attore ha lavorato come coprotagonista in due film che hanno ottenuto al botteghino un grandissimo successo, Scusa ma ti chiamo amore e Scusa se ti voglio sposare. Ha partecipato sempre come attore a Third Person per la regia del premio Oscar Paul Haggis, a Per sfortuna che ci sei diretto da Alessio Federici accanto ad Ambra Angiolini e Enrico Brignano e a Tutta colpa di Freud diretto da Paolo Genovese. È apparso sul grande schermo come attore protagonista e sceneggiatore nei film Ovunque tu sarai di Roberto Capucci con Ricky Memphis, Francesco Montanari e Primo Reggiani e in Malati di sesso di Claudio Cicconetti con Gaia Amaral e Fabio Troiano. Ha collaborato come editorialista, giornalista con le più importanti testate giornalistiche italiane. È stato direttore artistico del Terminillo Film Festival.
LinguaItaliano
Data di uscita6 ago 2020
ISBN9788830624719
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    Anteprima del libro

    L'Apolloneide - Francesco Apolloni

    Apolloni

    L’Apolloneide - La raccolta delle opere teatrali

    Albatros

    Nuove Voci

    Ebook

    © 2020 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l. | Roma

    www.gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-2471-9

    I edizione elettronica agosto 2020

    In copertina: Francesco Apolloni e Claudia Gerini. Foto di Carlo Bellincampi

    Presentazione di Francesco Randazzo

    "Tu sei, Natura, l’unica mia dea;

    alla tua legge son solo legati

    i miei servigi. Perché dovrei io

    acconciarmi a dannate convenzioni

    e lasciare ai sofismi delle genti

    di privarmi del mio,

    solo perché tra mio fratello e me

    ci corron dodici o tredici lune?

    Perché bastardo? Perché sarei ignobile,

    se le mie membra sono ben costrutte,

    il mio ingegno altrettanto vivace,

    la mia struttura altrettanto verace

    che quelli d’un qualsiasi altro rampollo

    di un’onesta madama?"

    Bisognava vederlo, Francesco Apolloni, ventenne, in Accademia, declamare veemente, con rabbia e passione questi versi di Edmund dal Re Lear di Shakespeare. Non soltanto con gran foga verbale ma anche fisica, zompando tra tavoli e ribaltando sedie, acquattandosi o saltando come un’anima che squassa un corpo e viceversa. Io l’ho visto. Fin da subito, istintivamente prima, alla prova dei fatti poi, ho intuito che quella forza esplodeva da un marasma creativo assolutamente necessario. Pur facendo la tara degli eccessi giovanili del giovane attore alla prova, Francesco esprimeva un esserci necessario e dirompente del personaggio, non lo stava interpretando, lo stava scrivendo su di sé, e di sé scriveva su Edmund, in un atto artistico che seppure ingenuo, era potente, vero, ammaliante.

    Da lì, in Accademia, è nata un’amicizia e una stima che perdura nel tempo, nonostante le lontananze che la vita ci impone.

    L’urgenza espressiva che ci animava, ha portato entrambi alla scrittura e da regista ho diretto il suo primo atto unico, Week end in città, un breve apologo giovanile su un gruppo di ragazzi dei quali il più buono, il migliore forse, muore tragicamente: una breve ma intensissima tragedia contemporanea. Da lì, Francesco ha preso il via, scrivendo commedie e drammi, sempre impregnati di attualità, verniciati di leggerezza, ma attagliati alle più profonde risonanze, ricchi di spunti interpretativi, specchi critici delle realtà rappresentate. Passando dal teatro al cinema con esiti sempre positivi, spesso sorprendenti.

    E sorprendentemente, ci siamo ritrovati insieme nell’allestire uno dei suoi ultimi testi, "Bull. Che ne ho fatto del mio talento? io da regista, lui autore e interprete. In quel monologo paradossale, fantasmatico, divertente e tragico insieme, c’era la tragedia di un uomo vinto, un attore di film porno che rigurgita lo spreco della vita, l’impossibilità dell’amore perfetto, tutto quanto, ad un certo punto della vita ogni uomo si chiede di sé. Nel naturale percorso del tempo vissuto, ci siamo ritrovati a lavorare su questo suo Edmund" invecchiato e deluso, vinto e impazzito, come se stessimo creando un tassello di maturità artistica, sodali nella vita e nell’arte teatrale, combattuti, mai vinti, sempre in lotta, pronti a scacciare i fantasmi della sconfitta, attraverso un personaggio, perfettamente creato da Francesco, sulla carta e sulla scena, il quale attraverso l’eccesso della sua vita, esprime tutto il senso dell’esistenza, nella sua ironica malinconia, nel suo eccesso voyeristico, nel suo delirante delitto contro sé stesso e contro la persona amata. Un lavoro duro, scomodo, politicamente scorretto, apparentemente osceno, scavato nella carta del copione e sul corpo dell’attore, inciso nel sorriso e nello sconcerto e negli applausi commossi del pubblico.

    25 ANNI DI LAVORO NEL TEATRO

    TRA IMPEGNO SOCIALE, TEMI ATTUALI E INTRATTENIMENTO

    Bastano pochi secondi perché rapidamente riaffiorano immagini nitide. L’intelligenza di quell’incontro con Apolloni, ragazzo veloce di pensiero, talentuoso! Lo stupore di leggere una commedia così spietata ma anche, ahimè, così realistica! L’emozione di creare un gruppo, una compagnia in cui ci siamo divertiti un casino! La possibilità di prendere per il culo quella politica che ci disgustava e che continua a farlo… L’amicizia che è nata tra tutti noi compagni d’avventura!.

    (Lucrezia Lante della Rovere, attrice in Risiko)

    Il momento in cui decidi di interpretare un personaggio simile non sei così consapevole dell’atrocità interiore che dovrai incontrare ogni sera. La determinazione e l’intuizione di Apolloni hanno fatto sì che si rappresentassero, senza filtri linguistici, le meccaniche perverse e alterate di quel gruppo di ragazzi... Francesco Apolloni è stato un regista, attento, meticoloso, esigente, a tratti geniale, ha visto e tirato fuori da me moltissimo.

    (Raoul Bova, attore in Animali a sangue freddo)

    Angelo e Beatrice è stato uno spettacolo importantissimo per me. L’inizio della mia carriera… Sono molto legata al ricordo dello spettacolo, al teatro off Colosseo, eravamo molto giovani ma Francesco era già molto bravo e preparato nel dirigermi. Ho imparato tanto da questa mia prima esperienza teatrale, ho imparato a modulare la mia voce, a gestire le emozioni, a dialogare con il pubblico e a sentire le vibrazioni di un testo così forte.

    (Claudia Gerini, attrice in Angelo e Beatrice)

    Francesco Apolloni è nato e vive a Roma. È regista, attore, scrittore, giornalista e produttore. Diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’amico, ha proseguito la sua formazione frequentando workshop diretti da Michael Margotta e Bernard Hiller e partecipando ai corsi del The Actors Studio Los Angeles. Ha scritto e diretto numerose commedie per il teatro, scritto e pubblicato romanzi, realizzato documentari, cortometraggi e film come La verità vi prego sull’amore e Fate come noi. Come attore ha lavorato come coprotagonista in due film che hanno ottenuto al botteghino un grandissimo successo, Scusa ma ti chiamo amore e Scusa se ti voglio sposare. Ha partecipato sempre come attore a Third Person per la regia del premio Oscar Paul Haggis, a Per sfortuna che ci sei diretto da Alessio Federici accanto ad Ambra Angiolini e Enrico Brignano e a Tutta colpa di Freud diretto da Paolo Genovese. È apparso sul grande schermo come attore protagonista e sceneggiatore nei film Ovunque tu sarai di Roberto Capucci con Ricky Memphis, Francesco Montanari e Primo Reggiani e in Malati di sesso di Claudio Cicconetti con Gaia Amaral e Fabio Troiano. Ha collaborato come editorialista, giornalista con le più importanti testate giornalistiche italiane. È stato direttore artistico del Terminillo Film Festival.

    A tutti i miei insegnati e mentori che ho incontrato,

    agli attori che hanno partecipato ai miei lavori,

    ai registi, produttori e tecnici, che hanno permesso

    la messa in scena dei miei testi.

    Senza di loro, nulla sarebbe stato possibile…

    Premessa

    Ho iniziato a scrivere per la scena molto presto appena ammesso come allievo attore all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico, perché sentii la totale mancanza di un Teatro che in quel momento raccontasse la mia generazione e il mio paese.

    Ho affrontato temi come: i giovani rampanti della politica anni ’90, il caso Pietro Maso, la storia d’amore fra due terroristi negli anni di piombo, un girotondo amoroso di un gruppo di trentenni, un addio al nubilato, un vecchio barone che fagocita il talento di due giovani aspiranti scrittori, lo scontro fra mondi e culture diversi al giorno d’oggi…

    L’ho fatto cercando di usare sempre una scrittura graffiante ma che potesse anche intrattenere, non dimenticandomi mai che il teatro è si parola, ma anche azione.

    I miei studi accademici in qualche modo hanno influito sulla mia scrittura, perché seppur trattando temi apparentemente molto attuali usando un linguaggio in cui quasi tutti si possono riconoscere, in realtà nelle pieghe di quasi tutti i miei lavori si nasconde la tragicità classica del teatro.

    Quando appena ventunenne scrissi Risiko, affresco impietoso di una nuova generazione di giovani politici che sarebbero divenuti la classe dirigente del domani, tutto quello che avevo intuito e raccontato in quel testo purtroppo si è poi verificato; l’Italia è diventata sempre meno meritocratica, povera economicamente e culturalmente. Non è affatto un’esagerazione affermare che il Paese che non difende la propria cultura e i propri talenti è un paese criminale…

    Questa mia raccolta racchiude 25 anni di lavoro, quello che sono riuscito a fare, con i mezzi che ho avuto a disposizione, e vuole ricordarmi che nonostante le difficoltà per fortuna c’è sempre la scrittura e il Teatro che ci vendicano della vita.

    Avrei potuto affidare questa breve prefazione e alcune brevi riflessioni che precederanno i testi a un critico teatrale, ma sinceramente non ce ne sono rimasti poi molti e i giornali e media in generale non offrono spazi per formarne altri, per cui ho preferito dar voce ad alcuni attori e registi, non per autocelebrarmi ma perché loro sono i migliori testimoni di quello che è stato il mio percorso fino ad oggi.

    RISIKO, QUELL’IRREFRENABILE VOGLIA DI POTERE (1992)

    Risiko è stato rappresentato in prima assoluta nel 1992 al Teatro Comunale di Todi.

    Nel 1993 nel Teatro della Cometa di Roma.

    Interpreti: Lucrezia Lante Della Rovere (Claudia), Marianna Morandi (Stella), Alberto Molinari (Alex), Federico Scribani (Simone), Giulio (Francesco Apolloni), Stefamo Militi (Arturo).

    Regia: Pino Quartullo

    Anno: 1996.

    Programma televisivo Rai 2: Palcoscenico, Teatro e Musica per il sabato sera.

    Cast: Francesco Apolloni, Lucrezia Lante della Rovere, Alberto Molinari, Stefano Militi, Federico Scribani e Manuela Arcuri.

    Risiko seconda edizione è stato rappresentato nel 2017 al Teatro della Cometa Roma.

    Interpreti: Andrea Bizzarri (Arturo), Tommaso Cardarelli (Giulio), Guenda Goria (Claudia), Antonio Monsellato (Simone), Luigi Pisani (Alex), Giulia Rupi (Stella).

    Regia: Vanessa Gasbarri.

    Nell’estate del 1992 poco prima che scoppiassero i partiti e i dinosauri della politica venissero rimossi, Francesco Apolloni scrisse un testo teatrale, Risiko, per raccontare i cuccioli dei mostri, i nuovi rampanti della politica, una nuova generazione che si affaccia al mondo dei malaffari.

    Affiancò il gioco del Risiko all’intreccio che si sarebbe sviluppato nelle camere di un albergo/convegno a Fiuggi per la nascita di un nuovo partito, ci mise amore, sesso, alleanze, giochi di potere, non si fece mancare un cadavere ed il successo fu immediato.

    Francesco, bello ed audace, intraprendente fresco diplomato dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico aveva intuito due cose importanti: 1) I cuccioli dei politici come i cuccioli dei mafiosi si stavano migliorando, si stavano laureando all’estero e si stavano perfezionando per fare peggio e questo andava raccontato 2) un attore giovane che si immette sul mercato rischia di essere uno dei tanti in un mucchio e quindi bisognava avere una propria progettualità, fare squadra, mettere insieme degli emergenti e farsi notare con scalpore e qualità.

    Io ero reduce da un po’ di successi, tipo il mio film Quando eravamo repressi, dove Lucrezia Lante della Rovere brillava e seduceva, quindi fui chiamato come regista, Lu come protagonista femminile. Apolloni convocò altri due attori molto interessanti reduci dal successo Volevamo essere gli U2 di Umberto Marino: Alberto Molinari e Federico Scribani (diplomati al Centro sperimentale di cinematografia). Convocò anche Monica Bellucci che avrebbe dovuto interpretare la ragazza umbra addetta alle pulizie delle camere dell’albergo ma non era abbastanza credibile per il ruolo e optammo per Marianna Morandi (figlia di Gianni), bravissima, fresca diplomata dell’Accademia anche lei, compagna di classe di Francesco. Franco Clavari e il teatro La Cometa abbracciarono il progetto, con lo scenografo Alessandro Chiti pensammo a delle camere bianche, piene di specchi dove sul fondo fluttuavano enormi sagome colorate del Risiko, spalmai sul tutto le meravigliose musiche di Pat Metheny di Secret Story e decisi una cosa importante nella mia vita: che non avrei mai più curato la regia di uno spettacolo in cui uno degli attori era anche l’autore del testo.

    Discutemmo molto con Francesco anche divertendoci, perché quando dirigo spettacoli mi diverto e faccio molto divertire gli attori (segreto mutuato dalla lunga esperienza con Gigi Proietti) e devo dire che è stata una delle più belle avventure della mia vita. Con la storia dei cuccioli di mostri della politica facemmo intravedere gli amici di Bobo (Craxi) e facemmo scalpore, avemmo molte copertine di giornali, in particolare ricordo quella che inventai per la rivista King, in cui Lucrezia, vestita da Italia Turrita, ma con una grande scollatura che lasciava intravedere le terga, al centro di una tavola apparecchiata, veniva mangiata/divorata da giovani politici emergenti.

    Negli stessi identici giorni nel ’93 in cui loro erano in scena con Risiko al teatro La Cometa di Roma, io ero in scena a Roma con Alessandro Gassman e Stefania Sandrelli (al suo debutto teatrale) con la mia commedia Le faremo tanto male al teatro Palladium (che fino a quel momento non era mai stato usato come teatro), prodotta da David Zard (al suo debutto come produttore teatrale), confortati anche noi da una copertina del Venerdì di Repubblica. Giorni felici.

    Potrei snocciolare milioni di aneddoti ma dirò solo che quando dovemmo fare la ripresa video dello spettacolo per la Rai, in seguito all’indisposizione di Marianna, Francesco Apolloni convocò per il ruolo della cameriera burina la giovanissima adolescente imberbe Manuela Arcuri. Non aggiungo altro.

    Pino Quartullo

    Non ti parla nessuno perché sono invidiosi. Tu sei bravo!.

    Così mi racconta Francesco di un giorno in Accademia. Mi sono avvicinata a lui e timidamente gli ho parlato. L’unica, dice lui.

    Io non mi ricordo. Però che era bravo, sì, questo lo ricordo. Lo pensavo e avevo ragione.

    È stato forse quel mio gesto di stima nei suoi confronti a spingerlo, qualche anno dopo, a chiedermi di essere Stella nella sua commedia Risiko – quell’irrefrenabile voglia di potere.

    Ma certo.

    Lessi il testo, geniale. Una commedia brillante, cinica e pungente sulla politica. Una stanza d’albergo e quattro rampanti politici pronti a tutto per raggiungere il potere. Scorrettezze e violenze. E poi lei, la cameriera ingenua, ignara, spaventata. La più vicina delle loro vittime.

    Io.

    Tutto costruito con sapiente ironia e, anche per me, ogni battuta, una risata.

    Bravura dell’autore ma che soddisfazione!

    Quest’inverno sono tornata a vederlo Risiko: altri noi sul palco, 25 anni dopo, e tutto ancora drammaticamente attuale.

    E noi, invece, rincontrarci in platea ad applaudire.

    È stato davvero bello rivederlo; ricordare come eravamo e quanto ci siamo divertiti.

    È stato bello rivedersi e non accorgersi che sono passati 25 anni.

    Era come se ci fossimo visti due giorni fa…

    Grazie Francesco, ho ricordato emozioni bellissime. È stato un gran bel viaggio.

    Marianna Morandi

    Seduta al mio posto, nel tecnologico Frecciarossa, chiudo gli occhi per fare scorrere davanti a me immagini, ricordi, emozioni, divertimenti di quel bellissimo spettacolo che fu Risiko! Quell’irrefrenabile voglia di potere.

    Un piccolo breve ritratto di stima, affetto e riconoscenza per quegli amorali che fummo!Bastano pochi secondi perché rapidamente riaffiorano immagini nitide. L’intelligenza di quell’incontro con Apolloni, ragazzo veloce di pensiero, talentuoso! Lo stupore di leggere una commedia così spietata ma anche, ahimè, così realistica! L’emozione di creare un gruppo, una compagnia in cui ci siamo divertiti un casino! La possibilità di prendere per il culo quella politica che ci disgustava e che continua a farlo… L’amicizia che è nata tra tutti noi compagni d’avventura!

    E un bacio speciale a Francesco, al suo occhio sempre vispo, con l’amore di sempre.

    Lucrezia Lante della Rovere

    Scena: l’azione si svolge nell’arco di un intero giorno. La scena rappresenta la stanza di un albergo di lusso, di un paese di provincia dell’Italia centrale, dov’è riunito il movimento giovanile di un partito politico non ben specificato.

    Personaggi: hanno tutti fra i 24 e 26 anni, tranne Stella che ne ha solo 17.

    ARTURO

    cicciottello con una faccia buffa, subisce il fascino di Alex. È sostanzialmente un subalterno. Studia Economia e Commercio alla Luiss. È di origine calabrese.

    ALESSANDRO

    per gli amici Alex. Figlio di un noto esponente del partito. Studente di Giurisprudenza fuori corso. Segretario del movimento giovanile. È romano.

    CLAUDIA

    molto carina, lavora nel giornale del partito. Aspira a diventare giornalista televisiva. Da un anno è la ragazza di Simone, prima lo era stata di Giulio.

    GIULIO

    laureato in Scienze Biologiche. È un vecchio amico di Alex e Simone.

    SIMONE

    alto elegante, è il mediatore del gruppo. Studia Giurisprudenza. Svolge il servizio militare come ufficiale al ministero.

    STELLA

    bella e prosperosa ragazza di paese. È la cameriera dell’albergo, una ragazza semplice, studia in una scuola alberghiera. Ha l’accento del suo paese.

    PRIMO TEMPO

    I SCENA

    CAMERA ALEX. MATTINA

    Alex si sta vestendo rapidamente, indossa un abito elegante, nel frattempo parla al suo telefonino.

    ALEX

    Sei sicuro che le Marche stanno con noi?

    E a quanti voti ci porta?

    ride

    Trenta voti?! In gamba, ’sto delegato. Come hai detto che si chiama? Cicciuzzo… ma solo il soprannome sai? Ma il cognome? C’ha ’na pantera su un braccio? Ma che è ’n pirata? Ho capito che nessuno lo conosce… Ma tu non l’hai mai visto in faccia? Porro, allora è compito tuo eh?…

    suona il suo secondo telefono cellulare

    Guarda che ci faccio affidamento su questi trenta voti… sì, sto alla Camera 421. Aspetta un attimo…

    Alex risponde al telefono

    Pronto? Sì, ci vediamo dopo.

    attacca il primo telefonino

    Allora che fa? viene, il Vicesegretario alla Confindustria? Sì. No, non ti preoccupare, ci mando Arturo, è stato suo professore alla Luiss.

    suona il telefono della camera

    Pronto? Oh guarda che Porro ci ha rimediato 30 voti, eh? Aspetta un attimo. Ci sentiamo dopo, mi raccomando, eh? Ciao

    attacca il secondo telefonino; mentre parla, compone un numero dal suo cellulare

    Oh, Simone guarda che quest’anno ci stanno almeno una ventina di cammelli… Vediamo di beccarceli ’sti voti.

    Sì, tra cinque minuti, ciao!

    attacca il telefono dell’albergo, inserisce il vivavoce del cellulare e si infila la giacca

    Pronto? Pronto!

    VOCE CENTRALINO

    Pronto, desidera?

    ALEX

    Buongiorno, sono il figlio dell’onorevole Masi. Potrei parlare con mio padre?

    VOCE CENTRALINO

    Un attimo, prego.

    ALEX

    Grazie…

    alcuni secondi di attesa, si sente un pezzo di musica classica

    VOCE SEGRETARIA

    Buongiorno Alessandro.

    ALEX

    Buongiorno Ilaria, c’è papà?

    VOCE SEGRETARIA

    Un attimo, sì, è occupato sull’altra linea.

    ALEX

    Ah, ho capito, va.

    Alex entra in bagno

    entra la cameriera

    VOCE PADRE ALEX

    Pronto?

    STELLA

    Permesso?

    VOCE PADRE ALEX

    Pronto?

    STELLA

    Permesso?

    VOCE PADRE ALEX

    Pronto, ma chi è?

    STELLA

    So’ la cameriera…

    VOCE PADRE ALEX

    Ma chi è?

    STELLA

    So… la cameriera, so venuta a portà ’a colazione. Poggio qui?

    Alex esce dal bagno

    ALEX

    Ma che fa, parla con mio padre? Poggi pure lì, ciao papà, come stai?

    VOCE PADRE ALEX

    Ah ciao, sei tu, ma che fai?

    ALEX

    Niente, niente…

    VOCE PADRE ALEX

    E come sta andando il congresso?

    ALEX

    Tutto a posto, come da copione, sarò rieletto segretario.

    VOCE PADRE DI ALEX

    Bravo.

    ALEX (a Stella)

    Aspetti.

    Forse perdiamo qualche voto, però abbiamo la maggioranza.

    Alex dà un biglietto da 10.000 lire a Stella

    STELLA

    Grazie.

    VOCE PADRE ALEX

    Ma di che?

    ALEX

    Niente, niente. Senti papà, domani vieni col ministro…

    VOCE PADRE ALEX

    Sì, non ti preoccupare.

    ALEX

    Senti, sono molto in ansia per Susy… come sta?

    VOCE PADRE ALEX

    Non troppo bene, l’ho fatta visitare.

    ALEX

    Cos’ha?

    VOCE PADRE ALEX

    Una grave infiammazione alla coscia.

    ALEX

    Cazzo, non ci voleva.

    VOCE PADRE ALEX

    Purtroppo sai, sono cose che succedono, deve stare ferma per due o tre mesi, bisogna avere pazienza.

    ALEX

    Povera Susy. La corsa è la sua vita!

    VOCE PADRE ALEX

    Dai, non ti preoccupare, c’è Apache, lo sai che anche lui è un buon cavallo.

    ALEX

    Sì, però ha fatto due corse da brocco, se perde, questa volta, giuro che l’ammazzo a calci.

    VOCE PADRE ALEX

    Stai tranquillo.

    ALEX

    Mi raccomando, dì a Tony di non scordarsi di dare le vitamine a tutti i cavalli! Ora papà ti lascio che devo scappare.

    sta per uscire

    VOCE PADRE ALEX

    Fammi la cortesia, dì tu a tua madre che il prossimo weekend sto’ fuori.

    ALEX

    Impegni di lavoro?

    VOCE PADRE ALEX

    Tu non fare lo spiritoso. Guarda che lo so che stai corteggiando una mia carissima amica.

    ALEX

    Ho un debole per certe donne.

    VOCE PADRE ALEX

    Mi raccomando, debole, mettiti il profilattico, che quella è una che l’ha data a mezzo circolo.

    pausa

    Anzi mettine due, ciao.

    ALEX

    Ciao…

    buio

    II SCENA

    CAMERA SIMONE E ARTURO. MATTINA.

    Su un tavolino, ben visibile, c’è aperto il cartellone del gioco del Risiko, con una partita evidentemente già iniziata, visto che i concorrenti delle quattro armate (ognuna di un colore diverso) sono distribuiti sopra i vari territori. Il comodino con il gioco del Risiko sarà sempre presente durante tutta la commedia. Arturo si sta vestendo, indossa lo stesso identico abito di Alex, ma abbina colori diversi; Simone è già vestito, è elegante, ha un tocco di estrosità che rende singolare il suo abbigliamento.

    SIMONE

    Senti, fammi un favore…

    ARTURO

    Cioè?

    SIMONE

    Fammi da segretario.

    ARTURO

    Segretario?

    SIMONE

    Sì, c’è una delegata bolognese, una cammella, che mi sto martellando, ha un’ottima personalità…

    facendo un gesto per indicare che ha delle gran belle tette

    Prima della fine del congresso me la devo…

    fa un fischio e con un gesto della mano indica che se la farà… compone un numero dal telefono della camera

    e chiudo la pratica. Dai, che questa ci passa pure i voti, fai da segretario.

    ARTURO

    Unisci l’utile al dilettevole.

    SIMONE

    Ma che dilettevole… è un mostro, porta ancora l’apparecchio ai denti. Mi sacrifico per il partito.

    ARTURO

    Ma Claudia?

    SIMONE

    Occhio non vede cuore non duole. Dai. Dai…

    ARTURO

    Ma come si chiama?

    SIMONE

    Giuseppina.

    ARTURO

    Giuseppina?

    SIMONE

    Sì!

    ARTURO

    Che cazzo di nome… Ehm… Buongiorno, posso parlare con la signorina Giuseppina?

    pausa

    Giuseppina chi?

    SIMONE

    Oddio, non me lo ricordo.

    ARTURO

    Come non te lo ricordi? Un attimo prego, che stiamo controllando sull’archivio del computer.

    SIMONE

    Di’ Giuseppina la bolognese.

    ARTURO

    Che è una cotoletta? Giuseppina di… Bologna… No di Bologna non è il cognome… Volevo dire Giuseppina la bolognese.

    SIMONE

    Quando l’ho detto io?

    ARTURO

    Va bene, grazie.

    SIMONE

    Fai la musichetta.

    ARTURO

    Come la musichetta?!

    SIMONE

    La musica d’attesa.

    ARTURO

    Scusa ma la musichetta la devono mettere loro: ho chiamato io. Buongiorno… signorina Giuseppina? Ah, non c’è? Ma con chi parlo? Stefano Toro!

    SIMONE

    Stefano Toro, e chi cazzo è?

    ARTURO

    Ah, lei è il ragazzo di Giuseppina Manieri.

    SIMONE

    Il ragazzo?!

    ARTURO

    Io sono il segretario del dr. Simone Corsini.

    SIMONE

    Ma che gli dici il mio nome al ragazzo?

    ARTURO

    Ah, lo conosce… sì, adesso glielo passo.

    SIMONE

    Ma che fai me lo passi pure?!… Buongiorno, Toro, sono il dr. Corsini, stiamo facendo un sondaggio Doxa fra i delegati, per fare una previsione di quello che sarà l’andamento del congresso…

    ad Arturo

    Ti spacco la testa!…

    Sì, io sono Corsini…

    Arturo lascia i carroarmati…

    Sì, io sono alto… e magro sì…

    Occhi chiari… perché? No guardi che si sbaglia.

    entra Alex

    ALEX

    Oh, allora?

    SIMONE

    Le assicuro che io non le ho fatto mai delle avance.

    ALEX

    Arturo, metti a posto i carrarmati che c’ho tutto segnato sul computer. Oh, allora ragazzi, dai!

    SIMONE

    Sta usando nei miei confronti delle parole eccessive… scusi…

    e certo, testicolo, mi sembra fuori luogo.

    ARTURO

    Cercavo di capire il tuo obiettivo, visto che stravinci.

    ALEX

    Simone, è tardi. Ci diamo una mossa?

    SIMONE

    al telefono

    Un attimo, c’è il mio segretario che mi sta dicendo una cosa.

    ad Arturo

    Tirati giù i pantaloni. Che adesso arrivo.

    ALEX

    Segretario… cazzo dice?

    ARTURO

    Parla di una cammella bolognese che ha un’ottima personalità.

    ALEX

    Bravo, vedo che già ti sei messo al lavoro.

    SIMONE

    ad Alex

    Giusto per te, scoparsi questa è come scoparsi una scimmia.

    al telefono

    No, la prego… non apra pure il capitolo su mia madre…

    ALEX

    Arturo, come siamo messi con i delegati della Calabria?

    ARTURO

    Sono fedelissimi, stanno con noi.

    ALEX

    Sicilia e Puglia?

    ARTURO

    Ieri sera ho cenato con il segretario regionale della Sicilia, ci appoggerà anche questa volta. Però gli ho dovuto promettere un posto nel Consiglio.

    ALEX

    Hai fatto bene, poi ci parlo io…

    SIMONE

    D’accordo… Mediterò a lungo su questo che lei mi ha detto… Mi scusi, ma ora devo lasciarla, ho una riunione in corso.

    attacca il telefono

    Arturo, stai ancora con i pantaloni tirati su?

    ARTURO

    Scusa ma ti conosceva, ti voleva.

    SIMONE

    Mi passa il ragazzo il deficiente.

    ALEX

    Con quello pugliese?

    ARTURO

    Ci parlo oggi.

    SIMONE

    Lasciamo perdere.

    ALEX

    Mi raccomando, Arturo, fai l’impossibile. Oggi pomeriggio devi anche andare a ricevere il vice segretario della Confindustria Simone, con ’sta cammella la pratica orale è già stata archiviata?

    SIMONE

    Quella orale vorrei evitarla.

    ARTURO

    Giuseppina ha ancora l’apparecchio ai denti.

    SIMONE

    Diciamo che ho aperto la pratica, e vorrei continuare ad aprirla in diverse direzioni… dico, questo consideralo un voto sicuro. Adesso che l’ho conosciuto questo Stefano Toro, la cosa più stimolante è farlo cornuto.

    ALEX

    Cornuto di nome e di fatto…

    pausa. Si avviano tutti verso la porta

    Arturo, ma come ti sei vestito?

    ARTURO

    Perché?

    ALEX

    Hai i calzini bianchi?!

    Arturo rimane immobile guardando i suoi calzini con una faccia da ebete

    ARTURO

    Come la camicia…

    ALEX

    I calzini sono blu, neri o grigi. Altri colori non esistono.

    ARTURO

    Ma allora Simone che ha i calzini a righe?

    Simone mostra i suoi stravaganti calzini, bianchi con tante strisce nere orizzontali

    SIMONE

    lo non seguo la moda, io sono la moda.

    ALEX

    Lui è un marchese, è un aristofreak, gli è permesso tutto.

    SIMONE

    Arturo, Arturo, tu non capirai mai il senso della vita.

    ARTURO

    Il senso della vita? Ma che c’entrano i calzini?

    buio

    III SCENA

    CAMERA DI CLAUDIA. MATTINA.

    Claudia è sola, si sta finendo di preparare. Si siede sul letto, accende il suo computer portatile.

    entra Simone

    SIMONE

    Dai, amore, Alex e gli altri ci aspettano giù.

    CLAUDIA

    Dalle consultazioni che abbiamo fatto possiamo contare sulla

    maggioranza. Alex sarà eletto segretario.

    SIMONE

    Ma hai contato i voti?

    CLAUDIA

    Possiamo dare per sicure Lazio, Sicilia, Toscana e Piemonte.

    SIMONE

    Hai parlato con Finazzi… quello milanese?

    CLAUDIA

    C’ho messo poco a convincerlo.

    SIMONE

    Sì, me lo immagino.

    CLAUDIA

    A proposito, Alex ha sentito il segretario regionale delle Marche?

    SIMONE

    Ah sì, ha parlato con Porro, c’è un delegato, un certo Cicciuzzo.

    CLAUDIA

    Cicciuzzo?

    SIMONE

    Sì, è il soprannome, pensa che ha una pantera tatuata su un braccio, dice che porta trenta voti.

    CLAUDIA

    Trenta voti?! E le deleghe ve le ha già date?

    SIMONE

    Tranquilla, è sicuro! Porro ci ha garantito che questo Cicciuzzo ha in mano tutti e trenta i certificati di voto dei delegati.

    CLAUDIA

    + 7 + 4 + 291 che avevamo + 30 delle Marche sono 348 voti.

    SIMONE

    La maggioranza è 301.

    CLAUDIA

    Siamo sopra di 47.

    SIMONE

    No, 48.

    CLAUDIA

    No, 47.

    SIMONE

    Sì, ma segnane uno di più.

    CLAUDIA

    Sei sicuro?

    SIMONE

    Quasi sicuro.

    CLAUDIA

    Come, quasi? La delega te l’ha data?

    SIMONE

    Ancora non me l’ha data… però… stasera penso di concludere tutto.

    CLAUDIA

    Va bene, 349 voti. Ah, l’unico neo è Giovanni Costa… Costa e la sua corrente saranno riconfermati nel consiglio direttivo, si candiderà a segretario e darà battaglia.

    SIMONE

    Che fesso, non ha ancora capito che nella commissione elettorale non verrà mai sostenuto. Quand’è il turno di Arturo alla presidenza?

    CLAUDIA

    Oggi.

    SIMONE

    Allora è necessario che Arturo dirotti tutti gli interventi della corrente di Costa alla fine del dibattito, mezzogiorno, l’una, quando tutti sono saturi e affamati. Prima che parli facciamo scoppiare una lite nell’altra stanza, così i delegati si alzano e se ne vanno.

    CLAUDIA

    Figurati se molla, quello. Si sposta col banchetto nell’altra stanza.

    si avvicinano alla porta per uscire

    SIMONE

    Fidati, vedrai che funziona; mi fanno male gli occhi.

    CLAUDIA

    Devi smetterla di portare quegli occhiali finti.

    SIMONE

    Non sono più credibile con gli occhiali?

    CLAUDIA

    Sì, ma li tieni sempre sulla fronte, prova a tenerli sulla punta.

    SIMONE

    Sì, così sembro Geppetto. Su, andiamo, Alex e gli altri ci aspettano giù.

    CLAUDIA

    Ma che profumo hai?

    SIMONE

    Ti piace?

    CLAUDIA

    Sì. Krizia uomo?

    SIMONE

    No.

    CLAUDIA

    Arrogance uomo?

    SIMONE

    No.

    CLAUDIA

    Versace uomo?

    SIMONE

    No.

    CLAUDIA

    Ho capito, Passion di Elisabeth Taylor.

    SIMONE

    Elisabeth Taylor?! Non sapevo che facesse anche profumi…

    CLAUDIA

    Ma allora qual è?

    SIMONE

    Egoist, Chanel.

    buio

    IV SCENA

    CAMERA DI ALEX. TARDA MATTINATA.

    Alex Claudia e Simone entrano. Alex sta parlando al suo cellulare.

    ALEX

    Ma allora siete proprio degli stronzi, ma non avete visto che figura da cazzone ha fatto Costa ’sta mattina, praticamente ha parlato ai muri.

    Claudia e Simone ridacchiano

    CLAUDIA

    Tu non hai visto la sua faccia quando fuori è scoppiata la rissa, lui parlava, parlava e intanto i delegati uscivano.

    ALEX

    Diglielo agli amici della Liguria.

    SIMONE

    L’onesto del partito… Avrei pagato per vederlo.

    ALEX

    Puntare su di lui, è come puntare su un brocco.

    CLAUDIA

    Eravamo in sette in sala. Costa è sceso dal palco, quasi coi lacrimoni si è avvicinato e mi ha detto… uno a zero per voi.

    ALEX

    D’accordo, ci sentiamo più tardi.

    CLAUDIA

    Ma è vero che Arturo nella rissa ha preso un pugno?

    SIMONE

    Le cose vanno fatte bene.

    ALEX

    Ottimo lavoro, ragazzi.

    entra Arturo con una borsa di ghiaccio sull’occhio

    Arturo, ma che ti sei fatto?

    ARTURO

    Chiedilo a Simone che mi sono fatto…

    SIMONE

    Scusa mi è partita la mano.

    ARTURO

    Ho visto che ti è partita… però avevamo detto che si faceva finta.

    SIMONE

    Sì, ma la rissa doveva essere credibile.

    ARTURO

    E proprio con me doveva essere credibile?

    ALEX

    L’importante è il risultato… Ho appena parlato con quella spia di Musso, stanno facendo una riunione nella 215. Costa se la sta vedendo male…

    CLAUDIA

    Abbiamo 348 voti!

    Claudia apre il computer

    SIMONE

    349.

    CLAUDIA

    Sì, 349.

    ALEX

    Voglio schiacciarlo quello stronzo di Costa.

    ARTURO

    Non mi ricordo più, a che ora devo andare a ricevere il Vice segretario della Confindustria?

    ALEX

    Alle quattro. Quanti sono i delegati che vorrebbero entrare alla Luiss quest’anno?

    ARTURO

    Cinque. Gli ho già assicurato che gli daremo una mano.

    CLAUDIA

    Cinque,

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