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Eleonora Duse: Il primo amore
Eleonora Duse: Il primo amore
Eleonora Duse: Il primo amore
E-book80 pagine57 minuti

Eleonora Duse: Il primo amore

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Info su questo ebook

Stefania Romito, in questo splendido libro, ci accompagna verso una lettura articolata di Eleonora Duse personaggio, ma anche donna e attrice. Il personaggio sulla scena, la donna nella sua forma privata, la femminilità nella sua sensualità. 
Ulteriori elementi che riaffiorano in questo raffinato lavoro letterario attraverso una documentazione certa testimoniata dalle lettere, dall'epistolario, dal linguaggio foriero di un immaginario che costruisce la realtà mediante l'essere attrice che antepone la recita alla vita. Nel legame con Arrigo Boito esplode una grande passione ma anche il lento decadere di un sentimento che non lascia rammarico, rimpianto o nostalgia, ma solo la forte consapevolezza di un amore vissuto fino in fondo. Letteratura e vita. Il grande dilemma dannunziano, ma anche il grande dilemma di Arrigo Boito. Il tutto coronato da una sofisticata eleganza. Quella stessa eleganza che ha contraddistinto la fase post crepuscolare di un Novecento che si manifesta nelle sue misteriose e seducenti caratteristiche.  Questo ed altro si vive nel libro di Stefania Romito. 

Pierfranco Bruni
 
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita20 feb 2023
ISBN9791222067889
Eleonora Duse: Il primo amore

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    Anteprima del libro

    Eleonora Duse - Stefania Romito

    Prefazione

    Eleonora Duse fu un personaggio che incarnò fino in fondo una femminilità che si rivela in elementi fondanti del suo essere donna: la passione e la malinconia, la donna e il personaggio tra retroscena e ribalta.

    Con Eleonora Duse si viene a delineare un inedito rapporto tra la scena e il personaggio nell’ambito di un nuovo percorso del teatro moderno. Un dato fondamentale di cui bisogna tenere conto nella storia della recitazione. La sua malinconia che diventa femminilità, la passionalità sulla scena e nella vita e quella sensualità tra essere personaggio e donna che vive anche nei suoi rapporti d’amore con Arrigo Boito e Gabriele D’Annunzio. Due riferimenti imprescindibili che hanno costruito sulla scena e nella vita un rapporto dinamico e armonico ma anche profondamente radicato nel tempo finale che è la nostalgia dannunziana che si vive in Eleonora Duse.

    Stefania Romito, in questo splendido libro, riesce a restituire questi aspetti attraverso una documentazione certa testimoniata dalle lettere, dall’epistolario, dal linguaggio foriero di un immaginario che costruisce la realtà mediante l’essere attrice che antepone la recita alla vita.

    Ma dove risiede la differenza tra recita e vita?

    Il libro della Romito ci accompagna verso una lettura articolata di Eleonora Duse personaggio, ma anche donna e attrice. Il personaggio sulla scena, la donna nella sua forma privata, la femminilità nella sua sensualità. Ulteriori elementi che riaffiorano in questo raffinato lavoro letterario. Nel legame con Arrigo Boito esplode una grande passione ma anche il lento decadere di un sentimento che non lascia rammarico, rimpianto o nostalgia, ma solo la forte consapevolezza di un amore vissuto fino in fondo.

    Accade diversamente con D'Annunzio, lo scrittore fascinoso che corteggia l’attrice ma, soprattutto, la donna. La parabola tra la Duse e D'Annunzio si chiude con pesanti nostalgie: quella di Eleonora, innamorata di D’Annunzio di un amore senza fine (tanto da rappresentare l’amore unicum nella visione complessiva dei suoi amori) e quella di D'Annunzio che vivrà la Duse come amore-rimpianto che diviene amore-nostalgia. L’amore vero. Quell’amore che lo accompagnerà nei suoi ultimi giorni al Vittoriale. Il busto coperto dal velo di Eleonora Duse, è il raccontare, nel suo ultimo capolavoro Notturno, i frammenti di una storia narrandola alla figlia.

    Due amori diversi. Il primo che esplode in quanto passione, amore forte, persuasione della sensualità, ma che poi implode quando tutto questo lentamente va a riposarsi in una psicologia della consapevolezza di un amore finito.

    Dove sta la differenza tra Boito e D'Annunzio? Mentre l'amore per Boito conoscerà una fine, in D'Annunzio vivrà solo una tregua. Sarà proprio nel momento in cui Eleonora cerca la tregua, che la passione diventa più esplosiva. Non c’è implosione ma solo esplosione, diversamente dal primo amore in cui all’esplosione seguirà l’implosione. Nel secondo amore, quello per il Vate, c’è teatralità. C'è la Francesca da Rimini.

    Tutto questo si raccoglie nel viaggio che Stefania Romito indica per conoscere di più non solo la donna di teatro, ma soprattutto la donna. Perché Eleonora Duse nel teatro porta la sua femminilità, come avviene in Cenere l’unico film da lei interpretato tratto dal romanzo di Grazia Deledda. La storia dell'amicizia tra la Duse e Matilde Serao, due donne diverse ma complementari, fa comprendere anche quale fosse il ruolo della donna tra romanzo e teatro in quel Novecento che si stava aprendo all'epoca della contemporaneità.

    Ci sono le vite private, ma c'è anche quella letteratura che supera il privato e quel rapporto tra scrittura - uomo - donna che diviene un fattore centrale del Novecento.

    Letteratura e vita.

    Il grande dilemma dannunziano, ma anche il grande dilemma di Arrigo Boito. Il tutto coronato da una sofisticata eleganza.

    Quella stessa eleganza che ha contraddistinto la fase post crepuscolare di un Novecento che si manifesta nelle sue misteriose e seducenti caratteristiche.

    Questo ed altro si vive nel libro di Stefania Romito.

    Pierfranco Bruni

    Introduzione

    Eleonora Duse, la grande attrice di teatro che seduceva le platee di tutto il mondo con le sue movenze e la stupefacente arte recitativa, ha da sempre esercitato su di me un misterioso fascino. Analizzarne l’aspetto sentimentale, e in particolare la sua relazione amorosa con Arrigo Boito, è stato oltremodo stimolante e coinvolgente.

    La stesura del libro, ispirata in larga misura al carteggio tra Eleonora Duse e Arrigo Boito ( Eleonora Duse Arrigo Boito. Lettere d’amore , Raul Radice, Ed. Il Saggiatore, 1979), contiene episodi propri della finzione letteraria, poiché trattasi di una versione romanzata della loro relazione. La narrazione si snoda mediante due livelli narrativi che vedono una Duse attrice e spettatrice della propria esperienza esistenziale.

    L’albergo di Pittsburg, involontario custode dei suoi ultimi soffi di vita, diviene teatro privilegiato di intime confessioni che la Divina rivolge al lettore in una dialogante conversazione con la propria anima e con i suoi più grandi amori. Il Maestro e il Vate.

    Ciò

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