Segreti?: Stockholm Sleuth Series, #2
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Un racconto giallo svedese
L'investigatrice privata Elin si occupa di un caso semplice - a prima vista...
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Anteprima del libro
Segreti? - Christer Tholin
Quest’opera è frutto della fantasia. Tutti i nomi, i personaggi, i luoghi e i fatti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o inventati. Ogni riferimento a fatti, luoghi o persone reali, vive o decedute, è puramente casuale.
A mia figlia, Anabel
Contenuti
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RINGRAZIAMENTI AL LETTORE
RIGUARDO L’AUTORE
Assassinio?
PROLOGO
AGOSTO 2016
Il tuo libro gratuito
Leggi l’antefatto della serie Stockholm sleuth
Il breve giallo di Lars, uno degli investigatori privati della serie. In questa storia lavora ancora come poliziotto.
Insieme al suo compagno Kalle, Lars è chiamato ad intervenire presso una casa dove dei vicini segnalano una lite.
Il caso stravolgerà la carriera di Lars per sempre.
Racconto breve esclusivo per i lettori della serie – scaricalo da qui:
www.christertholin.one/free
I
1
l rombo del treno riecheggiò per la stazione. Elin si guardò in giro, fissando la banchina in cerca di un segnale che le indicasse il nome della fermata: Rådhuset. Probabilmente aveva già superato Kungsholmen, una delle isole centrali di Stoccolma dove aveva vissuto. A separarla dalla sua destinazione c’erano solamente ancora un paio di fermate, dopodiché le sarebbe bastata una decina di minuti a piedi per arrivare al suo appartamento. Un’altra settimana lavorativa era giunta al termine e, come spesso accadeva, non si era trattato di una settimana particolarmente interessante. Non aveva molto da fare. Tobias, il suo capo, non si trovava in ufficio per la maggior parte del tempo e a lei spettava solamente il compito di rispondere ad eventuali telefonate rimanendo seduta alla propria scrivania. Tutto questo non aveva niente a che fare con ciò che si era immaginata.
Da due anni Elin lavorava per una società chiamata Secure Assist, aveva accettato la proposta di lavoro solamente per il fatto che all’inizio, Tobias, le aveva promesso che, a poco a poco, lui l’avrebbe formata per diventare un’investigatrice privata. Tobias non aveva mantenuto la parola, senza contare che non le aveva assegnato nemmeno un compito. Fortunatamente, Lars, uno degli investigatori privati, le aveva affidato due compiti l’anno precedente e, per di più, si trattava di assegnazioni importanti che le avevano dato modo di mettersi alla prova. Elin aveva persino risolto il secondo caso quasi da sola. Beh, a volte è capitato che procedesse con le indagini senza autorizzazione, ma sapeva esattamente cosa sarebbe successo se avesse dovuto chiedere il permesso per ogni sua mossa: qualcun altro avrebbe preso l’incarico o le avrebbero detto che si trattava di un’operazione troppo rischiosa. In ogni caso, nelle sue missioni Elin ci metteva tutta sé stessa: il sogno della sua vita sarebbe stato quello di diventare una brava investigatrice e l’istruzione che aveva avuto l’avrebbe certamente aiutata. Si era laureata in tecnologie informatiche ed era un asso nel combattimento corpo a corpo, senza contare il suo eccellente intuito e la sua creatività quando si trattava di scovare qualche informazione. Tobias era però più propenso a puntare su carriere convenzionali, in altre parole cercava persone che avessero esperienza come guardie del corpo o simili, prediligeva chi aveva lavorato presso la dogana o, come Lars, chi faceva parte della polizia. La conformazione fisica di Elin avrebbe potuto giocare a suo svantaggio: era bassa ed esile, mentre Lars era alto circa un metro e novanta e aveva le spalle larghe. Sfortunatamente, Elin non poteva far nulla per cambiare il proprio corpo, quindi aveva deciso di puntare sul suo temperamento deciso per compensare la sua esile fisicità. Nonostante tutto, essere esili talvolta avrebbe potuto esserle d’aiuto, per esempio per nascondersi con facilità.
Due giovani uomini le passarono di fianco per accaparrarsi i due posti a sedere vicino ai finestrini. Il treno era pieno zeppo di persone e, come se non bastasse, era l’ora di punta del venerdì pomeriggio. Elin guardava i due uomini. Uno indossava degli auricolari, con i cavi riposti nella tasca della giacca, e tamburellava col piede a tempo di musica che solo lui sentiva. L’altro aveva il telefono vicino all’orecchio e stava farfugliando qualcosa su qualche diavoleria che avrebbe dovuto assolutamente acquistare. Il treno continuava ad avanzare mentre Elin pensava al suo problema. Era determinata a ricevere un nuovo incarico, preferibilmente in coppia con Lars. In ogni caso, lui glielo doveva, lei gli aveva già salvato il culo due volte: la prima, lei l’aveva salvato mentre giaceva disteso a terra privo di sensi in seguito ad un’esplosione, quindi lo aveva trasportato fuori dalla zona di pericolo, mentre nel secondo caso l’aveva salvato da due sequestratori di bambini che lo stavano minacciando con un fucile. In entrambi i casi Elin era intervenuta alla fine dell’anno precedente. Il tempo era passato ed era quasi estate e, dopo quelle due operazioni, Elin non aveva fatto altro che stare seduta in ufficio a svolgere qualche mansione da segretaria, procurando talvolta qualche informazione qua e là. Tutto ciò era davvero frustrante per lei. Supplicare Lars o parlare con Tobias non la aiutava, dal momento che la risposta era sempre la stessa: non ci sono assegnazioni adatte a te. Vero, la maggior parte dei lavori riguardava i turni di guardia o noiose operazioni di sorveglianza, ma Elin avrebbe preferito persino quello piuttosto che rimanere in ufficio.
Alla fine, Elin si era data un ultimatum: se il suo lavoro non avesse preso una svolta entro la fine dell’anno, avrebbe presentato le sue dimissioni. Aveva già iniziato ad impegnarsi in un Piano B
registrando la propria società. In Svezia era un’operazione sbrigativa e, nel giro di un’ora, avrebbe compilato tutti i moduli del caso, firmandoli digitalmente e spedendoli a chi di dovere. Tempo una settimana e la sua società sarebbe diventata ufficiale. Elin aveva optato per la forma societaria più semplice: tutto era intestato a suo nome e, a parte una piccola quota di registrazione, non erano previsti ulteriori costi dato che il contribuito principale era già costituito dal capitale proprio precedentemente investito. In questo modo, Elin avrebbe avuto la propria società in grado di svolgere tutte le funzioni di solito assegnate ad investigatori privati. In ogni caso, non sarebbe stato semplice gestire una propria attività insieme al lavoro corrente. Secondo il suo contratto, qualsiasi altra via secondaria
avrebbe dovuto essere sottoposta ad approvazione, ma Elin poteva aggirare questo ostacolo... sicuramente nessuno se ne sarebbe accorto e, in ogni caso, il suo tempo libero erano affari suoi. La cosa che più preoccupava ad Elin era la concorrenza diretta con la società di Tobias e, nel caso in cui il tutto fosse venuto a galla, non sarebbero state necessarie le dimissioni per il suo licenziamento. Un altro grande problema sarebbe stato quello della pubblicità, poiché Elin avrebbe dovuto trovare il modo di pubblicare annunci senza che venissero ricondotti a lei. Aveva già avuto un paio di idee curiosando tra varie pagine web, quindi aveva pubblicato un paio di inserzioni senza utilizzare il suo nome o quello della sua società, mentre aveva optato per un indirizzo di posta elettronica che non aveva nulla a che fare con lei. Le inserzioni erano state ormai pubblicate da due settimane, Elin controllava continuamente il proprio account ma non le era stata fatta nemmeno una proposta. Si trattava di un vero e proprio salto nel vuoto e non aveva la minima speranza di ottenere una sola assegnazione. Si trattava comunque di un lavoro che prevedeva un alto tasso di concorrenza, specialmente in base al tipo di operazione. Dopotutto, Elin non poteva semplicemente sparire dal proprio ufficio dedicandosi completamente alla sua nuova attività. Fin quando sarebbe riuscita a gestire il suo business durante la sera e nei fine settimana, la cosa sarebbe stata fattibile. Perché preoccuparsi se non aveva ancora ricevuto una singola richiesta? Cosa significava tutto ciò? Non bisogna fasciarsi la testa prima del dovuto.
I pensieri di Elin si concentrarono sul weekend che stava per arrivare. Maja, la sua coinquilina, viaggiava spesso ed essendo un’istruttrice di judo le era stato chiesto di tenere una lezione durante il finesettimana a Copenaghen, quindi Elin si era ritrovata sola e senza programmi. Sperava segretamente che le venisse fatta una proposta di lavoro,