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Un incontro decisivo: Harmony Collezione
Un incontro decisivo: Harmony Collezione
Un incontro decisivo: Harmony Collezione
E-book152 pagine2 ore

Un incontro decisivo: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Tutto sembra andare per il meglio per Jessie. Il lavoro dei sogni è a portata di mano in una prestigiosa agenzia pubblicitaria. Un colloquio a breve con il mitico Kane Marshall, il suo futuro boss, e... oh santo cielo! Kane Marshall è quel Kane! L'uomo sexy e magnetico di cui ha rifiutato le attenzioni la sera prima. Ma lui sembra non averla riconosciuta.
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2021
ISBN9788830523715
Un incontro decisivo: Harmony Collezione
Autore

Miranda Lee

Scrittrice romantica, e moglie fortunata di un uomo molto, generoso!

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    Anteprima del libro

    Un incontro decisivo - Miranda Lee

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Bedded By the Boss

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2004 Miranda Lee

    Traduzione di Maria Elena Giusti

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-371-5

    1

    «Allora, che cosa vorresti sotto l’albero, Jessie? Domani è giorno di acquisti. Mancano solo due settimane a Natale e non voglio ritrovarmi a correre per negozi all’ultimo momento.»

    Jessie abbassò lo spazzolino del mascara e sorrise all’amica e padrona di casa, seduta di fronte a lei al tavolo di cucina.

    «Conosci negozi di... uomini?» le chiese, lo sguardo attraversato da un lampo malizioso.

    Dora spalancò gli occhi. «Uomini? Ma se dieci minuti fa hai affermato che è meglio perderli che trovarli!»

    «Dieci minuti fa. Poi mi è bastato vestirmi e truccarmi per ricordare quando ero giovane e spensierata e non sapevo ancora la verità sull’altro sesso. Non so che cosa darei per essere di nuovo una ragazzina e uscire con uno splendido ragazzo per una notte di passione. Solo una notte!»

    «E se il desiderio si avverasse?» indagò Dora. «Dove vorresti che ti portasse?»

    «Oh, in un ristorante per una cena a lume di candela, poi in un night per scaldare la serata con qualche ballo sensuale.»

    E poi... diritto nel suo appartamento...

    Quell’ultimo pensiero la colpì più di quanto avrebbe immaginato. Da quando aveva avuto Emily non aveva mai sentito la mancanza degli uomini. Anzi non le era neppure passato per la testa.

    Ora, invece, all’improvviso, l’idea di essere fra le braccia di un bel ragazzo le sembrava una necessità. Come se gli ormoni femminili, a lungo sopiti, avessero inaspettatamente ripreso vita.

    Sbuffò come se servisse a scacciare il senso di frustrazione e l’irritazione che provava. Poteva benissimo farne a meno. Gli uomini creavano solo complicazioni. Era sempre stato così.

    Esseri inutili, uno peggio dell’altro! Anche se purtroppo c’era un settore nel quale erano insostituibili...

    Certo, non poteva negare quanto fosse piacevole stare fra le braccia di un bel ragazzo... magari che ci sapesse fare...

    Il padre di Emily era un tipo focoso a letto, ma era anche un irresponsabile e la sua passione per il rischio gli era costata la vita in una delle tante discese spericolate in snowboard.

    Era morto prima che lei sapesse di essere incinta.

    Così, all’età di ventotto anni, Jessie era arrivata alla triste conclusione che i membri dell’altro sesso si rivelano spesso inaffidabili come compagni di vita. Anche se Lyall fosse sopravvissuto, infatti, dubitava che sarebbe rimasto con lei e la bambina.

    Tutto sommato, era meglio lasciar perdere, almeno per il momento. Emily aveva solo quattro anni ed era molto sensibile. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era che la mamma perdesse la testa per qualche strampalato individuo interessato solo a una cosa... Non ci sarebbe stato futuro e in ogni caso nessuna felicità.

    Gli uomini potevano anche concedersi il lusso di avere storie di sesso senza subire danni emotivi, ma per le donne era diverso.

    Le ci era voluto molto tempo per sanare le ferite lasciate dalla storia con Lyall. Non era stato facile affrontare la sua morte e neppure il senso di vuoto derivato dalla scoperta di non essere l’unica donna nella sua vita.

    «A parte gli scherzi, quello che desidero di più per Natale» disse riponendo i trucchi nella borsettina da sera, «è un lavoro decente in un’agenzia pubblicitaria.»

    Prima di restare incinta Jessie aveva lavorato come grafica pubblicitaria con ottime prospettive di fare carriera come designer creativa e poter finalmente realizzare le sue idee senza che altri ne prendessero il merito.

    Sapeva di avere talento e aveva sperato di poter ottenere un ruolo di primo piano all’interno della Jackson & Phelps, una delle più prestigiose agenzie pubblicitarie di Sydney.

    La gravidanza però, l’aveva costretta a rivedere i programmi e a riorganizzare le priorità.

    Sulle prime aveva sperato di riprendere a lavorare per l’agenzia dopo la maternità, ma quando era arrivato il momento non se l’era sentita di portare Emily all’asilo nido.

    Aveva pensato di poter lavorare a casa, come free lance, ma un periodo di recessione aveva costretto le agenzie a tagliare le spese e, come molti suoi colleghi, si era trovata senza lavoro.

    Aveva quindi ripiegato sul sussidio di disoccupazione che non le aveva permesso, però, di continuare a vivere nell’elegante quartiere dove aveva sempre abitato. Fortunatamente aveva trovato alloggio in casa di Dora, una persona deliziosa con una bella casetta a Roseville, un verde sobborgo di Sydney servito dal treno.

    Dora aveva fatto costruire un appartamentino nel retro della sua casa per ospitare la madre, che era morta dopo aver vissuto qualche tempo con lei. Una camera da letto con il bagno privato e un piccolo soggiorno con cucina annessa, il tutto dava su un grande e tranquillo giardino interno: l’ideale per una mamma single con una figlia piccola e vivace.

    A quell’epoca Emily aveva appena compiuto un anno e aveva già imparato a camminare.

    L’affitto che Dora le aveva chiesto era ragionevole, in cambio lei l’aiutava nei lavori di casa più pesanti e nella cura del giardino.

    I soldi però non bastavano mai anche se non era solita concedersi molti lussi. I regali, sempre modesti, erano riservati a rare occasioni come compleanni e Natale. Ma se fino al Natale precedente non c’erano stati problemi ad acquistare quelli per Emily in qualche svendita, ora la piccola iniziava a guardarsi intorno e la televisione lasciava il segno.

    Il periodo della mamma a tempo pieno era ormai terminato, Jessie doveva riprendere a lavorare. Per questo a gennaio aveva cercato un asilo vicino a casa e aveva iniziato a spedire dei curriculum.

    Sfortunatamente finora non aveva avuto successo e, benché avesse contattato varie agenzie pubblicitarie, non aveva ricevuto alcuna risposta. A quanto pareva, nessuno voleva avere a che fare con una madre single e fuori dal mercato da più di tre anni.

    Nel frattempo, aveva accettato un lavoro temporaneo che rendeva bene presso un investigatore privato. Era successo all’improvviso, quando si era presentata in risposta a un annuncio per il lavoro di receptionist. Il posto era già stato occupato, ma le avevano proposto un impiego semi investigativo.

    In parole povere l’avevano spedita a smascherare mariti infedeli. A questo scopo le venivano forniti l’ora e il luogo, in cui avrebbe potuto incontrare i presunti fedifraghi, il tutto accompagnato da una breve biografia e da una foto. Doveva solo vestirsi in modo sexy e cercare di attaccare bottone.

    Una volta raccolte abbastanza prove sulla loro disponibilità, grazie al cellulare che le aveva fornito l’agenzia con cui immortalava i momenti salienti dell’incontro, doveva poi sparire con la scusa di andare in bagno.

    Dopo cinque o sei incontri di quel genere, Jessie aveva deciso di ritirarsi. Forse, se almeno uno di quegli uomini avesse resistito alle sue lusinghe e avesse dimostrato di essere degno di rispetto, forse allora avrebbe anche continuato, ma non era successo. Ogni volta, il bellimbusto di turno non aveva perso tempo e lei aveva finito per precipitarsi in bagno, accompagnata dai sensi di colpa e da una spiacevole sensazione di disagio.

    Dopo quell’esperienza poco edificante aveva poi accettato un lavoro come cameriera in un ristorante non lontano da casa. Per Emily, però, non si era resa disponibile a lavorare di sera e nei fine settimana, proprio quando avrebbe potuto guadagnare di più e, come se non bastasse, le spese erano aumentate vertiginosamente. Anche con il sussidio dello stato come genitore single, mantenere Emily alla scuola materna cinque giorni alla settimana era diventato sempre più gravoso.

    Nell’ultimo anno, poi, Emily era cresciuta così in fretta... E aveva iniziato a porre domande sul padre. Sulle prime Jessie aveva tergiversato, poi aveva finito col dirle la verità. Il papà era morto in un tragico incidente prima che lei nascesse e... no, la mamma e il papà non erano sposati.

    «Allora tu e il papà non avete divorziato» aveva indagato la piccola stupendola con la sua precocità. «E non tornerà più. Non farà come il papà di Joel.»

    Joel era l’amica del cuore di Emily.

    «No, tesoro» le aveva riposto lei cercando di mostrarsi serena. «Il tuo papà non tornerà più. Adesso è in paradiso.»

    Emily aveva corrugato la fronte e se n’era andata scuotendo la testolina. Dopo poco l’aveva trovata in un angolo del giardino impegnata in un’intima conversazione con la paffuta bambola che Dora le aveva regalato in agosto per il suo quarto compleanno.

    Come l’aveva vista arrivare, la bimba si era zittita e dopo un attimo le aveva chiesto con un sorriso se l’accompagnava da K-Mart per portare la letterina a Babbo Natale prima che fosse tardi.

    Fortunatamente Emily era troppo piccola per rimanere sconvolta dalla notizia che il papà che non aveva mai conosciuto non sarebbe più tornato.

    Il problema era invece l’avvicinarsi del Natale ed era questo il motivo per cui Jessie si era decisa, pur di malavoglia, ad accettare un altro incarico da Jack Keegan.

    Felicity Fairy era la bambola più costosa sul mercato, ma non se la sentiva di non accontentare le richieste di Emily, non quel Natale, e ci sarebbero voluto tutto il guadagno di quella sera per comperarla con gli accessori... la casetta, il cavallo e lo sfavillante guardaroba.

    A proposito di guardaroba...

    Jessie si alzò e lisciò l’abitino di velluto nero scollato sulla schiena che aveva deciso di indossare per il suo incarico. Era il vestito più elegante e sexy che aveva nell’armadio anche se forse iniziava a dimostrare i cinque anni di onorato servizio.

    «Sei sicura che vada bene?» chiese a Dora.

    «Sì» la rassicurò l’amica. «È un abito classico, ancora attualissimo. Ti sta molto bene. Sei splendida, Jessie e molto sexy. Sembri una modella.»

    «Chi, io? Non essere ridicola. So che il fisico non è male, ma è tutto nella norma, purtroppo. Se non mi truccassi gli uomini

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