I senza sensi
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Info su questo ebook
Un tuffo nell'assurdo che costringe a riflettere sulle brutture degli esseri umani e sulla società in cui viviamo con un sorriso sardonico e amaro
Luca Giovanni Caneva
Luca Giovanni Caneva nasce a Novi Ligure nel 1969 ma vive da parecchi anni a Sanremo dove lavora come vigile del fuoco. Laureato in scienze motorie, ha cominciato lavorando nella scuola come insegnante di educazione fisica. Ha sempre avuto la passione per la scrittura, ma solo negli ultimi anni ha partecipato a diversi concorsi letterari affinando il suo stile, focalizzato in racconti brevi o brevissimi di genere vario, con una spiccata vena ironico-grottesca che li rende curiosi e scorrevoli da leggere.
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Anteprima del libro
I senza sensi - Luca Giovanni Caneva
ERO PIETRO
Da giorni non pensava ad altro. La sua vita, già estremamente difficile per via di due matrimoni falliti con conseguenti alimenti da versare, relazioni complicate con i figli e periodici problemi di salute, era diventata drammatica con la perdita del lavoro, causa ridimensionamento organico, nella ditta di trasporti dove per vent'anni aveva prestato servizio come camionista.
Quella mazzata aveva tramortito il fragile equilibrio su cui si reggeva l'esistenza di Pietro Cassani, un quarantenne che adesso doveva fare i conti con un mutuo casa oneroso e spese di ogni tipo, senza più entrate regolari nel suo conto bancario. Era quindi talmente depresso, che il suo costante pensiero era di togliersi la vita e di farlo al più presto possibile, per smettere di soffrire e togliere un peso a chi avrebbe dovuto aiutarlo, in primis i genitori, con cui si vergognava tantissimo della sua situazione.
Ogni giorno meditava su i sistemi per portare a termine il suo obiettivo, che fosse assumere un veleno, gettarsi sotto un treno o spararsi un colpo, ma in ognuno di questi trovava possibili fallimenti o margini di sopravvivenza che ovviamente voleva evitare.
Possedeva fucili da caccia, custoditi nonostante avesse interrotto quella attività tempo addietro, così si decise a usare uno di questi per spararsi alla testa, sicuro che un'arma di quel tipo sarebbe stata più efficace di una semplice pistola.
Il mattino seguente dopo una notte insonne, fu pronto al gesto estremo, tolse l'arma dalla custodia, caricò i proiettili e appoggiando il proprio mento sulle canne, si preparò a fare fuoco con grande determinazione.
BAAAAMMMM!!!!!!!
Una fortissima detonazione scosse le pareti della casa, che si trovava in un luogo leggermente isolato, alla periferia della città, dove non richiamò attenzione da parte di alcuno.
Il cranio di Pietro fu scaraventato in pezzi di varia grandezza sul soffitto, fino a disegnare con il sangue e con i frammenti di cervello strane forme artistiche che rendevano la stanza un luogo inaspettatamente curioso.
Il suo corpo quasi decapitato, si schiantò in avanti sul pavimento, lentamente ricoperto dalle gocce di sangue che scendevano dall'alto.
Il fetore di membra spappolate e di sangue gettato a pioggia in ogni dove, si mescolava all'odore di polvere da sparo fino a rendere la stanza decisamente inospitale.
Era finita, Pietro aveva realizzato il suo desiderio di togliersi la vita e il sistema aveva funzionato, ma….
Come destandosi da un sonno profondo e ristoratore, Pietro si accorse di essere ancora nella sua stanza da letto, con la TV accesa e i vestiti puliti indossati la mattina stessa del suo suicidio, senza alcuna macchia di sangue, sia sui vestiti che nella stanza a fianco dove si era sparato. Sullo schermo immagini di fenicotteri e Martin pescatori si alternavano in un documentario di National Geographic, mentre il pesce rosso nella boccia era in una insolita posizione, perfettamente verticale con la bocca schiumante in superficie, le tende della camera svolazzavano per il forte vento, essendo aperta la porta finestra e dalla strada si sentivano voci di un litigio per futili motivi.
Pietro si stropicciò gli occhi convinto che quello che gli sembrava di aver realizzato, cioè la sua morte, evidentemente lo aveva solo immaginato nella notte e comunque decise di farlo appena si