Qualcosa nell'acqua: L'anello d'oro, #2
Di Fabio Romolo
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Info su questo ebook
"Qualcosa nell'acqua". Spin off e seguito ideale di "Come gli Alieni Occuparono lo Stato" con alcuni nuovi personaggi e ambientazione diversa, il libro può essere compreso anche senza aver letto il primo della serie.
Sud degli Stati Uniti, Anni Cinquanta. Il fuggitivo Phillips doveva cercare una via di scampo e desiderava lasciarsi gli ultimi trascorsi alle spalle senza rendersi conto di averli già dimenticati. Affetto da vuoti di memoria, dopo anni passati a vivere di stenti, furti e imbrogli, crede di aver trovato un posto sicuro al di là del fiume, ma ben presto si accorge che non sono solo i suoi fantasmi a inseguirlo: c'è chi desidera soltanto sfruttarlo, chi raggirarlo e qualcuno lo vuole morto. Inevitabilmente dovrà fare i conti con il proprio passato che riemerge con tutto il suo carico di inquietanti presagi.
"Qualcosa nell'acqua". Un thriller dai risvolti misteriosi, secondo capitolo della serie L'anello d'oro dopo "Come gli Alieni Occuparono lo Stato".
Fabio Romolo autore anche della serie Investigatore Emmett Kowalski: "Il Grande Sogno – Una Storia Vera" , "Duplice Inganno" e "L'Ultimo Miraggio".
Fabio Romolo
Born in Italy, he has loved movies since his childood. He worked in a multinational until he decided to leave and start writing as he had done in his teens. He spent some time in L.A. years ago. He published three hard-boiled stories of the “Detective Emmett Kowalski” series with noirish atmospheres set in the Los Angeles of the Forties. His other two books, of the “Golden ring” (Anello d’oro) series, are thriller stories taking place in Southern USA. The author lives in a small town on the Mediterranean coast.
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Anteprima del libro
Qualcosa nell'acqua - Fabio Romolo
Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi, eventi e circostanze, qualora non siano frutto dell’immaginazione dell’autore, vengono utilizzati per scopi narrativi. Qualsiasi analogia con persone realmente esistite, vive o defunte, con eventi o ambienti reali, è da considerarsi puramente casuale.
Nel racconto vengono utilizzati alcuni termini oggi giustamente considerati offensivi e condannabili, l’unico intento è quello di avvicinarsi il più possibile al linguaggio comune in quegli anni.
Copertina
Concept: Fabio Romolo
Realizzazione: Germancreative
Dello stesso autore:
Serie L’anello d’oro:
Come gli Alieni Occuparono lo Stato
© 2021
Serie Investigatore Emmett Kowalski:
Il Grande Sogno – Una Storia Vera
© 2020
Duplice Inganno
© 2021
Crediamo di percorrere una diritta galleria, eppure siamo intrappolati in un cerchio.
Colui che oggi verserà il suo sangue insieme al mio, sarà mio fratello.
(William Shakespeare)
QUALCOSA NELL’ACQUA
Spin off e seguito ideale di "Come gli Alieni Occuparono lo Stato" con alcuni nuovi personaggi e ambientazione diversa, il libro può essere compreso anche senza aver letto il primo della serie.
Sud degli Stati Uniti, Anni Cinquanta. Il fuggitivo Phillips doveva cercare una via di scampo e desiderava lasciarsi gli ultimi trascorsi alle spalle senza rendersi conto di averli già dimenticati. Affetto da vuoti di memoria, dopo anni passati a vivere di stenti, furti e imbrogli, crede di aver trovato un posto sicuro al di là del fiume, ma ben presto si accorge che non sono solo i suoi fantasmi a inseguirlo: c'è chi desidera soltanto sfruttarlo, chi raggirarlo e qualcuno lo vuole morto. Inevitabilmente dovrà fare i conti con il proprio passato che riemerge con tutto il suo carico di inquietanti presagi.
Qualcosa nell’acqua. Un thriller dai risvolti misteriosi, secondo capitolo della serie L’anello d’oro dopo Come gli Alieni Occuparono lo Stato
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Il lettore troverà l’elenco dei protagonisti del romanzo in fondo al libro nella sezione Personaggi
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Prima parte
1 – Lo stagno
Deve andarsene in fretta, quel tizio si accorgerà presto di ciò che lui ha fatto e potrebbe tornare.
Ha poco tempo di organizzarsi, sta per diventare buio ed è il momento migliore per saltare in auto e partire.
Il cane è morto il mese scorso, con l’animale non avrebbe avuto possibilità di organizzarsi. All’inizio si è sentito solo, ma ora è libero di decidere.
Nel camioncino ha riposto la canna da pesca: a quella non rinuncia; da che ha memoria l’ha sempre avuta. Lascerà invece gli attrezzi del mestiere, nessuno glieli ruberà, solo lui è in grado di utilizzarli e conosce i trucchi per dare vita alle sue creazioni. E in quanto al danaro: lo ha messo al sicuro sott’acqua, in un nascondiglio irrintracciabile.
Cammina lungo il pontile per avviarsi alla baracca con l’intenzione di raccattare le poche cose da infilare nel borsone.
Osserva il proprio veicolo nella luce opaca della sera; dovrà sbarazzarsene prima o poi. Lo straniero conosce bene il mezzo, ci è anche montato sopra e potrebbe risalire a lui tramite l’autocarro. Ci penserà a Livingston dove comprerà una macchina usata, adesso i soldi non gli mancano.
Prova un leggero brivido: colpa dell’umidità della sera, della palude che circonda l’abitazione e del fiume a poche centinaia di metri; ritiene sia meglio portare alcuni capi di vestiario pesanti. Vuole andare a nord e rimanerci per qualche tempo. Quell’uomo gli ha comunicato che si sarebbe recato in Florida e se seguisse anche lui quella direzione, rischierebbe di incrociarlo.
Fra qualche mese, in autunno, tornerà a sud e si riprenderà il resto dei bigliettoni. Non trascorrerà la cattiva stagione aggricciato in un luogo freddo insieme agli yankee. Un periodo via da quel posto gli farà bene.
Johnny Ashcroft si guarda attorno per essere sicuro di aver preso il necessario; dal piccolo salotto della baracca può udire il canto dei grilli e il lento sciabordio dell’acquitrino.
Si dirige in camera, il letto è sfatto, da quattro o cinque anni non lo sistema più, da quando Baby è morta nel 1950. Le è mancata al principio; di recente invece fatica a credere di aver vissuto con lei.
Ritorna nell’altra stanza con la giacca di lana recuperata dall’armadio per le notti estive, di giorno è troppo caldo e la stessa canottiera risulta fastidiosa.
Avverte un prurito al collo e ci sbatte il palmo: una zanzara ha appena compiuto il suo sporco lavoro. Di solito non lo pungono, benché la zona sia infestata dagli insetti. I forestieri non resistono a lungo da quelle parti.
Ripensa al tale che ha incontrato: una brava persona, anche se non era del tutto regolare. A volte aveva lo sguardo perso, sembrava distante e meditabondo. Conosceva quel tipo di individui, hanno avuto un’esistenza difficile e sono restii a nuove amicizie, ma il giovane è saltato fuori dal nulla e si è dimostrato socievole. Hanno passato dei bei momenti assieme e forse lui non avrebbe dovuto fregarlo. Si augura che scoprirà ciò che ha combinato quando sarà ormai lontano.
Qualcosa non torna, Johnny si volta verso la camera: l’uscio aperto e il buio all’interno. Eppure quando è stato dentro la sua visione era chiara, persino nell’armadio.
Si accorge del silenzio, gli insetti non stanno più cantando, l’acqua è ferma come l’aria. È il tramonto, funziona così. Tuttavia il sole è calato da più di un’ora.
Si accosta alla teca dove conserva il fucile, poi si rammenta di averlo già caricato sul furgoncino e barcolla svelto alla porta, ma prima che possa raggiungerla, questa si apre sbattendo: le sagome scure di due uomini gli si parano innanzi. Non ne distingue i volti, ma giurerebbe che stiano digrignando i denti.
2 – Il fiume
Le pale della ventola roteano sul soffitto. Fa un dannato caldo, peggio che a Kansas City o in Texas, troppa umidità e lui spera non sarà così anche in Florida.
Prende la birra sul comodino accanto al materasso, l’ha comprata insieme ad altre che ha scolato prima di salire in camera. Ha trovato posto in quel buco di albergo nel quale ha scelto di trascorrere la notte quando ha dovuto cambiare i propri piani.
Maledetto il momento in cui ho deciso di infilarmi in quel bar, riflette Cody Phillips e ripone la bottiglia mezza vuota sul tappetino sudicio.
Nulla lasciava presagire che sarebbe finita così a seguito dell’incontro con quell’uomo. E mai avrebbe detto che le cose andassero a puttane nelle settimane precedenti. È partito da Chicago e la sua vita non è stata più la stessa: una serie di eventi lo ha condotto sempre più in basso e ha rischiato la pelle. Tuttavia, tre sere prima ha cominciato a discorrere con l’anziano seduto al bancone e si è illuso che le cose si mettessero al meglio.
Gli è parso simpatico, dignitoso, e quando l’ha visto camminare claudicante si è pure intenerito; gli ha offerto da bere e hanno conversato tutta la sera.
È stato il primo a essere cordiale dacché aveva abbandonato il Missouri, per il resto si è imbattuto in persone scorbutiche.
Aveva stabilito di viaggiare per due giorni interi e raggiungere il Golfo del Messico senza concedersi soste, affinché non dovesse più confrontarsi con i burberi abitanti degli Stati che stava attraversando. Cionondimeno, ha iniziato a sentirsi fiacco quella sera, giust’appunto mentre transitava sul ponte.
Ha pernottato nella cittadina a est del grande fiume, al di là del confine e, come da sua abitudine, si è recato al bar prima di ritirarsi in quella bettola di hotel.
«Piacere, Johnny Ashcroft!» Gli si è presentato l’uomo di mezz’età.
Ha risposto affabile usando il nome Cody Phillips, invece di Charles Fleck che aveva utilizzato a Kansas City o di Preston Hodge, lo pseudonimo inventato non appena lasciata la città.
Ashcroft lo ha invitato a pescare e si sono rivisti l’indomani. «Qui si trovano i pesci gatto più grossi della Nazione» gli aveva detto per convincerlo.
Hanno trascorso la giornata assieme, bevuto e scherzato. L’anziano gli ha rivelato le proprie disavventure: le morti premature dei genitori e della moglie. Hanno condiviso gli aneddoti delle loro esperienze in guerra: Ashcroft si è dilungato su quella mondiale e Cody ha detto di essere reduce dalla Corea. In realtà non è mai stato in quel Paese, ma è convinto che spesso sia necessario inventare storie per connettersi con le persone, e lui possiede una mente fervida, malgrado talvolta finisca per svelare più del dovuto.
Era persuaso che non gli fosse sfuggito nulla di importante, ma stamane ha scoperto che la borsa da viaggio era stata svuotata dei soldi recuperati a Kansas City, ne era rimasta solo una mazzetta. Il resto del danaro era stato sostituito da carta di quotidiani: l’avevano gabbato e non poteva essere stato altro che il furfante zoppo con cui si era confidato.
Phillips si era già allontanato dal luogo, è rimontato sull’automobile ed è rientrato al villaggio dove si erano incontrati; è stato semplice rintracciarlo dopo aver domandato di lui.
Ha meditato di ucciderlo, aveva appreso da poco che gli risultava facile farlo. Ciononostante, gli sarebbe spiaciuto arrivare a tal punto, Ashcroft aveva una certa età ed era invalido. Qualora l’anziano non avesse fatto troppe storie e gli avesse riconsegnato il contante, lo avrebbe lasciato stare.
È tornato al tugurio presso il fiume ed era tarda sera, buio pesto, ma aveva una torcia con sé. Nella catapecchia la luce era accesa. Ha sperato di trovarci il vecchio, magari ubriaco o intento a contare i quattrini rubati. Si è