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Cenere alla Cenere: Una piccola avventura di Helena Brandiwine, #3
Cenere alla Cenere: Una piccola avventura di Helena Brandiwine, #3
Cenere alla Cenere: Una piccola avventura di Helena Brandiwine, #3
E-book82 pagine1 ora

Cenere alla Cenere: Una piccola avventura di Helena Brandiwine, #3

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Info su questo ebook

Nel cuore di Chinatown, i vicoli nascondono un segreto. C’è un edificio che adopera la magia per nascondersi dagli occhi indiscreti dei comuni mortali. Una cara amica chiede alle sorelle Massacro di pedinare un fidanzato che si comporta in modo strano. Fin dove sono disposte a spingersi?
Quale nuova mostruosità sta attanagliando gli uomini, sia giovani che maturi?

In Cenere alla Cenere le sorelle Massacro troveranno una via d’uscita dall’inferno. Ma sopravvivranno?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita2 ott 2020
ISBN9781071567852
Cenere alla Cenere: Una piccola avventura di Helena Brandiwine, #3

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    Anteprima del libro

    Cenere alla Cenere - Greg Alldredge

    CAPITOLO 1:

    Grace sedeva sotto un albero, non uno qualsiasi, bensì un’enorme quercia che copriva le grandi gabbie dei felini allo zoo di Central Park. Sotto di lei, due leoni dormivano sicuri in quelle interne, come ci si aspetta. Era una notte tranquilla. Grace avrebbe dovuto dormire e non fare da balia a questi tre eleganti gattoni. Erano grandi abbastanza da prendersi cura di loro stessi. Ad ogni modo, era un lavoro retribuito. La famiglia aveva bisogno di qualsiasi mansione pur di tirare avanti, non importa quanto stupida fosse.

    Per le ultime due notti di fila, i felini erano scappati dalle gabbie. Non soltanto fuggiti ma proprio scomparsi dal territorio dello zoo. Non furono trovate tracce degli animali da nessuna parte del parco. Il direttore dello zoo era una creatura, una Selkie irlandese, una specie di mostro con le sembianze di foca, che si nascondeva. Era certamente divenuto una sorta di entità soprannaturale o una creatura era coinvolta in qualche modo.

    Grace era scettica. Anche sua sorella Faith lo era, ma il richiamo dei soldi era più forte. Pattugliò i dintorni vestita da guardia. Chastity avrebbe dovuto essere lì per aiutare le sue sorelle, i suoi attrezzi sarebbero stati d’aiuto in una situazione così, ma il treno non ce l’avrebbe fatta prima del pomeriggio successivo.

    Lavori del genere annoiavano Grace terribilmente. Mentre attendeva incantesimi e ipotesi di magia ed elementi affini le affollavano la mente. Non era mai stata una grande sperimentatrice come certe streghe; si considerava piuttosto come una maga comune. Usava il fuoco freddo per risolvere inconvenienti quotidiani ma non era mai andata oltre incantesimi basilari. Scoperto molti anni prima, decise di non diventare una Strega autorevole ma usare la magia per proteggere la sua famiglia mentre cacciava dei mostri.

    Faith salutò mentre ispezionava il territorio vicino a Grace. Quel movimento ruppe la concentrazione. Era abituata ad avere la terza sorella con loro. Le piaceva il numero tre; era un potente, magico, il numero della fortuna. Per gran parte della storia conosciuta, il tre rimase magico, già presso gli antichi, quando i Greci e gli Egizi credevano nel potere del tre. Grace odiava vedere suo fratello Carl abbandonare Yonkers come farebbe qualsiasi sorella, ma la Strega dentro di lei si rallegrò che le tre sorelle lavoravano, ora, come una sola.

    Quasi forte quanto il numero quattro e il suo potere riguardante la morte. Non le piace neanche pensare al quattro; la faceva stare davvero male.

    Un fascio di luce al di fuori della proprietà catturò la sua attenzione: qualcosa si mosse nei boschi di Central Park. Se non fosse stata sull’albero, forse non l’avrebbe interessata tanto. Si trattava forse di una coppia nei cespugli in cerca di un po’ d’intimità. Non tutti nel parco, di notte, erano incompetenti, alcuni erano semplicemente persone che volevano rimanere sole o godersi la notte.

    Sfortunatamente, ciò includeva molte persone cattive e creature che sfruttavano il buio per nascondere ogni sorta di misfatto. Non tutte le luci nel buio indicano un sortilegio, ma potrebbero.

    Gli umani in città pensavano alle creature come dei mostri, ma le sorelle andavano oltre. Più spesso che mai, quando ricevevano una richiesta d’aiuto, cercavano l’uomo dietro al problema. Gli uomini con l’uso della tecnologia o della magia causavano più problemi di qualsivoglia altra creatura.

    Grace comprese che il mondo conteneva cattivi attori di qualsiasi stirpe, lei era soltanto troppo abituata per vederlo per ciò che era in realtà: imperfetto. Anche se c’era lo zampino di qualche creatura, il più delle volte era stata forzata da un uomo a fare questo o quello. Non vedeva via d’uscita.

    Le luci attirarono ancora la sua attenzione, continuavano a illuminare in lontananza. Strano, se si fosse trattato di una coppia, avrebbero già dovuto trovare un posticino tranquillo. Un nuovo suono portato dal vento la raggiunse sull’albero: delle risate, seguite da un risolino infantile. Non erano sul percorso dello zoo ma certamente... vicino, quasi sotto di lei. Non vide però nulla di anomalo lì, ma il suono crebbe... malizioso, una risata dispettosa. Ebbe una brutta sensazione: la gravità. Il ramo su cui sedeva cadde su di lei.

    Prese il ramo per una ragione ben precisa. Forte e spesso, uno dei rami più possenti dell’albero, avrebbe tenuto a bada una mandria di cavalli, eppure andò a schiantarsi su di lei. Non un riflesso, qualcosa allora aveva manomesso l’albero. In condizioni normali avrebbe già avuto una serie d’incantesimi pronti a contrattaccare la magia contro di lei, ma giacché sedeva in uno zoo, nel parco, in città, non aveva escogitato una protezione per l’incantesimo della gravità, qualora fosse esistito.

    La caduta non fu poi gran cosa, circa l’altezza di una casa a due piani. La porzione sabbiosa al di sotto aveva attutito la caduta, l’area che i leoni usavano come lettiera. L’atterraggio brusco fece cozzare il suo corpo contro l’aria, rendendo impossibile proferire qualsiasi sorta di magia che richiedesse una componente verbale. Se qualcuno era intenzionato ad attaccarla, aveva fatto un ottimo lavoro limitandole gli incantesimi a pochi trucchetti di prestigio.

    Aveva bisogno di riprendere fiato, prima di tutto, ma era un’impresa respirare aria e non sabbia. Sputando e imprecando in Yiddish, tentò di chiamare Faith per farla venire in suo soccorso, ma se non avesse avuto vento a sufficienza per gli incantesimi, di sicuro non avrebbe potuto fare niente per le richieste d’aiuto. Eppure, rimaneva calma. Era atterrata su una gabbia metallica. I gattoni erano al sicuro. Poco o niente costituiva una minaccia fino a quel momento.

    La risatina si trasformò in una risata maniacale. Grace era spaventata adesso. Il suono del metallo raschiato le fece rizzare i capelli. Non voleva riflettere sul significato di quel rumore, ma l’aveva già udito quando i felini erano stati

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