Parigi Brest Parigi ...il sogno realizzato

Di Alberto Tartaglia

“Il paesaggio ha preso forma, sono scomparse le nebbioline mattutine ed il sole è alto sopra la mia testa.

Sono ancora vestito come sono partito la sera prima ed incomincio ad avere caldo, ma non mi voglio fermare.

Ormai sento che sto portando a compimento l’agognato sogno.“

La Parigi Brest Parigi è la più famosa prova su strada per i randonneur di tutto il mondo.

L’edizione del 2019 è vissuta e descritta dall’autore.

Una prova d’orgoglio che ha messo in risalto le sue principali caratteristiche fisiche e mentali.

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 2 nov 2020
• ISBN: 9791220301220

Anteprima del libro

realizzato.

QUALIFICAZIONE

Ci siamo. Sono passati solamente sei giorni dall’inizio del nuovo anno, e mi appresto a correre nella prima prova di qualificazione per partecipare alla Parigi Brest Parigi 2019 che si svolgerà nel mese di agosto e precisamente dal 18 al 22.

Sono a Spotorno per la Randobefana accompagnato da Marina e da due grandi amici di bicicletta: Fabrizia e Giorgio; con loro, abbiamo condiviso due bellissimi viaggi di cicloturismo: la Pinerolo Venezia nel 2017 e l’anno successivo la Nizza Camargue Nizza.

Fabrizia e Giorgio sono tanto affezionati al ciclismo e a me, che quest’anno hanno deciso di sostenermi, seguendomi in alcune prove di qualificazione della PBP:

La Randobefana del 6 gennaio a Spotorno e a Montorio V.se per La Laghi e Fiumi del 24 Marzo.

La Randobefana è scivolata liscia come l’olio senza nessun intoppo. A parte il freddo d’inizio gennaio la giornata è stata caratterizzata dal sole. La Viner è la bicicletta scelta per questa competizione ed i motivi sono i seguenti: la ruota anteriore ha la dinamo che mi permette di far funzionare il faro senza ausilio di batterie esterne con il pericolo che si scarichino e la guarnitura 50/34 che mi permette di usare dei rapporti con più sviluppo metrico. Con il tempo finale di otto ore e mezza mi porto a casa il primo brevetto.

A Verona si comincia a fare sul serio. La distanza di 300 chilometri ha bisogno già di concentrazione e forza non solo fisica ma anche psicologica. Questa volta scelgo come bici la gravel: una Fuji con guarnitura 46/30 e ruote adatte allo sterrato che troverò lungo le ciclabili. La partenza è fissata per le 23 e si pedala tutta la notte.

Si percorrono piste ciclabili fino a Mantova e poi molti chilometri lungo il lago di Garda, per tornare indietro fino a Verona, seguendo l’Adige, e infine giungere a Montorio V.se al traguardo.

Prima di arrivare al controllo di Mantova, lungo la pista ciclabile, urto una nutria che mi fa sobbalzare dalla bici e per fortuna non mi fa cadere. Avere