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Sono nato in URSS
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E-book126 pagine1 ora

Sono nato in URSS

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Info su questo ebook

Descrizione della vita di un ingegnere sovietico-russo vissuto in Italia per più di 25 anni, esposta in forma dell'intervista da lui concessa alla sua nipote, italiana naturalizzata. Con le domande e risposte vi vengono ripercorsi gli anni passati a partire dalla sua nascita poco prima dell'invasione della Germania fascista l'URSS nell'anno 1941 fino ai tempi moderni: infanzia, adolescenza, anni scolastici ed universitari, l'attività professionale. Testimonianze dell'intervistato si riferiscono a vari periodi storici contraddistinti dalle formazioni politico-sociali molto diverse: regime sovietico socialista in URSS, sistema del "capitalismo selvaggio" durante primo decennio della Russia post-sovietica, l'epoca successiva del paese sotto la guida del Presidente V.Putin. L'autore ripassa nella sua memoria delle vicende e fatti di vita quotidiana e ne accompagnanti alcuni fenomeni politici, sociali, culturali; lui riporta suoi commenti e considerazioni su vari lati della vita, sfiora avvincente tema delle relazioni secolari tra l'Italia e la Russia. Le memorie possono destare l'attenzione di chi s'interessa della tormentata storia di questo grande paese nell'arco di ultimi 80 anni, vista con gli occhi di una persona comune.
LinguaItaliano
Data di uscita8 gen 2021
ISBN9791220314053
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    Anteprima del libro

    Sono nato in URSS - Viacheslav Lisovskiy

    Indice

    Copertina

    Colophon

    Sono nato in URSS

    TITOLO | Sono nato in URSS

    AUTORE | Viacheslav Lisovskiy

    ISBN | 9791220314053

    Prima edizione digitale: 2020

    © Tutti i diritti riservati all'Autore.

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'autore.

    Youcanprint

    Via Marco Biagi 6, 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.

    SONO NATO IN URSS

    (Un nonno ex-sovietico dialoga con sua nipote post-sovietica)

    Una volta mia nipote trentunenne, italiana naturalizzata, mi chiese di scrivere una breve storia della mia vita, una specie di autobiografia che, secondo lei, avrebbe potuto essere interessante per i suoi amici, conoscenti, parenti. La proposta della nipote mi piacque, ma allo stesso tempo io provai un certo dubbio perché mi pareva che, non essendo appartenente alla categoria delle persone ben note al pubblico - non sono né cantante, né attore, né scrittore, né giornalista, etc. - insomma, come semplice ingegnere non avrei potuto suscitare molta attenzione con la storia della mia vita. Ciò nonostante, mia nipote riuscì a convincermi ad intraprendere questa avventura con un ragionamento giusto:

    "La vita di ciascuno viene comunque collegata a tutto ciò che si svolge nel paese dove uno abita, per cui, raccontando di te stesso, vissuto più di mezzo secolo in URSS e Russia ed un quarto di secolo in Italia, riuscirai a toccare certi aspetti della vita passata ed odierna, della quotidianità, ad esporre le tue opinioni su alcuni importanti eventi politico-sociali che, a loro volta, potrebbero rivelare non poche informazioni interessanti nonché conoscitive per i giovani e meno giovani di oggi".

    Raccontare la propria vita in forma di autobiografia mi sembrava un affare un po' noioso, quindi mi venne in mente l’idea di scegliere a questo scopo una forma di intervista che, a mio avviso, rendesse le mie memorie più animate e spontanee. Mia nipote mi fa delle domande, io rispondo, così è deciso - e via!

    - Allora, nonno, cominciamo dall’inizio. Come sei nato?

    -??? Che vuol dire? Come tutti gli esseri umani.

    - Scusa, nonno, è chiaro che le regole stabilite dalla Natura sono uguali per tutti quanti, ma può darsi che ci sia stata una circostanza particolare che accompagnò la storia precedente alla tua nascita?

    - Beh, niente di particolare, semmai ciò che mi disse una volta mia mamma: "Nel 1938 io partorii una femminuccia che per sfortuna morì dopo essere vissuta solo pochi mesi. Quei tempi furono segnati da una situazione internazionale molto tesa, si sentiva l'avvicinarsi di una guerra inevitabile tra l'URSS e la Finlandia. Allora mio marito, il tuo futuro papà, mi disse che a causa dell’alta probabilità che lui potesse essere arruolato nell'esercito e poi anche ucciso in guerra, avremmo dovuto concepire una prole". Così nell'anno 1940 io nacqui nella città di Tashkent, la capitale dell'Uzbekistan - all'epoca una delle repubbliche che facevano parte dell'URSS.

    - Per quanto sappia io, quella guerra ci fu e finì dopo pochi mesi dal suo inizio, o sbaglio?

    - Si, è vero. La guerra durò poco, di conseguenza l'URSS annesse una parte del territorio finlandese e spostò il confine tra i due paesi per la distanza notevole da Leningrado (oggi - San Pietroburgo). E proprio a Leningrado fui portato io, bimbo di 6 mesi.

    - Per quale motivo?

    Figura 1 - Papà Alessandro, mamma Evelina e la nonna paterna Lisa, ~1937

    - Per farmi vedere ai parenti da parte di mio papà: mio zio, le mie due zie ed i miei nonni paterni, che abitavano in quella meravigliosa città.  Abbiamo conservato la foto dei miei giovani genitori con la nonna paterna e con una bella immagine di parte del Palazzo Grande e della Cascata Grande, ideati dallo zar Pietro I, scattata nei dintorni di Leningrado a Peterhof - la Versailles di Russia. Purtroppo il soggiorno a Leningrado fu breve: il 22 giugno 1941 la Germania hitleriana attaccò l'URSS, iniziò la guerra, per cui alla mia mamma non restò altro che ritornare a Tashkent al più presto.

    - Fermo! Voglio tornare un po’ indietro, alle origini: mi racconti dei tuoi genitori: papà Alessandro e mamma Evelina, come nacque la loro unione matrimoniale?

    Figura 2 - mamma giovanissima

    - Va bene, ma prima vorrei citare una famosa frase di A. Pushkin, genio nazionale della Russia - Siamo pigri e non curiosi - che riguarda moltissime persone compreso, purtroppo, anche me. Chiarisco: negli anni della mia gioventù ed anche della maturità io sì, domandavo alla mamma e al papà delle loro origini e degli anni passati, ma lo facevo raramente, di tanto in tanto, eppure sarebbe stato necessario chiedere loro di trattare questo tema sistematicamente, affinché io potessi venire a saperne il più possibile. Ahimé, è tardi. Ciò nonostante, ecco cosa conosco di mia mamma. Lei era una di sette figli in famiglia, suo padre - mio nonno Sedrak (Sergio) - dirigeva il magazzino di legno nella città di Samarcanda, sua moglie - mia nonna Shushanik (Susanna) - faceva la casalinga. Tutti e due provenivano da Nagornyj Karabakh. Mia mamma era coetanea della I Guerra Mondiale (Grande Guerra), lei nacque una settimana dopo il suo inizio. Io non so nulla della sua fanciullezza e gioventù, ma per avere un’idea almeno del suo aspetto fisico all’epoca, basterebbe dare un’occhiata alle sue fotografie ben conservate: lei, vestita in maniera orientale, era veramente una bellissima ragazza armena, riuscì a portare la sua bellezza fino a tarda età. La mamma cominciò la sua attività professionale come idrotecnico, l’incontro con il suo futuro marito accade nel 1936 ed un anno dopo si sposarono.

    - Aspetta un po’, dopo tutto tuo papà abitava a Leningrado, allora come mai quell’incontro a Tashkent?

    - Rispondo volentieri alla tua domanda logica. La storia che determinò il destino del mio papà, laureato al Conservatorio di Leningrado, classe pianoforte, fu il risultato della politica nazionale che si svolgeva in URSS, mirata al massimo sostegno dello sviluppo economico e culturale di tutte le numerose etnie che popolavano il territorio del paese. In Uzbekistan, come in molte altre repubbliche nazionali, dopo la formazione dell’URSS, praticamente mancavano moderne scuole laiche, università, aziende industriali ed agricole, ospedali, scuole di musica, etc. Nei quadri della realizzazione di tale enorme e generoso progetto negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, dalla Russia in Uzbekistan si trasferirono specialisti di vari settori dell’industria, scienza, agricoltura, medicina nonché delle personalità di istruzione e di cultura - musica, teatro, cinema. Mio padre, essendo un uomo dotato, energico, giovane, fu coinvolto in questa migrazione culturale - chiedo scusa per il termine da me inventato - verso Tashkent affinché potesse partecipare nel creare dei focolai di istruzione musicale. Così lui divenne preside della prima scuola musicale speciale in questa città ed uno dei fondatori, e poi per qualche anno direttore  del Conservatorio Statale di Tashkent dove lavorò fino alla sua scomparsa all’età di soli 58 anni.

    Figura 3 - mamma nel fiore degli anni ~1951

    - Vogliamo tornare ai primi anni della tua infanzia che cadevano nei primi anni di guerra con la Germania. Gli uomini adulti venivano chiamati sotto le armi e inviati a combattere contro i tedeschi. In che modo questa circostanza toccò i tuoi parenti, tuo padre?

    - Io avevo tre zii, fratelli di mamma. Il più grande, di nome Gurghen, fu inviato con un contingente sovietico in Iran in virtù della decisione dei tre leader dei paesi, alleati della coalizione anti-hitleriana - URSS, USA e Gran Bretagna. Il fratello più piccolo, Nicolaj, andò a combattere con i tedeschi nel 1943, appena compiuto 18 anni, fu ferito, alla fine della guerra si trovò in Austria, da dove portò via dei bottini - qualche

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