Mio nonno Nikolai Moiseevich Fofanov
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Info su questo ebook
N.M. Lisina nasce nel 1939 nella città di Novosibirsk. Dopo la laurea presso la Facoltà di Storia e Filologia di Novosibirsk, Istituto Pedagogico Statale, lavora presso il Dipartimento di lingua russa dello stesso Istituto.
Nel 1964 si trasferisce a Mosca. Diviene ricercatrice presso il Museo statale di Lev Tolstoj, insegna poi per vent’anni all’Università linguistica statale di Mosca. È in pensione dal 1997.
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Anteprima del libro
Mio nonno Nikolai Moiseevich Fofanov - Natalia Mihailovna Lisina
Natalia Mihailovna Lisina
Mio nonno Nikolai Moiseevich Fofanov
Traduzione a cura di Elena Kutuzova
© 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-8711-0
I edizione dicembre 2023
Finito di stampare nel mese di dicembre 2023
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Mio nonno Nikolai Moiseevich Fofanov
2014
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
PREMESSA
Poi vidi quando l’Agnello aperse il primo dei sette sigilli,
e udii uno dei quattro esseri viventi, che diceva come con
voce di tuono: «Vieni e vedi». (Libro di Apocalisse cap.6)
Ho pensato di tradurre questo libro non solo perché riguarda la mia famiglia d’origine, e quindi con lo scopo di raccontare a mio marito Giovanni che si è mostrato da subito entusiasta, a nostro figlio Giovanni Jr, nato in Italia, e alle generazioni che verranno dopo di lui, delle mie radici russe, ma anche perché narra una storia, vissuta a quell’epoca da moltissime altre famiglie, segnata dal terrore, dalla dittatura e dall’ingiustizia sociale, il tutto giustificato dal partito per la costruzione di un mondo migliore.
Ricordo che quando ero piccola, alla fine degli anni ’70 e vivevo in casa dei nonni a Novosibirsk, non si doveva parlare né chiedere al mio nonno Oleg, figlio di Nikolai Moiseevich, di suo padre…
Ho ancora impresse nella mente le parole di mia nonna Liudmila, quando iniziai la scuola elementare, la quale mi diceva spesso: Non parlare mai di quello che senti a casa, se i tuoi compagni ridono o raccontano barzalette su Lenin, Stalin o altri capi del partito, non ridere insieme a loro e non rimanere vicino a loro, ma allontanati subito.
Non capivo allora il motivo di queste preoccupazioni, anche perché non ricordo mai una conversazione a casa su argomenti politici. Quando ero già grandicella, ho saputo da mia mamma (la cugina dell’autrice) che il bisnonno Nikolai Moiseevich era uno scienziato, arrestato ingiustamente, portato via e morto nei campi di lavoro forzato, poi riabilitato. Ma ora, dopo aver appreso, da questo libro, la verità sul destino del mio bisnonno, comprendo il clima in cui vivevano i nonni anche dopo tanti anni dall’accaduto.
Ringrazio Natalia Mihailovna Lisina che ha compiuto questo grande lavoro di raccolta di documenti e manoscritti per raccontare in dettaglio la vita di N.M. Fofanov.
Elena Kutuzova
Introduzione
Dedicato alla mia mamma
Olga Nikolaevna Fofanova
Ho conosciuto mio nonno attraverso le fotografie. Erano in un album di famiglia con una chiusura e una bella rilegatura. C’erano anche fotografie di mia nonna e di altri parenti, così come immagini di mia madre all’età di due o tre anni. Tutta questa raccolta è stata da me più volte e per molto tempo visionata, quando mia nonna o mia madre uscivano per qualche faccenda e mi lasciavano a casa da sola. In casa c’erano le cose del nonno: un calamaio di vetro che era caratteristico e diffuso allora e