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Investire green - La finanza sostenibile per la generazione Greta
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E-book110 pagine1 ora

Investire green - La finanza sostenibile per la generazione Greta

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Info su questo ebook

Esg, Sri, green bond. "Ma di cosa state parlando!", risponderebbe, un po’ irritato, l'interlocutore poco avvezzo al mondo della sostenibilità. Anche quelli tanto avvezzi al tema, però, a volte si perdono nel mare magnum delle regole, rating e classificazioni che si porta dietro questo settore. Un ambito che sta diventando sempre più pervasivo e su cui bisognerà in modo rapido documentarsi: un terzo dei 209 miliardi del Next Generation Eu (o Recovery Fund) dovranno essere spesi seguendo i criteri della sostenibilità. Dai green bond ai fondi Esg, passando per i replicanti Etf: c'è ormai una batteria di prodotti di risparmio che i consulenti finanziari stanno proponendo ai risparmiatori. Bisogna così sapersi districare fra sigle inglesi, marketing e soprattutto greenwashing. Quest'ultima è la strategia di "verniciare di verde" un po' tutto. Ogni cosa è diventata sostenibile e green salvo poi verificare nei portafogli di molti fondi, che le aziende acquistate sono tutt'altro che allineate agli standard di sostenibilità. Su tale argomento i più appassionati (e competenti) sono di certo i ragazzi della Generazione Greta. Protagonisti dei Fridays for Future, hanno ben in mente come dovrebbero comportarsi gli adulti: lasciargli un mondo migliore e, soprattutto, con una temperatura tollerabile per il genere umano.

LinguaItaliano
Data di uscita6 feb 2021
ISBN9788863458169
Investire green - La finanza sostenibile per la generazione Greta

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    Anteprima del libro

    Investire green - La finanza sostenibile per la generazione Greta - Aa.vv.

    Una bussola per orientarsi nella finanza dipinta di verde

    di Vitaliano D’Angerio

    Spiegare che cos’è la sostenibilità. Soprattutto dal punto di vista finanziario. È il tentativo di questo volume elaborato dalla redazione di Plus24 e da altri colleghi del Sole24Ore. Sì, perché la finanza sostenibile sta acquistando sempre più importanza nel mondo contemporaneo.

    La riprova? Tra le prime decisioni di Joe Biden, il nuovo presidente Usa, vi è stata quella di far tornare gli Stati Uniti nell’accordo di Parigi per il contenimento del riscaldamento climatico. Non solo. Il 2020, anno della pandemia da Coronavirus, in tanti erano sicuri che il clima sarebbe diventato argomento marginale. E invece no, come ha sottolineato Larry Fink, numero uno di BlackRock (società che gestisce 8,7 trilioni di dollari): nella sua lettera ai manager delle aziende in cui investe, Fink ha ricordato che nel 2020 sono stati riallocati 288 miliardi di dollari fra fondi ed Etf. A provocare tale smottamento di capitali è stato proprio il rischio climatico percepito dagli investitori di tutto il mondo come una spada di Damocle sui propri portafogli.

    Ecco allora la necessità di capire come sta cambiando il pianeta non soltanto dal punto di vista delle temperature ma anche degli strumenti finanziari.

    Dai green bond ai fondi Esg (ambiente, sociale, governance) passando per i replicanti Etf: c’è ormai una batteria di prodotti di risparmio che i consulenti finanziari stanno proponendo ai risparmiatori. Bisogna così sapersi districare fra sigle inglesi, marketing e soprattutto greenwashing. Quest’ultima è la strategia di verniciare di verde un po’ tutto. Ogni cosa è diventata sostenibile e green salvo poi verificare nei portafogli di molti fondi, che le aziende acquistate sono tutt’altro che allineate agli standard di sostenibilità.

    Gli stessi parametri utilizzati per classificare cosa è verde e cosa non lo è, andranno uniformati in tutto il pianeta. Al momento infatti ogni Stato sta lavorando a un proprio set di regole. L’Unione europea è la portabandiera del green. Partita ormai tre anni fa con il gruppo di esperti dell’Action Plan è approdata finalmente alla tassonomia ovvero alla classificazione delle attività economiche utilizzando il filtro della sostenibilità. Ora però il processo è finito sotto l’incrocio dei veti di alcuni Paesi, capitanati dalla Polonia, che vorrebbero un ammorbidimento della tassonomia. Contrarie le Ong e il Parlamento europeo. Così un documento che doveva entrare in vigore in gennaio vedrà, si spera, la luce nel mese di marzo.

    Adesso poi c’è il ritorno di fiamma degli Stati Uniti che potrebbero tentare di imporre i propri standard, in particolare il californiano Sasb (Sustainability Accounting Standards Board). Dal freno a mano tirato a una possibile accelerazione green: gli Stati Uniti potrebbero stupire il mondo. Anche perché in tanti hanno capito le enormi opportunità che arriveranno con la transizione energetica. Posti di lavoro, nuovi assetti soprattutto sul versante energetico, paradigmi diversi pure nell’ambito della produzione.

    Da segnalare inoltre che il 2020 è stato l’anno del Sociale, la S di Esg. Il dramma del virus ha fatto emergere un fattore che negli anni passati era stato marginalizzato. E che invece l’anno scorso è stato messo al centro di iniziative e investimenti da parte delle aziende e soprattutto delle società di gestione del risparmio.

    Resta però la E di environment (ambiente) a giocare il ruolo più importante. Il 2015 è stato l’anno chiave, quando gli Stati, e soprattutto i popoli, hanno preso coscienza che non c’era più tempo per arginare il cambiamento climatico. Poi è arrivata Greta Thunberg. La ragazzina svedese, ora 18enne, ha dato la scossa soprattutto alla sua generazione. A quei tanti ragazzi che si incontravano (e ora lo fanno virtualmente) nelle piazze nei giorni del Fridays for Future. Sono stati loro per primi a diventare consapevoli che vi era bisogno di un’inversione di marcia. Definitiva.

    Questo volume è rivolto soprattutto a loro. È un approfondimento sulla finanza green, che consentirà di declinare una materia molto vasta, trasversale a tutte le aree dello scibile umano. Vorremmo che fosse una bussola per i giovani (e i meno giovani) così da guidarli nella scelta, un domani, degli investimenti veramente sostenibili.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    p06-0101. IL TREND Tematiche ESG, in finanza è già un «must»

    DENARO VERDE

    Portafogli green grazie all’Europa e a Joe Biden

    di Vitaliano D’Angerio

    Per anni è stato un investimento di nicchia. Si chiamava ancora finanza etica e veniva, in modo sistematico, confusa con la beneficenza. Molti di questi prodotti finanziari, in particolare i fondi comuni, destinavano uno zero virgola delle commissioni incassate a progetti gestiti da Onlus. Oppure, quando c’era una maggiore sofisticazione, il gestore eliminava dal proprio universo di investimento le azioni di aziende che producevano armi o che vendevano alcol. Poco importa che il primo fondo etico sia stato lanciato nel 1928 negli Usa (il Pioneer Fund di Boston). Ci sono voluti 87 anni da quel primo fondo per vedere decollare in modo definitivo il settore.

    C’è un anno preciso (2015), infatti, e tre avvenimenti chiave che hanno fatto cambiare lo scenario, trasformando la finanza sostenibile in un fenomeno di massa: il filo rosso che lega i tre eventi è il cambiamento climatico. Ed ecco i tre avvenimenti in rapida e cronologica successione: 1) maggio 2015, uno dei leader riconosciuti a livello internazionale, Papa Francesco, pubblica l’enciclica ambientalista Laudato Si’. Nel documento la Terra diventa Casa comune di tutti gli esseri umani; 2) settembre 2015, l’Assemblea generale dell’Onu, approva l’Agenda costituita dai 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) da raggiungere entro il 2030; 3) il terzo evento è quello più importante: nel dicembre del 2015 si tiene a Parigi la Cop21, la ventunesima manifestazione organizzata sempre dall’Onu sui cambiamenti climatici a cui parteciparono 195 Paesi. In quella sede 177 Stati (tra

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