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Si fa presto a dire energia. Fonti risorse e governo
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E-book71 pagine58 minuti

Si fa presto a dire energia. Fonti risorse e governo

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Dobbiamo smettere di ignorare e abbiamo bisogno di un sistema politico, istituzionale, tecnico e scientifico affidabile cui delegare le scelte. Ponzio Pilato ormai non è solo ma è circondato da milioni di persone che non vogliono più assumersi le proprie responsabilità, che non fidandosi di nessuno ai tanti nessuno concedono la libertà di non decidere il che non ci aiuta a trovare soluzioni. Un circolo vizioso che bisogna provare a rompere. Il lavoro che vi apprestate a leggere è certamente un prezioso contributo perché questo abbia la possibilità di accadere.
LinguaItaliano
Data di uscita5 dic 2022
ISBN9791221436327
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    Anteprima del libro

    Si fa presto a dire energia. Fonti risorse e governo - Vito R. Ferrone

    1

    Non bruciare per vivere

    È necessario cambiare modello di sviluppo e, con esso, il nostro stile di vita.

    Si tratta di un’affermazione che mi è venuta così, come sintesi indotta ed estrema di un’urgenza a quanto pare più non derogabile. Bene non saprei dire, tantomeno spiegare, ma due conseguenze sembrano chiare nella loro evidenza.

    La prima è la necessità di ricerca di nuove soluzioni e, al contempo, l’implementazione, sempre maggiormente efficaci ed efficienti, di nuove forme di energia che siano rinnovabili, certamente, e che, parimenti, comunque permettano la decarbonizzazione. La seconda molto semplice, oserei dire banale, il consumismo, inteso come continuo comprare e perenni bisogni materiali e immateriali, va contrastato con una sana politica di risparmio e con atteggiamenti e comportamenti personali morigerati nelle spese, nei consumi e nelle aspettative. Su questo secondo punto non è mia intenzione dire niente altro, forse addirittura ho già scritto troppo, anche perché immagino scazzi, cretinate e polemiche illimitate nonché ragionamenti dotti, e magari interessati, sulla libera individualità di ciascuno di noi e sul far girare l’economia. E altre insopportabili amenità dialettiche, di cui sinceramente non sento alcuna necessità.

    Sul primo, però, credo si possa ragionare, insieme. Buttando alle ortiche ricette ideologiche o giudizi precostituiti. Nessuno al momento ha in mano la soluzione magica e definitiva riguardo all’energia, perché i problemi sono veramente complessi, complicati e interessano troppi paesi differenti, con diverse esigenze di sviluppo, per di più spesso dissimili per lontananza culturale, politica e sensibilità. Per non parlare dell’imperialismo, nuovo e vecchio, geopolitico, economico e finanziario da parte di Stati e Nazioni particolarmente invasivi, impazienti di decidere per altri.

    Però, c’è sempre un però ― a dire il vero mi piace di più il ma, vabbè è andata così ― abbiamo tutti un problema grosso e dagli esiti piuttosto inquietanti: l’effetto serra, e il conseguente aumento della temperatura.

    La mancata dispersione del calore che viene dal Sole non è di per sé un male: in assenza di questa il nostro pianeta sarebbe molto ma molto freddo. Tranquillamente potremmo dire inospitale assai e, nel merito, inabitabile e completamente inabitato. Detto in altri termini, una parte del calore che arriva dal Sole deve essere trattenuta qui sulla Terra perché ci possa essere vita, in qualunque forma. Solo che come al solito, mi permetto dire, noi siamo stati capaci di combinare pasticci e rompere questo sano equilibrio. Con l’aumento, insensato nelle quantità, dell’emissione in atmosfera di alcuni gas abbiamo diminuito la capacità di scambio tra il calore in entrata e in uscita. E proprio come in una serra siamo arrivati al bel risultato di una parziale, seppure preoccupante, diminuzione dello scambio termico. E l’inevitabile aumento della temperatura.

    I gas che fanno questo, cioè che aumentano la capacità di trattenere calore invece di scambiarlo e, quindi, disperderlo, sono tanti. La maggiore indiziata, meglio, colpevole, è l’anidride carbonica. CO2 la sua formula chimica, biossido di carbonio il suo corretto nome nella Nomenclatura chimica internazionale. Il perché si comporti da sostanza ostativa allo scambio termico non è facile da spiegare, in quanto dovremmo mettere in mezzo la vibrazione di doppi legami simmetrici e altre piacevolezze del genere. Credo non interessi proprio a nessuno. La CO2 è un gas serra, e questa è. La dannazione è che l’anidride carbonica è il prodotto inevitabile di qualunque cosa noi bruciamo. Una qualsiasi reazione di combustione, difatti, ovverosia qualunque produzione di energia tramite combustione, che è l’equivalente di bruciare, produce anidride carbonica. Non ci crederete ma purtroppo è così. Se date fuoco a qualcosa, fosse pure il fornello per fare un buon caffè, producete anidride carbonica. Se vi spostate con l’auto per andare in ufficio, dagli amici, per passare un week end romantico con la signora, generate anidride carbonica. Se bruciamo gas, russo, nigeriano o algerino che sia, perché ci serve la corrente elettrica, produciamo anidride carbonica. Se utilizziamo il petrolio in qualunque forma raffinato per una qualsivoglia combustione, aumentiamo l’effetto serra. La CO2 non fa sconti. Il calore che arriva sulla nostra terra qua deve restare. È fatta così, l’anidride carbonica. Oltre al biossido quando qualcosa, qualunque cosa, piglia fuoco, vi è sempre tra i prodotti un altro gas, perché gli elettroni che gestiscono la reazione di combustione vogliono così: l’anidride carboniosa. Con nomenclatura internazionale monossido di carbonio, CO. Non ci sta il due vicino all’ossigeno. Un solo atomo di ossigeno, mono-ossido. Questa anidride ve la raccomando, tra le altre cose, che significa effetto serra indiretto e inquinamento da piogge acide, è responsabile di quella che i VV F chiamano la morte dolce. La CO si lega velocemente al sangue. Più velocemente dell’ossigeno. Perciò il sangue porta sempre meno ossigeno e il cervello comincia ad appisolarsi. Si muore così, scivolando lentamente nell’oblio e nella valle delle

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