Italia - Germania 4-3: Una storia di Domenico Tibaldi
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Info su questo ebook
Non fu solo una partita di calcio, fu uno scontro fra due super potenze, per la supremazia territoriale, da qui il tessuto sociale Italiano non sarebbe stato più lo stesso, già dilaniato da tempo.
Fu una vera battaglia agonistica e di nervi, sotto il sole verticale di Città del Messico. Proprio quella notte, in Italia, Loredana mise alla luce il piccolo Manuel e per un disgraziato incidente non supererò la notte. Il padre ne rimase sconvolto al punto da far crescere in sè un sentimento di repulsione verso il nuovo nascituro.
Manuel si ritrovò così a crescere in un mondo pieno di insidie, unico grande amico il pallone e la Nazionale Italiana di calcio, ma la vita fu resa ancor più difficile da un padre ormai al delirio puro.
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Recensioni su Italia - Germania 4-3
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Anteprima del libro
Italia - Germania 4-3 - DOMENICO TIBALDI
2018
ITALIA GERMANIA 4-3
italia-germania 4-3
una storia di Domenico Tibaldi
PREMESSA
Questo breve romanzo richiede una premessa fondamentale: è stato concepito come un’ode ad uno sport che ha un effetto globale molto rilevante. È scritto con gli occhi del bimbo che vede nei suoi eroi, quei calciatori che tutti vorrebbero essere, una sorta di sogno da inseguire. La poesia di questo gioco, eterno ed infinito, ci conduce nelle avventure di Manuel, protagonista di questa storia. Non a caso la narrazione inizia proprio da quella grande partita del 1970 in Mexico, se avrete la possibilità di rivedere le numerose immagini, su tutti i canali online, potrete vedere con un occhio più attento i particolari, degli uomini che, ancor prima di essere degli atleti, sono uomini veri.
Pronti al sacrificio.
Il mondo del calcio, quello che ho sempre amato, è molto ricco di eventi che hanno di fatto anche modificato il mio carattere e di conseguenza la mia vita. Pur non tifando per una squadra in particolare (il tifo non l’ho mai amato molto), ho gioito e pianto per successi e sconfitte varie. Ho scelto di raccontare questa storia con l’intreccio romanzesco di vere partite della Nazionale Italiana di calcio, vista anche dalla prospettiva dei bambini. L’apoteosi del sogno calcistico. Ho parlato soltanto dei mondiali ai quali anch’io ho assistito con tanto pathos. Gioia e pianto hanno accompagnato queste partite e credo che abbiano segnato in maniera indissolubile la mia anima.
Nel racconto delle singole partite, ho cercato di entrare in profondità, nello spirito dei giocatori, più che nel mero risultato.
Anche se tu non amate particolarmente il calcio, non desistete, scoprirete particolari intimi di questo sport che forse ignorate e che solo chi l’ha praticato con amore e passione conosce
.
Vorrei regalarvi un po’ d’amore per questa disciplina. Purtroppo noterete che, l’interesse del protagonista crescendo, scema. Hanno eliminato la cosa più importante. Tutto questo baraccone pubblicitario per le masse, troppo contaminato da interessi economici, è privo della prima vera essenza del calcio: la poesia.
Capitolo 1
MONZA 17 GIUGNO 1970
L’orologio segna le 19.30, ci sono ancora trenta gradi e le finestre sono tutte aperte nella speranza di far entrare un po’ di brezza, ma oggi in Brianza l’umidità è alle stelle. Seduta in cucina Loredana cerca un po’ di refrigerio sventagliandosi un quotidiano sul viso. Anziché brezza nell’abitazione di periferia, entrano solo umidità e zanzare. Nell’altra mano brandisce un ghiacciolo azzurro.
Lei è sempre stata quella del ghiacciolo azzurro
. Quando la massa si dirige su una scelta, lei è sempre pronta a camminare da sola, con i suoi gusti, i suoi vizi e le sue virtù.
Già dai tempi della scuola era sempre puntualmente in disaccordo con i tre quarti della classe.
Fiore, il suo cognome, potrebbe trarre in inganno facendo credere trattarsi di una persona fragile, invece nasconde una donna tenace e robusta.
Il caldo è ancor più accentuato dal suo enorme pancione, goccioline di sudore brillano sulla sua pelle vellutata, Loredana è in dolce attesa. Da lì a un mese nascerà Manuel o Silvia, ancora non sa se sarà un bimbo o una bimba.
Continua a ripetersi: Silvia Galimberti o Manuel Galimberti? Dottoressa Silvia o ingegner Galimberti?
Le piace giocare con i nomi scelti da lei e suo marito il Geometra Mauro Galimberti, monzese da tante generazioni, che ormai più non se ne ricordano.
Finito il ghiacciolo riprende nell’attività più bella che può fare, accarezzarsi la pancia. Con un po’ di difficoltà si alza, continua a sventolare con maggiore energia il quotidiano. Questo gesto così frenetico fa sì che Loredana sudi ancora di più. Esce a fare due passi nel giardino sperando di trovare un clima più gradevole, gira intorno alla casa, il suo ginecologo le ha consigliato di fare movimento, molto blando, ma di farlo.
Raggiunge il capanno degli attrezzi, che suo marito tiene gelosamente sempre chiuso con un grosso lucchetto, le viene da ridere perché non sa nemmeno dove sia la chiave. Sente il rombo di un’auto che si avvicina.
Nella via dove abitano i due coniugi, non ci sono altre case occupate, essendo un quartiere in nuova costruzione, diverse strade sono ancora sterrate.
Subito dopo compare davanti al cancello Mauro, marito di Loredana, con la sua Alfetta Spider gialla brillante.
Due colpi di gas per attirare l’attenzione della consorte, che si avvicina al cancello.
Mauro scende, fa un gesto con la mano per salutare, poi apre e corre ad abbracciare la moglie con il suo bel pancione.
I due si stringono a lungo, Loredana e Mauro hanno un’azienda chimica, producono anche fuochi d’artificio.
Lei in amministrazione e lui presidente.
La maternità di Loredana li tiene divisi come mai prima, sono sempre stati abituati a dormire insieme, svegliarsi insieme ed insieme andare a lavorare. Ora invece, lei a casa a riposare, lui a lavorare. Una situazione che i due definiscono difforme
:
Com’è andata, oggi?
sussurra Loredana all’orecchio del marito.
Un caldo boia, in ufficio si moriva, con le finestre che danno a sud-ovest è un inferno, non vedo l’ora di farmi una doccia fresca, tu piuttosto, cos’hai fatto di bello?
Nulla, ho fatto avanti e indietro tra giardino e casa, volevo tagliare le rose sfiorite, ma la casetta porta attrezzi è chiusa e mi sono accorta di non sapere neanche dove tieni le chiavi! Avessi almeno dei vicini con cui parlare, l’unica abitazione della zona è la villetta dei Brambilla, che da quando è morto il padre l’anno scorso è sempre vuota, ormai i figli abitano a Milano, qui non vengono più
.
Venivano poco anche prima quando era in vita il povero Enore
.
Mauro ha ragione, dall’anno scorso però, morto il signor Brambilla, per tutti Sciur Brambilla, i figli hanno disertato completamente l’abitazione e le erbacce sono diventate così alte che oltrepassano il muro di recinzione, gli scuri alle finestre sono molto danneggiati dagli eventi meteorologici, più nessuno si occupa di fare manutenzione alla villetta dei Brambilla.
Loredana e Mauro entrano in casa, lui si dirige subito in bagno per una doccia rigenerante, lei va in cucina e con le poche forze rimaste inizia a preparare la cena.
Mauro le parla dal bagno, ma lei non capisce cosa stia dicendo.
Mentre apparecchia la tavola, Loredana avverte una fitta alla schiena, pensa che sia meglio mettersi a sedere per qualche istante. Ogni qualvolta ha un dolore nella zona lombare o ventrale inizia a fantasticare come cambierà la sua vita, con l’arrivo del suo primogenito.
Mauro finita la doccia, entra in cucina con l’accappatoio indosso, Loredana è seduta di fronte a lui. Mauro si avvicina, slaccia la cintura dell’accappatoio e mostra alla moglie il suo pene in erezione. Approfittando della posizione lo avvicina alle labbra di Loredana, che non oppone resistenza fino a che Mauro non ha placato la sua voglia.
Dopo un ulteriore dose di caldo e un’eccessiva sudorazione Loredana si riprende e chiede a Mauro di raggiungerla a tavola, ma la risposta del marito arriva alquanto inattesa:
Ma come, non lo sai???
sbotta un po’ Mauro.
Lei non capisce, non riesce a ricordare, cos’è che ha dimenticato?
Oggi è il grande giorno
continua con molta enfasi il marito, mentre si sta rivestendo di fronte a lei.
Cosa devi fare?
Oggi è il grande giorno, c’è la partita di semifinale dei Mondiali di calcio in Messico, Italia-Germania, non potrei perderla per nessuna ragione al mondo!!
Loredana fissa Mauro un po’ allibita e gli chiede quali sarebbero quindi i suoi programmi per la serata, visto che anche loro hanno una televisione in casa.
Mauro le spiega che trattandosi di una partita unica (l’Italia non gioca una semifinale a un mondiale dal 1938 in Francia), non può perderla! La partita si svolge in Messico, ora di inizio, le 16:00 locali, in Italia le 23:00. Non può cenare con lei: ha già organizzato con alcuni amici, su una confortevole terrazza all’aperto di un bar sul Lungo-Lambro, cena, poi il grande match!
Promette però che sarà di rientro appena finita la partita. Loredana non è molto contenta, deve stare sola anche la sera; incinta, senza vicini e senza compagnia. La partita finirà per l’una di notte circa e quindi saranno quattro, cinque ore da sola, malgrado la stanchezza, non ha neanche tanto sonno in modo che possa andare a letto presto.
Mauro si veste velocemente, con superficialità cerca di rincuorare la compagna e parte spedito. Uscendo lancia un bacio alla moglie esclamando un Vinceremo!
Partendo in auto, intona l’inno di Mameli.
Loredana è perplessa, decide di non mangiare nulla, ripone la cena in frigorifero ed esce a fare una passeggiata nel quartiere; non riesce a credere che Mauro l’abbia lasciata di nuovo sola, senza remore, avrebbe potuto guardare la partita a casa, del resto hanno una bellissima tv in soggiorno, che pochi hanno.
Abitando in una zona di periferia percorre i campi, ci sono distese di grano ormai dorato, Loredana le attraversa sfiorando le spighe con il palmo delle mani.
Un filo d’aria rende la situazione unica, ma improvvisamente arriva un’altra fitta, questa volta è più forte e la fa piegare in avanti per il dolore. Loredana inizia a preoccuparsi, questa fitta era diversa, non era come le solite che le vengono nella zona lombare, a causa del peso che la schiena deve sostenere. Decide di rientrare a casa, realizza con preoccupazione che Mauro non le ha nemmeno detto in quale bar avrebbe visto la partita. Sa che lungo il Lambro ci sono diversi locali, ma non conosce il nome di tutti né tanto meno il numero di telefono. Cerca l’elenco telefonico.
Ma cosa vado a pensare, andrà tutto bene! Mauro può godersi la sua partita, del resto sono solo novanta minuti poi sarà con me
.
Si sono fatte quasi le ventidue e dalla finestra, si scorge ancora qualche lucciola nei campi. Loredana si sofferma a guardare la scena.
Accende la televisione sulla Rai, vuole guardare cos’è che può allontanare un uomo dalla propria donna e dal proprio figlio. Arrivano le 22:50.
Un signore di nome Nando Martellini sta commentando, con voce rotta dall’emozione; in piedi al centro del campo, davanti a tantissime persone, ci sono i giocatori. Inizia l’inno nazionale tedesco: Deutschland, Deutschland über alles. Über alles in der Welt…
, Loredana non può fare a meno di notare che le persone inquadrate hanno una certa aura magica
intorno a sé, non sembrano giocatori, ma eroi di tempi passati. Come guerrieri mitologici sono ritti a testa all’insù, pronti ad affrontare le sfide dell’inferno.
Le immagini scorrono sui giocatori dell’Italia, il commentatore li cita tutti, mentre intonano anche il nostro inno nazionale, l’inno di Mameli. Il telecronista si prodiga in grandi elogi ai nostri avversari eppure dice che l’Italia è nettamente in vantaggio negli scontri diretti. Questo è sempre stato il leitmotiv che ha unito queste due nazioni. Loro Panzer forti trita-tutto, veri schiacciasassi, noi invece abili condottieri di fantasia e arte. Mentre la telecamera scorre, Martellini cita i nomi di Albertosi, Riva, Burnich, Domenghini, Mazzola, Cera…Nello stadio gremito sono presenti oltre centoduemila persone.
Questo dato fa impressione a Loredana, centoduemila persone, oltre tutte quelle collegate davanti alla televisione, come se non ci fosse un domani, il calcio è proprio una cosa che non riesce a comprendere, unica cosa