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Papa Giovanni non si tocca!
Papa Giovanni non si tocca!
Papa Giovanni non si tocca!
E-book68 pagine40 minuti

Papa Giovanni non si tocca!

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Info su questo ebook

Difende papa Giovanni XXIII dalle critiche di coloro che fanno risalire a lui (ed al Concilio da lui indetto) l'inizio del cambio di paradigma attuato da papa Framcesco.
LinguaItaliano
Data di uscita7 giu 2021
ISBN9791220340885
Papa Giovanni non si tocca!

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    Anteprima del libro

    Papa Giovanni non si tocca! - Giglio Reduzzi

    copiare.

    I Roncalli

    Quando li ho conosciuti io, i fratelli del papa (Zaverio, Giovanni, Alfredo e Giuseppe) vivevano ancora tutti insieme, anche se un po’ stretti, alla Colombera.

    Successivamente Giuseppe si trasferì, con la sua numerosa famiglia, in località Gerőle, mentre Alfredo, scapolo, rimase alla Colombera con Giovanni e Zaverio.

    Dopo che il fratello di queste modeste persone divenne papa, tutti presero a scrivere di quest’ultimo, senza dire una parola sulla sua parentela.

    Molti hanno scritto di aver conosciuto il papa. Nessuno di aver conosciuto anche la famiglia. Io mi riprometto di fare il contrario, anche se il papa l’ho incontrato spesso.

    La prima volta fu proprio nell’aia della Colombera, nell’autunno del ’44.

    Il papa, che allora era solo vescovo, era diretto, fucile in spalla, all‘ uccellanda dei suoi fratelli.

    Mi pose la mano sulla testa e mi chiese di chi ero figlio.

    Saputo che ero figlio della Rita, sorella di don Giulio e figlia della Maria ostera, fece qualche benevolo commento, che non ricordo, mi fece una carezza e passò oltre.

    Dimenticavo di dire che io mi trovavo a Sotto Il Monte, non perché ci abitassi abitualmente, ma perché lì abitavano i miei nonni materni, presso i quali ci eravamo trasferiti per sfuggire ai bombardamenti.

    Quanto al trovarmi nell’aia dei Roncalli, questo era dovuto al fatto che essi erano buoni amici dei miei nonni ed in particolare di mia nonna Maria, detta ostera, per il fatto di possedere un’osteria.

    Dopo i1 ’44, tornato con i miei a Ponte S. Pietro, venivo a Sotto Il Monte solo nei weekend (che allora erano molto corti, perché era normale lavorare anche di Sabato), generalmente per studiare in quel tranquillo ambiente rurale che caratterizzava Sotto Il Monte rispetto al più industrializzato e rumoroso Ponte.

    Ciò mi consentì di continuare le frequentazioni, sia con i miei nonni materni (per quel poco che ancora vissero), sia con i Roncalli.

    Forse esiste anche un lontano legame di parentela tra i Ravasio (la famiglia di mia nonna) e quella dei Roncalli, ma non ho ancora trovato il tempo di andare all’archivio parrocchiale per appurarlo.

    Sta di fatto che i due clan erano molto amici ed, un tempo, anche vicini di casa.

    Al punto che fu un certo Antonio Ravasio a recarsi in Municipio, insieme con il padre del futuro papa, a denunciarne la nascita e fu un altro Ravasio (Giuseppe, padre di mia nonna,) a fargli da padrino per la Cresima.

    Questa speciale attenzione dei Ravasio per i Roncalli era destinata nel tempo a trovare anche il suo abbondante reciproco, a partire dalla celebrazione, a cura del futuro papa, del matrimonio dei miei

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