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Lessico Cherokee: Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Cherokee
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E-book533 pagine4 ore

Lessico Cherokee: Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Cherokee

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Info su questo ebook

Il primo dizionario italiano-cherokee insieme a storia, riti e tradizioni del fiero popolo di nativi americani. I Cherokee, tristemente famosi per aver percorso il Sentiero delle Lacrime: una marcia di deportazione dalle proprie terre in nome della avidità dell'Uomo Bianco. Credendo fino all'ultimo nella giustizia, il popolo dei Cherokee ha fatto appello alle leggi dei Bianchi contro i Bianchi stessi, così perdendo la libertà e le amate terre. Ma attraverso un percorso fiero, oggi le Nazioni Cherokee sono risorte. Il primo dizionario Italiano-Cherokee mai realizzato contiene anche le basi della grammatica e la traduzione inglese: un vero punto di riferimento per una lingua dichiarata dall'Unesco a rischio di estinzione. La prefazione è curata da Oddist Lambrecht, membro della Four Winds Cherokee Tribe, a cui appartiene come membro onorario anche Raffaella Milandri, che ha curato storia e tradizioni del popolo Cherokee. "La nostra lingua non è solo insostituibile, come la vita, ma è davvero un tesoro. Come i nostri anziani", dicono i Cherokee. Solo grazie a loro, forse, tra un paio di generazioni, esisterà ancora una lingua Cherokee. Gli autori: Scrittrice e giornalista, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei popoli indigeni e studiosa di Storia dei Nativi Americani, è membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. Ha pubblicato: Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella Foresta (Polaris 2011); In India. Cronache per veri viaggiatori (Mauna Kea 2019, nuova edizione); In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi (Mauna Kea 2019, nuova edizione); Liberi di non Comprare. Un invito alla Rivoluzione (Mauna Kea 2019, nuova edizione); Gli Ultimi Guerrieri. Viaggio nelle Riserve Indiane (Mauna Kea 2019); Lessico Lakota. Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Lakota (Mauna Kea 2019, con Myriam Blasini); La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d'America (Mauna Kea 2020, nuova edizione). Ha inoltre curato la edizione italiana di Old Indian Legends di Zitkala Sa, insieme a Tiziana Totò. Myriam Blasini, di origini canadesi, è studiosa appassionata di storia delle religioni e di tradizioni multiculturali e multilinguistiche. Laureanda in Veterinaria alla Federico II di Napoli, è esperta di cultura giapponese e di manga. Ha pubblicato: Lessico Lakota. Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Lakota (Mauna Kea 2019, con Raffaella Milandri). Ha inoltre curato la edizione italiana di Coyote Stories, di Mourning Dove.
LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2021
ISBN9788831335263
Lessico Cherokee: Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Cherokee

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    Anteprima del libro

    Lessico Cherokee - Raffaella Milandri

    INDICE

    PREFAZIONE

    a cura di Oddist Lambrecht Pakana

    PASSATO E PRESENTE, SPIRITUALITA’, TRADIZIONI E LEGGENDE DEL POPOLO CHEROKEE

    a cura di Raffaella Milandri

    Premessa

    - La lingua Cherokee e il Covid

    STORIA E SOCIETÀ DEL POPOLO CHEROKEE

    - Origini dei Cherokee

    - Attività, usi e organizzazione sociale

    - Il sistema dei clan

    - Antiche città Cherokee

    - Storia: i primi contatti con gli Europei

    - Primi Trattati

    - Il Governo della Nazione Cherokee del 1794

    - Il Governo della Cherokee Nation dal 1907

    - The Five Civilized Tribes: le Cinque Tribù Civilizzate

    - The Louisiana Purchase: l’acquisto della Louisiana

    - Andrew Jackson e l’Indian Removal Act

    - Trail of Tears, il Sentiero delle Lacrime

    - Dawes Act e Curtis Act

    - Indian Reorganization Act

    - Il caso McGirt

    FREEDMEN E ALTRI MEMBRI CHEROKEE

    - Membri Cherokee da altre tribù

    - I Cherokee Freedmen

    - I Wallace Rolls

    TRIBÙ E PERSONAGGI CHEROKEE

    - Cherokee Nation (CN)

    - Eastern Band of Cherokee Indians (EBCI)

    - United Keetoowah Band of Cherokee Indians (UKB)

    - Enrollment: ammissione come membri Cherokee

    - Cherokee e aspiranti Cherokee

    - Importanti personaggi Cherokee del passato

    - Approfondimento: I turbanti dei Cherokee

    - Famosi Cherokee e fake Cherokee dell’era moderna

    SPIRITUALITÀ CHEROKEE

    - Il Fuoco Sacro

    - Equilibrio

    - Malattia e guarigione

    - Purezza

    - Luoghi sacri

    LE SETTE CERIMONIE CHEROKEE

    LE DANZE CHEROKEE

    UOMINI DELLA MEDICINA

    - Anikutani

    - Didahnvwisgi

    - Tsila

    MITOLOGIA CHEROKEE

    - Figure della mitologia Cherokee

    LEGGENDE CHEROKEE

    - Storia della Creazione: Come è nato il mondo

    - La leggenda del primo Fuoco

    - La leggenda della Medicina

    DUE POESIE

    - Shadow of the Eagle, l’Ombra dell’Aquila

    - Principal People, Il Primo Popolo

    LA LINGUA CHEROKEE: STORIA, PRONUNCIA, GRAMMATICA

    a cura di Myriam Blasini

    Premessa

    BREVE STORIA DELLA LINGUA CHEROKEE

    - Cherokee: le origini di un popolo e della sua lingua

    - Le origini del nome Cherokee

    - Il contatto con gli Europei e le prime fonti scritte

    - Sequoyah e la creazione del Sillabario

    - Una lingua in pericolo: dal Trail of Tears al XXI secolo

    INTRODUZIONE AL JALAGI

    - I dialetti e le variazioni linguistiche

    La pronuncia

    - Suoni vocalici

    - Lunghezza e tono delle vocali

    - Elisione vocalica e vocali mute

    - Suoni consonantici

    - Consonanti aspirate e sonore

    - Colpo di glottide

    - La separazione in sillabe

    La grammatica

    - Il Jalagi come lingua polisintetica

    - I prefissi e la formazione dei verbi

    - Verbi di classificazione

    - I suffissi

    - I sostantivi

    - Gli aggettivi

    - Costruzione delle frasi

    - Tipi di frase

    Nota all’uso del dizionario

    DIZIONARIO ITALIANO-CHEROKEE

    DIZIONARIO CHEROKEE-ITALIANO

    Raffaella Milandri-Myriam Blasini

    Lessico Cherokee

    Storia, Spiritualità e

    Dizionario Italiano-Cherokee

    Raffaella Milandri-Myriam Blasini

    Lessico Cherokee.

    Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Cherokee

    Prima edizione

    © 2021 MAUNA KEA EDIZIONI

    © 2021 Copyright

    by Raffaella Milandri e Myriam Blasini

    ISBN 978-88-31335-26-3

    PREFAZIONE

    a cura di Oddist Lambrecht Pakana

    Four Winds Tribe Louisiana Cherokee

    È giusto che inizi questa storia con il preambolo C’era una volta. C’era una volta una terra vasta e bellissima, con un popolo che vedeva le prove della vita in un modo che era connesso al mondo della natura, e parte stessa di esso, e al ciclo della vita e della morte, e alle quattro stagioni simboliche. La connessione spirituale come parte della vita, che fosse con una persona o con ciò a cui si riferivano come il Popolo degli Animali, richiedeva rispetto per quello stile di spirito, inclusa la vita vegetale. Essendo ogni essere un dono del Grande Spirito. Quindi l’equilibrio tra natura e vita doveva essere mantenuto. Così era la prospettiva dei Nativi Americani riguardo alle relazioni con ogni essere, quando i primi visitatori arrivarono dalle Grandi Acque. C’è stato un enorme sforzo nel tentativo di essere in pace con quegli strani pellegrini provenienti da terre lontane. In un primo momento la terra dei Cherokee è stata onorata, ma poi Andrew Jackson¹ ha infranto persino la decisione della Corte Suprema del suo Governo sul diritto dei Nativi Americani alla loro terra, e con la forza e il sangue li ha portati a una marcia della morte². I Cherokee speravano che, se si fossero convertiti ai modi e alle volontà di questi stranieri, avrebbero potuto vivere in pace. I Cherokee adottarono una costituzione e una struttura governativa come gli stranieri, e inoltre inventarono e adottarono un alfabeto e la scrittura, e iniziarono anche ad aprire le loro scuole e college. Ma questo non fu abbastanza per proteggerli. La maggior parte di loro fu costretta a spostarsi lontano, in quella terra arida chiamata Territorio dell’Oklahoma. Tuttavia, i Cherokee dovettero cercare di trarne il meglio; anche gli altri grandi gruppi di nativi che vennero radunati per trasferirsi, come loro, chiesero che, una volta spostati in un luogo in cui erano messi con la forza, ci potessero rimanere. Alla fine, nelle nuove terre, dopo la grande guerra civile dei bianchi, i Cherokee diedero inizio alle loro nuove città, ai governi locali e alle istituzioni educative. Ma il Curtis Act³ del 1898 abolì il governo e le istituzioni Cherokee. Quando questa legge fu abrogata, i Cherokee dovettero ricominciare daccapo. I Cherokee hanno dovuto combattere per mantenere i loro costumi, le loro tradizioni e la loro lingua, più e più volte. Furono usati metodi molto crudeli per porre fine alla cultura e alla lingua Cherokee, e di tutti gli altri Nativi Americani. Non desidero entrare nella profondità della sofferenza che ne è derivata, ma basta leggere il libro di Dee Brown Bury my Heart at Wounded Knee⁴ per imparare. La Tribù dei Quattro Venti, Four Winds Tribe Louisiana Cherokee, ha come patriarca uno schiavo nato (nel 1758 circa) da madre Cherokee e dal ricco proprietario di una piantagione, un bianco; quando fu liberato, gli venne dato il nome di Joseph Willis⁵. Sua madre era conosciuta come Sarah e viveva a Bladen County, North Carolina; suo padre era proprietario del terreno dove sua madre lavorava come schiava. Joseph Willis divenne un devoto cristiano e ministro. Molte altre persone di sangue misto nativo furono devote alla sua leadership cristiana. Quando decise di trasferirsi a ovest, molti lo seguirono in territorio spagnolo e francese, dove cominciarono una nuova vita. Molti si trasferirono in una parte della Louisiana che era remota, e quest’ultima fu oggetto di controversia tra la Spagna e gli Stati Uniti⁶; a causa della disputa, fu una No Man’s Land, terra di nessuno, per quanto riguarda il controllo militare di entrambe le parti. Questo la rese libera dalla legge dei bianchi, e il popolo nativo ne ebbe il controllo. Joseph durante questo periodo avviò più di trenta chiese, che operano ancora oggi. La gente di Joseph era conosciuta come Red Bones, Ossa Rosse. Il termine si riferisce all’appellativo Red Man, Uomo Rosso. Fino agli anni ‘60, il lato ovest del fiume Calcasieu fino al fiume Sabine è stato il territorio ben definito dei Redbone. Joseph, i suoi discendenti, e altri che si unirono a queste famiglie di sangue nativo, costituirono l’odierna tribù dei Quattro Venti. In passato ci sono state alcune contese tra le comunità non-native e quella dei Redbone. Un paio di volte queste diatribe hanno provocato conflitti con le armi. Tuttavia, queste persone della tribù dei Quattro Venti sono socievoli e cristiane nel cuore, pur avendo vite molto, molto dure, e povere. Le generazioni della Four Winds Tribe hanno dovuto davvero darsi da fare e affrontare prove estreme, in un passato non così lontano. Oggi le cose sono notevolmente migliorate, ma le persone cercano ancora di aiutarsi a vicenda in qualunque modo possano. La Four Winds Tribe Louisiana Cherokee sta cercando le proprie terre di riserva nell’area di Allen Parish, in Louisiana, e spera di raggiungere presto questo obiettivo. Qui sono imparentati praticamente tutti coloro la cui famiglia è presente in questa zona da alcune generazioni. Un termine che si usava molto, infatti, era Hey Cuz (ciao cugino), perché quasi tutti erano cugini e imparentati tra loro. Molte persone sono grandemente orgogliose del loro Native Heritage, delle loro origini native, a differenza degli anni ‘50 e prima, quando tutti cercavano di nasconderle e gli anziani non permettevano che la famiglia le menzionasse in pubblico. Ora molti stanno cercando di dimostrare le proprie radici. Questa è una cosa molto buona, e come mi disse mio padre molti anni fa: Sono davvero brave persone. Questi erano i nostri consanguinei. Il nostro capo Len Two Feathers Wiggins e il Consiglio hanno adottato una costituzione e istituito un Governo Tribale con tre rami: legislativo, esecutivo e giudiziario. È progettato per svolgere molte funzioni, per proteggere i diritti delle persone, e promuovere il nostro patrimonio e la nostra cultura nativi. La nostra gente offre volontariamente il proprio tempo e i propri sforzi per la comunità tribale. Ci siamo uniti nello sforzo di lavorare con molte altre tribù non federali⁷ per proteggere i nostri diritti tribali e per diventare economicamente autosufficienti. Ringraziamo tutti per il loro interesse e vi auguriamo il meglio.

    _________________________

    nota¹: vedi Andrew Jackson e l’Indian Removal Act.↵

    nota²: vedi Trail of Tears, il Sentiero delle Lacrime.↵

    nota³: vedi Dawes Act e Curtis Act.↵

    nota⁴: edizione italiana Seppellite il mio cuore a Wounded Knee di Dee Brown (Mondadori 2017). Attraverso il lavoro di storico di Brown, i nativi narrano come venne distrutto un popolo e il mondo in cui viveva.

    nota⁵: per approfondimenti su Joseph Willis e la sua travagliata storia dovuta al sangue misto, My Bones Are Red: A Spiritual Journey With A Triracial People In The Americas di Patricia Ann Waak (Mercer Univ Pr. 2005).

    nota⁶: vedi The Louisiana Purchase: l’acquisto della Louisiana.↵

    nota⁷: le tribù di Nativi Americani sono, tutt’oggi, distinte in tre suddivisioni: innanzitutto le tribù federali, riconosciute dal Governo degli Stati Uniti, che normalmente sono oggetto della amministrazione e supervisione del BIA (Bureau of Indian Affairs) e hanno una riserva, una terra dove hanno particolari diritti nel loro stato di nazioni dipendenti (per approfondimenti di carattere storico e legislativo sulle riserve, La mia tribù. Storie autentiche di Indiani d’America di Raffaella Milandri, Mauna Kea 2020 edizione aggiornata). Poi ci sono le tribù non federali, ma riconosciute dallo Stato americano in cui si trovano; hanno diritti limitati e quasi mai hanno una riserva. Infine ci sono le tribù non riconosciute, che vivono in una sorta di limbo legislativo, molto spesso con richieste per il riconoscimento che risale a molti decenni fa.

    PASSATO E PRESENTE, SPIRITUALITÀ,

    TRADIZIONI E LEGGENDE DEL

    POPOLO CHEROKEE

    a cura di Raffaella Milandri

    PREMESSA

    Questo Lessico Cherokee ha una grande importanza, per due motivi. Uno è di tipo personale: ho l’onore di essere stata nominata membro onorario di una tribù Cherokee. Sono iscritta, infatti, nei registri tribali della Four Winds Tribe Louisiana Cherokee e, sotto la nomina del Capo Len Two Feathers Wiggins, sono portavoce della tribù per l’Italia. Un incarico che è nato dalla nostra fraterna amicizia, e da lunghe conversazioni sulle tematiche dei diritti umani dei Nativi Americani. E quindi, per me, è una grande emozione e responsabilità poter parlare della storia e delle tradizioni del popolo Cherokee. Ed è un grande privilegio ospitare qui la prefazione che avete appena letto di Oddist, membro della mia tribù: da anni raccoglie documenti storici sul suo popolo, e ne studia le origini e i tragici cambiamenti avvenuti dall’arrivo dell’Uomo Bianco nella sua terra. L’altro motivo è di tipo globale: il Lessico Cherokee ha il compito di inserirsi come iniziativa nell’International Decade of Indigenous Languages, il Decennio Internazionale delle Lingue Indigene 2022-2032, promosso dall’Unesco. Il linguaggio Cherokee, infatti, è tra le lingue indigene considerate a rischio di estinzione, e con il dizionario qui contenuto si vuole non solo offrire uno strumento di conoscenza e di studio, ma soprattutto si vuole dare un contributo e una divulgazione al patrimonio linguistico Cherokee e dei Nativi Americani tutti, facendo opera di sensibilizzazione, come abbiamo fatto con il Lessico Lakota, già pubblicato dalla Mauna Kea Edizioni. La vera storia dei Nativi Americani è purtroppo ancora oggi sconosciuta a molti, ed è importante sottolineare come le loro tradizioni, i loro linguaggi e la loro stessa identità siano stati oggetto, da Cristoforo Colombo in poi, di una opera continua di violenta colonizzazione, accompagnata dal tentativo di cancellare la loro essenza vitale e culturale. Questa colonizzazione è stata spacciata, sin dai tempi di George Washington, per civilizzazione, come se ci fosse un fine salvifico dietro agli appropriamenti delle terre dei Nativi, perseguiti in realtà solo per denaro e potere. La azione di distruzione dell’Uomo Bianco della essenza dei Nativi, per fortuna, è stata contrastata dalla tradizione orale dei popoli nativi americani: infatti, la antica consuetudine di tramandare storie, leggende e linguaggi stessi per via orale ha affidato alla memoria la loro identità, incarnando in ogni anziano, di ieri come di oggi, la sapienza e le tradizioni. Ogni Cherokee, Lakota, Crow, Cheyenne, Apache, ogni Nativo Americano è diventato così parte di una enciclopedia vivente che ha permesso oggi il fiorire di scuole con insegnanti di lingua nativa in diverse riserve indiane, con il primario obiettivo di dare alle giovani generazioni una educazione identitaria e di effettuare un recupero delle proprie radici, di cui andare fieri.

    La lingua Cherokee e il Covid

    I Nativi Americani sono stati duramente colpiti dal coronavirus, più del resto della popolazione degli Stati Uniti. Prima che il coronavirus colpisse i Cherokee, rimanevano solo circa 2.000 membri tribali in grado di parlare fluentemente la lingua, e molti di questi erano anziani. A causa dei decessi correlati al COVID, questo numero ha continuato a diminuire. Cosa si sta facendo per salvare la lingua Cherokee? Il governo tribale della Cherokee Nation ha preso una decisione rapida, una volta che sono iniziati ad arrivare i vaccini contro il coronavirus: le persone fluenti di lingua Cherokee sono state le prime a ricevere il vaccino. Quando perdi una persona che parla Cherokee e appartieni a una tribù che ne ha solo 2.000 che lo parlano fluentemente, hai perso qualcosa che non è solo insostituibile, come la vita, ma è davvero un tesoro nazionale, ha detto il capo Chuck Hoskin Jr., aggiungendo: Se sopravvivono e tramandano la loro conoscenza, questo aiuterà a determinare se, tra un paio di generazioni, esisterà ancora una lingua Cherokee. Ma come pensano i membri tribali di mantenere viva la lingua Cherokee? Bene, varie scuole di immersione linguistica Cherokee erano già state formate e molte altre stanno spuntando, tra cui la Cherokee Language Immersion School e la Immersion presso la New Kituwah Academy. La prossima apertura del Durbin Feeling Language Center, a Tahlequah, Oklahoma, ospiterà un programma Master-Apprentice di lingua Cherokee, una Immersion School e un centro di traduzione. La comunità è entusiasta dell’apertura del complesso. Renissa McLaughlin è la direttrice del Kituwah Preservation and Education Program, nonché la direttrice della New Kituwah Academy Early Childhood.

    Il processo di traduzione di termini complessi rende difficile creare materiali per gli studenti di gradi superiori, ha detto McLaughlin. Tuttavia, abbiamo cambiato orientamento all’i-struzione e abbiamo chiesto agli studenti di lavorare sul Cherokee colloquiale anziché sui contenuti accademici. La nostra missione è fare in modo che gli studenti parlino fluentemente in modo quotidiano e conversativo. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo cambiato il nostro metodo educativo e gli studenti lavorano sulla conversazione e sulla grammatica.

    Sebbene ci sia motivo di un cauto ottimismo, i membri della tribù Cherokee devono continuare ad agire e a essere vigili durante questo momento difficile. Quando la pandemia volgerà al termine, chi può dire che non ci sarà qualche altro problema da affrontare? Per fortuna, avevano già avviato il processo di conservazione della lingua Cherokee molto prima della pandemia, e il virus ha dato loro ancora più motivi per combattere per le loro vite, ma anche per combattere per la loro cultura. Vaccinare prima gli anziani di lingua Cherokee ha contribuito a stabilire la fiducia verso il vaccino.

    C’è, infatti, una sfiducia storica e sistematica tra i Nativi e il Governo. Consentire agli anziani di andare per primi ha incoraggiato le generazioni più giovani ad avere meno ansia e dubbi sul vaccino. Come fluenti Cherokee, probabilmente sono rimasti meno di 2.000 come me, vivi, sulla faccia di questa terra, ha detto John Ross, un Cherokee di sessantacinque anni. Vogliono salvaguardarci, perché cerchiamo di aiutare a preservare la nostra lingua per i giovani o per chiunque voglia imparare. I Cherokee, peraltro, hanno una storia davvero peculiare: fin dai primi contatti con gli Europei si sono adattati, più di molte altre tribù, alla presenza e alle usanze dell’Uomo Bianco, pur non traendone gli sperati vantaggi in termini di diritti e libertà. Vivendo nella zona orientale degli attuali Stati Uniti, vicino alla costa Atlantica, sono stati tra i primi Nativi Americani a stabilire relazioni e scambi con gli esploratori europei, vivendo una storia molto densa di avvenimenti e di lotte tra le varie forze colonialiste. Avendo una organizzazione sociale e culturale molto sviluppata, hanno creduto, all’inizio, di poter instaurare un rapporto paritetico con i colonizzatori; ma le delusioni sono state innumerevoli e drammatiche, e i Cherokee hanno pagato un pesante tributo in termini di vite umane, di territorio, di identità. Nell’Ottocento hanno creato e adottato un alfabeto e un linguaggio scritto, pubblicando un loro quotidiano fin dal 1829. I Cherokee fanno parte delle Five Civilized Tribes, le così chiamate Cinque Tribù Civilizzate, come vedremo più avanti.

    STORIA E SOCIETÀ DEL POPOLO CHEROKEE

    Origini dei Cherokee

    Storici e antropologi hanno accreditato maggiormente, come principale teoria sulle origini dei Cherokee, che essi siano provenuti, durante il periodo Woodland del Nord America (probabilmente nel periodo 1000 a.C.-1000 d.C), dalla regione dei Grandi Laghi, ai confini tra gli attuali Stati Uniti e Canada, che è caratterizzata dalla presenza di cinque laghi d’acqua dolce fra i più grandi del mondo; regione abitata da altri popoli Irochesi. E che siano migrati a sud-est nella zona meridionale dei Monti Appalachi — Appalachian Mountains. A suffragare questa teoria, in particolare, c’è il linguaggio: il Cherokee fa parte delle lingue Iroquoian — Irochesi, che accomunano diversi popoli del nord-est del Nord America. La famiglia delle lingue Iroquoian ha un ramo meridionale, costituito dal Cherokee, e un ramo settentrionale, rappresentato da Huron, Mohawk, Tuscarora e altri. L’area abitata dai Cherokee, dopo la migrazione, corrispondeva a grandi linee alle attuali zone del North Carolina e del South Carolina, della Virginia e del West Virginia, del Tennessee, della Georgia, del Kentucky e dell’Alabama. Il nome originale dei Cherokee è Aniyvwiya, che significa il vero popolo; preferiscono essere chiamati Tsalagi, ma Cherokee è bene accetto. Il nome del linguaggio Cherokee è Tsalagi Gawonihisdi. Il popolo dei Cherokee, classificato come indigeno dell’area Southeastern Woodlands, avrebbe subito gli influssi della cultura Mississippian, del Midwest e del sud-est degli attuali Stati Uniti: la più sviluppata e antica civiltà del Nord America, di cui il più importante sito archeologico è la città di Cahokia. La cultura mississippiana era caratterizzata, in generale, da alcuni importanti fattori che li distinguevano in maniera sostanziale dagli altri popoli nativi del Nord America. Il primo era la vita in villaggi organizzati, veri e propri centri urbani usualmente situati vicino a fiumi e a pendici di montagne; vi costruivano grandi strutture in terriccio e argilla, mound, solitamente a forma di piramide tronca, adibiti a luoghi di sepoltura, a piattaforme per le cerimonie, a basi per templi e edifici per la comunità. Secondo fattore, la diffusa e intensiva pratica della agricoltura che, come elemento produttivo principale di sussistenza, ha determinato la creazione di grandi comunità autosufficienti e stanziali. La conseguenza della vita in grandi centri fu l’elevata stratificazione sociale, con elaborati sistemi di organizzazione socio-politica. Nelle antiche società mississippiane, la classe elitaria aveva pieno accesso alle risorse alimentari e ai beni di prestigio, e governava in modo centralizzato la popolazione.

    Attività, usi e organizzazione sociale

    Fin dai tempi antichi i Cherokee si dedicarono, oltre che alla caccia, all’agricoltura, coltivando principalmente le cosiddette Cherokee Three Sisters, le Tre Sorelle Cherokee: zucche (in particolare nella varietà winter squash), fagioli (in diverse varietà) e mais. A questi si aggiungevano sambuco di palude (marsh elder), farinello (lambsquarter), farinaccio (pigsweed), girasoli e altri vegetali. Iniziarono a coltivare in tempi antichi, tra gli altri, un particolare tipo di mais, chiamato flint corn, che ha la peculiarità di presentarsi spesso in varietà multicolori. Poiché il mais assicurava, insieme alle altre coltivazioni, copiose forniture alimentari, il benessere che ne derivò permise ai Cherokee lo sviluppo di villaggi più grandi e raccolti in chiefdom, domini, estesi sotto la guida di un unico capotribù. Come nella Mesoamerica, pur se in modi e cronologia diversi, il mais divenne un elemento di grande rilievo nella loro cultura e spiritualità. Oltre al cibo, i Cherokee traevano dall’ambiente il necessario per soddisfare ogni necessità, come medicine, abiti, armi, strumenti musicali e ornamenti alla persona. Crearono nuove tecniche e adottarono innovative forme di arte come, ad esempio, collari di conchiglie intarsiati, si dedicarono all’artigianato di manufatti in argilla e canestri intrecciati, e svilupparono un elaborato ciclo di cerimonie religiose, citate in un capitolo dedicato. Gli uomini Cherokee originariamente indossavano calzoni fatti di pelle di cervo o tessuto di corteccia; usavano la corteccia di gelso per realizzare fibre tessute in camicie morbide e altri indumenti. Calzavano mocassini. I capi vestivano mantelli lunghi e cappucci ornati di piume. Gli uomini si rasavano la testa, lasciando un ciuffo in cima al cuoio capelluto, che lasciavano crescere lungo e decoravano con ossa e piume. Non usavano il classico copricapo di piume (war bonnet), comune in molte altre tribù del Nord America. Le donne Cherokee indossavano gonne avvolgenti al ginocchio, anch’esse realizzate con tessuto di corteccia o pelle di daino. Successivamente fu introdotta come abbigliamento femminile una camicetta in stile poncho. Lo stile degli abiti indossati dai Cherokee è stato, fin dall’Ottocento, fortemente influenzato dagli Americani e dalla disponibilità di tessuti commerciali. Usavano dipingere e tatuare sia i corpi e sia i volti: i guerrieri Cherokee avevano tatuaggi, e usavano la pittura per il viso e il corpo. La vernice rossa per il successo, il blu per indicare sconfitta o guai, la vernice nera significava la morte, e il bianco rappresentava la pace e la felicità. Le armi usate dai Cherokee includevano mazze da guerra, tomahawk, martelli da battaglia, coltelli, archi e frecce, lance e

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