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In Grecia con il principe
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E-book152 pagine2 ore

In Grecia con il principe

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Info su questo ebook

Segreti milionari 2/2
Passioni e segreti bruciano come il sole della Grecia!
Dal giorno in cui la corona dei genitori del principe Alexandros è stata usurpata, la sua identità reale è rimasta un segreto gelosamente custodito. Quindi, quando cinque anni prima si è innamorato della bella Giannina Angelis, non ha avuto altra scelta che andarsene... senza nemmeno una spiegazione.
Tuttavia adesso, con la possibilità di riappropriarsi del suo legittimo posto sul trono, Alexandros è tornato ed è pronto a reclamare anche il cuore della donna che ama!

LinguaItaliano
Data di uscita19 nov 2021
ISBN9788830535350
In Grecia con il principe
Autore

Rebecca Winters

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    In Grecia con il principe - Rebecca Winters

    Prologo

    «Alex? Abbiamo una nuova pista. Partirai per Roma alle tre. Ti ho prenotato una camera all'Hotel Giove. Domani Rigas ti raggiungerà e ti informerà su cosa abbiamo scoperto.»

    Alex soffocò un gemito. «Non posso andarmene ora, zio.» Anche se Zikos non era veramente suo zio, lo considerava come uno di loro.

    «A causa di Giannina?»

    «Lei è la mia vita. Abbiamo progettato un weekend insieme prima del ritorno di lei in Grecia, la prossima settimana. Devo andare a prenderla al suo appartamento tra un'ora.»

    Lui sospirò. «Mi dispiace, ma dovrete annullare i vostri piani. È troppo importante.»

    Alex chiuse gli occhi. Anche se sapeva che Zikos aveva ragione, non voleva ascoltare quelle parole.

    Come avrebbe potuto dire addio a Giannina? Si sentiva morire solo all'idea.

    Alexandros aveva conosciuto Giannina Angelis quando aveva tredici anni e lei undici, un anno prima che i genitori di lui – il re e la regina di Hellenia – fossero assassinati. Il padre di Giannina era venuto in Hellenia, un regno insulare dell'Egeo vicino alla Grecia, per concludere un grosso contratto di trasporti marittimi con il re.

    Giannina aveva giocato con Alex e il suo cane nel parco del castello. Avevano corso e riso tanto, e poi pranzato insieme nella casetta estiva in fondo al parco. L'aveva trovata incantevole, e alla fine si erano salutati con un bacio sulla guancia.

    Alcuni mesi dopo, era stato costretto a fuggire dal palazzo reale per non essere ucciso dagli uomini che avevano pugnalato i suoi genitori. Zikos l'aveva salvato da morte certa portandolo in Croazia e gli aveva procurato una nuova identità, quella di Philip Dimas.

    Giannina non aveva idea che il giornalista di cui si era innamorata fosse il ragazzino che aveva conosciuto anni prima. E lui non poteva dirle la verità, se non voleva metterla in pericolo. L'unico obiettivo di Alex nella vita era trovare gli assassini dei genitori e costringerli a pagare per i loro crimini. Ma finché non ci fosse riuscito, non avrebbe potuto sposare la donna che amava.

    In realtà non avrebbe dovuto nemmeno iniziare una relazione con Giannina, tuttavia non era riuscito a resistere. E adesso, se gli avversari di lui avessero scoperto la sua identità, avrebbero potuto farle del male... Non poteva permettere che le accadesse qualcosa a causa sua.

    L'ultimo mese, Alex era stato a Londra per lavorare a un'inchiesta per il Daily Courier come giornalista freelance. Quel mestiere gli forniva una copertura per quello che faceva davvero. Non avrebbe mai potuto immaginare che l'adorabile ragazzina – che aveva conosciuto anni prima – fosse diventata la donna mozzafiato vista al convegno.

    Si era avvicinata a lui – dopo che aveva finito – dicendogli che l'aveva già sentito parlare al liceo, quattro anni prima a Salonicco. Lei stava frequentando uno stage alla London School of Journalism. Uno dei docenti aveva annunciato una conferenza che si sarebbe svolta con il noto giornalista Philip Dimas, e lei aveva deciso di partecipare.

    Alex le aveva chiesto di uscire a bere qualcosa insieme, e gli erano bastati pochi minuti per capire che era la donna della propria vita. Quella sera tutto il suo mondo era cambiato, e da allora aveva trascorso ogni momento libero in compagnia di lei.

    Detestava non poterle svelare la sua identità. Temeva che non appena fosse stato libero di farlo, lei non gli avrebbe perdonato di aver mentito.

    Giannina, con i capelli scuri che le incorniciavano il viso e i grandi occhi color ambra pieni di arguzia e di dolcezza, era la donna più bella che avesse mai visto. La sua prontezza, il suo fascino e la sua femminilità gli avrebbero perseguitato i sogni finché non fosse riuscito a farla sua per sempre. Temeva però che quel giorno non sarebbe arrivato presto.

    «Alex? Ci sei ancora?»

    «Sì, zio. Sarò sul volo delle tre.»

    Questo significava che avrebbe dovuto raggiungere l'aeroporto almeno un'ora prima. Non aveva molto tempo per salutarla.

    «Mi dispiace davvero, Alex.»

    «Lo so. Ti chiamo appena arrivato a Roma.»

    Dopo aver riattaccato, afferrò la valigia e si affrettò a raggiungere l'auto che aveva noleggiato per andare a prendere Giannina per il loro weekend in campagna.

    Quando raggiunse il condominio dove la ragazza abitava, suonò il citofono e salì.

    Lei lo aspettava sulla soglia, bella da togliere il fiato con un paio di pantaloni bianchi e un top di seta.

    «Philip...» Gli si gettò tra le braccia e lo baciò con una passione che corrispondeva alla propria. Per qualche istante dimenticò tutto il resto.

    Adorava i suoi capelli ondulati che le cadevano a cascata sulla schiena, e affondò le dita in quella massa setosa, inspirandone il delicato profumo di fiori. Tutto in lei era meraviglioso, ma alla fine si costrinse a lasciarla andare.

    «Agapi mou, amore mio» mormorò, scostandosi un po' da lei. «C'è una cosa di cui ti devo parlare.»

    Lei lo guardò ansiosa. «Qualcosa non va?»

    «Purtroppo sì. Quando ci siamo conosciuti, ti ho detto che se fosse emersa un'altra pista per una certa storia che sto seguendo, avrei dovuto partire immediatamente per occuparmene.»

    Un'espressione ferita le passò sul viso. «Vuoi dire che...?»

    «Temo di sì. Devo andare all'aeroporto al più presto.»

    «Oh, Philip...» gemette lei.

    «Vorrei che non fosse così, ma devo indagare su una storia potenzialmente esplosiva e il tempo è essenziale. L'ultima cosa che desidero è lasciarti sola.»

    Lei scosse il capo. «Speravo che riuscissi a venire con me a Salonicco la prossima settimana. Mi farebbe piacere presentarti la mia famiglia, e...»

    Lui l'attirò a sé e la strinse forte. «Sono certo che sarebbe piaciuto moltissimo anche a me» mormorò. Da quando l'aveva conosciuta, desiderava portarla via con sé e fare l'amore per intere settimane. Tuttavia non era il momento giusto per farlo. Non ancora...

    «Non posso credere che te ne vada» sussurrò lei, la voce rotta. Lui si staccò quanto bastava per asciugarle la lacrima che le solcava la guancia.

    «Non vorrei dover andare da nessuna parte senza di te, ma devo. Un giorno te ne spiegherò il perché. Tesoro, ti scriverò perché tu non mi dimentichi.»

    «Come potrei dimenticarti?» singhiozzò lei.

    «Ti amo, Giannina. Un giorno staremo insieme per sempre, te lo prometto.»

    «Philip...» Lei pronunciò quel nome con un singhiozzo. «Non andartene, ti prego.»

    Il dolore sul suo bel viso e l'angoscia nella sua voce lo stavano uccidendo. «Tornerò, te lo giuro.»

    Dopo un altro lungo bacio, si sciolse dall'abbraccio di Giannina e se ne andò. L'unica consolazione era che rinunciando a lei l'avrebbe tutelata.

    1

    Tre anni dopo, Salonicco, Grecia

    «Capo?» Giannina Angelis stava bevendo un caffè alla propria scrivania quando la sua caporedattrice entrò in ufficio senza preavviso. Alzò lo sguardo dall'ultima bozza della pagina finanziaria del giornale che dirigeva, l'Halkidiki. «Che cosa c'è, Khloe?»

    L'altra donna scosse i corti capelli biondi, gli occhi pieni di eccitazione. «Scusa se ti disturbo, ma non crederai chi ha appena telefonato dicendo di essere a Salonicco e che vuole parlarti al più presto!»

    Aggrottò la fronte. «Fai un respiro profondo, Khloe» raccomandò alla sua collaboratrice. «Di chi si tratta?»

    L'altra allargò le braccia con un gesto teatrale. «Oh, nessuno... È solo il giornalista più famoso d'Europa, e così bello da far girare la testa!»

    Giannina si irrigidì. C'era un solo uomo al mondo che rispondeva a quella descrizione. Lo stomaco le si strinse, ma emise una risatina sprezzante. «Stai dicendo che la star più premiata del giornalismo internazionale, Philip Dimas, è arrivato in questo angolino dell'Egeo?»

    Il sorriso di Khloe si allargò. «Proprio così! Sono quasi svenuta quando si è presentato al telefono. Ha una voce bassa e vibrante che fa venire i brividi.»

    Questo era vero, ammise Giannina. Il pensiero dell'uomo che le aveva rubato il cuore solo per spezzarglielo, tre anni prima, le rendeva difficile respirare. Scosse il capo e si appoggiò allo schienale, rifiutandosi di credere che fosse lì per lei, dopo che non si era fatto sentire per tanto tempo. «Temo che sia uno scherzo ai miei danni, Khloe.»

    L'altra donna la fissò. «Dici sul serio?»

    Giannina annuì. «Ricordi mio zio?»

    «Quello che ha cercato di affibbiarti la responsabilità di una storia falsa da lui pubblicata sul giornale, secondo cui il principe Alexandros è ancora vivo?»

    Lei annuì. «Ho ragione di credere che sia lui, il responsabile di quella telefonata.»

    Aveva sempre trovato odioso Ari Hatzi, da quando aveva sposato sua zia Olga. Facendo parte della famiglia, lui sapeva della storia tra lei e Philip Dimas a Londra, e che l'aveva lasciata. Sarebbe stato nello stile di quell'uomo usare il nome di Philip per tormentarla.

    Dieci mesi prima Ari, nativo di Hellenia, era direttore del giornale mentre lei era sua collaboratrice. Un giorno lui aveva fatto pubblicare un articolo secondo cui il principe ereditario di Hellenia – scomparso ormai da anni e creduto morto – viveva nascosto in un monastero sul Monte Athos.

    Di Alexandros si era persa ogni traccia dopo che il re e la regina erano stati assassinati. Tutti credevano, ormai, che fosse stato ucciso anche lui.

    Ari aveva pubblicato l'articolo falso e poi ne aveva attribuito la responsabilità a Giannina, nel tentativo di farla cacciare dal consiglio di amministrazione del giornale. Lei sapeva la ragione di quell'odio.

    Aveva criticato l'attuale dittatore di Hellenia. Di fronte a suo zio e ad altri membri dello staff del quotidiano, lo aveva definito un malvagio tiranno legato alla malavita internazionale. Ari, che era un fan del generale, si era infuriato fino a insultarla.

    Per fortuna il padre di Giannina, Estefen Angelis, non aveva creduto per un attimo che la responsabilità della notizia falsa fosse della figlia. Dopo una breve indagine aveva imposto ad Ari di pubblicare una ritrattazione e l'aveva licenziato, oltre a citarlo in giudizio per danni all'immagine del giornale.

    In quel periodo, la zia Olga aveva chiesto il divorzio da Ari, che si era dato alla latitanza. Anche se la polizia greca e il fratello di Giannina, Nico, l'avevano cercato ovunque, fino a quel momento quell'uomo non era stato trovato.

    Aggrottò la fronte. «Chiedigli di venire questo pomeriggio, per scoprire che cosa sta succedendo.»

    «Certo, lo richiamo subito. Ma spero con tutto il cuore che sia davvero Dimas! Non vedo l'ora di incontrarlo di persona.» Khloe le lanciò un altro sorriso estatico prima di girare i tacchi e uscire dall'ufficio, con la vitalità di un'adolescente piuttosto che da donna matura.

    Giannina finì il caffè. Dubitava che si sarebbe presentato qualcuno all'appuntamento. Abbassò di nuovo gli occhi sulla bozza, solo per accorgersi poco dopo che continuava a leggere la stessa riga, senza capire una parola.

    La sua mente tornò a quando aveva partecipato allo stage alla London School of

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