Romantico viaggio per due (eLit): eLit
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Rebecca Winters
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Romantico viaggio per due (eLit) - Rebecca Winters
successivo.
1
Il magnate greco della Simonides Corporation, Andreas Simonides, trentatré anni, ha sbalordito il mondo degli affari sposando un'americana sconosciuta di ventisei anni, Gabriella Turner, a Milos, con cerimonia privata.
La testata dell'articolo del Corriere della Sera fu come un pugno nello stomaco per Vincenzo Antonello. Mentre era in città aveva comprato un giornale prima di fermarsi per il pranzo, senza sognarsi nemmeno lontanamente cosa avrebbe letto quando lo avesse aperto. Le dita si serrarono con tanta forza sulle pagine che la carta cominciò a strapparsi.
«Papà? Sei diventato matto?»
Il suo figlioletto di sei anni aveva smesso di mangiare la pasta e lo stava fissando.
«No» rispose Vincenzo, ritrovando il controllo. «Si è rotto da solo.»
«Oh. Ora possiamo andare al parco a giocare a pallone?»
«Tra un minuto, Dino. Lasciami finire il caffè prima.»
Amici e parenti hanno fatto fronte comune contro la stampa, ma è trapelata la notizia che la coppia è in luna di miele ai Caraibi e per un bel po' non sarà disponibile per interviste e fotografie.
Il ricco Simonides era fidanzato con Irena Liapis, figlia del magnate dell'editoria di Atene, Giorgios Liapis, e si supponeva che i due presto si sarebbero sposati. Dall'annuncio a sorpresa del matrimonio, la signorina Liapis, ventisette anni, braccio destro del padre, ha rassegnato le dimissioni ed è sparita dalla scena. Nessuno sa dove si trovi al momento.
Vincenzo, il petto stretto in una morsa di gelo, faceva quasi fatica a respirare. Aveva rispettato il desiderio di Irena e da quando era tornata in Grecia, ai primi di luglio, non l'aveva più cercata. Da allora, ogni giorno si era aspettato di sentire che si era sposata con il grande Simonides.
Quando l'aveva conosciuta, aveva maledetto l'esistenza di quell'uomo e tormentato lei di continuo riguardo i suoi presunti sentimenti per il greco che intendeva sposare. Quei sentimenti, però, non le avevano impedito di passare una notte di passione con lui, pensò rabbioso. Aveva sperato che quella notte fosse stata unica e spettacolare anche per Irena e che avesse cancellato il suo desiderio di volerlo dimenticare.
Ma quell'articolo dimostrava che stava solo ingannando se stesso. In qualche modo aveva pensato che lei fosse diversa da tutte le altre.
«Irena!»
«So che sei sorpresa di vedermi.»
Deline la strinse in un abbraccio caloroso. «Solo perché pensavo che fossi già partita per l'Italia. Perché non mi hai telefonato per avvertirmi che eri ancora ad Atene?»
«Io... non ne ho avuto il coraggio» farfugliò lei.
«Non ne hai avuto il coraggio?» I begli occhi bruni dell'amica la fissavano colmi di preoccupazione. «Entra che facciamo due chiacchiere» continuò Deline, facendo strada in casa. «Ho appena finito di dare da mangiare ai gemelli. Sono in giardino, sull'altalena. A Leon dispiacerà non averti visto. È uscito per andare in ufficio qualche minuto fa.»
«Lo so. Sono venuta presto e ho aspettato sino a che non l'ho visto andare via.»
Deline stava facendo strada verso il soggiorno di villa Simonides, ma nell'udire quelle parole si fermò e le posò una mano sul braccio. «Appena ti ho visto ho capito che c'è qualcosa che non va. Cosa ti angustia, Irena?»
«La mia più grande paura al momento è che qualcuno del personale mi veda e riferisca a Leon che sono stata qui. Non deve assolutamente sapere della mia visita!»
Tra di loro aleggiarono parole non dette. Deline aveva già letto tra le righe ed era sicura che di qualunque cosa si trattasse era una faccenda terribilmente seria.
«Le cameriere arriveranno solo oggi pomeriggio. L'unica persona in giro è la governante, Sofia. Vado subito a cercarla e la avverto che non deve far parola della tua visita. È fidata, tuttavia renderò ben chiaro che se qualcun altro del personale, o mio marito, dovessero venire a conoscenza di qualcosa, passerà dei guai.»
«Grazie, Deline» ribatté Irena, abbracciando nuovamente l'amica.
«Torno tra un minuto.»
Mentre Deline si allontanava, Irena uscì in giardino. I gemelli di cinque mesi erano sull'altalena, uno di fronte all'altro. Tutti e due avevano un giocattolo in mano e sorridevano, contenti. Quando la videro cominciarono ad agitarsi eccitati.
Irena si inginocchiò accanto a Kris. Si era ripreso così bene dall'intervento al cuore che nessuno avrebbe mai detto che era appena uscito dall'ospedale. Lo baciò sulle guance, poi si voltò verso Nikos. Entrambi bruni e con gli occhi scuri erano la copia perfetta di Leon. Molti avrebbero detto che avevano preso anche dalla madre, visto che Deline aveva la pelle olivastra e i capelli corvini.
Ma chi conosceva il clan dei Simonides era al corrente della scappatella che Leon aveva avuto mentre il suo matrimonio era in crisi. Era stato l'errore di una notte, una notte di passione con un'americana, Thea Turner, ora deceduta, a dare origine a quei due splendidi bambini.
Per quanto incredibile, Deline, che era incinta di Leon, lo amava così tanto che lo aveva perdonato e ripreso in casa. Ora era una famigliola di quattro persone cui presto si sarebbe aggiunto un quinto elemento.
«Problema risolto» annunciò Deline, rientrando nella stanza.
Se solo fosse così semplice...
«Dimmi cosa c'è che non va» la incalzò l'amica, dopo che si furono sedute.
Irena occhieggiò l'amica, che sarebbe stata anche sua cognata se il fato non fosse intervenuto a cambiare le loro vite.
Niente era più come prima. Il fratello gemello di Leon, Andreas, era l'uomo che Irena pensava avrebbe sposato. Ma due mesi prima era andata alle Cinque Terre, in Italia, per lavoro e lì aveva conosciuto un altro uomo. Erano nati un'attrazione e un legame tali tra loro che non avrebbe mai voluto lasciarlo.
Quando era tornata in Grecia con l'intenzione di dire la verità ad Andreas, lui non era raggiungibile in alcun modo. Poi, però, aveva scoperto che era comparsa sulla scena la sorellastra di Thea, Gabi Turner, e Andreas se n'era innamorato pazzamente, dimenticandosi del tutto di lei. Subito dopo, i due si erano sposati in gran segreto e ora erano in luna di miele.
«Irena Liapis... Parla!»
Irena cominciò a tremare. «Non so come dirtelo.»
«Cosa?»
«Non ci crederai. Quasi non ci credo io.»
«È così terribile?»
«Peggio.»
«Stai per morire?»
«No, ma almeno così si risolverebbe il problema.»
Senza preavviso, Deline balzò in piedi. «Quella non è mai una soluzione!» la redarguì. «Quello che intendevo dire è che, a meno che non ti abbiano diagnosticato una malattia incurabile, niente altro di quello che potresti raccontarmi sarebbe peggio di quello che ho passato mentre cercavo di decidere se restare con Leon o no.»
«Prova questo: sono incinta.»
Deline impallidì. «Il figlio di Andreas...»
Ci fu un breve istante di silenzio. «Probabile» disse poi Irena con voce tremante.
L'amica sgranò gli occhi incredula. «Come probabile?»
«Il medico ha fatto due conti, è quasi sicuro che sia di Andreas, ma potrebbe anche essere di un altro. Oh, Deline, e se fosse il figlio di Vincenzo?»
«Chi è Vincenzo?»
Deline era così pallida che Irena, preoccupata, la condusse di nuovo al divano, dove entrambe sedettero.
«Vincenzo è l'uomo con cui ho passato tutto il mio tempo mentre ero in Italia per il mio articolo» spiegò. «È bello e... Oh, che pasticcio!»
Travolta da un'ondata di disperazione, Irena si prese il volto tra le mani.
«Da quanto sai di essere incinta?» chiese Deline.
«Ho avuto nausea per tutta la settimana, così ieri sono finalmente andata dal medico. Credevo di aver preso l'influenza, o qualcosa di virale. Il dottore mi ha indirizzata da un ginecologo. Ci sono andata stamattina, prima di venire qui, ha confermato che sono incinta. Sono di sei settimane.»
Aveva implorato il dottore di rifare i calcoli, e rifarli ancora... Quando aveva lasciato la Grecia, per il lavoro assegnatole dal giornale, era stata a letto solo con Andreas, l'uomo che avrebbe dovuto sposare al suo rientro.
Ma quei dieci giorni in Italia avevano cambiato per sempre il corso della sua esistenza. Aveva conosciuto Vincenzo e scoperto emozioni e sentimenti mai provati prima. Era così presa che aveva prolungato il soggiorno per poter stare con lui. Non voleva tornare in Grecia, né voleva tornare da Andreas.
Gli occhi di Deline si riempirono di lacrime. «Oh, Irena. Quali che siano le difficoltà, avrai un bambino ed è una cosa meravigliosa questa.»
«Lo so» ribatté lei, ugualmente commossa. «Lo voglio più di qualunque altra cosa al mondo.» Voleva che fosse di Vincenzo, pensò tra sé.
«Naturalmente» concordò l'amica, battendole qualche colpetto affettuoso sul braccio. «Cosa intendi fare?»
Irena trasse un profondo respiro. «So quello che non voglio fare. Andreas non saprà mai che il bambino che porto in grembo è suo, se è suo. Oggi pomeriggio vado da un altro ginecologo, per avere una seconda opinione. Devo essere sicura.»
«È quello che volevo consigliarti. È troppo importante.»
«Oh, Deline... vorrei tanto che fosse di Vincenzo.»
«Ma potrebbe accadere che anche questo medico ti dica la stessa cosa...»
«Mi rifiuto di far soffrire Andreas e Gabi. Tu e Leon avete vissuto un incubo quando ti ha confessato di essere il padre dei gemelli di Thea. Non voglio che anche loro passino qualcosa del genere. Sono innamorati. Andreas non vedeva l'ora di sposarla. Ora sono in luna di miele e stanno facendo progetti per il futuro. Non rovinerò la loro felicità.»
Deline scosse la testa, incredula.
«Vorrei essere in luna di miele con Vincenzo. Vorrei potergli dire che ho un figlio suo in grembo. Non so come hai fatto, Deline. Ero così in pena per te.» I gemelli erano adorabili, ma avrebbero dovuto essere di Deline e di Leon.
«Non dimenticherò mai quanto mi sei stata vicino» replicò l'amica con voce tremula.
«Non volevo rivangare ricordi dolorosi, cara. Il fatto è che non posso fare qualcosa di così terribile ad Andreas e a sua moglie.»
Deline si alzò. «La verità viene sempre a galla, Irena. Cosa sarebbe accaduto se quel che era successo tra Leon e Thea fosse rimasto segreto per anni? Non sono sicura che il nostro matrimonio sarebbe sopravvissuto a un colpo del genere dopo tanto tempo. Perlomeno abbiamo ricominciato da zero sin da subito, prima che nasca il nostro piccino. E Leon è così buono con me... così gentile e comprensivo.»
Irena capiva perfettamente. «Credimi, sono felice che le cose vadano così bene tra voi. Ma rifletti, Deline... Forse Gaby è già incinta. La storia si ripeterebbe...»
Deline fece una smorfia.
«Non sarebbe un bel regalo di matrimonio il mio. Non posso fargli una cosa del genere.»
«Un giorno lo scoprirà e quando succederà...» Deline venne percorsa da un brivido. «Conosco Andreas. È un uomo meraviglioso e ha un gran cuore, ma se dovesse scoprire che gli hai tenuto nascosta l'esistenza di un figlio – specie dopo quello che ha fatto perché suo fratello si ricongiungesse con il suo...» Di nuovo scosse il capo. «Avrei paura per te, Irena.»
Messa in quei termini, ne avrebbe avuta anche lei.
Irena si schiarì la gola. «C'è un modo per gestire la cosa così che non possa mai scoprirlo. Ed è per questo che sono qui. Volevo parlarne con te.»
«Che modo? Trasferirsi su un altro pianeta?»
«Non così lontano. Dopo esser tornata dall'Italia, ho rassegnato le mie dimissioni al giornale. L'idea era di rompere il fidanzamento con Andreas e tornare a Riomaggiore, da Vincenzo. È lì che sono diretta. Spero che parlasse sul serio e voglia ancora sposarmi.»
«Ancora? Vuoi dire che dopo soli dieci giorni insieme ti ha già chiesto di sposarlo?» esclamò Deline inorridita. «Sei bella e intelligente e qualunque uomo ti vorrebbe, ma se sapeva di Andreas...»
«Lo so, suona complicato. Non mi ha esattamente chiesto di sposarlo. È venuto fuori, più o