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La segretaria perfetta: Harmony Collezione
La segretaria perfetta: Harmony Collezione
La segretaria perfetta: Harmony Collezione
E-book166 pagine2 ore

La segretaria perfetta: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Il club dei milionari 2/3

Lista dei compiti della segretaria perfetta di un milionario playboy:

1. Archiviazione: assicurarsi che tutte le ex siano fuori gioco
2. Controllo dei costi: tutti i gioielli devono essere restituiti entro una settimana dalla fine della relazione
3. Accurata gestione dell'agenda: non devono verificarsi sovrapposizioni nel fitto programma di appuntamenti

La fine della relazione della sua segretaria fornisce ad Alex Katona l'occasione di sfidarla a tirare fuori il suo lato più passionale. Harriet dovrà imparare a godersi la vita e a eseguire tutti i suoi ordini.
LinguaItaliano
Data di uscita18 ott 2018
ISBN9788858989173
La segretaria perfetta: Harmony Collezione
Autore

Miranda Lee

Scrittrice romantica, e moglie fortunata di un uomo molto, generoso!

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    Anteprima del libro

    La segretaria perfetta - Miranda Lee

    successivo.

    1

    Dovrei essere più felice, pensò Alex prendendo la tazza di caffè e uscendo sulla terrazza dell'attico, dove lo accolse l'aria frizzante del mattino. Non avrebbe fatto freddo a lungo, il sole era già visibile all'orizzonte: l'inverno di Sydney era una passeggiata rispetto a quello di Londra, e lui era ben felice di essere tornato a casa. Felice, ma non troppo.

    Alex esaminò il panorama della città: un uomo sarebbe stato folle a non rallegrarsi quando finalmente otteneva tutto quello che si era ripromesso di raggiungere. A trentaquattro anni lui non era un folle: era un uomo d'affari di grande successo.

    Dopo essersi laureato in Inghilterra grazie a una borsa di studio internazionale, dieci anni prima era diventato imprenditore: in società con i suoi due migliori amici di Oxford aveva trasformato in un'attività fiorente un vecchio wine bar destinato altrimenti alla demolizione. Quel primo wine bar aveva portato al secondo, poi al terzo, al decimo, sinché alla fine avevano dato vita a un franchising.

    Idea di Sergio quella.

    Alex sorrise: pensare a Sergio lo faceva sempre sorridere. E anche a Jeremy, anche se quei due erano diversi come il giorno e la notte. Sergio era portato a prendere la vita troppo seriamente a volte, mentre Jeremy... Da dove iniziare con lui? Anche se alcune persone lo avrebbero definito un playboy, lui sapeva che Jeremy nel cuore era un uomo generoso e leale, forse con troppo fascino e denaro per il suo stesso bene. E ora sarebbe stato anche più ricco, dato che la recente cessione del franchising li aveva resi tutti multimilionari.

    Il sorriso di Alex si attenuò nel rendersi conto che quella vendita aveva reciso il legame principale che li univa: anche se non dubitava che sarebbero sempre rimasti amici, non sarebbe più stato lo stesso. Sergio era tornato a Milano per prendere le redini della manifattura di famiglia, al momento in difficoltà, mentre lui stesso non aveva ragioni per tornare in Inghilterra.

    Ma questa era la vita, niente rimaneva uguale per sempre. Il tempo non aspettava nessuno.

    Guardò l'orologio: erano quasi le otto. Se non si fosse affrettato avrebbe fatto tardi al lavoro e Harriet si sarebbe chiesta dove fosse finito. Alex sperava di non averla turbata per il modo in cui le aveva parlato il giorno prima: anche se giovane, era la miglior assistente che avesse mai avuto.

    Buttando giù il resto del caffè, tornò in casa, infilò la tazza nella lavastoviglie, afferrò cellulare e chiavi, poi si diresse all'ascensore. Non appena si aprirono le porte squillò il telefono. Un sorriso ironico gli illuminò il volto quando vide che era Jeremy.

    Quando si parla del diavolo!

    «Jeremy, amico mio, stavo giusto pensando a te.» Alex entrò nell'ascensore e pigiò il bottone per il parcheggio sotterraneo.

    «Davvero preoccupante» borbottò Jeremy. «Non hai niente di meglio da fare nella vita? Dovresti essere là fuori a guadagnare altri milioni. No, meglio di no: li daresti tutti via.»

    Alex sorrise. «Hai bevuto, vero?» A Londra doveva essere tardo pomeriggio.

    «Si potrebbe dire così. Sono a una festa. Una festa di fidanzamento.»

    Alex gemette al pensiero che un familiare di Jeremy, forse persino sua madre o suo padre, fosse di nuovo diretto all'altare. Non era difficile capire l'atteggiamento negativo del suo amico verso l'amore e il matrimonio: non si fidava che durassero.

    Anche lui non era interessato, ma non per scetticismo o cinismo. Sapeva molto bene che il vero amore esisteva e durava, se si trovava la persona giusta. Semplicemente aveva ragioni personali per rimanere scapolo, in particolare la promessa fatta a sua madre sul letto di morte.

    Dio ti ha fatto così intelligente per uno scopo, figliolo, gli aveva detto con l'ultimo respiro. Promettimi che non sprecherai i tuoi talenti. Usali per fare del bene.

    Alex le aveva obbedito, ma essere un filantropo impegnato richiedeva molto tempo e non gliene lasciava a sufficienza per una moglie e una famiglia. Comunque, a dirla tutta, gli piaceva essere scapolo. Vivere da solo, libero da legami emotivi.

    Le porte dell'ascensore si aprirono nel seminterrato e Alex si diresse rapido verso il SUV.

    «Allora, chi viene accalappiato questa volta?» chiese a Jeremy. «Non tua madre, spero.» La madre di Jeremy aveva divorziato dal terzo marito l'anno prima dopo aver scoperto che stava andando a letto con la sua personal trainer.

    «No, grazie a Dio. Si tratta di qualcuno molto più sorprendente.»

    «Davvero?» Era spiazzato. «Aspetta solo un attimo, devo salire in auto. Sai, sto andando al lavoro.» Alex si sedette al volante, poi rapido collegò il telefono al Bluetooth. «A posto. Sono collegato» disse mentre usciva in retromarcia.

    «Fai mai qualcosa che non sia lavorare?» gli chiese l'amico, chiaramente perplesso.

    «Certo. Mangio fuori, vado in palestra e faccio molto sesso. Un po' come te, amico mio.»

    «Stai ancora vedendo quella Lisa, la ragazza con la risata gracchiante di cui mi hai parlato? O hai rotto con lei come intendevi fare non appena fossi tornato a Sydney?»

    «Sì, è storia passata» mormorò Alex con una smorfia.

    Lisa era ancora un punto dolente. Il weekend precedente aveva previsto di dirle con tatto che era finita, ma lei lo aveva preceduto, informandolo di aver accettato un lavoro su una nave da crociera che quella settimana sarebbe partita per l'Asia.

    Avrebbe dovuto sentirsi sollevato, invece si era decisamente seccato. «Non voglio parlare di Lisa» sibilò Alex. «Voglio sapere quale sorprendente persona ha deciso di sposarsi.»

    «Fidati quando dico che rimarrai più che sorpreso. È Sergio quello che si sposa.»

    Anche se un po' colto di sorpresa, Alex non era proprio stupito. «Cosa c'è di così sorprendente? Aveva detto che si sarebbe trovato una moglie una volta tornato in Italia. Ha fatto in fretta però.»

    Jeremy rise. «Non sai il resto. Il matrimonio è fissato tra due settimane.»

    «Santo cielo! Perché tutta questa fretta? La futura sposa non può già essere incinta. È tornato in Italia solo da poco più di due settimane.»

    «Per quanto ne so, Bella non è incinta.»

    Alex premette il piede sul freno, scatenando un clacson rabbioso dall'auto dietro di lui: era sulla rampa di uscita del parcheggio. Riprendendosi, continuò a guidare, cercando di rimanere calmo e di non causare un incidente.

    «Non dovresti dirmi una cosa del genere mentre sto guidando» commentò con una calma maggiore di quella che sentiva. Perché Bella era quella Bella, la stella di Broadway e l'ex sorellastra di Sergio. Un paio di anni prima Sergio aveva confessato ai suoi amici di aver sempre avuto una cotta per lei. Naturalmente entrambi lo avevano esortato a dimenticarla ma lui non aveva seguito il loro consiglio.

    «Fidati, sono sorpreso quanto te» rispose Jeremy con tono divertito. «Ho dovuto persino assistere a questa folle ossessione in diretta.»

    «Cosa vuoi dire?»

    «Sapevo che Sergio si trovava nella sua villa sul lago di Como, così ieri ho deciso di andarci e di fargli una sorpresa per il suo compleanno.»

    «Oh, il suo compleanno. L'ho dimenticato.»

    «Tu dimentichi sempre i compleanni. Comunque, tornando alla storia, credevo che Sergio fosse solo: aveva detto che voleva trascorrere una vacanza prima di occuparsi dell'azienda di famiglia. A quanto sembra mi sono sbagliato, perché quando sono arrivato lui era a Milano e Bella installata alla villa. Lei mi ha raccontato di soffrire di esaurimento e di aver cercato di affittare la villa di Sergio, ma lui l'aveva invitata come sua ospite.»

    Alex strinse i denti. «Così il risultato è che si è fatta strada nella vita di Sergio e poi lo ha sedotto.»

    «Sergio non la racconta così. Dice che lui ha sedotto lei

    «Non sembra Sergio.»

    «Sono d'accordo con te, ma sembra sia andata proprio così. E poi il poveretto si è innamorato di lei.»

    «Sì, ma lei lo ricambia, o è un caso da tale madre tale figlia?» La madre di Bella era una donna spietata e ambiziosa che aveva sposato il padre vedovo di Sergio per finanziare la carriera di canto e ballo della figlia, per poi divorziare una volta che la carriera di Bella era decollata. «Bella sa che ora è multimilionario?»

    «Non lo so. È un manicomio qui.»

    «Devi pure avere una tua opinione sulla sincerità di Bella...» borbottò Alex.

    «Be', per quanto suoni improbabile detto da un vecchio cinico come me, penso che lei potrebbe essere sinceramente innamorata di Sergio.»

    «Non dimenticare che è un'attrice» osservò Alex tagliente.

    «E ora chi è il cinico? Comunque, il matrimonio è fissato per la fine di questo mese. Vedrai che Sergio ti telefonerà a breve: ci vuole entrambi come testimoni. Io gli ho detto che sarà un onore per me e tu, quando te lo chiederà, cerca di sembrare elettrizzato, perché lui non cambierà idea. Quell'uomo è pazzo di lei. Noi possiamo solo esserci per raccogliere i pezzi se e quando tutto finirà a gambe all'aria.»

    Alex non era sicuro di quanto aiuto avrebbe potuto dare dall'Australia, ma naturalmente sarebbe andato al matrimonio. Sarebbe stato orgoglioso di trovarsi al fianco di Sergio come suo testimone.

    «Prenota subito un volo che ti faccia arrivare sul lago di Como il giorno prima del matrimonio. No, facciamo un paio di giorni prima: voglio portarti a Milano e trovarti un completo adeguato. Anche se potrebbe rivelarsi un matrimonio disastroso, non è una scusa per non presentarci nella maniera migliore. Dobbiamo rendere Sergio orgoglioso di noi quel giorno. In fondo siamo i testimoni.»

    Alex sentì un nodo in gola e per un attimo rimase senza parole.

    «Ora devo andare, Alex. Non dimenticare di prenotare il volo e per favore vedi di sembrare elettrizzato quando Sergio ti chiama. Ciao!» E riappese.

    Alex gemette al pensiero di dover mostrare entusiasmo quando Sergio lo avesse contattato, ma lo avrebbe fatto per lui. Il destino non era stato indulgente a farlo innamorare di una donna come Bella. Le loro nozze erano un disastro annunciato.

    Quel pensiero rafforzò la sua decisione di non farsi mai imbrigliare nella questione amore e matrimonio. Amare e perdere qualcuno, per morte o divorzio, non avrebbe mai fatto parte dei suoi piani. Non avrebbe mai rischiato di diventare vittima di una donna opportunista. Ecco perché frequentava sempre ragazze che volevano solo divertirsi.

    E ora avrebbe fatto meglio ad affrettarsi, se non voleva che Harriet inviasse una squadra di soccorso a cercarlo!

    A Harriet non importava minimamente che il suo capo fosse in ritardo quella mattina. Quando poco prima delle otto era arrivata in ufficio, era intimorita al pensiero di dovergli dire la novità, una novità che avrebbe dovuto comunicargli al suo ritorno da Londra. Ma al tempo le sue emozioni erano state troppo vive: avrebbe finito per piangere di fronte a lui e non voleva farlo. Alex si sarebbe imbarazzato. E anche lei.

    Così aveva lasciato passare i giorni senza confessare che il suo fidanzamento con Dwayne era rotto: aveva invece sperato che il capo notasse che non portava l'anello, ma lui non l'aveva fatto. Alex non notava dettagli personali come quello. Sotto certi aspetti era un uomo con una visione limitata: quando era al lavoro, lavorava.

    La irritava un po' anche il fatto che nessun altro alla Ark Properties l'avesse notato, ma era colpa sua. Anche se era amichevole con tutti i dipendenti, non socializzava con loro uscendo a bere il venerdì sera. Harriet aveva il suo gruppo di amiche con cui usciva a bere, in particolare

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