Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Patto con il re: Harmony Collezione
Patto con il re: Harmony Collezione
Patto con il re: Harmony Collezione
E-book168 pagine3 ore

Patto con il re: Harmony Collezione

Valutazione: 2 su 5 stelle

2/5

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

La bella addormentata...
Gli scandali in mezzo ai quali è cresciuta hanno portato Kassie a desiderare di condurre un vita riservata e priva di colpi di scena. Ma l'esistenza tranquilla a cui è abituata sta per essere stravolta da re Giorgos Nicolaides, che pretende informazioni circa la fuga della sorella.

... svegliata dal suo re.
Kassie non sa niente, ma l'immediata attrazione fra loro suscita in lei un desiderio che non ha mai conosciuto e che la convince a stringere con il re un patto eccitante: lo aiuterà a proteggere la reputazione della sorella e in cambio Giorgos la introdurrà al piacere che solo lui è in grado di risvegliare.
LinguaItaliano
Data di uscita21 ott 2019
ISBN9788830505766
Patto con il re: Harmony Collezione
Autore

Natalie Anderson

Tra le autrici più amate e lette dal publico italiano.

Leggi altro di Natalie Anderson

Autori correlati

Correlato a Patto con il re

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Patto con il re

Valutazione: 2 su 5 stelle
2/5

1 valutazione0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Patto con il re - Natalie Anderson

    successivo.

    1

    «Che vuol dire che non sai dove si trova?» Il re Giorgos Nicolaides fissò il capo della sicurezza.

    L'uomo in uniforme fece due tentativi prima di riuscire a rispondere: «Tutte le squadre sono alla sua ricerca, Vostra Maestà».

    Giorgos, normalmente tanto calmo da far pensare di essere fatto di ghiaccio, era pericolosamente vicino a esplodere dalla rabbia. Erano passate ore dall'ultima volta in cui sua sorella era stata vista. Stava scendendo la sera e l'oscurità era sempre più vicina.

    «È entrata in ospedale ma non ha mai raggiunto il reparto...»

    «Allora dov'è andata?»

    L'uomo davanti a lui impallidì. «Ci stiamo lavorando, Vostra Altezza.»

    «Suppongo abbiate già controllato tutti i filmati di sicurezza disponibili.» Serrò le mani a pugno, in un feroce tentativo di trattenere la rabbia che minacciava di sopraffarlo. Era una situazione inaccettabile. «La sua guardia del corpo dev'essere licenziata» sbottò, incapace di resistere alla necessità di agire. «Non appena sarà ritrovata, voglio che se ne vada.»

    «Sì, signore.» L'uomo si allontanò dalla stanza.

    Altre teste sarebbero cadute, una volta che la situazione fosse stata risolta, ma per il momento aveva bisogno del maggior numero possibile di uomini là fuori a cercare di trovarla. Di salvarla.

    Perché era stata portata via. Eleni non avrebbe mai lasciato l'ospedale di sua volontà. E quando avesse messo le mani sugli incauti bastardi che l'avevano rapita con chissà quali intenzioni...

    Arrestò quegli orrendi pensieri e percorse nervosamente il perimetro della grande stanza. Dovevano trovarla. In fretta.

    «Signore...»

    Giorgos si girò di scatto mentre il soldato entrava nella stanza. Il sangue gli si gelò nelle vene, quando vide l'espressione nei suoi occhi. Era un uomo che aveva affrontato gli orrori della guerra, innumerevoli operazioni di salvataggio e disastri naturali. Aveva sperimentato tutta la gamma della devastazione umana. E in quel momento sembrava guardingo. Perché?

    «Che c'è?» ringhiò.

    «Una delle telecamere sulla strada mostra...»

    «Cosa?» Si avvicinò e indicò il portatile che l'uomo teneva in mano. «Fammi vedere.»

    Il filmato era sgranato, ma il profilo della donna sullo schermo era inconfondibile. Giorgos osservò la sorella allontanarsi dall'ospedale accanto a un uomo alto e raggiungere un'auto parcheggiata in una tranquilla strada laterale. La vide salire in macchina e sparire insieme a quell'uomo.

    Questi non sembrava avere né pistola né coltello, né alcun tipo di arma. Sorrideva. Non sembrava esserci stata alcuna coercizione, nessuna apparente minaccia. Il sangue di Giorgos si trasformò in ghiaccio nelle sue vene, facendolo rabbrividire.

    Sua sorella aveva scelto di andarsene.

    Proprio la notte in cui il suo fidanzato sarebbe arrivato per conoscerla, lei era scappata con un altro. E a Giorgos era bastato dare una rapida occhiata all'uomo per capire che Eleni era nei guai. Quel farabutto teneva la testa alta e mostrava una certa arroganza. Non aveva paura di essere visto e sapeva chiaramente cosa voleva. La principessa Eleni Nicolaides.

    Strinse i pugni, colmo di una furia impotente rivolta a se stesso, più che a sua sorella. Era giovane, ingenua e innocente e senza alcun dubbio era stata ingannata. Si sentiva in colpa. Avrebbe dovuto proteggerla, tenerla più al sicuro... Ci aveva provato con tutte le sue forze. Non riusciva proprio a capire come quell'uomo fosse riuscito ad avvicinarsi a lei.

    «Chi è?» domandò lentamente.

    Prima che la guardia potesse rispondere, il telefono di Giorgos squillò. I due uomini si immobilizzarono. Entrambi sapevano che pochissimi avevano il suo numero personale. Estrasse il telefono dalla tasca inspirando bruscamente.

    «Giorgos, sono io» si affrettò a dire sua sorella, prima che lui potesse parlare.

    «Eleni. Dove sei?» Il sollievo di sentire la sua voce fu sopraffatto dalla rabbia. «Torna immediatamente a palazzo. Hai idea del caos che hai scatenato?»

    Lei non rispose immediatamente e quella pausa rimise Giorgos in allerta.

    «Non tornerò, Giorgos, non ancora. Ho bisogno di tempo per pensare.»

    «Pensare? A che cosa? Il tuo fidanzato è già qui. O hai dimenticato che stai per partire con lui?»

    Ricordò le immagini di lei che si allontanava tranquillamente con quell'altro uomo. Come aveva potuto? Non l'avrebbe mai creduta capace di voltare le spalle al dovere. Al suo Paese. Aveva sempre abbracciato il suo ruolo e accettato il futuro che l'aspettava. Era tutto programmato da più di due anni. Quello che aveva scelto era il compagno ideale per lei ed Eleni sapeva bene che, in quanto reali, le loro vite non avrebbero mai potuto essere interamente di loro proprietà.

    «Non posso farlo, Giorgos.»

    «Non puoi fare cosa?» L'impazienza ebbe quasi la meglio su di lui.

    Un'altra pausa. Giorgos ascoltò allarmato quel silenzio innaturale.

    «Sono incinta» disse lei piano.

    Il fratello chiuse gli occhi, digrignando i denti. Non riusciva a parlare. Non poteva sopportare di pensare.

    Incinta.

    Quella parola lo trasportò in un altro momento. A un'altra donna. Il ricordo di quel dolore lo colpì come un pugno nello stomaco.

    «Il principe Xander non è il padre» aggiunse lei.

    Era il suo peggior incubo. Aveva desiderato ardentemente proteggerla da questo tipo di errore.

    «Chi è?» chiese alla fine. «Dimmi, chi

    «Non ha importanza...»

    «Lo ucciderò. Lo... Dimmi il suo nome.»

    «No.»

    La rabbia esplose incontrollabile. «Dimmi il suo nome, Eleni. Lo farò...»

    «Richiama i cani, Giorgos. O giuro che sparirò e non tornerò mai più.»

    Rimase senza parole per quell'interruzione. Eleni non aveva mai osato interromperlo. E di certo non aveva mai fatto minacce. Cosa era successo a sua sorella?

    Di nuovo, un ricordo riverberò nella mente di Giorgos. L'accesa discussione con suo padre, la testardaggine e la sconsideratezza che avevano riversato dolore e distruzione sulla famiglia. L'ultima cosa che voleva era che sua sorella dovesse sopportare una vita di sensi di colpa e rimpianti. Sapeva bene cosa significasse portare quel peso.

    «Non importa chi sia» continuò lei con fermezza. «Non mi ha sedotta. Ero più che consenziente. L'errore è stato mio, Giorgos. E ho bisogno di tempo per sistemare le cose. Dì al principe Xander che sono malata. Digli che sono scappata. Digli quello che vuoi, ma non lo sposerò. Non tornerò. Non finché non avrò deciso cosa fare.»

    Lo shock per quell'improvvisa ribellione lo fece vacillare. «Sei con lui adesso?»

    «Non sposerò neanche lui» dichiarò Eleni.

    Giorgos imprecò a denti stretti. Era così ingenua.

    «Questo bambino è mio. Nicolaides al cento per cento!» esclamò. Poi il suo tono si addolcì, trasformandosi in una delle suppliche alle quali raramente lui era in grado di resistere. «E per favore, non prendertela con Tony per la mia scomparsa. Non è stata colpa sua.»

    «La tua guardia del corpo non ha idea di dove tu sia. È chiaramente un incompetente. È già stato licenziato.»

    «Ma non è colpa sua.» La voce di Eleni tornò ad alzarsi. «Gli ho...»

    «Mentito» concluse Giorgos per lei. «Ma non avrebbe dovuto perdere le tue tracce.»

    «Ma...»

    «Avresti dovuto pensare alle conseguenze delle tue azioni, Eleni. Ci saranno ripercussioni per tutta la gente di Palisades.»

    Giorgos chiuse di nuovo gli occhi. Faceva troppo male. Aveva bisogno di farla ragionare e mettere fine a quella follia prima che fosse troppo tardi per contenere i danni. Non poteva cambiare il passato. Ma poteva fare in modo che sua sorella avesse un futuro brillante. Si sarebbe preso cura di lei. Glielo doveva, dal momento che era colpa sua se non aveva un padre.

    «Mi dispiace tanto» disse lei. «Mi assumo la piena responsabilità. Mi farò viva quando potrò.»

    Giorgos si rese conto di quanto fosse vicino a perderla. Non poteva permettere che accadesse. Sua sorella era tutto ciò che restava della loro famiglia e aveva giurato di proteggerla. Avrebbe protetto lei e la loro reputazione.

    «Il nome dell'uomo è Damon Gale...» Il capo della sicurezza interruppe i suoi pensieri.

    Giorgos trasse un profondo respiro prima di voltarsi. «Tutto» disse con fermezza. «Ho bisogno di sapere tutto su di lui. Voglio sapere chi è e cosa fa, a partire da quel che mangia per colazione e che detersivo usa. Nessuna informazione sarà troppo insignificante.»

    «Stiamo già mettendo insieme un dossier.»

    «Lo voglio in meno di un'ora.» Lo voleva subito.

    «Sì, signore.»

    Rimasto solo, si aggirò per la stanza come un leone in gabbia, interrogandosi senza sosta in attesa che i suoi uomini raccogliessero le informazioni che aveva richiesto. Com'era arrivato a Eleni? Quando aveva avuto la possibilità di sedurla? Il fidanzamento che aveva organizzato per la sorella era perfetto. Si sarebbe trasferita in un palazzo poco lontano ed era contenta di quella soluzione. Aveva sempre capito cosa ci si aspettava da lei. Non era così?

    Quindici minuti più tardi, il capo della sicurezza rientrò nella stanza. «Abbiamo eseguito un programma di riconoscimento facciale su tutte le riprese del palazzo.»

    «E...?» chiese Giorgos seccamente.

    «Sembra che il signor Gale sia stato ospite al ballo per l'ospedale del mese scorso.»

    «Il ballo per l'ospedale?» ripeté Giorgos sorpreso. Poi guardò lo schermo del portatile ed eccola lì, la prova che Damon Gale aveva varcato la soglia del suo palazzo.

    La telecamera aveva catturato una serie di quattro immagini. Il ballo in maschera era un evento annuale che aveva lo scopo di raccogliere fondi per l'ospedale, eppure Damon Gale non si era disturbato a mascherarsi. Era entrato insieme a una donna, ma era stato catturato da una telecamera mentre passeggiava per la sala da ballo a fianco di un'altra. Una donna alta e snella dalla parrucca blu e, nonostante la maschera che indossava, Giorgos la riconobbe subito. Era sua sorella.

    Quindi il furfante aveva sedotto Eleni proprio sotto il suo naso. Aveva abbandonato la sua accompagnatrice per andare a caccia della principessa.

    Giorgos tornò a guardare la prima immagine. Nemmeno l'accompagnatrice di Damon portava la maschera, ed era stupenda. Nella sua vita aveva conosciuto e avuto donne bellissime: modelle, attrici, ereditiere... Abbastanza da esserne ormai quasi annoiato. Ma quella donna giocava in un diverso campionato.

    Serafica e altezzosa allo stesso tempo, ostentava sottilmente le sue curve sexy e i folti capelli castani, raccolti in una stretta coda, ricadevano seducenti fino alla vita stretta, sottolineando il perfetto punto di congiunzione tra i seni generosi e i fianchi sinuosi. Ciò che più attirava l'attenzione in lei però, era il viso. La bellezza indescrivibile dei suoi grandi occhi, il sottile naso all'insù e le labbra carnose.

    Possedeva una bellezza classica che rasentava la perfezione. Ogni centimetro di lei parlava di femminilità e sensualità. Le sue fattezze squisite indicavano che fosse pienamente consapevole del proprio potere di seduzione e l'abito che aveva scelto confermava quell'ipotesi. Era coprente, eppure aderente al punto giusto per enfatizzare ogni curva letale.

    Una scintilla d'ira si accese in Giorgos. «Voglio una stampa di questa foto» scattò. «Chi è lei?» Perché Damon Gale si era allontanato per sedurre la sua innocente sorellina, quando era entrato in compagnia di quella donna? Che ruolo aveva quella... vipera, nella faccenda?

    «Il suo nome è Kassandra Marron. Si fa chiamare Kassie e lavora in ospedale.»

    «Il mio ospedale?» Giorgos si irrigidì, mentre la sua furia cresceva. «Quindi l'ha portato lei a palazzo?»

    «A dire la verità, è stato il signor Gale a estendere l'invito.»

    Giorgos prese un profondo respiro. Era l'accompagnatrice di Damon Gale, l'aveva invitata al ballo, ma aveva già messo gli occhi su Eleni? Giorgos era confuso. Quella donna possedeva una tale sensualità...

    «La signorina Marron è la sorellastra del signor Gale» aggiunse l'agente. «È la figlia illegittima di John Gale, un diplomatico americano.»

    Quindi era la sorellastra di Damon. Tutto iniziava ad acquisire un senso. Era l'equivalente femminile del fratello predatore. Uno strano senso di soddisfazione attraversò Giorgos, trasformando la sua rabbia

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1