Il Colpo: Paranormal Romance
Di Kate Rudolph
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Info su questo ebook
L'alfa non cede ciò che è suo...
Nessuno ruba a Luke Torres. La sua fortezza è leggendaria e il suo branco di leoni è letale, pronto ad affrontare qualsiasi minaccia. Quando Luke conosce Mel, lei lo lascia senza fiato con un bacio rovente, ma quando si incontrano di nuovo si ritrovano carceriere e prigioniera in un micidiale scontro felino contro felino.
La ladra è all’altezza del compito...
Dal primo momento in cui Mel accetta l’incarico, sa che portarlo a termine è praticamente impossibile. Ma per la ladra più scaltra del mondo soprannaturale, una missione impossibile è una sfida irresistibile. Specialmente se la ricompensa per il lavoro svolto può portarla un passo più vicino alla vendetta.
Quando le cose prendono una brutta piega, Mel si ritrova nella tana del leone ad affrontare l’uomo più attraente che abbia mai incontrato. Riuscirà a portare a termine la missione prima che qualcos’altro vada storto?
Kate Rudolph
Kate Rudolph never knows when to stop. Whether it’s riding her bike down the busy streets of Austin, Texas, fixing computers, or shooting off answers to trivia quizzes, she is doing something. She began writing at a young age and now has a stack of projects as tall as her. When she was a child, she visited a wolf sanctuary and became fascinated by the animals. She is concerned with animal conservation and protection. Kate has published one complete series, Stealing the Alpha, and several stand alones. Want to know when she releases a new book? Sign up to her mailing list to receive notifications of new releases and deals. The link can be found here: http://katerudolph.net/index.php/subscribe You can also find her on Facebook: https://www.facebook.com/katerudolphauthor Her website is www.KateRudolph.net
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Anteprima del libro
Il Colpo - Kate Rudolph
1
Capitolo Uno
La faccenda prese una brutta piega poco dopo che Mel ebbe rubato la chiavetta usb dal caveau. E caveau era una definizione fin troppo generosa per quella miserabile sottospecie di cassaforte. L’intera operazione avrebbe dovuto essere molto più difficile. Da quel che aveva visto, si poteva dedurre che la società fosse gestita da un gruppo di cervelloni privi di qualsivoglia preoccupazione per la sicurezza, quella vera.
Buon per lei.
Ancora meglio, con quel livello di protezione ridicolo, il lavoro poteva essere portato a termine da un solo uomo – o una sola donna. Più soldi, e meno gente attorno che poteva incasinare qualcosa. Proprio come piaceva a lei. Mentre sfrecciava per l’ultimo corridoio dell’edificio, non perse tempo a pensare a come Krista e Bob avrebbero potuto renderle le cose un po’ più facili. Era perfettamente in grado di lavorare da sola, lo era da molto tempo.
I latrati dei cani sovrastavano il rumore dei passi concitati degli addetti alla sicurezza. Mel poteva sbarazzarsi delle guardie senza problemi. I cani erano un’altra faccenda. Sperava che non la raggiungessero. Lei aveva zanne più affilate e artigli molto più pericolosi, ma la violenza contro gli innocenti non le era mai stata congeniale. L’avrebbe fatto se necessario, ma gli animali non lo meritavano.
Cosa diavolo aveva fatto scattare quel dannato allarme?
Sbatté contro le doppie porte, sentendo a malapena l’impatto, prima di sfrecciare attraverso il parcheggio, illuminato solo dalle luci fioche dei lampioni. Mel si sarebbe presa a calci da sola, se avesse avuto energia da sprecare. La sua auto era a quasi un chilometro e mezzo di distanza. Non avrebbe dovuto esserci ragione di lanciarsi a rotta di collo per quel tratto di strada. Era certa di non aver fatto scattare nessun allarme.
E invece eccola lì, a correre come una pazza per fuggire dalla scena.
Ma evidentemente doveva andare così. L’unica alternativa era farsi catturare da umani idioti e dai loro animali. O ucciderli tutti quanti. Nessuna delle due opzioni era allettante, la fuga era l’unica soluzione. Lasciò il parcheggio e raggiunse l’erba nel boschetto che circondava gli uffici. Nelle intenzioni, quello spazio verde avrebbe dovuto integrarsi perfettamente con l’ambiente naturale circostante per fornire un luogo di lavoro più sano per i dipendenti. Mel non aveva ancora mai visto un edificio aziendale armonizzare con successo con la natura, e questa struttura di ricerca non faceva eccezione.
I grilli frinivano e le altre creature notturne cercavano riparo per nascondersi al suo passaggio. L’avrebbero fatto anche se lei fosse stata una persona normale, ma ad aumentare la loro confusione era il suo odore, che doveva averli spaventati ancora di più. La mezza luna era alta nel cielo, regalandole chiazze di luce più che sufficienti per addentrarsi nel boschetto.
Lei poteva vedere chiaramente, al contrario delle guardie. Le sentiva ancora dietro di sé, ma avevano rallentato. E anche i cani. Bene.
Dopo aver corso ancora per un po’, fu inghiottita dal silenzio. Il bosco era sempre lo stesso, ma tutti i suoni erano svaniti. Mel guardò alle sue spalle e vide nell’aria un debole luccichio. Sollevò una mano lentamente e la spinse avanti. L’aria faceva resistenza.
Una zona protetta.
Avrebbe potuto spingere fino a oltrepassarla; quella barriera non era destinata a tenerla prigioniera. Ma la curiosità ebbe la meglio. Mostrati, strega.
Mel lasciò che la sua voce suonasse minacciosa, anche se non era propriamente un ringhio.
Una donna uscì dall’ombra. È davvero in questo modo che intendi rivolgerti a me, Mellie?
Sembrava sulla quarantina, anche se Mel non aveva mai saputo esattamente quanti anni avesse. Chiunque possedesse la magia poteva lanciare un incantesimo e apparire di qualsiasi età. L’aspetto non aveva alcuna rilevanza quando una persona poteva avere trenta o trecento anni. La donna indossava pantaloni neri e un top grigio scuro, in perfetta armonia con la notte fonda. Come unici gioielli portava un paio di semplici orecchini di diamanti messi in ombra dai capelli scuri che le ricadevano oltre le spalle.
Ed ecco che alcune cose trovavano una spiegazione. Ciao, Tina. Sei stata tu a far scattare l’allarme?
Mel era sorpresa dal suo stesso disappunto, visto che da tempo era abituata alle buffonate di Tina.
Tina rise, una risata a squarciagola che avrebbe riecheggiato attraverso l’intero bosco se non fosse stato per la barriera. Forse stai solo diventando più distratta.
Mel trovò le parole giuste per risponderle per le rime. Se sono distratta, perché mi stai offrendo un lavoro?
Tina si portò una mano al petto con la bocca aperta in un’espressione stupita – era il ritratto dell’innocenza. Così mi ferisci, mia cara. Forse volevo solo parlare.
In mezzo a un bosco con delle guardie che mi danno la caccia?
Mel si appoggiò con la schiena a una solida quercia e decise di assecondare la donna. Va bene. Parliamo.
Tina scosse i capelli sistemandoli dietro le spalle e si piazzò le mani sui fianchi. Lo Smeraldo Scarlatto.
Se Mel avesse avuto in mano qualcosa, le sarebbe caduto. Lì per lì riuscì a stento a mantenere un’espressione neutra. Cosa ti fa pensare che non mi senta insultata da questa proposta?
Lo Smeraldo Scarlatto era leggendario tra i mutaforma.
Ma dai, faresti qualsiasi cosa se ritenessi adeguato il compenso,
le disse Tina in tono sprezzante.
Quella piccola osservazione fece venire a Mel la voglia di rifiutare senza appello l’intera faccenda. Chi diavolo credeva di essere Tina? Una ladruncola da quattro soldi nemmeno tagliata per fare la strega. Non una potente, comunque. Ma Mel non era pronta a bruciarsi quel ponte alle spalle. Non in quel momento. "Ci sono forse – forse – tre persone che potrebbero farcela. Le sole che mi vengono in mente così, su due piedi. Le contò sulle dita.
Cyn si è fatta beccare dai vampiri due anni fa, è fuori dai giochi. La Regina di Ghiaccio non ci proverebbe nemmeno. Rimango io. E una volta scoperta, sulla mia testa ci sarà una taglia abbastanza grossa da poter comprare il Kansas. Non mi interessa."
Hai paura di quel micetto?
La voce della donna più vecchia lasciava trasparire un profondo disprezzo. Torres, nonostante il suo castello, non potrebbe tenerti lontano neanche se ci provasse.
Lucio Torres, alfa di un piccolo clan di felini, era l’attuale proprietario dello Smeraldo Scarlatto. Lo sapevano tutti. Senza ricerche, in quel momento Mel non aveva molte altre informazioni. Ovviamente lui era pronto a combattere contro qualsiasi attacco, e i suoi sistemi di sicurezza dovevano di certo essere di prim’ordine. Ma lei poteva farcela.
Nonostante ciò, avrebbe rifiutato. Quell’obiettivo portava con sé una condanna a morte.
Non vuoi nemmeno sapere a quanto ammonta il compenso?
Tina inarcò un sopracciglio. Con un rapidissimo movimento delle mani fece apparire un diamante puro montato su un ciondolo di platino, e glielo fece penzolare davanti. Per il disturbo.
Inconsciamente Mel allungò una mano per prenderlo, con il cuore che le martellava nel petto. Ma Tina glielo sottrasse. È di Ava?
chiese Mel. L’odio le ribolliva in gola e sentiva gli artigli spingere sotto la pelle, pronti a erompere al momento giusto.
Tina sorrise. Sì. È una pietra rivelatrice.
Accettare il lavoro sarebbe stato un suicidio. Si sarebbe fatta ammazzare e probabilmente avrebbe fatto fare la stessa fine anche alla sua squadra. Quanto tempo ho?
Stava solo valutando la situazione, nessun impegno.
Tre settimane.
Doppio suicidio. Non avrebbe avuto il tempo di prepararsi prima di tentare il colpo. Lasciami guardare il gioiello un minuto.
Tina glielo lanciò, e Mel lo prese facilmente al volo. Era un diamante lungo e sottile, montato su un filo di platino che si attorcigliava nella parte superiore. Aveva una catenina abbastanza lunga perché una donna potesse portare il gioiello tra i seni, e la gemma era quasi trasparente. Mel lo tenne stretto in una mano. Poteva immaginare Ava mentre lo indossava, con una goccia di sangue che ne macchiava un’estremità.
Il diamante oppose alla sua mano una certa resistenza. Mel lo lasciò andare e lo guardò tornare in un attimo nelle mani di Tina.