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Avventura col milionario: Harmony Collezione
Avventura col milionario: Harmony Collezione
Avventura col milionario: Harmony Collezione
E-book158 pagine2 ore

Avventura col milionario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Dalla Grecia agli Stati Uniti, dall'Italia all'Inghilterra, innamorarsi di un milionario non è poi così difficile. Ma riuscire a rapirne il cuore non è un'impresa da tutti.



Tristan Romero, ricco, nobile e malfamato finanziere, incontra Lily Alexander durante una delle eleganti feste cui spesso partecipa, e immediatamente capisce di volerla fare sua. Senza alcuna possibilità di sfuggire alle sue arti seduttive, Lily sa bene che quello che Tristan le sta offrendo altro non è che una sola, singola notte di passione, nondimeno cade fra le sue braccia. Il mattino seguente entrambi andranno per la propria strada, senza guardarsi alle spalle. Ma il destino vuole che le cose non vadano proprio così.
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2018
ISBN9788858976678
Avventura col milionario: Harmony Collezione
Autore

India Grey

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Avventura col milionario - India Grey

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Spanish Aristocrat, Forced Bride

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2009 India Grey

    Traduzione di Cristina Ingiardi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-667-8

    1

    L’ombra dell’elicottero si allungò sui rigogliosi prati vellutati di Stowell Castle, agitando la calda aria d’agosto e arruffando le chiome dei giganteschi alberi del parco.

    Tristan Romero de Losada Montalvo gettò un’occhiata in basso. Sotto di lui la festa era in pieno svolgimento. Diversi camerieri con vassoi carichi di flûte di champagne circolavano tra gruppi di ospiti bizzarramente abbigliati, sparsi sull’erba verde smeraldo.

    Sarebbe stato il party dell’anno, perché il ballo di beneficenza in costume di Tom Montague lo era sempre. Era l’evento che spingeva il bel mondo e gli aristocratici a rientrare dalle ville di Malibu e dai palazzi toscani, ed era anche l’evento che aveva trascinato lui fuori dalle fauci dell’inferno in cui si trovava, a oltre duemila miglia di distanza.

    Ma non era lì per la festa. Era lì per Tom. Tom Montague, il suo migliore amico, settimo conte di Cotebrook nonché una delle persone più buone e generose che si potessero immaginare. Combinazione particolarmente pericolosa, soprattutto quando si trattava di donne. E quello era il motivo per cui si era sentito in dovere di recarsi lì in quel momento: per assicurarsi che la ragazza di cui Tom aveva parlato di continuo nelle ultime settimane fosse degna di lui.

    Ma, indubbiamente, sarebbe stato disonesto da parte sua fingere che quella fosse l’unica ragione della sua presenza. Con espressione truce, iniziò a far abbassare l’elicottero, scrutando nel frattempo gli alberi lungo la riva del fiume, in cerca del riverbero del sole su un teleobiettivo indiscreto. Era lì, ne era certo. L’èlite dei paparazzi, l’avanguardia più incallita. Era lì da qualche parte, in agguato. A dire il vero, si sarebbe sentito quasi offeso se non ci fosse stata! La maggior parte delle persone nella sua posizione non faceva altro che lamentarsi dell’ingerenza della stampa, ma a suo parere non capiva il punto fondamentale: era un gioco, basato sulla strategia e sull’abilità. Lui non amava i paparazzi, in fondo però era semplicemente questione di usare o essere usati, di essere il manipolatore oppure la vittima.

    E Tristan Romero non sarebbe stato una vittima. Mai più.

    A terra, Lily Alexander scivolava in mezzo a quella folla di persone abbigliate in costumi spettacolari come in un sogno. Lo champagne che teneva in una mano era d’annata, l’abito alla greca che indossava, in seta, era d’alta moda, e la striscia d’erba sotto i suoi piedi nudi era di sicuro il posto più ambito sulla faccia della terra, in quel momento. E allora, perché aveva l’impressione che mancasse qualcosa? Nel mondo delle modelle londinesi circolava un detto: Ci sono tre cose che il denaro non può comprare: l’amore, la felicità, e un invito al ballo in costume di Stowell.

    Eppure...

    Dov’è la magia? Di certo dev’esserci qualcosa di più di questo, nella vita...

    Un’ombra si frappose tra lei e il sole calante, oscurando quella stravagante serata rosa e d’oro. Attraversando il prato, sentì pulsare il capo. Un battito pesante, ritmico, che non faceva altro che amplificare il suo nervosismo.

    Quell’anno il tema della festa era Miti e leggende e, mentre il sole gettava sull’erba lunghe ombre, ragazze vestite con elaborate e luccicanti ali di fata socializzavano con icone del grande schermo. Il giorno successivo, a quell’ora, lei sarebbe stata lontanissima, nell’arido cuore dell’Africa. Forse era normale sentirsi così alla vigilia di un viaggio come quello che stava per intraprendere. Probabilmente, il nervosismo era comprensibile.

    Solo che non era proprio nervosa...

    Irrequieta! L’aggettivo le attraversò la mente di colpo, echeggiandovi, amplificato dal pulsare alla testa. Gettando indietro il capo, fu all’improvviso consapevole di una sorta di tensione nell’aria serotina, un’energia vibrante che risuonava dentro di lei, colmandola di aspettativa. Un elicottero era sospeso sulla sua testa. Ipnotizzata, fissò le pale che fendevano il cielo albicocca chiaro mentre il velivolo girava intorno come uno scuro e potente predatore.

    Di colpo sobbalzò mentre il cellulare, che teneva stretto nella mano destra, prendeva a squillare, spezzando l’incantesimo. Rispose in fretta, premendoselo contro l’orecchio. All’altro capo del telefono c’era il direttore dell’istituzione benefica a favore dei bambini africani con la quale si accingeva a collaborare.

    «Sì, sto bene, grazie Jack. È tutto pronto per domani, suppongo...» Il rumore persistente copriva quasi del tutto la voce di Jack Davidson, e Lily si affrettò ad attraversare il prato, allontanandosi dalla festa nella speranza di trovare un posto più tranquillo in cui parlare. «Sì, sono ancora qui...» confermò ad alta voce, il capo chino, completamente concentrata sulla voce che le risuonava nell’orecchio. Jack stava riepilogando l’itinerario del viaggio, e la parola orfanotrofio suonava incredibilmente fuori luogo in quell’ambiente lussuoso. Continuando a camminare, svoltò dietro l’angolo del castello e si diresse verso i campi aperti sul retro. Si era lasciata alle spalle il verde lussureggiante dei giardini all’italiana e stava attraversando un tratto di erba secca e riarsa. Lì non si sentiva più il rumore della festa, ma in compenso quello delle pale dell’elicottero stava diventando sempre più forte, pulsando con insistenza in quel tardo pomeriggio mielato, sollevando l’aria pesante fino a farla sentire nell’occhio del ciclone.

    Sopra di lei, Tristan Romero la osservò sorridendo.

    Il motivo per cui non l’aveva vista prima, realizzò, era che i suoi colori chiari e dorati l’avevano fatta mimetizzare alla perfezione con l’erba secca del terreno. Assomigliava a una dea del raccolto, con quella coroncina di foglie dorate sul capo che, comunque, non riusciva a impedire ai suoi lunghi capelli color del grano di allargarsi nel vento come nastri a causa dell’azione delle pale del rotore.

    Atterrando proprio di fronte a lei, l’uomo non poté trattenersi dal lasciare in azione le pale un po’ più a lungo di quanto fosse necessario, così da gustarsi il delizioso spettacolo di quelle gambe lunghissime sotto l’abito svolazzante.

    C’è qualcosa di familiare in lei, pensò togliendosi la cuffia e saltando giù dalla cabina di pilotaggio. Si domandò se per caso non avessero dormito insieme in passato. No. Con un fisico del genere, se ne sarebbe quasi certamente ricordato. Da qualche parte, nel profondo di quel suo corpo esausto, sentì srotolarsi il desiderio.

    Lei era ancora al telefono, il capo inclinato, assorta nella conversazione. In contrasto con i toni dorati dei capelli, della pelle e dell’abito, i suoi occhi erano di un argento glaciale, chiarissimo. Il colore della bruma che indugia su un lago di prima mattina.

    «Otto e trenta» stava dicendo al proprio interlocutore. «Otto e trenta, domani mattina, Heathrow, terminal uno.»

    Tristan sorrise, inarcando un sopracciglio mentre la raggiungeva. «Te lo ricorderò al nostro risveglio» le disse con voce roca.

    Voleva essere uno scherzo. Una battuta estemporanea. L’aveva buttata là senza alcuna intenzione di smettere di camminare, ma nel momento in cui le parole lasciavano le sue labbra accaddero due cose.

    Primo, lo sentì: il leggero ronzio da cicala dell’otturatore di una telecamera. Con la coda dell’occhio colse il baluginio delle lenti tra le ombre degli alberi.

    Secondo, vide il subitaneo lampo che attraversava quegli straordinari occhi d’argento.

    Tristan Romero aveva diversi talenti. In cima alla lista c’erano il saper sedurre le donne e la capacità di manipolare la stampa. Non ebbe nemmeno bisogno di pensarci. Prima ancora che lei potesse mormorare una sola parola di protesta, le aveva già messo la mano sulla vita e la stava attirando a sé.

    La prima cosa che Lily aveva notato erano gli occhi. I capelli scuri erano corti e lasciavano vedere un collo perfetto; la barba di due giorni metteva in risalto gli zigomi scolpiti; la pelle abbronzata aveva una sfumatura calda, quasi dorata... ma il blu dei suoi occhi era quasi scioccante.

    Un blu in cui si poteva fluttuare. Affogare.

    Il mondo si fermò, il tempo svanì in un fermo immagine da cinema mentre tutto quel blu la trascinava in basso. Negli abissi di quel mondo subacqueo ogni cosa rallentò, e lei non riuscì più a sentire nulla tranne il rombo delle proprie pulsazioni nelle orecchie, la sensazione di calore che le ribolliva sotto la pelle, il formicolio della consapevolezza.

    E poi l’uomo la attirò contro di sé, e lei smise di affondare e iniziò a bruciare. Il suo bacio fu pura magia. Fermo, esperto, eppure tenero. Era come se il sole calante fosse sceso dal cielo striato di fiamma per incendiare il mondo e lei fosse ferma in mezzo a quelle lingue di fuoco senza nessun desiderio di essere salvata. Inarcandosi disperatamente verso lo sconosciuto, Lily dischiuse le labbra per lui...

    «È qui!»

    Era solo un grido distante, ma l’uomo rialzò subito il capo. Stordita, Lily si voltò. Scarlet e Tom si stavano avvicinando, mano nella mano, e dietro di loro un nugolo di ragazze travestite da fate, sirene e ninfe dei boschi, in una nuvola di seta cangiante e chiffon fluttuante.

    «Finalmente!» esclamò Tom, il volto gentile che si apriva in un sorriso mentre raggiungeva l’uomo che era appena sceso dal cielo come un angelo vendicatore e l’aveva baciata lasciandola esanime. «Ho visto che hai già incontrato Lily.»

    «Lily...» Quella bocca terribilmente sexy, che appena un attimo prima stava accarezzando la sua, si curvò in un sorriso. «Non ho capito se sei travestita da Elena di Troia oppure da Demetra, la dea del raccolto.»

    Lily si sentì avvampare. «Pensavo a Elena di Troia...» spiegò, imbarazzata, evitando di incrociare il suo sguardo.

    «Sei la modella della pubblicità del profumo, vero?»

    Lei annuì, sobbalzando come una cerbiatta impaurita quando lui si chinò ad afferrarle il polso, sollevandolo piano. Il primo pensiero fu che volesse baciarle la mano. Invece lo sconosciuto, voltandole il palmo verso l’alto, chinò il capo sul suo polso e inspirò. «Ogni volta che vedo uno di quegli stacchi pubblicitari mi domando se quel profumo sia davvero così buono. Non credevo fosse possibile.»

    Lily sentì la voce dell’uomo penetrarle in profondità, carezzandole punti in cui non era mai stata toccata prima. Il suo inglese era perfetto, ma l’accento spagnolo vi scorreva come vino nell’acqua. Dovette costringersi a concentrarsi sulle parole, obbligarsi a rispondere.

    «Non lo indosso» balbettò. «Non questa sera. Non indosso nulla.»

    Oh, Dio! L’aveva detto davvero?

    «Veramente?» Le labbra di lui si curvarono in un sorriso che avrebbe sciolto le calotte polari. «Un’idea davvero conturbante.»

    Mentre il calore e un’eccitazione liquida scendevano in lei come una cascata, Lily si sentì disorientata, sconvolta.

    «Scarlet, voglio presentarti Tristan Romero de Losada Montalvo, marchese di Montesa nonché il mio più vecchio amico» proruppe in quell’istante Tom con scherzosa formalità.

    Il cuore di Lily fece un balzo violento, come se le avessero applicato degli elettrodi al petto.

    Tristan Romero de Losada Montalvo?

    Oh, Dio! Com’era possibile che non l’avesse riconosciuto?

    Ma la verità era che nessuna delle fotografie sgranate che riempivano i giornali scandalistici avrebbe potuto prepararla all’impatto di vedere il marchese di Montesa in carne e ossa... bellissima carne bronzea!

    Terminati i convenevoli, si allontanò con Scarlet.

    «Dunque il migliore amico di Tom è Tristan Romero de Losada Montalvo? Dell’ultraristocratica famiglia di banchieri spagnoli?»

    Scarlet sembrava divertita. «Esatto. Sono amici da moltissimo tempo, fin da quando,

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