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PNA Pratiche narrative applicate: Uno strumento operativo per assistenti sociali e operatori del sociale
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PNA Pratiche narrative applicate: Uno strumento operativo per assistenti sociali e operatori del sociale
E-book113 pagine1 ora

PNA Pratiche narrative applicate: Uno strumento operativo per assistenti sociali e operatori del sociale

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Info su questo ebook

Come dice un antico detto indiano, la “felicità non è l’avverarsi di un sogno. Felicità è ciò che probabilmente si prova, percorrendo la strada che porta a quel sogno”. Può la ricerca della felicità essere più appagante della felicità stessa?
Pna, acronimo che sta per Pratiche Narrative Applicate, si concentra sulla strada che ciascuno di noi percorre più o meno razionalmente, inseguendo il suo sogno di vita, la sua personale felicità. 
In questo scritto verranno spiegate le basi metodologiche, i contenuti formativi, e l’esegesegi del nuovo modello di Pna, ma per capire a fondo la teoria, nulla è più adatto che sperimentarla nella pratica. Claudio Naranjo diceva: “una cosa è parlare del viaggio interiore, un’altra cosa è vivere un viaggio interiore”.
Nel Capitolo 1 verrà descritta la base scientifica e metodologica della Pna, riferendosi alla psicoterapia della Gestlalt e alla Terapia Narrativa di Epston e White, raccontandone la storia e i parallelismi con le Pratiche Narrative Applicate. Successivamente nei capitoli 3, 4 e 5 verrà esplicitato il modello di Pna nelle sue varie fasi e più precisamente nei 4 fondamentali momenti:
1) Esternalizzazione di un "nodo" problematico del momento e riflettere rispetto alla personalizzazione che applichiamo alle situazioni di difficoltà che incontriamo. Secondo la Pna, la persona è la persona e il problema o nodo è il nodo. Tendiamo invece ad identificarci e a personalizzare i nostri problemi, ritenendo ad esempio che siano solo nostri, che capitino solo a noi...etc.
2) Ri- narrazione il nodo riportato osservandolo da altre prospettive, forse quelle più nascoste e silenziate di noi.
3) Ri- appropriazione di parti dimenticate di noi, trascurate ma ancora vive e potenzialmente utilizzabili.
4) Restituzione di queste parti alla società o al gruppo con cui si è intrapreso il percorso di Pna.

Ciascun passo della PNA può essere ripreso più volte anche distintamente dagli altri, arricchito di nuovi giochi, anche ideati dal gruppo stesso.

Buona lettura e buona scoperta!
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita22 mar 2022
ISBN9791221313987
PNA Pratiche narrative applicate: Uno strumento operativo per assistenti sociali e operatori del sociale

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    Anteprima del libro

    PNA Pratiche narrative applicate - Maddalena Montin

    Maddalena Montin

    PNA Pratiche narrative applicate

    immagine 1

    The sky is the limit

    UUID: fe25861b-6397-4026-80d9-eb8941c25485

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    Introduzione

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Conclusioni

    Bibliografia

    Note

    Introduzione

    Come dice un antico detto indiano, la felicità non è l’avverarsi di un sogno. Felicità è ciò che probabilmente si prova, percorrendo la strada che porta a quel sogno. Può la ricerca della felicità essere più appagante della felicità stessa?

    Pna, acronimo che sta per Pratiche Narrative Applicate, si concentra sulla strada che ciascuno di noi percorre più o meno razionalmente, inseguendo il suo sogno di vita, la sua personale felicità.

    Ma facciamo qualche passo indietro. Perché in un oceano di libri e corsi motivazionali presenti su tutte le vetrine mondiali dovrebbe aver senso parlare e documentare un nuovo metodo per cercare noi stessi?

    Fin dai più remoti tempi l’essere umano si scervella alla ricerca di un sistema, di una spiegazione, di una teknè che gli garantisca l’ambita felicità terrena, a volte con grandi risultati, come nel caso di Aristotele, Platone- che hanno costruito un sistema di risposte assiomatiche ancora molto valide oggi; a volte con scarsi risultati, con l’effetto di risultare input ripetitivi e poco efficaci.

    Ecco, Pna non ha di certo l’ambizione di competere con simili pensatori. Semmai, questo sì, ha l’obbiettivo di assottigliare la vista sociale su alcuni aspetti che riguardano la vita di oggi, che tanto condiziona noi, uomini civilizzati e moderni. Mi riferisco alla solitudine relazionale e professionale in cui a volte ci troviamo. Alle dissonanze cognitive che molto frequentemente viviamo. Alla frustrazione, la rabbia, la felicità improvvisa che a volte proviamo. Alla dispersione di noi come esseri unici, bisognosi di relazione, di contatto, trasformati invece in codici, numeri, punti indefiniti di un meccanismo e di un sistema percepito come gigantesco e invadente che ci fagocita interamente giorno dopo giorno. Svolgiamo professioni sociali basate sul principio di aiuto e a volte sentiamo che nessuno aiuta noi, nessuno ci è vicino, nessuno ci supervisiona e siamo come boe solitarie a cui qualche derelitto si attacca, abbandonate nell'oceano dei disagi sociali.

    Pna crea uno spazio, un setting speciale, strutturato e libero allo stesso tempo, in cui avvenga il miracolo, e ci si occupi di noi stessi in termini di rinascita di parti del sé occulte, assopite, addormentate.

    Onestamente, quante volte durante la giornata abbiamo lo spazio e il tempo da dedicare alla ricerca di noi? Quanto tempo destiniamo a riflettere su chi siamo, dove stiamo andando, se abbiamo agito male o bene durante quel colloquio con l'utente? Alla sera abbiamo il tempo di riflettere sui nostri errori e sui nostri successi come persone e come professionisti? No. Non abbiamo il tempo di farlo perchè siamo inseriti in un meccanismo di frenesia che parte con il suono della sveglia alle prime luci del mattino e termina alla sera quando è arrivata l'ora di mettere lo smartphone in carica. Quanto siamo assillati dai vari input che arrivano da piu’ fronti? Il lavoro, la gestione della vita familiare, l’appartenenza a qualche gruppo sociale. Questi gli ingredienti del frullatore incessante delle nostre giornate. Molti problemi pratici da risolvere. Molta burocrazia che ci frustra, dalla culla alla tomba. Tutto questo ci allontana dallo stare insieme e parlare di noi stessi, dal riflettere sul nostro comportamento, sui nostri desideri, per non parlare dei sogni, quelli in pochi, oggigiorno, se li possono permettere.

    Se noi, operatori professionisti del sociale, formuliamo il nostro scopo sul desiderio di comprendere gli altri, dovremmo ancor più ricordarci che ciò accadrà solo nella misura in cui comprenderemo noi stessi; questo significa che non potremo vedere negli altri più di quanto non si già osservato in noi stessi, attraverso l'esperienza personale. Ciò che non sappiamo di noi, influisce inevitabilmente sulla nostra capacità di interpretare l'altro, le sue necessità reali e le strategie perchè si autodetermini. Tanto più sapremo di noi stessi, tanto più ci conosceremo a livello personale, ci auto ossereveremo, ci ricorderemo di noi come essenze, tanto più avremo la possibilità di sintonizzarci con l'altro e di essere dei veri professionisti. Certo, il percorso di conoscenza di noi stessi non si esaurisce con due webinar e una manciata di crediti deontologici, ma può richiedere lo studio per tutta la vita e forse oltre. Ciò che però possiamo realmente fare è riconoscere l'importanza del fermarsi, del regalarsi del tempo per ricordarci di noi stessi; che a parole è facile, ma è un difficile atto da mettere in pratica. Come dice Vasco, siamo soli e non solo professionalmente: per questo Pna ha lo scopo di creare uno spazio di riflessione intorno all'individuo, che potrà scegliere di fare il percorso da solo, seguendo i capitoli di questo libro, oppure utilizzarne gli spunti per avviare gruppi di partecipanti che abbiano lo scopo appunto di ricordarsi di sè, attraverso giochi e dinamiche psicologiche strutturate e finalizzate a produrre un cambiamento nella persona, in termini di capacità auto riflessive e di esternazione di sè, di riflessione profonda sul momento di vita che si sta attraversando in quel momento.

    Pratiche Narrative applicate ha due genitori d’eccellenza che la nutrono. Se potessimo immaginarla come un bell’albero, potremmo dire che le radici della Pna si trovano nella psicologia della Gestalt che è una corrente psicologica tedesca incentrata sui temi della percezione e dell'esperienza. Ho potuto formarmi alle pratiche gestaltiche durante un lungo periodo di vivenza in Andalucia a Siviglia. Le foglie invece e i rami che compongo l’immaginario albero della Pna si traducono attraverso il contatto con la Terapia Narrativa di Epston e White. La terapia narrativa è una forma di psicoterapia che utilizza la narrativa. È stata inizialmente sviluppata negli anni '70 e '80 dagli assistenti sociali Michael White (australiano) e David Epston (Nuova Zelanda). La scoperta della Terapia Narrativa è avvenuta sempre durante il mio soggiorno in Spagna frequentando un master in psicologia sociale all’università di Siviglia.

    Il tronco quindi, metaforicamente parlando, l’incontro fra radici e foglie, luogo

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