Dalle radici del blues al rock'n'roll - dal 1900 al 1960: nuova edizione
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Recensioni su Dalle radici del blues al rock'n'roll - dal 1900 al 1960
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Anteprima del libro
Dalle radici del blues al rock'n'roll - dal 1900 al 1960 - Franco Gattesco
Le radici del blues
Il blues nasce nella seconda metà del ‘800 e trae le sue origini dai canti gospel e dagli spiritual che gli schiavi afroamericani cantavano nelle piantagioni di cotone negli stati del sud degli USA.
E ancor prima, le radici affondano nelle work songs cantate durante le lunghe ore di lavoro sotto il sole, inoltre, prima del blues c’era la musica in circolo detta : the ring shout
.
Questi territori del sud degli Stati Uniti erano prevalentemente coltivati a cotone e venivano definiti, the Cotton belt ( la cintura del cotone) ed erano fonte di grandi risorse per gli USA ed anche per diversi stati europei, Gran Bretagna in primis. Gli stati facenti parte della Cotton belt erano anche quelli dove era consentita la schiavitù : la Carolina del Sud, Georgia, Florida, Alabama, Louisiana, Mississippi, Arkansas, Tennessee, Texas, Virginia e furono anche i medesimi stati che formarono la confederazione che si scontrò contro gli unionisti del nord contrari alla schiavitù.
Gli afroamericani furono inizialmente importati in America dagli spagnoli, già dal 1526 arrivarono in Carolina del Sud galeoni colmi di africani, anche se gli spagnoli utilizzavano gli schiavi prevalentemente in Sud America. Nel 1619, gli inglesi iniziarono ad importare gli africani per farli lavorare nelle piantagioni di tabacco, cotone, zucchero, caffè e così via. Sembra che furono portate in USA circa 12.000.000 di persone tra il XVII e il XIX secolo.
La guerra civile scoppiata tra il 1861 e il 1865 portò all’abolizione della schiavitù.
Tornando alla musica, dalle work songs, si passò ai canti gospel e agli spiritual a forte connotazione religiosa come appare chiaramente dai temi trattati che riconducono alla tradizione cristiana. Tuttavia, la religione cristiana si confonde con la cultura afroamericana nella quale era presente una visione animistica del mondo. Infatti, secondo gli afroamericani, tutto sulla terra è vivo, ogni cosa esistente è parte della stessa realtà. Tutte le cose sono una cosa sola, una creatura viva. Perciò, trasportando il pensiero nella religione cristiana, abbiamo l’uno
ovvero, il sacerdote e la congregazione - i tanti- che sono inscindibili, come il battito del cuore (beat), ovvero suono e non suono allo stesso tempo. Il sacerdote è colui che fa scendere lo spirito e la musica è il mezzo di trasporto e attraverso essa si può raggiungere una fusione fra il singolo e il tutto
e quindi arrivare alla redenzione e alla felicità. La musica crea una via d’accesso alla coscienza del cosmo e fa arrivare l’individuo all’estasi dell’ essere ( una visione olistica).
Quindi la religione deve avvalersi della musica perché lo spirito non può discendere senza il canto
.
Lo spirito è letteralmente respiro (inspirare ed espirare, dentro e fuori) e riguarda la direzione e la meta. Il tamburo riproduce il primo strumento umano, il battito del cuore, e poi c’è il sole che dà la vita. All’alternarsi del giorno e della notte corrisponde il battito del cuore, il flusso continuo , il ritmo, il beat. ( quello che ritroviamo anche in Kerouac). Quindi l’importazione di uomini dall’Africa ha portato negli Stati Uniti anche la loro musica, soprattutto il ritmo derivato dai tamburi, ma qui si potrebbe considerare che anche i nativi americani avevano tra i loro principali strumenti il tamburo.
Se nella musica europea è sempre stata presente la melodia, il ritmo invece proviene dall’Africa e tramite la musica popolare dei neri americani e la fusione del ritmo del blues con le armonie e le melodie europee si è giunti alla creazione di numerosi generi musicali in primis
lo swing, il ragtime, il boogie, il rhythm blues, il rock'n'roll, fino ad arrivare al beat dei Beatles, sintesi perfetta di ritmo e melodia.
Ritornando alle radici del blues, come afferma lo scrittore, poeta e compositore Le Roj Jones, alias Baraka Amir, il blues si sviluppa nei campi di cotone per poi uscirne e divenire quasi una musica profana e post schiavista, lasciando spazio a un suono più libero.
Amiri Baraka è stato uno dei primi studiosi e valorizzatori del blues come fenomeno sociale, e inoltre fu tra i fondatori della case editrice Totem press che pubblicò Kerouac, Ginsberg, Gary Snyder, Philip Whalen e altri autori della Beat generation. Quindi, il blues, nato come canto prevalentemente melanconico, si tramuta e diventa musica dell’affrancamento, sia dalla schiavitù che dalla condizione mentale sudditanea per giungere ad una realizzazione di sé stessi. Dopo l’abolizione della schiavitù, nel 1865, e fino alla fine del 1800, il blues diviene la versificazione della musica.
Per quanto concerne il significato della parola blues, una teoria afferma che essa ebbe origine alla fine del 1600 in Gran Bretagna e derivava dall’eccesso di assunzione di sostanze alcoliche che portava alla visione dei cosiddetti Blue Devils
(have the blue Devils); ugualmente poteva accadere che in periodi di astinenza, l’individuo vedesse i diavoli blu. All’epoca quindi blues era sinonimo di ubriaco
e quando alla fine del ‘700, vennero emesse le leggi che vietavano l’uso di sostanze alcoliche alla domenica, queste vennero dette:
Blue Laws
. Inoltre, pare, che sempre in questo periodo, un ballo di coppia lento che era diffuso nelle taverne veniva indicato come blues
o slow drag
.
In America, dopo la guerra di secessione, il termine venne ad indicare uno stato di tristezza, agitazione e melanconia che poi si fuse e trovò espressione con il genere musicale. Il blues si sviluppò parallelamente al ragtime, ( Scott Joplin nel 1902 incise The entertainer
, che poi divenne colonna sonora del film La stangata
con Redford e Newman).
Una data precisa per indicare la nascita del blues non esiste, si ritiene che il primo bluesman sia stato Daddy Stovepipe, già attivo nel 1890 e la cui prima registrazione risale al 1924. Dal blues nascono varie correnti, oltre al ragtime, il dixie, lo shuffle, l’honky tonky, lo swing, il boogie woogie, il soul, il rhythm & blues, per finire al rock’n’roll.
In quel periodo nacque anche la musica jazz e tra le prime orchestre, a New Orleans nacque la Original Dixieland Jazz Band che fu quella che pubblicò i primi dischi di jazz anticipando di tre anni l’uscita del primo disco di blues. È noto, comunque, che la prima pubblicazione di uno spartito blues è del 1908, I got the blues
e avviene a New Orleans ad opera di Antonio Maggio. Segue poco dopo Dallas blues
di Hart Ward, che è del 1912, Memphis blues
di W.C. Handy sempre del 1912. Mentre la prima registrazione risale al febbraio 1920, ed è Crazy blues
eseguita da Mamie Smith che canta:
I can’t sleep at night
I can eat a bite
cause the man I love
he didn't treat me right
Now, I got the crazy blues
Since my baby went away
I ain’t got no time to lose
I must find him today
Jelly Roll Morton, noto bluesman, affermava di aver ascoltato il blues la prima volta nel 1902 a New Orleans. Le origini del blues si collegano con la nascita dei juke joints, luoghi dove gli afroamericani ascoltavano musica e ballavano dopo lunghe giornate di lavoro.
Nello stesso periodo prendeva una forma più definita la country music, la musica dei bianchi. Per quanto concerne la musica country, essa prendeva le caratteristiche e mutava in base ai paesi di provenienza dei bianchi immigrati in USA. Tra le prime forme musicali si ricorda la Square dance.
L’industria discografica creò il marchio race music
, musica di razza, e i race records, e poi creò il marchio hillbilly
, per vendere musica nera ai neri e musica bianca ai bianchi. Fra gli autori del primo periodo, spetta un ruolo importante a W.C. Handy che si autodefiniva the Father of blues
( come tanti altri) e fondeva il blues con il ragtime, jazz e musica cubana. Negli anni ‘20, il blues diviene la musica più popolare con molte cantanti femminili che si esibivano nei bar, nei teatri e nei locali da ballo; il più famoso era il Cotton Club a New York.
Gli anni Venti sono anche gli anni del jazz e New York divenne la città preminente con il Cotton Club situato ad Harlem. Il sax tenore è lo