Blue Cobalto: Una trilogia sul reale distopico
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Anteprima del libro
Blue Cobalto - Alessandra Gargano McLeod
CRONACHE MARZIANE DALLA TERRA
Anno 2086, redazione terra. Bentrovati cari amici di Cronache Marziane, oggi diamo il benvenuto ad A-12¹, un cyborg di ultima generazione dotato di intelligenza emotiva, al quale abbiamo chiesto di raccontare ai nostri microfoni, la sua parte della storia.
Dopo il crollo del '19 erano rimasti in pochi a farsi la guerra, o quasi!
Ogni forma di dissenso era stata pressoché appiattita dal pensiero unico, propagandato in tutto il globo attraverso il megafono ucico globale, di media tv web e giornali che ripetevano tutti sempre lo stesso in ogni angolo della terra abitata.
Le città erano vuote e senza vita, neppure l’ombra di un albero, nessun fiore che cresceva dal cemento, in una parola, nessuna anomalia! Era, pressoché, tutto regolato ed organizzato secondo un modello unico, istruito algoritmicamente e che trascendeva le cose stesse.
La diversificazione delle opinioni era stata cancellata, era un mondo creato ad hoc secondo delle leggi liberticide che avevano trasformato lo stato di diritto in uno stato eversivo. Di fatto, ciò che avvenne, fu, che lo stato globale, in poco più che un ventennio, aveva silurato ogni resistenza, cancellando ogni forma di dissenso, e, di fatto, tutto ciò che si discostava dalla norma veniva criminalizzato.
Tutto era stato asfaltato, disinfettato, sanificato e sacrificato sull'altare della santa scienza. Le ipotesi scientifiche si erano trasformate in veri e propri dogmi e il tutto finiva per incarnare una forma di mero scientismo, nel quale la scienza veniva eretta a Credo assoluto, onnicomprensivo e totalizzante. Qualcuno gridava in lontananza: l'uomo è morto!
Era lo Zarathustra 2.0, di un tempo senza storia e privo di logos, organizzato e amministrato da macchine in grado di calcolare alla velocità della luce.
Il neo-Zarathustra era un umanoide asessuato travestito da baldracca che andava in giro gridando: L'uomo è morto, ma la scienza ne ha già creato uno nuovo!
La scienza creò così i suoi figli a propria immagine e somiglianza, un po' come il Dio di Isacco, creo' Adamo ed Eva, uguale uguale, stessa forma di fideismo.
Nei dogmi dello scientismo, ma, soprattutto, nella fede riposta in essi, vi erano contenute le cause del crollo delle democrazie e le ragioni dell'instaurazione del nuovo ordine mondiale, nella fattispecie una sorta di regime biopolitico tecnocratico globale, prima a stelle e strisce e poi a trazione cinese.
Lo scenario era tutto uguale in ogni luogo, perché i ``big della terra"- un’esigua minoranza, che deteneva quasi il 97% di tutte le ricchezze planetarie- avevano riprodotto lo stesso ovunque!
Tutto intorno per le strade vi era un grande silenzio, interrotto solo di tanto in tanto dal brusio leggero, ma, incessante, di un esiguo numero di divergenti, i quali erano soliti intrattenersi in rapporti conflittuali con i robots della polizia. Il loro scopo era quello di rivendicare i diritti di una specie ormai estinta quella umana.
Bè, c'è da dire che, la razza umana era ormai in estinzione da tempo, già fin dai primi decenni del XXI secolo, i mobot intelligenti (robot dotati di facoltà di movimento e intelligenza dinamica) la facevano da padrone, e, quei pochi esseri umani rimasti erano ormai tutti, pressoché, ibridizzati.
L'uomo era stato ibridato mediante un innesto genetico, l'espediente fu un siero che media tv e governi pubblicizzarono come salvifico e indispensabile per la fruizione di diritti, come il diritto al lavoro e la libertà di movimento.
Tutti gli esseri umani vennero, così, obbligati indirettamente, pena l'esclusione dalla società, ad una transizione forzata, resasi necessaria, a quanto pare, dopo il grande reset. Transizione che, nel giro di una ventina di anni aveva trasformato irreversibilmente il DNA umano.
Princìpi, valori, e disciplina comunitaria, venivano generati da un algoritmo madre che guidava la transizione (al metaverso), in direzione ostinata e contraria all’essere umano, programmata verso il nuovo mondo futuro che era già qua, ma che tutti, o quasi, però, percepivano come ancora di là da venire.
Nel teatro della grande commedia esistenziale, perfino la scenografia delle grandi metropoli, come dei centri urbani minori, rifletteva perfettamente tale transizione. Le strade erano fredde e sterili, la luce artificiale aveva sostituito i raggi del sole, tutto era pressocchè uguale a qualcos' altro, anonimo e privo di differenza, proprio come i volti e le espressioni delle persone, volti spenti e sguardi persi nel vuoto di un nulla cosmico che ormai la faceva da padrone.
Nelle isole situate ai confini del mondo vi era praticamente lo stesso, con la sola differenza che il sole aveva preso il posto della luna; il mare era piatto tutto il giorno tutti i giorni, immobile come uno specchio, somigliava al cielo delle stelle fisse, senza stelle però, un po' come un grande acquario senza pesci, e la causa, dicevano, fosse da imputare all'innalzamento del livello delle acque, dovuto allo scioglimento dei ghiacciai, effetto provocato dalla geoingegneria massiccia, che faceva il bello e il cattivo tempo spruzzando i cieli!
Dopo l’impatto del meteorite avvenuto intorno agli anni 30, la scienza, propagandata dal megafono unico, stabilì che l'aria fosse irrespirabile. Secondo il dogma scientista l'aria era inquinata dalla presenza di piccoli agenti virali contenenti pacchetti di informazione genetica dannosi per la salute, e chi semplicemente si domandava se ciò fosse vero, veniva etichettato come eretico o folle!
Chi lasciava le proprie abitazioni, indossava una mascherina di colore blu o arancione, per indicare la fazione d’appartenenza, i più potenti indossavano dei camici bianchi, in segno di appartenenza alla casta più elevata e rispettata della società, la casta sanitaria.
In realtà che la mascherina fosse blu o arancione, poco contava, e poco aveva a che fare con gli ideali e i principi di una o dell'altra fazione; era più che altro un gioco di maschere che, serviva a dare l'illusione di una alternativa al pensiero dominante, e ad intrattenere, così, la popolazione intorno a questioni di superficie che non riguardavano più